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2.1 Il Dalai Lama: dalle montagne del Tibet a Dharamsala

6. IL CONTINENTE TECNOLOGICO

6.1. Innovazione "made by Cindia"

6.1.1. La Cina dell'hardware

È principalmente attraverso la tecnologia che si è sviluppata la rivoluzione della Cina, passata in pochi decenni da assemblatore di prodotti a fucina di tendenze e novità. 579 Dal 1978 al 2004 gli scambi commerciali della Cina con l'estero sono cresciuti di oltre cinquantacinque volte, passando da 20,6 miliardi di dollari a 1150, mentre il Paese diventava, con la diffusione della globalizzazione, una piattaforma mondiale di fabbricazione di beni ad alta intensità di lavoro, percorrendo la stessa strada seguita in precedenza da altri Paesi dell'Est asiatico. 580

Negli anni novanta la Cina è diventata parte integrante del sistema di produzione globale di una varietà sempre più grande di sofisticati beni di consumo e il Paese esportatore di beni industriali a più rapida crescita, finendo per esercitare una pressione verso il basso sui prezzi dei beni industriali. Bisogna anche tenere in considerazione che la dimensione e la portata dell'industria cinese sono proporzionate all'immensa popolazione del Paese, alla forte crescita economica e all'eccellente livello delle infrastrutture. Le fabbriche cinesi producono infatti, a livello mondiale, il 70 % dei giocattoli, i tre quinti delle biciclette, la metà delle scarpe e un terzo delle valigie e delle borse da viaggio di tutto il mondo. Ma il dominio cinese non è più confinato a questi soli beni di consumo in quanto, come spiega il professore Oded Shenkar, fabbrica anche "la metà dei forni a microonde, un terzo degli apparecchi televisivi [...], un quarto delle lavastoviglie e un quinto dei frigoriferi, mentre i fabbricanti di altri Paesi, per essere competitivi, fanno affidamento sempre di più su componenti o unità assemblate in Cina." 581 Il Paese è anche il primo produttore mondiale di condizionatori d'aria, orologi da tavolo, televisori, fotocamere, personal computer fissi, lettori DVD e telefoni portatili. Il suo

579 VIGGIANO M. E., "Cina, rinascita hi-tech", in Lettera 43, 22 marzo 2012

580 SMITH D., Il dragone e l'elefante. La Cina, l'India e il nuovo ordine mondiale, op. cit., pag. 50 581

146 vero problema è scalare la catena globale del valore fino ai massimi livelli dell'innovazione e del marketing globale. 582

Per comprendere il ruolo svolto oggi dalla Cina nel sistema di produzione e nel marketing globale, basta osservare la composizione delle sue importazioni ed esportazioni: nel 2004 le esportazioni erano stimate pari a 593,3 miliardi di dollari e le importazioni a 561,2 miliardi, con un avanzo commerciale di 32,1 miliardi di dollari con un avanzo commerciale di 80,3 miliardi di dollari con gli Stati Uniti e di 39,4 miliardi con l'Europa e un deficit commerciale di 20,4 miliardi di dollari con il Giappone, di 70,6 miliardi con Taiwan, di 34,4 miliardi con la Corea del Sud e di 17,8 miliardi con Hong Kong. L'avanzo commerciale complessivo di 119,7 miliardi di dollari, vantato nei confronti dei Paesi industrializzati ad alto reddito dell'Occidente, era più che compensato dal deficit commerciale di 145,2 miliardi di dollari verso il Giappone. 583 Sebbene il primo avanzo commerciale registrato dalla Cina nei confronti degli Stati Uniti sia stato nei primi anni novanta, nel 2005 il surplus commerciale nei confronti di questi ultimi ammontava a 201 miliardi di dollari. 584

Questo fenomeno è particolarmente evidente nei prodotti elettronici e informatici: le esportazioni di questi prodotti sono aumentate vertiginosamente, passando dai 16 miliardi di dollari del 1995 ai 268 miliardi del 2005. Come quota delle esportazioni totali della Cina, i prodotti elettronici e informatici sono passati dall'11 % del 1995 al 35 % del 2005. 585

