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2.1 Il Dalai Lama: dalle montagne del Tibet a Dharamsala

3.1. La forza lavoro che fabbrica il futuro

3.1.1. Cina, paese di vecch

Oggi la Cina ha una popolazione molto più vecchia dell'India. Sebbene al momento si trovi in una posizione demografica positiva 215 con la popolazione in età da lavoro che cresce per la caduta della mortalità infantile, la situazione non durerà e il Paese potrebbe trovarsi ad affrontare problemi demografici potenzialmente seri.

Nel 1950 la Cina aveva 555 milioni di abitanti, ma nel 2005, secondo le Nazioni Unite, la popolazione era già passata a 1,32 miliardi. Nel frattempo il numero degli ultrasessantenni cinesi era passato dai 41 milioni del 1950 ai 167 del 2009. Secondo le previsioni, la Cina avrà 1,39 miliardi di abitanti nel 2015 e 1,44 miliardi nel 2025, 216 quando circa 200 milioni di cinesi avranno almeno 65 anni di età. 217 Anche se le previsioni demografiche delle Nazioni Unite hanno indicato una riduzione del 18 % della popolazione in età da lavoro entro il 2050, la realtà potrebbe essere anche peggiore. Assumendo infatti il declino del tasso di natalità a 1,35 entro la metà del secolo, l'ONU ha previsto che in un tale scenario di bassa fertilità, la popolazione in età da lavoro calerebbe di oltre un terzo. 218 I fattori che hanno impresso un ritmo di invecchiamento così veloce sono due: il controllo delle nascite che ha visto l'indice di fertilità, nel 1970 pari al 5,8 %, crollare all'1,5 % di oggi, e l'aumento della speranza di vita passata da 41 a 70 anni. 219

Sulla base dei criteri stabiliti dall'ONU, un Paese è considerato "anziano" quando le persone con un'età superiore ai 65 anni superano il 7 % o quando più del 10 % della popolazione ha più di 60 anni. Il giornalista David Smith si è chiesto se la Cina riuscirà a diventare ricca prima di diventare vecchia, 220 mentre anche un

215 SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pagg. 238-

239

216 Ibidem 217

MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means

for All of Us, pag. 153 218 Ivi, pag. 154

219 MONTRELLA S., "I problemi della Cina iniziano a 60 anni", in Agi China 24, 25 febbraio 2011 220

62 rapporto del 2004 di Richard Jackson e Neil Howe, intitolato "The Greying of the

Middle Kingdom", poneva il problema dell'invecchiamento cinese scrivendo: "una

giovane nazione sta per diventare vecchia". 221

Certa è la previsione che, entro il 2050, più di 400 milioni di cinesi avranno più di 60 anni, con 100 milioni di ottuagenari. Per queste persone è fondamentale che la Cina diventi ricca prima di diventare vecchia, dal momento che la maggior parte di esse non ha né pensione, né copertura sanitaria, costretta a mantenere altissimo il tasso di risparmio individuale. 222 Infatti, gli anziani di oggi hanno ben poco di cui essere sereni, dal momento che il tradizionale rispetto e la pietà filiale, capisaldi dell'etica confuciana, sono stati a lungo oggetto di lotta da parte del regime comunista: da questo deriva una mancanza di attenzione per la tutela degli anziani, sia tra le mura domestiche, sia da parte dello Stato. La combinazione "invecchiamento della popolazione, debolezza del sistema pensionistico e politica del figlio unico" ha finito per far emergere il "problema del 4 - 2 - 1", per cui ogni giovane cinese deve occuparsi di assistere sia i genitori che i nonni, dal momento che non ha fratelli ad aiutarlo. Tuttavia genitori e nonni spesso non possono contare neanche sulle generazioni future, dal momento che di frequente lavorano lontano o hanno stipendi troppo bassi per fronteggiare le necessità economiche.

Il sistema pensionistico di tutela degli anziani è tutt'altro che omogeneo e le disparità si avvertono in modo particolare tra campagna e città: "superare tali disuguaglianze - hanno sottolineato più volte i vertici del partito comunista - è una precondizione indispensabile per assicurare la felicità della popolazione e costruire una società armoniosa". 223 Questa sfida è contenuta nel dodicesimo piano quinquennale 2011-2015 ed è stata illustrata da Yin Weimin, ministro per le Risorse Umane e la Sicurezza Sociale: "La Cina ha 170 milioni di abitanti oltre i 60 anni, circa il 12,8 % del totale. Dobbiamo studiare la maniera più adeguata per investire i fondi ed espandere il valore delle pensioni man mano che la nazione si sviluppa e la popolazione invecchia". 224

