2.1 Il Dalai Lama: dalle montagne del Tibet a Dharamsala
6. IL CONTINENTE TECNOLOGICO
6.2. Una riscossa tutta tecnologica
Da un lato appare la Cina che ha puntato sull'hardware, dall'altro l'India che ha investito sul software. La Repubblica Popolare è attualmente il terzo mercato mondiale per i semiconduttori e la produzione di chip e la cinese Lenovo, con l'acquisizione del settore PC di IBM è balzata al terzo posto mondiale dei produttori di hardware. 647 Secondo studi di settore, il mercato di outsourcing indiano nei prossimi anni salirà vertiginosamente a 57 miliardi di dollari di fatturato con una forza lavoro di 4 milioni di persone, arrivando a rappresentare il 7 % del PIL indiano complessivo. In questo ambito il complesso delle esportazioni IT indiane è di circa 10 miliardi di dollari mentre la controparte cinese raggiunge gli 1,5 miliardi di dollari. 648
Mentre la Cina diventava la fabbrica del mondo, l'India diventava il back
office globale grazie alla nascita di uffici che non prevedevano il contatto diretto con
il cliente e si diffondeva la "febbre dell'India" tra le compagnie straniere. 649 Oggi, delle 500 maggiori compagnie del mondo, 400 inviano lavoro di medio livello in India, mentre nel 2000 erano ancora 150. Craig Barrett, presidente del Consiglio di amministrazione di Intel, che ha già dato a noleggio 3 mila lavoratori indiani, ha parlato dei cambiamenti in arrivo: "non credo che molte persone apprezzino la vastità dei cambiamenti che riguardano la forza-lavoro nel mondo, è come trovarsi di fronte uno tsunami". 650
Un altro indicatore del potenziale di innovazione della Cina è il numero sempre maggiore di lavori scientifici elencati nello Science Citation Index: mentre nel 1980 la Cina aveva pubblicato solo 924 lavori scientifici, nel 2000 ne ha pubblicati 22 mila, posizionandosi al nono posto in classifica grazie alle incredibili risorse umane e governative messe a disposizione dell'industria informatica. 651
Cina e India stanno crescendo tre volte più rapidamente degli Stati Uniti e del Giappone, e rappresentano il futuro con cui le compagnie di tutto il mondo devono confrontarsi diventando spesso l'unica speranza per le grandi compagnie di crescere
647 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 54
648
Ivi, pag. 77
649 Ibidem 650 Ibidem
651 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 45
161 rapidamente, l'unica speranza per attirare un ampio numero di nuovi consumatori, incontrare il favore degli azionisti e dei consigli di amministrazione. 652
Nel 2003 il primo ministro indiano Vajpayee ha detto ai cinesi presenti a Pechino: "Siamo i due Paesi più popolosi del mondo e abbiamo due delle economie in più rapida crescita, quella cinese è più veloce della nostra". 653 Cina e India hanno continuato a lanciarsi nel mondo moderno, proponendo un'offerta che incontra la domanda dei compratori occidentali: 654 "Quello che abbiamo cercato di fare è imparare dalla Cina", ha spiegato il ministro del commercio Kamal Nath. L'India ha infatti creato speciali zone economiche simili a quelle cinesi: anche se le prime sono più piccole, offrono agevolazioni fiscali e burocratiche. 655
La Wipro, terzo esportatore indiano di servizi IT, è sbarcata in Cina nel 2004, creando un centro di sviluppo software nello Shanghai Pudong Software Park, dopo le analoghe iniziative effettuate negli anni precedenti da Satyam e Infosys. Anche altre aziende informatiche indiane, come Zensar e NIIT, hanno istituito e rafforzato la propria presenza in Cina. La TCS si è alleata con la Microsoft e con tre aziende statali cinesi per costituire una joint venture in Cina, progettando un grande centro di sviluppo software nella città di Hangzhou. Secondo il Tata Group, la nuova azienda è stata creata per replicare il modello della TCS indiana che fornisce servizi di
