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Dal sottosviluppo alla leadership economica

2.1 Il Dalai Lama: dalle montagne del Tibet a Dharamsala

5. CINDIA: UN'UTOPIA ECONOMICA?

5.1. I BRICS, la periferia al centro del mondo

5.1.1. Dal sottosviluppo alla leadership economica

La saldatura dell'asse Cina-India conferma che le nuove potenze economiche si sono liberate da qualunque soggezione nei confronti dell'Occidente. I vecchi padroni del gioco, gli americani e gli europei, hanno perso il loro tradizionale ruolo propulsore anche se Cina e India non hanno ancora disegnato una nuova architettura della governance globale, che sia alternativa rispetto a quella promossa dalle vecchie potenze. Anche se queste ultime appaiono in declino, quelle nuove esitano ad assumersi tutte le responsabilità. 462

Negli ultimi anni infatti è diventato di uso comune fare riferimento alle economie BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), così ribattezzate dalla

Goldman Sachs, per considerare nell'insieme le quattro economie che attualmente

crescono con maggiore rapidità. 463 Mentre nell'autunno 2006, riferendosi ai BRICS, l'Economist parlava di "nuovi Titani", la CIA pubblicava il documento intitolato "Come sarà il mondo nel 2020", cercando di prevedere le trasformazioni del pianeta nei prossimi decenni. 464

In un rapporto intitolato "Building Better Global Economic BRICS" la banca d'investimento pose l'attenzione sulle quattro economie emergenti 465 e Jim O'Neil, autore del rapporto e responsabile mondiale del settore per le ricerche economiche della Goldman Sachs, scrisse che il peso combinato delle quattro economie, in termini di PIL, era meno dell'8 % dell'economia globale. Analizzando però i dati in modo diverso, O'Neil mise in evidenza che il peso combinato dei quattro BRICS nell'anno 2000 non era stato dell'8 %, ma di più del 23 % e, da qualsiasi punto di vista si guardasse questo dato, la Cina stava diventando una potenza dominante in quanto contava per il 12,5 % dell'economia mondiale. 466 Nel 2005 Pam Woodall

462 CORNELI A., Oriente: il grande ritorno, op. cit., pag. 17

463 SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pag. 45 464

LIZZA G., Scenari geopolitici, op. cit., pag. 20

465 O'NEIL J., "Global Economics Paper No: 66, Building Better Global Economic BRICs", in Goldman Sachs Financial Workbench, novembre 2011, in http://www.content.gs.com/japan/ ideas/brics/building-better-pdf.pdf

466

124 scrisse sull'Economist: "Naturalmente la Cina non rappresenta la sola economia emergente e in grande crescita che sta creando problemi alla popolazione del resto del mondo. Tuttavia, appare realmente come la minaccia più consistente: il suo contributo alla crescita del prodotto interno lordo globale a partire dal 2000 è pari ad almeno il doppio di quello delle altre tre maggiori economie emergenti (India, Brasile e Russia) messe assieme. [...] La Cina combina un'ampia offerta di forza lavoro a basso costo con un'economia che si configura straordinariamente aperta al resto del mondo in termini di possibilità di commercio e di investimenti diretti provenienti dall'estero." 467

La proiezione più dibattuta dell'impatto che l'ascesa della Cina e dell'India potrebbe avere sull'economia mondiale è stata l'analisi di Goldman Sachs,

"Dreaming with BRICS: The Path to 2050", 468 pubblicata nell'ottobre 2003. Questa prevedeva che entro il 2039 i PIL combinati di Brasile, Russia, India e Cina avrebbero superato la somma dei PIL di Usa, Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Giappone, ai quali si faceva riferimento con il nome di G6. Nel 2050, secondo le previsioni dello studio, il PIL della Cina avrebbe raggiunto i 44500 miliardi di dollari e quello dell'India i 28000 miliardi, cioè rispettivamente il 125 % e l'80 % del PIL di 35400 miliardi previsto invece per gli Stati Uniti. 469 Basti pensare che quando Deng Xiaoping iniziò a trasformare la Cina in un'economia di mercato nel 1979, la quota del suo Paese sul PIL mondiale era inferiore all'1 %. 470

Dal 2000 al 2007 il reddito pro capite dei cinesi è raddoppiato, mentre il numero di automobili è decuplicato, quello di telefonini è sestuplicato e si è passati da un personal computer ogni dieci famiglie a un computer ogni due. Pam Woodall ha scritto, sempre sull'Economist: "Dalle T-shirt ai T-bonds, è sempre di più Pechino, non Washington, a prendere le decisioni fondamentali per il futuro dei lavoratori, delle imprese e dei mercati finanziari in tutto il resto del mondo. La Cina è la protagonista che sta dietro a quasi tutti gli eventi dell'economia globale". Ha poi dedicato a questo tema una delle sue copertine celebri per la fantasia umoristica: si tratta di un'immagine di Wall Street, la via dove ha sede la Borsa di New York, il cui

467

WOODALL P., "From T-shirts to T-bonds", in The Economist, 28 luglio 2005

468 WILSON D., PURSHOTHEMAN R., "Global Economics Paper No: 99, Dreaming with BRICs:

The Path to 2050", ottobre 2003, in http://www.goldmansachs.com/korea/ideas/brics/99-dreaming.pdf

469 Ibidem 470

125 nome è alterato da un fotomontaggio che indica Great Wall Street, cioè "via della Grande Muraglia". 471

