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Le designazioni internazionali

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 68-72)

Capitolo 3 Un linguaggio comune: classificazione, distribuzione e modelli di governance

3.3 Le designazioni internazionali

Oltre alle categorie IUCN, che si inseriscono a livello nazionale, nel panorama dei territori di conservazione esistono anche categorie stabilite internazionalmente. Esse nascono da altrettante Convenzioni che mirano rispondere a diverse problematiche.

Le designazioni internazionali possono racchiudere in sé altri tipi di aree protette già designate a livello nazionale o regionale. Le principali categorie internazionali sono i siti Ramsar, quelli del Patrimonio dell’Umanità e le Riserve di Biosfera.

I siti Ramsar sono frutto dell’omonima Convenzione sulla Conservazione e sullo Sviluppo Sostenibile delle zone umide.152 Il documento fu stilato il 2 dicembre 1970 e la Convenzione entrò in vigore il 2 novembre 1974.

151 Per approfondire le tematiche relative alla categorizzazione si rimanda al sito:

http://www.iucn.org/themes/wcpa/theme/categories/summit/summit.html (accesso: 1/06/2008) dove sono scaricabili in formato pdf i papers presentati.

Secondo la Convenzione, le parti contraenti avrebbero scelto almeno una zona umida nel proprio territorio che sarebbe stata inclusa nella lista delle zone umide di importanza internazionale ed avrebbero inoltre designato delle aree protette la cui gestione sarebbe stata strumentale alla conservazione delle risorse.

Nei criteri per l’identificazione delle zone umide, la conferenza delle parti non fa esplicito riferimento all’utilizzo antropico, ma si concentra sulla salvaguardia dell’ittiofauna e dell’avifauna.

Le aree Patrimonio dell’Umanità sono il frutto della Convenzione riguardante la Protezione dell’Eredità Naturale e Culturale (cfr. 2.2).

Tale Convenzione separa ciò che è “patrimonio naturale” da ciò che è “patrimonio culturale”. Il primo dovrebbe rappresentare esempi eccezionali degli stadi principali della storia della terra, compresa la presenza di vita, processi geologici significativi in atto per lo sviluppo della forma del territorio o caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative, oppure essere un esempio eccezionale di processi ecologici e biologici in essere nello sviluppo e nell'evoluzione degli ecosistemi terrestri, delle acque dolci, costali e marini e delle comunità di piante ed animali; dovrebbe contenere fenomeni naturali superlativi o aree di bellezza naturale eccezionale e di importanza estetica, oppure contenere gli habitat più importanti e significativi per la conservazione in situ delle diversità biologiche, comprese quelle contenenti specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista scientifico o della conservazione153.

Il secondo, il patrimonio culturale, dovrebbe rappresentare: • Un capolavoro del genio creativo umano;

• Un importante interscambio di valori umani in un lasso di tempo o in un'area culturale del mondo, relativamente agli sviluppi dell'architettura o della tecnologia, delle arti monumentali, dell'urbanistica o della progettazione paesaggistica;

• Una testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa;

152 All’articolo 1, la Convenzione di Ramsar definisce zona umida come un’area comprendente

distese di paludi, di torbiere o di acque naturali o artificiali, permanenti o temporanee, dove l’acqua è stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese distese di acqua marina la cui profondità a marea bassa non superi i sei metri. Il testo integrale della Convenzione è disponibile tramite il portale Ecolex, al sito:

http://www.ecolex.org/server2.php/libcat/docs/TR2397E.txt (accesso: 1/06/2008).

153 Questa definizione, come quella riguardante il patrimonio culturale, sono riprese dal sito

• Un eccezionale esempio di edificio o ensemble architettonico o tecnologico o paesaggistico che illustri uno stadio significativo o stadi significativi nella storia umana;

• Un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale o di utilizzo del territorio che sia rappresentativo di una o più culture, specialmente se divenuto vulnerabile per l'impatto di cambiamenti irreversibili;

• Aree direttamente o tangibilmente associate ad eventi o tradizioni viventi, a idee e credenze, a opere artistiche o letterarie di valore universale.

Le aree contenenti patrimoni naturali o culturali, definiti come sopra, sono elencate nella lista del Patrimonio dell’Umanità che attualmente conta 660 aree culturali, 166 naturali e 25 aree miste.

