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2.1 Il Dalai Lama: dalle montagne del Tibet a Dharamsala

4. CINDIA A CORTO DI ENERGIA

4.3. Gli arsenali nucleari di Cina e India

Il differente status di Cina e India come potenze nucleari ha a lungo impedito un'interazione costruttiva tra le parti, sia in ambito nucleare civile che militare: lo status della Cina, riconosciuta a livello internazionale come potenza nucleare all'interno del regime di non proliferazione nucleare, contrasta con quello dell'India che ancora oggi rimane ai margini, nonostante i suoi sforzi per integrarsi nel sistema. 429

La Cina infatti è stata il quinto paese a essere riconosciuto come potenza nucleare e i suoi legami con l'Unione Sovietica le hanno inizialmente permesso la fornitura di materiale e supporto geopolitico, dando subito al suo programma nucleare una precisa impostazione militare, mentre l'India cominciava ad avviare un programma nucleare a scopo civile finito successivamente in ambito militare. 430 L'India infatti ha sempre pensato di aver bisogno del nucleare per puntellare la propria posizione geopolitica e allo stesso tempo soddisfare il fabbisogno energetico.

La Cina, che negli anni sessanta si era opposta al "Trattato sulla messa al bando parziale dei test nucleari", ha poi sottoscritto trattati sul disarmo quali il "Trattato di Non Proliferazione nucleare" e il "Trattato di bando complessivo dei test nucleari", mentre l'India ha sempre rifiutato di farne parte tacciando gli accordi di discriminazione e rendendo difficile per la Cina accettarne la posizione.

Il 16 ottobre 1964 la Cina fece esplodere la sua prima bomba nucleare, 431 cosa che portò l'India a temere fortemente per la sua sicurezza, scegliendo di entrare nel club nucleare nel rispetto di un appello fatto nel 1946 da Jawaharlal Nehru, che aveva detto che il suo paese avrebbe sviluppato ogni sistema possibile per la propria difesa. 432 Tra il 1956 e il 1961 l'India commissionò tre reattori nucleari, nel 1962 un complesso per la produzione di acque pesanti iniziò i suoi lavori e nel 1964 un impianto per il riprocessamento del plutonio entrò in funzione a Trombay. 433 Tuttavia il programma nucleare indiano acquisì dimensione militare solamente negli anni ottanta, alla luce della proliferazione del nucleare cinese e delle tecnologie e missili balistici condivisi con il Pakistan. 434

429 SAALMAN L., The China-India Nuclear Crossroads, op. cit., pag. 1 430

Ivi, pag. 35

431 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 31

432 SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pag. 295 433 SAALMAN L., The China-India Nuclear Crossroads, op. cit., pag. 17

434

118 Il gigante indiano che cresceva economicamente a ritmi da capogiro avviandosi a diventare una potenza nucleare, cominciò a diventare un interessante partner strategico per gli Stati Uniti. 435 Questi ultimi però non apprezzavano l'indisponibilità dell'India a firmare il "Trattato di Non Proliferazione nucleare" 436 che impediva ai Paesi che non erano potenze nucleari riconosciute prima del 1970 di diventare tali e non prevedeva nessuna misura concreta volta al progressivo e definitivo smantellamento degli arsenali nucleari già esistenti.

Nel maggio 1974, diciotto mesi dopo che il primo ministro Indira Gandhi aveva concesso l'autorizzazione alla costruzione di un ordigno nucleare da parte del

Bhabha Atomic Research Centre, il prototipo di bomba atomica indiano,

soprannominato Buddha sorridente, venne fatto esplodere nel deserto di Thar in Rajasthan. 437

Nel maggio 1998 l'India ha compiuto una serie di test nucleari dal nome in codice Operazione Shakti, sperimentando con successo un numero imprecisato di testate nucleari. Il primo ministro dell'epoca, Atal Vajpayee, il 14 maggio dichiarò: "L'India è ora una potenza nucleare. Adesso siamo in grado di sviluppare una grande bomba, ma le nostre non saranno mai armi di aggressione" 438 e presentò, nella lettera ufficiale al presidente americano Bill Clinton, la minaccia cinese: "Ai nostri confini c'è uno Stato dotato di armi nucleari, uno Stato che aggredì l'India nel 1962", 439 dimostrando che la Cina era la principale ragione per cui il Paese aveva deciso di sviluppare il proprio arsenale nucleare. Questa dichiarazione non fu affatto gradita a Pechino: "Questo atto dell'India è un oltraggio alla comunità internazionale", recitò un duro comunicato del ministero degli esteri cinese: furono subito sospesi i contatti e le relazioni bilaterali tra le parti. 440

