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Riserve Estrattive

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 142-147)

Capitolo 4 Il concetto di sviluppo sostenibile 4.1 The world conservation strategy (WCS)

5.4 Collegare conservazione e sviluppo: un approccio metodologico

5.4.3 Riserve Estrattive

Le Riserve estrattive sono una particolare categoria di territorio di conservazione, spesso inclusa nella categoria VI della classificazione IUCN, che ha come finalità la conservazione dell’ecosistema tropicale tramite lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali da parte delle popolazioni locali. Il concetto che ne è alla base ha avuto origine per iniziativa dei seringueiros292 brasiliani che, negli anni ’70, diedero vita ad

292 Il termine indica gli operai che estraggono il lattice per la fabbricazione della gomma naturale

dall'albero Hevea brasiliensis, l’albero della gomma tipico della foresta amazzonica, che in portoghese è chiamato seringueira. Uno dei principali attivisti del movimento degli estrattori della

un’organizzazione politica finalizzata alla tutela della foresta amazzonica, dalla quale ricavavano il loro sostentamento293. La nascita delle Riserve estrattive, in qualche caso, garantì loro i diritti sulla terra e sulle risorse, fornendo l’opportunità di sperimentare un modello di sviluppo alternativo per la foresta amazzonica294.

Di tale modello hanno potuto beneficiare non solo i seringueiros, ma anche le comunità di pescatori delle coste brasiliane ed i piccoli allevatori, i quali avvertivano un costante peggioramento delle condizioni dell’ambiente naturale a causa delle attività di pesca a strascico e ancor di più dell’uso di esplosivi delle grandi corporations dell’industria ittica e della creazione di enormi latifondi per un allevamento insostenibile a causa della sovrapasturazione.

La prima Riserva estrattiva, creata nel Gennaio del 1990, fu quella dell’Alto Juruà, nell’Amazzonia occidentale.

Dal 1990 al 2000 sono state istituite 16 Riserve estrattive, 12 in Amazzonia e 4 sulla costa atlantica: queste occupano 3,4 milioni di ettari e coinvolgono una popolazione di 28.000 abitanti295 (figura 5.4).

gomma è stato Chico Mendes (1944-1988), sindacalista che per primo ha proposto la creazione delle riserve estrattive. Nel 1988 Mendes fu assassinato e per il delitto furono condannati rispettivamente come mandante ed esecutore materiale Darly Alves da Silva e suo figlio Darci Alves da Silva, ex proprietari di una piantagione di caucciù, sequestrata dal governo federale, che Mendes aveva tentato di trasformare in Riserva estrattiva. La condanna a Darly Alves da Silva fu annullata dalla Corte d’Appello statale nel 1992.

293

Duarte E. G., Conflitos pela terra no Acre: a resistencia dos seringueiros de Xapuri, Rio Branco, Casa da Amazonia, 1987, pp. 134.

294 Allegretti M. H., A. Anderson e R. Arnt, O destino da floresta: reservas extrativistas e

desenvolvimento sustentàvel na Amazònia, Rio de Janeiro, Relume-Dumarà Fundacao Konrad

Adenauer, 1994, pp. 276. 295

Ruiz-Perez M., M. Almeida, S. Dewi, E. M. Lozano-Costa, M. Ciavatta-Pantoja, A. Puntodewo, A. de Arruda-Postigo e A. G. de Andrade, Conservation and Development in

Figura 5.4. Localizzazione delle Riserve estrattive del Brasile. I punti rappresentano le Riserve estrattive istituite, i quadrati rappresentano le aree di studio o le Riserve in fase di creazione. (Fonte: Centro Nacional de Desenvolvimento Sustentado das Populações Tradicionais, www.ibama.gov.br/resex/cnpt.htm )

Le Riserve sono amministrate dal Centro Nacional de Desenvolvimento Sustentado das Populações Tradicionais, che le definisce come “territori destinati all’esplorazione ed alla conservazione delle risorse naturali rinnovabili per mezzo dei popoli tradizionali” ed asserisce che in tali aree è possibile concretizzare lo sviluppo sostenibile equilibrando gli interessi ecologici della conservazione ambientale con quelli sociali per una migliore qualità della vita delle popolazioni che le abitano296.

Il modello delle Riserve estrattive coinvolge fortemente il discorso sui diritti di proprietà che, dall’uscita nel 1968 dell’articolo di Hardin su Nature: “The tragedy of commons”, ha acquisito un posto importante nel dibattito politico e scientifico sull’integrazione tra conservazione e sviluppo socio-economico.

Come evidenziano Goeschl e Igliori297, il regime dei diritti di proprietà per le Riserve estrattive ha una tripla struttura è può essere interpretato come un sistema di co-gestione tra governo, comunità e singoli individui.

296http://www.ibama.gov.br/resex/resex.htm (accesso: 20/11/2008).

297 Goeschl T. e D. C. Igliori, Property rights conservation and development : an analysis of

extractive reserves in the Brazilian Amazon, Milano, Fondazione Eni Enrico Mattei, 2004, pp.

Lo Stato possiede la terra e regola lo sfruttamento delle risorse dando le concessioni alle comunità, approvando un piano d’uso e monitorandone l’osservanza. Le comunità scrivono il piano e, ricevendo le concessioni, si assumono tutta la responsabilità relativa all’applicazione ed al rispetto di quanto previsto dal piano d’uso. Inoltre le comunità negoziano direttamente con il Governo la costruzione di infrastrutture per il progresso sociale, quali ad esempio scuole o centri medici.