Le già citate Riserve di Biosfera sono state create sotto il programma Man and Biosphere (Uomo e Biosfera, MAB) dell’UNESCO nel 1971 anche se, per amor di precisione, il concetto nacque in occasione della Biosphere Conference organizzata dall’UNESCO, nel 1968.

Le Riserve di Biosfera sono individuate e proposte dai governi nazionali e da questi sono anche amministrate, ma la nomina ufficiale deve essere approvata dal comitato consultivo sulle Riserve di Biosfera dell’UNESCO, il quale valuta la coerenza dell’area con i criteri stabiliti.

L’area proposta, per diventare una Riserva di Biosfera, deve essere rappresentativa di una più ampia regione biogeografia e comprendere un certo grado di intervento umano; deve contenere paesaggi, ecosistemi, specie animali e vegetali che necessitano di particolare conservazione; deve fornire un’opportunità di esplorare e dimostrare approcci allo sviluppo sostenibile all’interno della più ampia regione nella quale le Riserve si trovano; deve essere di un’ampiezza appropriata e deve avere un appropriato sistema di zonizzazione generalmente tripartito in core area (area centrale finalizzata alla conservazione), buffer zones (zone tampone d’utilizzo misto) e transition area (zona di transizione esterna).

Così individuata la Riserva di Biosfera serve a combinare tre funzioni:

1. Conservativa: per preservare le risorse genetiche, specie, ecosistemi e paesaggi. 2. Di sviluppo: per favorire lo sviluppo umano ed economico

3. Logistica: per elaborare progetti di ricerca e monitoraggio relativi a tematiche di importanza locale, nazionale e globale sulla conservazione e sullo sviluppo sostenibile.

In accordo con Peter Bridgewater154, si può affermare che le Riserve di Biosfera, sebbene non siano coperte da nessuna Convenzione, sono il frutto dell’approccio ecosistemico alla conservazione adottato dalla Convenzione sulla Diversità Biologica e che l’aumento di Riserve di Biosfera transfrontaliere è un chiaro segnale dell’impegno di molti Stati nei confronti della sfida globale alla conservazione degli ecosistemi al di là dei confini politicamente stabiliti.

La tendenza a designare Riserve di Biosfera su larga scala, come Pantanal155 in Brasile o Cape West Coast in Sud Africa156, corrisponde a ciò che viene chiamata “pianificazione bioregionale”. Questo approccio alla pianificazione territoriale è definito da Davey157 come un approccio che guarda oltre i confini delle aree protette, includendo la costituzione di zone di buffer e di zone di transizione (o di supporto), la creazione di corridoi ecologici e la restaurazione di aree che avevano perso il loro valore ecologico. In tal modo, l’approccio bioregionale, può aiutare a rafforzare il ruolo delle aree protette, facendo sì che diventino parte di una strategia di conservazione nazionale ed internazionale.

154 Bridgewater P., Biosphere reserves: the network beyond the islands, Editorial, in "Parks",

2001, 11, 1, pp. 1-2.

155 Questa Riserva di Biosfera ricopre 24 milioni di ettari nella regione centro-occidentale del

Brasile. E’ una delle zone umide interne più ampie del mondo ed è nota come un eccezionale serbatoio di biodiversità. L’area, negli anni ’70 era luogo di pascolo estensivo con poco impatto sulla fauna selvatica, ma l’avvento dell’agricoltura meccanizzata, in particolare per la produzione di soya, con la relativa necessità di costruire strade per velocizzare il trasporto del prodotto ha messo in pericolo l’equilibrio ecologico dell’area. L’esperienza evidenzia che il ruolo della Riserva di Biosfera può essere centrale in una pianificazione equilibrata. Olger T., The Pantanal

Biosphere Reserve, Brazil: trees and water under siege, in "Parks", 2001, 11, pp. 44-45.

156 La Riserva di Cape West Coast si sviluppa verso Nord dal fiume Diep al fiume Berg, in Sud

Africa, e copre 378.000 ettari di pianura costiera. Il rapido sviluppo della città di Cape Town verso la costa con il connesso aumento del numero di abitanti, il traffico e le attività industriali minacciano l’integrità e le caratteristiche dell’area. La pianificazione bioregionale all’interno della Riserva di Biosfera può portare alla risoluzione dei conflitti per l’uso del suolo assicurando

crescita socio-economica e mantenimento dei servizi ecosistemici. Dal sito

http://www.capebiosphere.co.za/ (accesso: 09/06/2008).

157 Davey A. G., National System Planning for Protected Areas, Gland, Switzerland and

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