outsourcing informatico alle imprese di tutto il mondo: "L'obiettivo principale di
questa iniziativa globale è fare della nuova organizzazione un modello per l'industria cinese del software". 656
Il rapporto tra la Cina e il resto del mondo sta cambiando e il flusso degli investimenti è diventato a due vie: una di queste è rappresentata dalle aziende cinesi che guardano all'estero cercando di dare vita a joint venture o all'acquisto di aziende occidentali. 657 Nel 2004 infatti, quando le esportazioni cinesi di Information and
Communication Technology, tra cui telefoni cellulari, computer portatili e
videocamere digitali, sono cresciute del 50 % fino ai 180 miliardi di dollari, la Cina
652 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 95
653 Ivi, pag. 52 654 Ibidem 655
MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means
for All of Us, op. cit., pag. 54
656 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 133
657
162 ha superato per la prima volta gli Stati Uniti, fermi a 149 miliardi di dollari.658 Nel dicembre la Lenovo, una delle più importanti aziende cinesi produttrici di computer, ha annunciato un piano per acquisire la divisione personal computer di IBM per 1,75 miliardi di dollari, dimostrando di intrattenere relazioni sempre più consistenti con le grandi corporations nonostante le aziende cinesi di servizi informatici siano anni indietro rispetto a quelle indiane. 659 Per questo motivo, le più importanti aziende cinesi hanno voluto superare le proprie inefficienze chiedendo aiuto alle aziende indiane di servizi informatici, sicure di ottenere contratti più ricchi in Cina. 660 Le aziende indiane più competitive su scala globale, come Tata Consultancy Services,
Infosys Technologies, Wipro Technologies e Bharat Forge Ltd, hanno avviato
partnership significative in Cina, trovando vantaggi immediati di costo, grandi opportunità commerciali, livelli di istruzione in miglioramento e la possibilità di trasformare il successo locale in successo globale. 661 L'imprenditore Kris Gopalakrishnan ha dichiarato al giornale indiano Financial Express di voler "avere un centro di reclutamento alternativo all'India", 662 mentre nel 2006 a Bangalore gli stipendi dei programmatori software arrivavano a una media di 2000 dollari al mese contro i 500 dollari al mese pagati nella Cina nord-orientale.
Wen Jiabao è arrivato a Delhi l'11 aprile 2005 per il summit con Manmohan Singh, con il quale si è incontrato alla Hyderabad House siglando 12 accordi che andavano dalla scienza alla tecnologia, dalla cooperazione energetica fino alla lotta al terrorismo. Alla base di tutto ciò c'era l'intesa per una "partnership strategica e cooperativa per la pace e la prosperità." 663
Nello stesso anno, Microsoft, Intel e Cisco hanno annunciato che avrebbero investito più di 1 miliardo di dollari in India e sei mesi dopo IBM ha detto che avrebbe investito 4 miliardi, dal momento che l'amministratore delegato Samuel Palmisano, non voleva lasciarsi sfuggire quest'opportunità. 664 Anche General
Electric, che sta per spostare circa 100 mila posti di lavoro in India e altre svariate
658
SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pag. 145
659 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 34
660 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 72
661 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 132
662 Ivi, pag. 134 663 Ivi , pag. 50
664 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 77
163 migliaia in Cina come Microsoft, hanno investito miliardi di dollari e preso a noleggio decine di migliaia di indiani affinché lavorassero per loro dall'India. Anche le principali compagnie offshoring indiane, TCS, Wipro e Infosys, hanno 220 mila impiegati che lavorano per conto dei clienti americani. 665 HSBC sta investendo migliaia di dollari in India e in Cina per sopperire al lavoro che una volta si faceva in New Jersey, a Tokyo, a Londra, a Hong Kong e a Singapore. 666 Anche il Neusoft