Un anno dopo, nel giugno 1999, l'allora ministro degli esteri indiano Jaswant Singh visitò Pechino, dopo che truppe pakistane e ribelli del Kashmir avevano occupato il territorio indiano nel distretto di Kargil. Il governo pakistano riteneva che le armi nucleari avrebbero dissuaso l'India dal lanciare una campagna militare di contrasto, ma la Cina mantenne un atteggiamento di neutralità durante la crisi, estremamente apprezzato da parte indiana. Tra il 2001 e il 2003 si tennero altri

435 RONDINONE A., India: una geografia politica, op. cit., pag. 114 436

Ivi , pag. 118

437 SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pag. 295 438 Ibidem

439 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 34 440

119 meeting fra i diplomatici e i militari dei due Paesi, riuscendo a migliorare i rapporti e a produrre le prime misure di confidence reciproche.

Nel frattempo la "grande strategia" indiana 441 puntava a rafforzare le altre partnership strategiche, in primo luogo con gli Stati Uniti, scegliendo di giocare la carta americana 442 per rafforzare la tecnologia, diversificare le fonti di energia e ottenere finalmente il riconoscimento internazionale, dal momento che l'India, fin dai primi esperimenti nucleari militari, era sotto sanzione internazionale: la partnership con Washington avrebbe aiutato Delhi a porre fine alla condizione di apartheid atomica. Per dirla con Jairam Ramesh, economista ed esponente del partito del Congresso: "Noi dobbiamo sviluppare e far crescere le nostre relazioni con gli Stati Uniti senza mettere in discussione la cooperazione con la Cina". 443

Nel marzo del 2005, in occasione della visita a Delhi del neosegretario di Stato americano Condoleeza Rice, 444 Washington decise di cambiare tattica.

Il 2 marzo 2006 il primo ministro Manmohan Signh firmò a Delhi l'123

Agreement, lo storico accordo sul nucleare tra India e Stati Uniti, per la cooperazione

e la collaborazione tecnologica. 445 Come disse Charles Ferguson, esperto del

Council on Foreign Relations, "un accordo senza precedenti per l'India", 446 che ha accettato le ispezioni nell'ambito del nucleare civile da parte dell'AIEA delle Nazioni Unite, mentre le attività militari sono rimaste esenti da ispezioni e salvaguardie. L'India inoltre ha siglato il "Protocollo aggiuntivo per i controlli civili", prevedendo una moratoria per i test atomici e rafforzando le misure di sicurezza dell'arsenale nucleare, mentre le imprese americane proponevano la partecipazione ai programmi di costruzione dei reattori e la fornitura del combustibile nucleare per il programma civile. 447 Per l'appunto Bush si è impegnato a far modificare al Congresso americano la legislazione, in modo da permettere la piena cooperazione e il commercio nel settore dell'energia nucleare civile tra i due Paesi: 448 un'India intraprendente e militarmente forte rappresenterebbe per Washington un prezioso alleato in grado di contenere l'espansionismo cinese in scacchieri cruciali come il Sud-Est asiatico e

441 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 12 442 Ibidem

443 Ibidem

444 RONDINONE A., India: una geografia politica, op. cit., pag. 118 445

LIZZA G., Scenari geopolitici, op. cit. , pag. 139

446 BAJORIA J., PAN E., "The U.S. - India Nuclear Deal", in Council on Foreign Relations, 5

novembre 2010

447 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 91 448

120 l'Oceano Indiano. 449 I diplomatici statunitensi furono però sconvolti dalla decisione di Bush di condividere il combustibile nucleare e la tecnologia con l'India, dal momento che la decisione avrebbe tacciato gli Stati Uniti di incoerenza, mentre chiedevano alla Corea del Nord e all'Iran di interrompere la produzione di combustibili nucleari. 450 L'Economist etichettò l'accordo come "Dr Strangedeal" (Dottor Stranaccordo):"Aiutare il programma militare dell'India è una violazione del TNP che mette al bando simili aiuti, diretti o indiretti, a qualsiasi Paese che non sia riconosciuto come potenza nucleare dal Trattato stesso (e l'India non lo è)". 451

Poco dopo, il ministro della Difesa indiano Pranab e il suo collega cinese Gao Gangchuan, vicepresidente della Commissione militare centrale del regime, firmarono uno storico "Memorandum comune per la difesa" e il 29 maggio 2006 la stampa indiana riferì che l'India e la Cina avevano istituzionalizzato programmi di addestramento comuni per le forze armate dei due Paesi. 452

A Pechino, durante la parata militare del 1 ottobre 2009, sono stati presentati diversi nuovi missili, a dimostrazione di come negli ultimi anni il Paese abbia speso moltissime risorse, umane, finanziarie e tecnologiche, nel portare avanti gli armamenti strategici. Oggi la Cina possiede circa 120 missili balistici terrestri a testata nucleare: 55-65 di questi, tra cui il DF5 con 13 mila km di gittata e il DF-31A con 11200 km di gittata, hanno portata intercontinentale. 453 Ma la Cina possiede anche un discreto numero di missili che possono attentare alla sicurezza dei suoi vicini, tra cui il DF31 dalla gittata di 7200 km, il DF3A di 3100 km, il DF4 di 5400 e il DF21 di 2150-3000 km. 454 L'arsenale cinese contiene anche il missile da crociera con testata nucleare DH10 Dong Hai, la cui traiettoria supera i 2000 km.