In realtà la copertura pensionistica cinese oggi tutela soprattutto i lavoratori delle città, dove gli uomini raggiungono l'età pensionabile a 60 anni e le donne a 55, mentre gli impiegati pubblici si ritirano a 55 o a 50 anni. Ma il sistema urbano

221 SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pag. 240 222 Ivi, pag. 241

223 MONTRELLA S., "I problemi della Cina iniziano a 60 anni", in Agi China 24, 25 febbraio 2011 224

63 cambia a seconda della regione e dell'azienda di impiego creando notevoli disparità. Wei Nanzi, dottore di ricerca in Scienze Politiche presso la Scuola di Alti Studi di Scienze Sociali di Parigi, spiega: "Fino agli anni novanta le imprese cinesi non avevano accantonamenti per la sicurezza sociale: lo stato stabiliva che tutti i profitti dovessero essere consegnati direttamente allo stato e che le pensioni o i fondi pensionistici dovessero essere considerati costi di quelle imprese". 225

Molto diverso è il sistema di tutela degli anziani delle campagne, dove un tempo le disposizioni sulla previdenza agricola erano principalmente a carico del contadino stesso Ma nel 2009 il governo ha dato il via all'istituzione di piani pensionistici speciali, al fine di migliorare la copertura assicurativa degli agricoltori: con il nuovo fondo pensionistico rurale il contadino riceve una duplice remunerazione, la prima su base individuale, la seconda costituita da un sussidio collettivo e da un sovvenzione governativa. Secondo i dati forniti da Hu Xiaoyi, vice ministro per le Risorse Umane e la Sicurezza Sociale, oggi circa 143 milioni di contadini sono coperti dall'esperimento del 2009 e percepiscono una somma pari a 55 yuan mensili, ovvero circa 6 euro, ma le linee generali annunciate dal premier Wen Jiabao prevedono che il sistema dovrà garantire una copertura totale a tutti i residenti delle zone rurali entro il 2015. 226

I lavoratori migranti che si spostano da una provincia rurale alle aree urbane rientrano invece in una categoria a parte: "dal 1 febbraio 2009 essi – spiega ancora Wei - possono aderire al programma assicurativo per le aree rurali e godere di contributi minimi, conti individuali trasferibili e benefici analoghi a quelli dei lavoratori urbani." 227 In realtà, molto probabilmente i benefici non saranno equiparati a quelli dei lavoratori urbani, nonostante la maggior parte dei lavoratori migranti sia assorbita dalle stesse aziende. La vita di questi lavoratori, spesso sfruttati dai datori, con salari più bassi e condizioni di lavoro peggiori, risulterà così ancor più difficile. I lavoratori immigrati non hanno neppure accesso all'istruzione, alle cure mediche e al sistema di assistenza sociale: tra i loro figli, soltanto un bambino su otto è iscritto a scuola. 228

La Cina si trova a fare i conti anche con il problema del debito pensionistico che, secondo una stima della Banca Mondiale, oscilla tra il 120 % e il 140 % del PIL:

225 S. MONTRELLA, "I problemi della Cina iniziano a 60 anni", in Agi China 24, 25 febbraio 2011 226 Ibidem

227

Ibidem 228

64 una cifra impressionante se si considera che su 780 milioni di lavoratori solo 150 milioni godono di copertura pensionistica. 229

Al di là dei progressi compiuti negli ultimi anni, la strada per livellare le disuguaglianze in fatto di tutela dei lavoratori e degli anziani è ancora lunga, con lo squilibrio tra le pensioni dei funzionari pubblici, dei lavoratori delle imprese e degli agricoltori. "Bisogna ideare un sistema più unificato rispetto al multilivello attuale che espone il Paese a rischi politici, fiscali e sociali - sostiene Zheng Bingwen dell'Accademia di Scienze Sociali - allo stesso tempo però bisogna ritardare l'età pensionabile". 230 A Shanghai per esempio i lavoratori possono avere una proroga di 5-10 anni dell'età pensionabile, dal momento che alcuni analisti sostengono che, prorogando anche di solo un anno l'età minima pensionabile, vi sarebbero forti effetti sul deficit e il debito pensionistico calerebbe di 20 miliardi di yuan. Ma secondo Fan Yi, Vice Presidente della CCPPC, Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese della municipalità di Ningbo, l'unica soluzione è un sistema pensionistico unico per tutto il Paese: "Il personale dipendente del governo e delle istituzioni statali dovrebbe pagare lo stesso premio assicurativo per la previdenza sociale, e i salari dovrebbero confluire in un fondo di previdenza sociale pubblico ad uso dell'amministrazione". 231