Il sorpasso Cina-USA è infatti già avvenuto: il primato della nazione leader mondiale nella produzione industriale che resisteva da cento anni, è stato sottratto dalla Cina agli Stati Uniti nel 2009: in quell'anno la Cina ha realizzato il 17 % di tutta la produzione industriale del pianeta, contro il 16 % degli Stati Uniti. La velocità di questo sorpasso ha colto di sorpresa tutti gli osservatori e sconvolto le previsioni: lo stesso Global Insight aveva previsto che il fatidico sorpasso Cina-USA sarebbe avvenuto solo nel 2013. 472 Nell'ambito della stessa ricerca il Boston

Consulting Group ha anche compiuto un sondaggio tra l'opinione pubblica

statunitense all'interno del quale la maggioranza dei cittadini americani interrogati era convinta che il sorpasso cinese fosse avvenuto già da tempo. 473

Le proiezioni indicano che il Pil cinese dovrebbe crescere del 5,6 % ogni anno e quello indiano del 5,9 %, mentre quello americano aumenterà a una media annuale del 2,7 % tra il 2009 e il 2050, quello giapponese dell'1 % e quello delle maggiori economie europee, quali Germania, Francia, Regno Unito e Italia, dell'1,7 %. 474 Il contributo cinese alla crescita mondiale è garantito dal fatto che, tra esportazioni e importazioni, il 75 % del suo PIL è legato al commercio estero, cinque volte più di Europa e America.

Mentre all'inizio del 2011, il debito pubblico americano raggiungeva i 14 mila miliardi di dollari, ovvero più del 90 % del Pil, e il deficit pubblico toccava i valori più alti mai raggiunti dal secondo dopoguerra, la Cina diventava il principale acquirente estero dei titoli di stato americani, arrivando a detenerne un totale di 1200 miliardi di dollari, più di un quarto dei buoni del tesoro in mano a Paesi stranieri. 475

La Cina diventerà la più grande economia del mondo e l'India la terza, mentre gli USA resteranno al secondo posto. In termini di PIL assoluto, la Cina dovrebbe superare il Giappone entro il 2015 e l'India dovrebbe fare altrettanto nel 2032. 476 Mentre nel 2010 quattro delle cinque maggiori economie mondiali erano di Paesi occidentali, nel 2050, secondo Goldman Sachs, gli Stati Uniti saranno l'unica potenza

471

WOODALL P., "From T-shirts to T-bonds", in The Economist, 28 luglio 2005 472

Ibidem 473

Ibidem

474 KUPCHAN C. A., Nessuno governa il mondo, op. cit., pag. 91 475 Ivi, pag. 92

476 JHA P. S., Quando la tigre incontra il dragone. Uno sguardo nel futuro di India e Cina, op. cit.,

126 occidentale tra le prime cinque. 477 La Banca Mondiale prevede anche che il dollaro perderà il suo primato globale intorno al 2025, quando il dollaro, l'euro e il renminbi cinese verranno equiparati in un sistema monetario "multi-valuta". 478

Cina e India stanno però commettendo errori seri: l'agricoltura cinese per esempio non basterà a sfamare 1,3 miliardi di persone la cui dieta diventa più ricca di anno in anno. Anche se il formidabile decollo economico degli ultimi decenni ha sottratto alla miseria centinaia di milioni di persone, in Asia vivono ancora 640 milioni di poveri assoluti, con un reddito sotto la soglia minima di sussistenza: 479 il Prodotto Nazionale Lordo cinese pro capite è infatti di appena 1740 dollari, mentre quello indiano è molto più basso, ammontando a solo 720 dollari. La Cina, con il reddito medio inferiore a cinque dollari al giorno, sta meglio dell'India, mentre il reddito di quest'ultima rimane inferiore a due dollari al giorno. Per inserire questi dati in un contesto più ampio si ricorda che il reddito pro capite nel Lussemburgo, il Paese più ricco del mondo, è di quasi 66 mila dollari. 480

Il Doha Round del 2011 fu l'ultimo progetto globale lanciato dall'Occidente, con un ruolo decisivo giocato dagli Stati Uniti, che puntavano a diffondere il benessere nei Paesi più poveri attraverso la liberalizzazione degli scambi agricoli. L'ultimo ciclo di negoziati commerciali multilaterali 481 è fallito nel novembre 2011 dopo dieci anni di trattative, malgrado i tentativi ufficiali fatti da numerosi Paesi, tra cui Regno Unito e Germania. Il mancato raggiungimento della liberalizzazione per il commercio multilaterale implica che il mondo ha perso i guadagni commerciali che avrebbe potuto ottenere da un trattato efficace: gli schemi stabiliti dalle potenze egemoni nei trattati commerciali, fissati con i Paesi economicamente più deboli, continueranno a farla da padroni. 482

Nel frattempo Cina e India si stanno muovendo verso un'integrazione economica, nonostante l'India abbia qualche timore rispetto a un'integrazione troppo rapida. I due Paesi, per capire la plausibilità di questa idea, hanno messo al lavoro un gruppo di studio, l'India-China joint Study Group on Comprehensive Trade and

477

KUPCHAN C. A., Nessuno governa il mondo, op. cit., pag. 91 478

KUPCHAN C. A., "Sorry, Mitt: It Won't Be an American Century", in Foreign Policy, 6 febbraio 2012

479 CORNELI A., Oriente: il grande ritorno, op. cit., pag. 56 480

SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pag. 303 481

BHAQWATI J., "È fallito il Doha Round e adesso vince il più forte", in Il Sole 24 Ore, 2 giugno 2012

482 Ibidem

127

Economic Cooperation, un gruppo di studio che presenta le sue analisi, conclusioni e

raccomandazioni. 483 "Quando noi - dice Wen Jiabao riferendosi a Cina e India - saremo mano nella mano, l'intero pianeta dovrà stare a guardare." 484