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2.1 Il Dalai Lama: dalle montagne del Tibet a Dharamsala

2.3. Il confine indo-cinese 50 anni dopo

Ancora oggi Cina e India non hanno risolto le questioni circa i confini del Kashmir e dell'Arunachal Pradesh a causa della loro controversa definizione ai tempi della colonizzazione britannica dell'India. 193 Per cercare una soluzione diplomatica, Pechino e Delhi hanno deciso, nel dicembre 1988, di istituire il Joint Working

Group, anche se da allora si sono tenuti quindici incontri con pochi risultati concreti.

Per rafforzare il meccanismo di consultazione diplomatico, nel 2003 l'allora primo ministro indiano Atal Vajpayee e il Presidente cinese Wen Jiabao hanno deciso la nomina di due Rappresentanti Speciali, uno indiano e uno cinese. 194 Sono state così nominate due personalità importanti, da parte indiana il consigliere per la sicurezza nazionale e da parte cinese il viceministro agli Esteri Dai Bingguo. Il 24 marzo la stampa asiatica ha annunciato che, per affrontare in modo "mutualmente accettabile" le controversie di confine, il vertice sino-indiano avrebbe discusso i Principi Guida per definire i "parametri politici", ovvero il percorso da fare per trovare la soluzione diplomatica. 195

Il 1˚ aprile 2005 il viceministro degli Esteri cinese ha confessato che le differenze tra i due governi sulle questioni di frontiera erano ancora molto grandi e l'8 aprile 2005 il primo ministro cinese Wen Jiabao è sbarcato in India. La sua prima tappa però non è stata la capitale Delhi, ma Bangalore, la capitale mondiale del software. 196 Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha detto: "Noi speriamo, con la cooperazione dell'India, di essere capaci di risolvere i problemi di frontiera" 197

e alla fine dei colloqui i rappresentanti dei due Paesi hanno espresso la volontà di risolvere tutte le questioni.

L'11 aprile 2005 Cina e India hanno firmato 12 accordi, dalla scienza alla tecnologia fino alla lotta al terrorismo, tra cui anche un trattato in cui si impegnano a risolvere le questioni dei confini in maniera amichevole, mentre un portavoce cinese si diceva sicuro che le reciproche relazioni stessero entrando in una nuova fase. 198

Poiché l'India non ha mai riconosciuto chiaramente l'annessione cinese del Tibet e la Cina non ha mai riconosciuto l'annessione indiana del piccolo ma

193 SAALMAN L., The China-India NuclearCrossroads, op. cit., 2012, pag. 43 194

LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 40

195 Ivi, pag. 41 196 Ivi, pag. 37 197 Ivi, pag. 40 198

58 strategico principato himalayana del Sikkim, 199 i diplomatici hanno escogitato il "riconoscimento obliquo e indiretto": sottoscrivendo il documento, il primo ministro cinese ha riconosciuto che il Sikkim è "stato della Repubblica dell'India" e il primo ministro indiano ha riconosciuto che il Tibet è "Regione Autonoma della Repubblica Popolare Cinese". 200

L'importanza dei rispettivi riconoscimenti è legata al commercio attraverso il passo di Nathu La, che collega il Tibet e il Sikkim a 4500 metri di altitudine, alla frontiera fra i due giganti asiatici. Nathu La è il simbolo dei rapporti pacifici, economici e commerciali, culturali e religiosi del grande continente. La sua riapertura, avvenuta il 6 luglio del 2006, 201 ha rappresentato un momento chiave per la cooperazione sino-indiana, dal momento che era stato chiuso per quarantaquattro anni e presidiato solamente dai militari. Alla cerimonia di riapertura erano presenti il

chief minister del Sikkim e il Presidente della Regione Autonoma del Tibet, mentre