Group, che ha sede a Shenyang nella Cina nord-orientale, è interessato ad assumere
specialisti in India, attraverso la costituzione di un centro di sviluppo software o una
joint venture con un'azienda indiana. 667
Nel 2005 Ernest Preeg, all'interno di The Emerging Chinese Advanced
Technology Superstate, ha tracciato il rapido sviluppo degli investimenti, della
produzione e della commercializzazione cinese nel settore dell'ICT. 668 Preeg prevedeva che la Cina sarebbe diventata, entro il 2015, una superpotenza tecnologica e lamentava "la mancanza di volontà a livello nazionale di dare una risposta a un mondo che sta cambiando rapidamente sotto la spinta dello sviluppo delle nuove tecnologie e della loro applicazione ad ampio raggio su scala mondiale. "
Nel 2005 la spesa informatica della Cina era intorno ai 119 miliardi di dollari, circa il quadruplo di quella dell'India. Il fatto che il 79 % di questa spesa sia andato alle attrezzature e ai servizi per le telecomunicazioni, riflette la priorità per le infrastrutture ancora in crescita. 669 La Cina ormai non era più soltanto il luogo in cui venivano fabbricati o assemblati prodotti a basso costo, come abiti e giocattoli, destinati ai consumatori europei e americani: le aziende cinesi erano in grado di produrre beni di alta tecnologia, causando i sospetti degli Stati Uniti che nel 2006 hanno cancellato l'ordinativo per l'installazione di computer IBM-Lenovo nella rete di sicurezza che collegava Washington alle ambasciate americane di tutto il mondo. 670
Nell'IMD World Competitiveness Yearbook del 2006, il report annuale relativo alla competitività delle nazioni, la Cina si è classificata al diciannovesimo
665 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 82
666 Ivi , pag. 84 667
POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro
della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 135
668
PREEG E., The Emerging Chinese Advanced Technology Superstate, Manifactures Alliance and Hudson Institute, Washington, 2005
669
POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro
della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 30 670
164 posto dietro Giappone e Taiwan, contro il trentunesimo posto dell'anno precedente, mentre l'India si piazzava al ventinovesimo posto dietro Germania e Belgio, contro il trentanovesimo posto di un anno prima. 671
Un patto produttivo stipulato nel 2006 ha combinato asset specifici della
China FAW Group Corporation e dell'indiana Bharat Forge Ltd 672 e il manager
indiano Kalyani ha affermato che questa collaborazione sino-indiana darà vita a un grande competitor globale: "È un momento fondamentale nella storia di due grandi Paesi, oltre che di due aziende, Bharat Forge e China FAW Group Corporation. Siamo decisi a fare di questa joint venture un successo, e io lavorerò a stretto contatto con il mio omologo cinese per farne un player globale nel suo campo di attività." 673
L'atteso piano governativo cinese per il finanziamento delle attività scientifiche e tecnologiche, il National Planning Outline for the Middle-and Long-
Term Science and Technology, 2006 to 2020, ha costituito un formidabile impegno di
risorse pubbliche e private. Il primo ministro cinese Wen Jiabao, un deciso sostenitore dello sviluppo a base scientifica, ha diretto venti team composti da oltre duecento scienziati che hanno definito le priorità di innovazione nell'arco di tre anni, con varie revisioni in corso d'opera. 674
Nel 2007, Nandan Nilekani, presidente e amministratore delegato di Infosys, la società indiana di maggior successo nel settore del software, ha lanciato la campagna "India ovunque" all'interno del Forum di Davos, dove una sessione venne intitolata "L'India e il mondo: scenari per il 2025", un'altra "La rivoluzione indiana nelle scienze biologiche", un'altra ancora "Nuova energia per le riforme in India". 675