Il governo cinese è consapevole dell'esigenza di promuovere le capacità tecnologiche interne: oltre a limitare gli investimenti esteri, ha imposto la propria autorità nelle due aree principali collegate all'Information Technology: gli standard e la sicurezza, al fine di non minacciare le aspirazioni delle imprese straniere che vogliono fare business in Cina. Ha anche fissato i propri standard tecnici in sette aree: criptazione wireless, telefonia mobile, tecniche alternative di compressione audio, tecnologie alternative di realizzazione dei dischi video, networking informatico, applicazioni multimediali sui telefoni portatili e televisione digitale, tutti standard che potrebbero creare barriere all'ingresso per le aziende estere che offrono

582

POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro

della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 24 583 Ibidem

584 Ibidem 585

147 prodotti basati su altri standard internazionali. 586 Questa strategia era finalizzata a ridurre la dipendenza dalle importazioni, ad abbattere i prezzi eliminando le royalty sulla proprietà intellettuale e a consentire alla Cina di diventare un collettore di

royalty. Tuttavia, a un livello più profondo, la pressione per creare degli standard

poteva essere anche solo un tentativo di introdurre un sistema protezionistico contro le imprese straniere. 587

Nel documento politico Catalogue Guiding Foreign Investment in Industry:

Revision 2004 si fa riferimento a tre livelli di investimenti esteri: incoraggiati,

consentiti e controllati, seppur con varie restrizioni. Mentre le apparecchiature per le telecomunicazioni rientrano nella categoria incoraggiata, nella quale i fornitori esteri possono competere liberamente senza costituire partnership con le aziende cinesi, il settore IT, nonostante l'ingresso della Cina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel dicembre 2001, è rimasto sottoposto a controllo. Queste restrizioni includono la necessità di entrare in partnership con aziende cinesi, un tetto al livello di investimenti in servizi a linea fissa e restrizioni sulle aree di operatività e sulle tipologie di servizi offerti. Nel 2005 per esempio, i fornitori di servizi a linea fissa potevano operare solo in tre città, Pechino, Guangzhou e Shanghai, e solo nelle chiamate a lunga distanza tra queste ultime. 588

La Cina è diventata la fabbrica del mondo sfruttando i bassi costi della manodopera, come dimostra la sua quota nella domanda globale di commodity: l'Asian Development Bank stima che nel 2004 la Cina abbia prodotto il 40 % dell'acciaio mondiale, il 30 % del carbone e il 25 % dell'alluminio e del rame. Nel frattempo la trasformazione interna veniva caratterizzata dall'ascesa delle piccole imprese, spesso a capitale privato, che hanno contribuito per il 60 % alla performance economica della Cina, secondo l'economista Xiao Liang.

La Cina, che ha anche il maggior numero di telefoni cellulari del mondo, stimati in 400 milioni nel dicembre 2006, nel dicembre 2005 si posizionava al secondo posto per il numero di utenti di Internet, pari a 40,6 milioni. Nello stesso anno aveva inoltre il più alto numero di linee telefoniche fisse, pari a 312 milioni, con un incremento di 50 milioni rispetto all'anno precedente. Gli investimenti esteri diretti nel frattempo erano passati dai 37,5 miliardi di dollari del 1995 ai 60,33

586 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 39

587 Ivi, pag. 23 588

148 miliardi di dollari del 2005, mentre la quota degli Stati Uniti, dopo il picco dell'11 % nel 2000, si riduceva al 5 % nel 2005. L'incredibile successo dell'export cinese era evidenziato anche dal contemporaneo incremento delle riserve in divisa estera, passate da 73,6 miliardi di dollari nel 1995 a 819 miliardi di dollari nel 2005. 589

Questo trend si riflette oggi nell'andamento del mercato informatico: in Cina operano attualmente 10 mila piccole imprese di servizi informatici, il cui numero eccessivo dipende anche dall'intervento dei funzionari governativi che si oppongono alle forze del mercato per evitarne il fallimento.590

Richard Freeman, un economista dell'Università di Harvard, osserva che nel 2003 in Cina sono stati rilasciati circa 13 mila dottorati in scienze e ingegneria, contro i 18 mila rilasciati ogni anno negli Stati Uniti. La McKinsey ha stimato che in quell'anno esistevano in Cina 8,5 milioni di laureati con esperienza professionale fino a sette anni, di cui 1,6 milioni di ingegneri, una cifra che superava già il dato americano: 7,7 milioni di laureati con esperienza professionale fino a sette anni, di cui 700 mila ingegneri. Freeman sottolinea anche la crescente attrattività della Cina come centro di ricerca e sviluppo, dove i centri di ricerca sono passati da meno di cinquanta nel 1997 a più di seicento a metà del 2004, 591 molti di essi finanziati da aziende informatiche globali, come IBM, Intel e Microsoft.