La Federazione degli Scienziati Americani stima invece che l'inventario totale delle armi nucleari indiane ammonti a 80-100 unità, circa 70 delle quali a testata nucleare e 50 di esse perfettamente operative. 455 A differenza della Cina, il cui arsenale è costituito soprattutto da missili balistici terra-aria e mare-terra, il principale supporto per l'India è l'aviazione, con il Mirage 2000H, il Jaguar IS/IB e il MiG27, adatti al compimento delle missioni nucleari e a esercitare un ruolo di

449 LIZZA G, Scenari geopolitici, op. cit., pag. 139

450 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 168

451

Anonimo, "The sound of one hand clapping", in The Economist, 20 luglio 2006

452 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 116 453 SAALMAN L., The China-India Nuclear Crossroads, op. cit., pag. 3

454 Ibidem 455

121 deterrenza. Per quanto riguarda i missili balistici nucleari, l'India possiede Prithvi-I con gittata di 150 km, Agni-I con gittata di 700-1200 km, Agni-II con gittata da 2000 a 2500 km, Agni-III da 3000 a 5000 km, Agni-IV da 3200 a 3700 km e Agni-V, testato con successo il 19 aprile 2012 e in grado di raggiungere Pechino e Shanghai, avendo una gittata pari a 5000 km. 456 L'India possiede anche i missili mare-terra

Dhanush la cui gittata è di circa 350 km e il missile Sagarika con gittata da 300 a

700 km.

Nell'aprile 2011 l'India ha siglato un importante accordo con il Kazakistan, prevedendo la fornitura di 2100 tonnellate di uranio da parte kazaka, oltre alla possibilità di avviare una joint venture per l'esplorazione e l'estrazione comune dei giacimenti di uranio, ai quali anche la Cina è fortemente interessata: il Kazakistan si configurerà dunque come un ulteriore teatro della competizione energetica tra la Cina e l'India.

Nell'ottobre 2013 India e Australia si sono accordate per intensificare la cooperazione in materia nucleare, con la possibilità da parte di Canberra di vendere uranio alle compagnie indiane. Non bisogna dimenticare che oggi l'Australia detiene circa il 31% delle riserve di uranio del pianeta, cosa che la rende un partner fondamentale per la futura politica energetica di New Delhi, ma anche di Pechino. 457

Recentemente sia la Cina che l'India hanno discusso con gli Stati Uniti della possibilità di acquistare impianti nucleari civili per la produzione di energia elettrica: 458

in tale area la cooperazione sino-indiana potrebbe portare a ottimi risultati, dal momento che i due Paesi sono coinvolti in grandi campagne energetiche sul nucleare, avendo progetti e ambizioni simili sui reattori e il riprocessamento. 459

La Cina ha progettato di costruire 30 centrali nucleari entro il 2020 al fine di ottemperare alla richiesta energetica senza gravare ulteriormente sull'ambiente. Dal momento che i funzionari locali, in cambio di una certa somma di renminbi, sono soliti chiudere un occhio sulla violazione delle regole di tutela ambientale, questa pratica deve essere estirpata prima dell'avvio delle nuove centrali, onde evitare, per la

456 SAALMAN L., The China-India Nuclear Crossroads, op. cit., pag. 5 457

BELLOMIA F., "L'India e il problema energetico: situazione attuale e prospettive", in Geopolitica, 3 aprile 2013

458 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 165

459

122 Cina e per il mondo, il rischio di un disastro nucleare. 460 In India invece l'apporto fornito dal nucleare alla produzione elettrica è ancora relativamente basso, si parla di 4,4 GW su un totale di 177 GW, dal momento che il settore ha dovuto affrontare un gap tecnologico a seguito dell'embargo sulle tecnologie nucleari. Il nucleare è collocato però al centro di un massiccio programma di rafforzamento, che prevede di aumentarne il contributo fino a 20 GW entro il 2020. 461

460 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 184

461 BELLOMIA F., "L'India e il problema energetico: situazione attuale e prospettive", in Geopolitica,

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