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Il Secondo Congresso Mondiale sui Parchi Nazionali

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 42-45)

Capitolo 2 Le aree protette nella politica internazionale

2.4 Il Secondo Congresso Mondiale sui Parchi Nazionali

Il secondo Congresso Mondiale si celebrò nel 1972, esattamente cento anni dopo l’istituzione del Parco di Yellowstone, in un clima di aumento quantitativo, ma non qualitativo, delle aree protette. Purtroppo problemi logistici permisero che a Yellowstone si tenessero solamente i tre giorni preparatori agli incontri tecnici che furono successivamente spostati al Parco Nazionale del Gran Teton.

Il congresso fu sponsorizzato dall’UNESCO, dalla FAO, dall’IUCN, dal National Park Service, dal Consiglio delle risorse naturali americano e dalla Commissione per il centenario dei Parchi Nazionali.

Il secondo congresso segnò i primi passi che portarono, nei decenni successivi, a scardinare il modello classico delle aree protette: nelle relazioni dei delegati, infatti, comparvero nuovi modelli con etichette diverse da quelle descritte nelle Convenzioni già citate. Nomi come Parco naturale o Parco paesistico diventavano parte della famiglia delle aree protette che si allontanavano dall’ideale di wilderness e che al loro interno permettevano l’agricoltura e la silvicoltura, la caccia e la pesca, ma continuavano a bandire l’urbanizzazione e l’industrializzazione 106.

L’idea di una zonizzazione specifica107 iniziò ad essere considerata non solo nella contrapposizione tra uso scientifico e ricreativo, ma si inserì nel più generale dibattito sulla pianificazione delle aree stesse. Infatti, si fece timidamente avanti anche l’esigenza di creare zone tampone (buffer zones) a fare da filtro tra l’area protetta e le situazioni in cui attività incompatibili alle finalità conservative si fossero sviluppate nelle vicinanze dei confini esterni dei Parchi108.

Da questo congresso emerse anche un approccio gestionale “socialmente orientato”: i gestori dei Parchi furono impegnati in tematiche riguardanti il coinvolgimento della popolazione locale e gli strumenti di sviluppo socio-economico e venne addirittura

106 Harroy J., A century of Growth of the "National Park" concept throughout the world, in H. F. I.

Elliott (a cura di), atti del Convegno: Second World Conference on National Parks, 1972, Published for National Parks Centennial Commission by IUCN, pp. 24-32.

107 La zonizzazione, pratica di origine urbanistica, applicata all’ambiente naturale nasce in Francia

e viene ufficializzata con la Legge del 20 Luglio 1960.

108 Nicholson E. M., What is wrong in the National Park movement?, in H. F. I. Elliott (a cura

di), atti del Convegno: Second World Conference on National Parks, Yellowstone e Grand Teton National Parks, 1972, Published for National Parks Centennial Commission by IUCN, p.36.

delineato un nuovo profilo per il manager ideale di un parco, il quale avrebbe dovuto essere un ecologo con un forte preparazione nelle scienze sociali109.

Ponendo le aree protette sotto una luce diversa da quella della difesa preservativa della wilderness o della ricerca in campo biologico-naturalistico, si minava il muro della fortezza della natura e si apriva lo spazio alla creazione di nuovi territori di conservazione che avrebbero potuto interagire con l’uomo, i territori ibridi.

Phillips fa ricadere anche il secondo congresso nel paradigma classico della concezione delle aree protette, il che può essere condiviso se si prendono in considerazione le principali raccomandazioni (riquadro 2.2), ma esaminando le singole relazioni è evidente che ci si trova sulla soglia delle nuove concezioni per l’integrazione tra conservazione e sviluppo che saranno formalizzate nelle raccomandazioni del congresso successivo. In conclusione bisogna sottolineare che il secondo Congresso Mondiale sui Parchi precede di qualche mese la conferenza di Stoccolma che fu un vero e proprio spartiacque per ciò che riguarda la protezione dell’ambiente naturale e la presa di coscienza del livello globale del problema. Tale conferenza fu stimolata da una crescente preoccupazione sugli effetti dei materiali inquinanti, in particolar modo da quella del governo svedese che, allarmato dagli effetti delle piogge acide sul territorio causate dall’inquinamento prodotto in altri Stati, convocò una conferenza internazionale su questi temi.

La conferenza produsse un piano d’azione, la dichiarazione sull’ambiente umano e la nascita del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP).

La conferenza di Stoccolma non si occupò di aree protette nello specifico, ma il terzo principio della dichiarazione che afferma: “la capacità della Terra di produrre risorse rinnovabili vitali deve essere mantenuta e dove è possibile anche restaurata o incrementata”110 può essere letto come sprone per la creazione di nuove aree protette. Nei fatti le aree passarono da 9214 su una estensione di 2,4 milioni di Km2, nel 1962, a 16.394 nel 1972 su un estensione di 4,1 milioni di Km2 per arrivare ad essere 27,794 estese su 8,8 milioni di Km2 nel 1982.111

109 Erz W., The broad aspect of planning and management for the future, with emphasis on

physical and living resources, in H. F. I. Elliott (a cura di), atti del Convegno: Second World

Conference on National Parks, Yellowstone e Grand Teton National Parks, 1972, Published for National Parks Centennial Commission by IUCN, p.154.

110 Scanlon J. e F. Burhenne Guilmin (a cura di), 2004, op. cit., p.16.

111 Chape S., S. Blyth, L. Fish, P. Fox e M. Spalding (a cura di), 2003 United Nations List of

Protected Areas, Gland, Switzerland and Cambridge, UK, IUCN and UNEP-WCMC, 2003, pp.

Riquadro 2.2 Argomenti delle raccomandazioni più rilevanti del Secondo Congresso sui Parchi Nazionali, Yellowstone e Grand Teton, USA, 1972. (tratto da National Park Centennial Commission, 1973, cit. in Phillips)

1. Conservazione degli ecosistemi rappresentativi. 2. Conservazione degli ecosistemi tropicali. 3. Conservazione degli ecosistemi polari. 4. Riserve e Parchi Nazionali marini.

5. Istituzione del Parco Mondiale dell’Antartico sotto amministrazione dell’ONU.

6. Parchi Internazionali.

7. Sistemi regionali di Parchi Nazionali e di altre aree protette. 8. Conservazione del patrimonio mondiale.

9. Convenzione sulle zone umide.

10. Standard e nomenclatura delle aree protette.

11. Integrità dei Parchi Nazionali e delle aree protette equivalenti. 12. Uso dei Parchi Nazionali.

13. Effetti dannosi dei mezzi di trasporto a motore nei Parchi Nazionali e nelle altre aree protette.

14. Ricerca sul valore dei Parchi Nazionali.

15. Pianificazione dei Parchi Nazionali e delle altre aree protette. 16. Scambio di informazioni.

17. Assistenza tecnica e finanziaria. 18. Addestramento.

19. Servizi di Guida per i Parchi Nazionali.

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 42-45)