Nell'agosto 2005 Yahoo ha acquistato a Pechino il 35 % di Alibaba.com, il principale sito cinese per il commercio elettronico dove transitava una quota delle esportazioni di made in China verso il resto del mondo. Anche Ebay investiva da anni capitali in Cina per scalzare il dominio di Alibaba nel commercio elettronico sul mercato cinese, ma Yahoo ha adottato una strategia diversa, alleandosi con quest'ultimo: dall'operazione è nato un gigante che combina il commercio online di

Alibaba con il motore di ricerca Yahoo, puntando al sorpasso anche di Google. 592

Oggi Yahoo punta un miliardo di dollari sul boom di Internet in Cina, il nuovo terreno di gara per la leadership mondiale tra i giganti online, 593 sfidando

Google ed Ebay per la conquista del primato degli accessi Internet grazie all'esercito

di utenti cinesi. Da parte sua Ebay ha investito 180 milioni di dollari per comprare la

589 POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pagg. 20-21

590 Ibidem 591

POPKIN J. M., IYENGAR P., Made by Cindia. Come Cina e India stanno cambiando il futuro

della tecnologia e del'innovazione, op. cit., pag. 22 592 Ibidem

593 RAMPINI F., L'impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e mezzo di persone, op. cit., pag. 246

149

dot.com di Shanghai Eachnet e Amazon ha comprato il suo gemello-rivale cinese Joyo per 75 milioni di dollari, mentre l'agenzia di viaggi online Expedia comprava la

maggioranza della cinese Elong per 168 milioni di dollari. Anche Google ha aperto il suo ultimo centro di ricerca e sviluppo in Cina, anziché negli Stati Uniti. 594

Il governo centrale ha indicato le priorità complessive per l'innovazione industriale all'inizio del 2006, annunciando il piano quindicennale per la scienza e la tecnologia che dovrebbe portare la spesa annuale a 113 miliardi di dollari, il 2,5 % del PIL, nel 2020, mentre la spesa effettiva nel 2004 era stata pari a 24,6 miliardi di dollari, l'1,2 % del PIL. 595 Si nota come queste nuove priorità siano pesantemente orientate verso lo sviluppo economico, piuttosto che la ricerca di base, 596 nonostante la spesa della Cina in R&D, espressa in percentuale sul prodotto interno lordo, sia salita dallo 0,63 % del 1995 all'1,23 % del 2002, avvicinandosi al livello medio di spesa dell'OCSE.

Passare dal made in China al made by China significa puntare sulla capacità del Paese di innovare efficacemente all'interno di uno schema governativo restrittivo, dal momento che lo stato conserva una presenza molto rilevante nel settore privato. Le imprese locali che hanno le carte in regola per diventare brand globali si riducono a un numero ristretto di produttori di hardware: aziende che fabbricano apparecchiature di networking (Huawei, Zhongxing Telecommunications Equipment), telefoni portatili (Kejian, Ningbo Bird, Panda Mobile Communications Equipment e TCL Mobile), computer (Founder Technology Group, Kaifa Technology Group, Lenovo, Langchao Group, Stone Group e Tongfang) ed elettronica da

consumo (Changhong, Galanz Enterprise Company, Gree Corporation, Haier,

Hisense, Kelon, Konka Group, Meiling, Midea e TCL). 597 Tra le circa 10 mila imprese di software e servizi informatici, poche potrebbero diventare davvero le protagoniste del palcoscenico mondiale.

Il Pudong Software Park di Shanghai, l'equivalente cinese del Campus indiano di Bangalore, somiglia a un campus universitario americano, con le sue stradine, l'erba tagliata, le dozzine di costruzioni e uffici. Le numerose compagnie di tecnologie cinesi e straniere hanno la caffetteria centrale in comune, dove il pasto più

594

RAMPINI F., L'impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e

mezzo di persone, op. cit., pag. 247 595 Ivi, pag. 28

596 Ivi, pag. 27 597

150 abbondante costa 78 centesimi. Multinazionali di tutto il mondo hanno qui una loro sede, come GE, Citybank, IBM, Sun Microsystems, Sony, HP, Intel e l'indiana