Nel 2007 poi, New Delhi ha annunciato un piano per la creazione di due "corridoi industriali": il primo dovrà essere lungo 1483 km e collegare Delhi e Mumbai, sviluppato in collaborazione con il Giappone con un investimento di 100 miliardi di dollari e il secondo dovrà collegare Chennai a Bangalore con investimenti per 50 miliardi di dollari. In teoria il corridoio Delhi-Mumbai dovrebbe promuovere l'industrializzazione in sei stati, ma il grosso degli investimenti sarà concentrato negli
671 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pagg. 130-131
672 Ivi, pag. 157 673 Ivi, pag. 158 674 Ivi, pag. 45 675
165 Stati già altamente industrializzati del Maharashtra, del Gujarat e nella regione della capitale nazionale. 676
Oggi è del tutto normale mettersi in proprio per i cinesi più brillanti e più istruiti, senza necessariamente muovere i primi passi in aziende cinesi. Molti per esempio hanno conseguito lauree scientifiche in Paesi sviluppati come gli Stati Uniti o l'Australia e le imprese informatiche globali hanno subito messo le mani sui loro talenti, offrendo la possibilità di studiare nuovi processi e nuove applicazioni nei centri di ricerca avanzata istituiti in Cina. 677
Jeffrey Immelt della General Electric nel 2008 disse a Pechino che i 5 miliardi di dollari fatturati dalla multinazionale in quel paese "potevano raddoppiare" nei quattro o cinque anni successivi 678 e aggiunse di essere "ancora all'inizio per quanto riguarda la capacità di far crescere questo mercato". Poco tempo dopo, nel distretto finanziario indiano di Mumbai, Immelt dichiarò a un pubblico di operatori economici che la GE aveva sensibilmente innalzato i suoi target di ricavo sul mercato indiano: "L'India è un mercato avviato a realizzare il suo potenziale [...] "I prossimi dieci anni sono di importanza decisiva per le infrastrutture e per la crescita economica". 679
Il futuro non è affatto certo, dal momento che la capacità della Cina di realizzare il suo immenso potenziale è minacciata dalla presenza del governo centrale nell'economia, l'inibitore più significativo del potenziale di innovazione del gigante asiatico. 680 L'India invece è sempre stata avvantaggiata dalla diffusa conoscenza della lingua inglese e dal buon tasso di istruzione tecnico-scientifica.
L'Asian Century sarà in primissimo luogo il Secolo della nuova tecnologia, dell'Information Technology. A tal fine Wen Jiabao è andato dai Tata, una delle più importanti e potenti famiglie del capitalismo privato indiano, con i quali i cinesi hanno importanti affari in corso. "Noi siamo come due pagode, software e hardware, assieme avremo la leadership mondiale", ha commentato Wen. Nel frattempo l'organismo del software indiano, il NASSCOM, si prepara ad andare in Cina. 681
676 JHA P. S., Quando la tigre incontra il dragone. Uno sguardo nel futuro di India e Cina, op. cit.,
pag. 396
677 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 35
678
Ivi, pag. 2
679 Ibidem
680 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 12
681
166 Tra le otto priorità su cui Cina e India devono focalizzarsi adesso, ci sono la formulazione della politica governativa per i settori industriali, i programmi di investimento per lo sviluppo delle zone rurali, la ricerca, la progettazione e lo sviluppo, lo sviluppo del mercato, le opportunità offerte da Cindia, lo sviluppo delle risorse, l'expertise locale e l'intesa culturale. 682 Al momento infatti uno dei più grossi limiti per lo sviluppo di entrambi i Paesi è la ridotta quota di investimenti assegnata a Ricerca e Sviluppo, meno dell'1 % del PIL, che dovrà crescere per raggiungere gli obbiettivi desiderati.
