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Il V Congresso mondiale sui Parchi Nazionali e sulle aree protette

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 53-56)

Capitolo 2 Le aree protette nella politica internazionale

2.7 Il V Congresso mondiale sui Parchi Nazionali e sulle aree protette

Il V Congresso Mondiale sui Parchi e sulle aree protette intitolato Benefits beyond Boundaries, benefici oltre i confini, ad indicare il consolidamento del nuovo paradigma delle aree protette, si tenne a Durban, in Sud Africa, nel 2003. Vi parteciparono 3000 esperti provenienti da 160 diversi Paesi e furono organizzati più di 150 workshops intorno a sette tematiche principali ed a tre temi incrociati.

Le sette tematiche principali riguardarono: il collegamento tra paesaggio terrestre e marino; il mainstreaming delle aree protette; i modelli di governance; la capacity-building; l’efficienza gestionale; le finanze e le risorse ed il sistema globale. I temi incrociati, invece, erano relativi al patrimonio mondiale, alle aree marine protette ed al rapporto tra comunità ed equità sociale.130

Da tale imponente serie di incontri scaturirono 32 raccomandazioni (riquadro 2.5), il piano d’azione, l’accordo di Durban, una moltitudine di iniziative specifiche rivolte al sistema di aree protette africano ed un messaggio alla Convenzione sulla Diversità Biologica. Furono inoltre presi seri impegni per il sostegno delle aree protette mondiali: tramite il congresso ne furono istituite di nuove, su un’estensione di 200.000 Km2 e furono stanziati più di 50 milioni di Dollari americani per rafforzare gli organismi gestionali delle aree già esistenti.131

Da una lettura dei diversi outputs congressuali si può trarre che Durban conferma la linea di tendenza che fece le sue prime mosse a Bali e si consolidò a Caracas; il paradigma moderno delle aree protette o la cosidetta terza onda della conservazione132 diventano, nelle intenzioni dei partecipanti, il modo principale per concepire i territori di conservazione.

Il congresso di Durban, tra le altre cose, evidenzia che le aree protette possono rivelarsi uno strumento chiave per il raggiungimento di molti obiettivi di sviluppo del millennio (Millenium Development Goals),133 specialmente quelli riguardanti la sostenibilità

130 Lockwood M., G. L. Worboys e A. Khotari (a cura di), 2006, op. cit., p.48.

131 IUCN, Benefits Beyond Boudaries. Proceedings of the V IUCN World Parks Congress.,

Gland, Switzerland and Cambridge, UK, IUCN, 2005, pp. 315.

132 Zimmerer K. S., Globalization and new geographies of conservation, Chicago, University

of Chicago Press, 2006, pp. 357. Zimmerer usa tale definizione riferendosi al fatto che la

sostenibilità è diventata una dei principali obiettivi della conservazione.

133 Gli obiettivi di sviluppo del millennio si compongono di otto finalità da raggiungere entro il

ambientale e la lotta alla povertà. Le aree protette sono anche considerate cruciali per il raggiungimento degli obiettivi concordati a Johannesburg, nel 2002, in occasione del Summit Mondiale sullo sviluppo sostenibile (vedi 4.5).134

Tali affermazioni, in ogni caso, sono parzialmente contraddette dall’IUCN stessa, la quale ammette che in molte occasioni l’istituzione delle aree protette è vissuta come un impedimento allo sviluppo, ma si giustifica asserendo che: “quando le aree protette sono inserite in un -non meglio precisato- contesto di giuste strategie, possono svolgere un ruolo cruciale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo prefissati”.135

In tema di sviluppo sostenibile, il congresso ammette la necessità di un “nuovo corso” per le aree protette, le comunità locali e le popolazioni indigene, il quale dovrebbe essere indirizzato verso approcci innovativi: nuovi modelli di governance che includerebbero nei processi decisionali le popolazioni locali, ma anche istituzioni private od altri soggetti governativi a diverso livello.

