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Bioprospezione ed aree protette

Nel documento AREE PROTETTE E SVILUPPO SOSTENIBILE: (pagine 118-121)

Capitolo 4 Il concetto di sviluppo sostenibile 4.1 The world conservation strategy (WCS)

5.3 Neoliberismo e aree protette

5.3.2 Bioprospezione ed aree protette

L’esplorazione del materiale biologico per la ricerca di proprietà biochimiche o genetiche commercialmente valide ha avuto un sensibile aumento nell’ultimo decennio: l’interesse per i prodotti naturali, che si era precedentemente affievolito in favore dei prodotti di sintesi, ha ripreso quota, aiutato anche dalla forte espansione del settore biotecnologico. Questo settore, dal 1989 al 2003, ha rappresentato il 16% del tasso di crescita medio annuo degli Stati Uniti, mentre in Europa i profitti delle biotec companies sono aumentati dell’854% tra il 1998 ed il 2003246. Il 2007, stando al rapporto di Ernst & Young247, è stato un anno incredibilmente florido: le industrie biotecnologiche statunitensi ed europee sono cresciute di più di 29,9 miliardi di dollari americani.

Le aree protette sono state coinvolte direttamente in questo settore economico anche in tempi precedenti al processo di globalizzazione od all’affermazione del progetto neoliberista. Nel 1972, ad esempio, un ricercatore della casa farmaceutica Novartis, analizzando un campione di suolo prelevato nel Parco Nazionale di Handangervidda, individuò una ciclosporina dalle forti proprietà immunodepressive, che venne

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Balmford A., A. Bruner, P. Cooper, R. Costanza, S. Farber, R. E. Green, M. Jenkins, P. Jefferiss, V. Jessamy, J. Madden, K. Munro, N. Myers, S. Naeem, J. Paavola, M. Rayment, S. Rosendo, J. Roughgarden, K. Trumper e R. K. Turner, Economic reasons for conserving wild

nature, in "Science", 2002, 297, pp. 950-953.

245Diviacco G., Il valore delle aree protette, in "Parchi", 1994, 11, pp. 46-51.

246UNU/IAS, Biodiversity Access and Benefit-Sharing Policies for Protected Areas, Tokio,

UNU/IAS Institute of advanced studies, 2003, p. 7.

247 Un riassunto per punti chiave del rapporto può essere letto al sito http://www.ey.com

commercializzata come Sandimmun Neoral. Nel 2000 questo farmaco era il trentatreesimo nella classifica dei farmaci più venduti ed aveva fatto guadagnare alla Novartis 1,2 miliardi di dollari US248.

Questo esempio conferma come le aree protette, custodi della gran parte della biodiversità globale e di conseguenza delle risorse genetiche, hanno una reale importanza economica sia come valori d’uso diretti, sia come valori d’opzione. Proprio per questa duplice valenza, la bioprospezione è valutata essere una situazione win-win249: il guadagno economico ottenuto dai risultati della bioprospezione porterà le imprese coinvolte ad investire nella conservazione della natura per non danneggiare tale potenziale miniera biologica.

Le aree protette possono beneficiare di tale situazione per attingere ad una nuova fonte di finanziamento. Il problema dei fondi è cruciale per una corretta gestione e protezione dei territori di conservazione e ciò è evidente in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo, che sono maggiormente ricchi in biodiversità. In questi Paesi la spesa per le aree protette è di circa 157 dollari americani per Km2 in media, mentre nei Paesi sviluppati è di 2058 dollari.

La divisione dei guadagni derivanti dalla bioprospezione può divenire, quindi, una importante forma di finanziamento. In Costa Rica, ad esempio, l’Istituto Nazionale della Biodiversità devolve il 10% del budget per la bioprospezione ed il 50% delle royalities al Ministero dell’Ambiente e dell’Energia. All’inizio del 2000 tali contributi avevano raggiunto i 790 mila dollari americani.250.