Le conseguenze della loro partnership sono molto importanti: lo "smarcamento" dell'India dal principale e attuale partner commerciale, gli Stati Uniti, per dirottarsi prioritariamente verso il nuovo alleato cinese, quando anche la Cina non vede l'ora di allentare l'invadenza americana nell'area asiatica, per creare un nuovo assetto economico e politico. Ne risulta che Cina e India si completano a vicenda e che il loro rapporto, sotto molti aspetti, non è conflittuale. 683
682 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pagg. 171-183
683
KHANNA T., 2.4 miliardi di imprenditori. India e Cina nel nostro futuro, Francesco Brioschi Editore, 2008, pag. 13
167
CONCLUSIONE
Pochi eventi economici della storia recente hanno provocato un trauma nell'ordine politico ed economico internazionale quanto l'avanzata della Cina che, da economia minore e nazione povera, è divenuta una delle maggiori potenze economiche mondiali. Il successivo emergere dell'India quale secondo gigante asiatico in rapida crescita ha generato nuovi timori per il futuro, con una netta distinzione tra gli economisti che tendono ad accogliere favorevolmente l'ascesa di Cindia e gli analisti di politica estera e di difesa che considerano la crescita della Cina una minaccia potenziale e guardano all'avvento dell'India come a un possibile contrappeso. 684
Un passato certo al quale fare riferimento, un presente confuso da ridefinire, un futuro incerto e in salita: Cindia non ha ancora deciso quale strada percorrere. Cina e India condividono il giogo europeo che ha portato alla presa di coscienza nazionalista, decenni di governi "dinastici" e di lotte in cui la religione non è stata che un mezzo per coprire gli appetiti politico-territoriali. Ancora oggi le dispute di confine tardano a risolversi, mentre entrambi i Paesi esercitano un ruolo chiave tra i BRICS, sebbene non siano ancora in grado di assumerne la leadership. E cosa può riservare il futuro, più o meno prossimo, a Paesi in cerca di risorse energetiche, nuove tecnologie e un'identità che non riesce a tenere il passo rispetto allo scorrere del tempo?
L'orrore dei minatori cinesi mandati a morire per estrarre il carbone. I condannati alla pena capitale che non hanno diritto alla difesa. I contadini cacciati dalle loro terre. Le scuole e gli ospedali riservati ai ricchi. Gli abusi contro i diritti umani e i lavoratori che non hanno un sindacato per proteggerli. I disastri ambientali nascosti dalla censura. 685 Il governo cinese ha anche oscurato Wikipedia, bloccando l'accesso alla più celebre enciclopedia online, dal momento che tra i 225 milioni di vocaboli che contiene ci sono troppe definizioni scomode: "Tienanmen 1989", "democrazia", "Tibet" e "repressione". 686
684
JHA P. S., Quando la tigre incontra il dragone. Uno sguardo nel futuro di India e Cina, op. cit., pag. 13
685 RAMPINI F., L'impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e mezzo di persone, op. cit., pag. 241
686
168 Il modello cinese di regime a partito unico presenta una serie di punti di forza: il primo è che i leader cinesi prendono decisioni politiche senza confrontarsi con i macchinosi rituali del processo democratico. Un sondaggio condotto nel 2010 ha anche rivelato un alto grado di soddisfazione tra la popolazione, dove l'87 % dei cittadini si è dichiarato contento della situazione del Paese, finendo per rafforzare lo status quo. 687 Ma il modello cinese di autocrazia comunitaria presenta tanti punti deboli: anche solo in termini etici, l'assenza di libertà civili, le violazioni dei diritti umani e la repressione del dissenso rappresentano macchie indelebili.
La mancanza di pluralismo politico non ha solo conseguenze di tipo morale, ma è anche un limite per la performance economica del Paese, dal momento che in Cina è assente quel mix di capitale di rischio e competenze tecnologiche che spinge l'innovazione negli Stati Uniti. Come sottolineano Carl Walter e Fraser Howie: "la Cina è un'impresa a conduzione familiare" 688 e ha davanti a sé un lungo cammino prima di raggiungere un punto di svolta politico. 689
Sebbene l'India, confrontata all'autoritarismo cinese, offra un panorama
rassicurante a chiunque creda nella combinazione di democrazia e capitalismo, ha uno stato ancora pateticamente debole, dalle infrastrutture decadenti e i tribunali corrotti, mentre le poche nuove aziende dal 2003 si affermavano quasi tutte grazie alle giuste connessioni politiche. Come afferma l'Economist, "tutto questo potrebbe sembrare un'ottima ricetta per il disastro". 690 E ci sono già due segnali preoccupanti: il rallentamento nell'arrivo di nuovi imprenditori e la corruzione endemica, che collidono con le aspirazioni delle masse che vogliono che l'India sia una terra di opportunità per tutti. 691
Ha lasciato un po' di amaro in bocca all'India la visita del premier cinese Wen