Tali approcci allargano ulteriormente le tipologie dei territori di conservazione e rendono ancor più complicato valutare quali portino benefits beyond the borders (ma anche dentro i confini) e quali invece possano avere delle ricadute negative sulle popolazioni locali. Al Simposio “c” del congresso di Durban, in ogni caso, il nuovo corso auspicato è anche chiaramente indirizzato ad allargare la visione a livello regionale od ecositemico. Viene sottolineato che le aree protette sono da considerarsi sempre più incluse all’interno di un paesaggio più ampio, in modo tale da non escludere sia il socio sistema “al di là dei confini” sia il movimento di specie, il flusso di risorse trofiche e delle altre componenti naturali.

generale delle Nazioni Unite. Gli otto obiettivi riguardano: sradicare la povertà estrema e la fame, garantire l'educazione primaria universale, promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie, garantire la sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

134 Il summit di Johannesburg ha visto la partecipazione di 21.340 delegati provenienti da 191

governi. Questo importante evento ha adottato due documenti: il piano d’implementazione e la dichiarazione di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile. Il piano punta all’integrazione delle tre componenti dello sviluppo sostenibile: sviluppo economico, sociale e tutela ambientale ed in materia di biodiversità indica il 2010 come limite antro il quale ci dovrà essere una drastica riduzione del tasso di perdita di diversità biologica, confermando così i principi della Convenzione sulla diversità biologica che come vedremo riguarda molto strettamente le aree protette. Inoltre il piano dichiara espressamente l’urgenza di costruire entro il 2012 una rete di aree protette marine per consentire la rigenerazione dello stock ittico.

L’area protetta è sempre meno “Parco” e sempre più territorio e questo diventa evidente nei diversi modelli di governance delle aree stesse. Il processo di globalizzazione è entrato nelle politiche di conservazione decentrando le competenze dal centro alla periferia amministrativa fino al coinvolgimento diretto delle comunità locali quali attori principali.

Riquadro. 2.5 Le raccomandazioni del V Congresso Mondiale sui Parchi.

1. Rafforzamento istituzionale e sociale per la gestione delle aree protette del XXI secolo.

2. Rafforzamento individuale per la gestione delle aree protette del XXI secolo. 3. Costruzione di un sistema di aree protette esauriente ed efficace.

4. Cambiamento climatico ed aree protette.

5. Rafforzamento delle aree protette in zone montuose come contributo chiave allo sviluppo sostenibile delle montagne.

6. Sicurezza finanziaria per le aree protette.

7. Finanziamento delle aree protette da parte del settore privato. 8. Gestione del paesaggio integrata al supporto delle aree protette.

9. Politiche di connessione tra le Convenzioni Internazionali più rilevanti ed i programmi che puntano ad integrare le aree protette in un paesaggio più ampio.

10. Una rete globale per sostenere lo sviluppo delle iniziative di conservazione transfrontaliere.

11. Turismo come mezzo per la conservazione ed il sostegno delle aree protette. 12. Valori spirituali e culturali delle aree protette.

13. Città ed aree protette.

14. Pace, conflitti ed aree protette. 15. Buona governance delle aree protette.

16. Riconoscimento e supporto di diversi tipi di governance per le aree protette. 17. Valutazione dell’efficacia gestionale a sostegno della gestione delle aree

protette.

18. Sistema IUCN di classificazione delle aree protette. 19. Prevenire e mitigare i conflitti tra uomo e fauna selvatica. 20. La Convenzione sul patrimonio dell’umanità.

21. Costruzione di un sistema globale di reti di aree protette marine e costiere. 22. Protezione della biodiversità marina e dei processi ecosistemici attraverso aree

marine protette oltre le giurisdizioni nazionali. 23. Popolazioni indigene ed aree protette.

24. Co-gestione delle aree protette. 25. Conservazione comunitaria.

26. Popolazioni indigene mobili ed aree protette. 27. Aree protette: attività minerarie d energia. 28. Povertà ed aree protette.

29. Aree protette africane.

30. Gestione integrata di aree protette, acque e bacini fluviali

31. Agenda strategica per la comunicazione, l’educazione e la consapevolezza

Capitolo 3 Un linguaggio comune: classificazione, distribuzione e

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 53-56)