In ogni caso, questa forma di finanziamento per essere una valida opportunità deve essere ben valutata sia a livello internazionale che dai governi, per evitare che anche nelle aree protette la mancanza di politiche efficaci di benefits sharing e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale conducano alla riduzione della biodiversità ed alla mancata crescita economica delle comunità locali.

A livello globale, gli accordi sulla bioprospezione sono regolati dalla Convenzione sulla diversità biologica, ma in molti casi tali accordi non possono essere efficacemente

248 UNU/IAS, 2003, op.cit, p.7.

249 Brechin S. R., P. R. Wilshusen, C. L. Fortwangler e P. C. West (a cura di), 2003, op. cit., p.

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monitorati né dagli Stati e dalle comunità che forniscono le risorse oggetto delle attività di bioprospezione né dagli organismi della Convenzione stessa251.

Senza una forte struttura legislativa la visione win-win della bioprospezione nelle aree protette potrebbe concretizzarsi in una situazione “win-lose” dove la vittoria sarebbe delle corporations biotecnologiche globali e la sconfitta delle aree protette.

Lo scenario appena descritto, a nostro avviso, è quello più probabile se le aree protette si dovessero aprire troppo alla bioprospezione, in quanto ci sentiamo di affermare che ci sia a livello generale una minore presa di coscienza rispetto alle risorse rinnovabili, e le risorse genetiche sono risorse rinnovabili, che rispetto a quelle non rinnovabili. In altri termini le risorse rinnovabili sono considerate inesauribili indipendentemente dal grado di sfruttamento.

Questa mentalità “neo-cornucopiana” trova conferma in una ricerca condotta da Resources for the future252, la quale dimostra che la volontà dei ricercatori in campo farmaceutico di pagare per preservare habitat naturali anche in zone a rischio di degrado o ad alto grado di biodiversità è piuttosto bassa (tabella 5.2). In teoria perchè si possa pensare ad una situazione win-win nelle aree protette, il risultato della ricerca dovrebbe essere contrario, la volontà a pagare per conservare dovrebbe essere direttamente proporzionale al grado di biodiversità o al rischio di degrado.

La bioprospezione, quindi, come in termini più generali il progetto neoliberista di commercializzazione della natura, può essere utile per la conservazione solo se, come l’esempio del Costa Rica dimostra, si attuino stringenti politiche in tal senso.

251 Zakrzewski P. A., Bioprospecting or biopiracy? The pharmaceutical industry's use of

indigenous medical plants as a source of potential drug candidates in "Complementary and

Alternative Medicine", 2002, 29, 3, pp. 252-254.

252Resources for the future (RFF) è una organizzazione no profit statunitense che conduce ricerche

in campo economico e in generale nelle scienze sociali su tematiche concernenti l’ambiente, l’energia e le risorse naturali.

Tabella 5.2. Volontà a pagare per la tutela di un ettaro di terra in alcuni hot spots di biodiversità. (Fonte: elaborazione su dati RFF)

Hot spot Volontà a pagare in US $

per Ettaro. Ecuador occidentale 2.29 Filippine 0.52 Costa d’avorio 0.13 Cile 0.08 Australia Sud-Occidentale 0.14 Borneo Settentrionale 0.11 Himalaya Orientale 0.11 Malesia Peninsulare 0.16 Tanzania 0.20 Nuova Caledonia 1.38 Madagascar 0.76 5.3.3 Ecoturismo

L’ecoturismo, secondo la definizione dell’ International Ecotourism Society (TIES) è il viaggio responsabile in zone naturali che protegga la natura e sostenga il benessere della gente locale253.

Sempre secondo il TIES, l’ecoturismo, si riferisce all’unione tra conservazione, comunità e modalità di viaggio sostenibile, ciò vuol dire che coloro i quali partecipano alle attività di ecoturismo devono seguire alcuni principi fondamentali che l’Ufficio per il turismo sostenibile del WWF riassume in 5 punti254:

1. Il turismo dovrebbe essere una componente di un più ampio piano di sviluppo

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