Lo sfruttamento delle risorse avviene all’interno di particelle di terreno individuali chiamate colocações e ciascuna famiglia auto-organizza le attività di lavoro.

Ogni famiglia ha la possibilità di vendere ed appropriarsi interamente del valore dei prodotti da essa estratti, ma non può in nessun caso vendere la terra o la concessione ottenuta. Bisogna tenere presente in questo sistema anche il coinvolgimento di importanti attori della governance globale, quali la Banca Mondiale, o delle più influenti ONG, quali ad esempio il WWF, che sostengono economicamente i progetti.

La letteratura sulle Riserve estrattive non è concorde nel valutare positivamente questo tipo di approccio e le maggiori critiche ne mettono in discussione la reale capacità di soddisfare gli obiettivi stabiliti di sviluppo economico.

La principale motivazione delle critiche riguarda il fatto che le Riserve estrattive non possono competere con le grandi industrie in quanto quest’ultime, non essendo vincolate alle rigide regole imposte alle Riserve in ottemperanza agli obiettivi di conservazione, hanno minori costi di produzione e possono imporre sul mercato prezzi minori, relegando le Riserve estrattive in settori di mercato marginali298, come ad esempio quello del commercio “equo e solidale”. Inoltre il prezzo dei prodotti forestali estratti è spesso basso ed incerto e deve rapportarsi anche con le speculazioni degli intermediari299, sebbene il ruolo delle ONG coinvolte si ponga come strumento per eliminare tale passaggio ed aumentare in tal modo il guadagno delle famiglie.

E’ stato stimato inoltre stimato che nella regione amazzonica siano necessari da 300 a 500 Ettari di area forestale per permettere ad una famiglia di medie dimensioni di mantenere il

298 Goeschl T. e D. C. Igliori, Reconciling Conservation and Development: A Dynamic

Hotelling Model of Extractive Reserves, in "Land Economics", 2004, 80, 3, p. 341.

299 Ghimire K. B. e M. P. Pimbery (a cura di), Social Change and Conservation, London,

suo livello di sussistenza300; se ciò fosse vero le Riserve estrattive, nelle quali i colocações hanno una dimensione media di circa 200-250 ettari, non sarebbero sufficienti.

Alcuni studi, che hanno analizzato diverse esperienze di Riserve estrattive fuori dal Brasile, indicano che le preoccupazioni sul successo a lungo termine (si potrebbe dire sulla sostenibilità economica) possono rivelarsi concrete.

In Honduras sono state studiate le Riserve estrattive di resine vegetali, Riserve che coinvolgono circa 6.000 persone organizzate in cooperative, ed è stato evidenziato che l’insicurezza sui diritti di possesso, la fluttuazione dei prezzi di mercato della resina ed il crollo delle istituzioni a livello comunale sono state le cause di un insuccesso che coinvolto sia l’aspetto economico, sia l’aspetto ambientale301.

In Indonesia, nell’ambito delle Riserve di sfruttamento della malacca (fusto dell’albero di palma), sono state rilevate problematiche simili a quelle dell’Honduras rispetto ai diritti di possesso ed al ruolo della comunità e ciò ha favorito l’espansione delle piantagioni industriali, che forniscono un maggior vantaggio economico, ma falliscono rispetto alle esigenze di tutela ambientale302.

Malgrado le esperienze negative, le Riserve estrattive presentano anche diversi casi di successo: una dettagliata analisi demografica e socio-economica unita a quella del grado di deforestazione condotta nella Riserva estrattiva dell’Alto Juruà, al confine tra Brasile e Perù, restituisce un quadro positivo.

Dal 1990, anno d’istituzione della Riserva, la percentuale d’area deforestata ha variato dallo 0,35% al 3,3% in confronto al 14,4% raggiunto in alcuni siti limitrofi alla Riserva estrattiva.

La differenza d’area deforestata nella Riserva è dipesa dalla zona, in quanto all’interno, oltre alle attività di estrazione del caucciù, si sono sviluppate anche altre attività economiche quali ad esempio attività agricole a piccola scala condotte con la tecnica del taglio e incendio. Dal punto di vista demografico la popolazione della Riserva è diminuita in linea con i dati regionali e si è assistito ad un importante spostamento della popolazione dall’interno verso le sponde fluviali, dove sono state costruite le maggiori infrastrutture ed i servizi in

300Ghimire K. B. e M.P. Pimbery, 1997, op. cit., p. 28.

301 Stanley D., Communal forest management: the Honduras resin tappers, in "Development

and Change", 1991, 22, 4, pp. 757-779.

302 Peluso N. L., The political ecology of extraction and extractive reserves in East Kalimantan,

coincidenza con l’istituzione della Riserva. Non ci sono stati movimenti migratori fuori dalla Riserva e la popolazione ha aderito alle associazioni di lavoratori che sono servite a mettere in collegamento le comunità, aumentando la sicurezza economica e facilitando la diversificazione delle attività. In questo quadro positivo però bisogna evidenziare il fatto che le maggiori risorse economiche sono affluite da fonti esterne, in particolare dal Brazil Pilot Program finanziato dall’Unione Europea e gestito dalla Banca Mondiale e ciò solleva una seria questione sulla sostenibilità a lungo termine delle Riserve estrattive. In ogni caso le Riserve estrattive sono state un importante tentativo sulla via della realizzazione dello sviluppo sostenibile, nato in un periodo storico nel quale l’idea neoliberista era egemone ed una riaffermazione del bene comune, del common, non era certo la strada più facile da seguire.

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 142-147)