Satyam Computer Services. 598

Per il dodicesimo piano quinquennale 2011-2015, il governo e il Partito Comunista cinese hanno elaborato un progetto volto a innescare un salto di qualità decisivo in campo tecnologico-scientifico, passando dal made in China al designed

in China. Pechino infatti non ha badato a spese, investendo nel settore circa 800

miliardi di dollari, dopo l'individuazione dei settori prioritari e centrali dell'hi-tech, quali l'energia, la protezione dell'ambiente, le biotecnologie, i nuovi materiali, la produzione di dispositivi aerospaziali e i veicoli a basso consumo energetico. Negli ultimi due anni sono state costruite 52 zone ad alta tecnologia, divise per segmenti di ricerca specializzati, e sono stati creati parchi scientifici che fungessero da poli tematici per l'innovazione cinese. 599

A fine 2011 la Cina ha creato un nuovo supercomputer fatto con microprocessori interamente progettati e costruiti in Cina: battezzato Sunway

BlueLight MPP, impiega 8704 microprocessori e un basso assorbimento, senza

comprendere alcun componente Intel o AMD. 600

A fine febbraio 2012, all'interno del Mobile World Congress di Barcellona, la più importante fiera della tecnologia mobile, è arrivata la rivoluzione di Huawei e

Zte, 601 due aziende cinesi fino a poco tempo fa sconosciute alla maggior parte dei consumatori, oggi considerate leader nel settore delle telecomunicazioni ad alta tecnologia. 602 Al Mobile World Congress, Huawei ha presentato l'Ascend D quad, un telefonino considerato il più veloce al mondo con un risparmio di energia del 30 %. In mostra anche il MediaPad 10 FHD, un tablet con tecnologia multi touch, con uno spessore record di 8,8 millimetri e un peso inferiore ai 600 grammi. Zte ha presentato lo smartphone Era che monta Android 4.0 Ice Cream Sandiwch, l'ultima versione del sistema operativo di Google, considerato il più sottile mai esistito con uno spessore di 7,8 millimetri. 603

598 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 148

599 VIGGIANO M. E., "Cina, rinascita hi-tech", in Lettera 43, 22 marzo 2012 600

Ibidem

601 Anonimo, "Cina: al primo posto nel mondo per le richieste di brevetti internazionali", in CRI online, 20 marzo 2012

602 VIGGIANO M. E., "Cina, rinascita hi-tech", in Lettera 43, 22 marzo 2012 603

151 Oggi Huawei conta su circa 110 mila impiegati, la cui media di età non supera i trent'anni, un dettaglio che garantisce la dinamicità dell'azienda e dell'ambiente di lavoro. Huawei ha avuto il coraggio di innovare il mondo dell'hi- tech anche dal punto di vista della proprietà, visto che il 60 % del personale possiede una quota non trasferibile di azioni assegnata in base a posizione e rendimento. 604 Quando Huawei si è buttata sul mercato aveva già diversi concorrenti nel mondo della telefonia mobile cinese, tutti impegnati a offrire servizi alle realtà urbane, alle aziende di stato e alle compagnie straniere. Il gruppo quindi, che oggi gestisce un terzo del traffico mondiale dei telefoni cellulari e il 55 % della tecnologia 3G, ha deciso di partire da un mercato poco battuto, quello delle campagne, mettendo a punto un sistema di penetrazione industriale ad hoc. E Huawei ce l'ha fatta: nel 2010 è riuscita ad accumulare un profitto di 28 miliardi di dollari e, recentemente, si è posta l'obiettivo di arrivare a 100 miliardi entro i prossimi dieci anni. 605 L'ottimismo dei dirigenti non solo è legato alla consapevolezza delle potenzialità del mercato, ma anche alla certezza di poter contare su una forza lavoro che si sente coinvolta nella realizzazione degli obiettivi prefissati, dal momento che possiede una parte delle azioni aziendali. Destinando il 46 % delle risorse umane ai reparti di ricerca e sviluppo, Huawei è riuscita ad attrarre i cervelli più brillanti della Cina e a fare domanda per ben 49 mila brevetti in pochissimo tempo. Oggi l'azienda si dice pronta a impegnarsi per aumentare la visibilità all'estero e far crescere, ancora una volta, profitti, prestigio e credibilità. 606

Secondo lo studio Knowledge, Networks and Nations compiuto dalla Royal

Society, l'Accademia della Scienza britannica, la Cina è pronta a superare gli USA

nel campo della ricerca tecnologico-scientifica. 607