l'ambasciatore cinese a Delhi portava i saluti del governo di Pechino. Il Presidente del Tibet Qiangcug ha così parlato: "Questo è l'inizio di una nuova era di speranza e prosperità per il miglioramento dei rapporti bilaterali sino-indiani" e così gli ha risposto il chief minister del Sikkim Pawan Kumar Chmaling: "Questa non è solamente una via commerciale, è anche una strada di cultura. Porterà l'intersecamento sino-indiano a nuovi livelli." 202 Erano presenti cento mercanti indiani e cento commercianti tibetani per testimoniare la nuova epoca di traffici trans-frontalieri che si stava aprendo fra Cina e India. La "strada delle promesse", come definita da Frontline, era riaperta. 203 A nord Nathu La potrebbe collegarsi con la nuova ferrovia che collega Golmud, nella provincia dello Qinghai, e Lhasa, capitale del Tibet; a sud con Kolkata, capitale dello stato indiano del West Bengala; mentre a sud-est potrebbe ricongiungersi con il nord-est indiano. 204

Per quanto riguarda la definizione degli altri confini invece, Cina e India hanno fissato, con un apposito documento di 11 articoli, i parametri politici del percorso da portare avanti negli anni successivi. Per il momento l'Arunachal Pradesh rimaneva uno Stato indiano, collocato geograficamente nel nord-est dell'Unione, e anche Tawang, piccolo territorio tra Arunachal Pradesh e Sikkim, restava sotto il

199 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 51 200

Ibidem

201 Ivi, pag. 121 202 Ivi, pag. 122

203 CHOUDHURY K., "Routes of promise", in Frontline Magazine, 4 luglio 2003 204

59 controllo indiano. 205 Come affermato da un rappresentante della diplomazia indiana ai giornalisti: "L'approccio accettato dai primi ministri è che le questioni di frontiera possono essere affrontate solamente in un contesto di lungo periodo". 206

Tuttavia, il 13 novembre 2006, l'ambasciatore cinese a Delhi Sun Yuxi, ha affermato a sorpresa: "Secondo la nostra posizione, l'intero Arunachal Pradesh è territorio cinese e Tawang è solo una parte di esso." 207 La Cina infatti avrebbe voluto che l'India rinunciasse alla regione buddhista di Tawang al fine di annetterla alla Regione Autonoma del Tibet, concedendo in cambio generosi aggiustamenti nel settore occidentale. 208 Le reazioni non si sono fatte attendere e il 14 novembre il ministro della Difesa indiano Pranab Mukherjee, ha risposto: "L'Arunachal è nostro, è parte integrante dell'India." 209 A Pechino hanno subito aggiustato il tiro: "Sarebbe altamente positivo - ha affermato un portavoce - se fosse trovata una soluzione rapida, chiara e razionale; una soluzione del genere sarebbe un'autentica meta strategica." 210 La destra indiana, il Bharatiya Janata Party, ha però condannato come deplorevole e irresponsabile la dichiarazione dell'ambasciatore cinese. Il 16 novembre infine ufficiali cinesi e indiani si sono incontrati sul confine e il chief

minister dello stato dell'Arunachal Pradesh, esponente del Partito del Congresso, ha

auspicato che fossero presto aperti contatti commerciali: "sarebbe di reciproco vantaggio per noi e per l'India". 211

L'ultima occasione di incontro per Cina e India è stata rappresentata dalla visita del presidente cinese Hu Jintao al China-India Economic, Trade and

Investment Coperation Summit, tenutosi a Mumbai il 23 novembre 2006, durante il

quale il presidente ha evidenziato i benefici che entrambi i Paesi possono ottenere dalla cooperazione, palesando l'intenzione congiunta di muoversi lungo questa traiettoria e lasciando da parte le dispute territoriali. 212

Cina e India stanno cominciando a sciogliere i nodi che in passato avevano ostacolato i rapporti di buon vicinato, dichiarando più volte di essere partner e non rivali. Da una parte vanno avanti con il forte processo di integrazione economica e

205 NATALE B., "La fine di Cindia: venti di guerra sul confine indo-cinese", in Limes - Pianeta India,

31 dicembre 2009

206 Anonimo, "Beyond Bhai Bhai", in www.outlookindia.com, 11 aprile 2005 207 Ibidem

208

Ibidem

209 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 126 210 Ibidem

211 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 127 212

60 commerciale, dall'altra cercano di trovare una soluzione politica e diplomatica alle storiche controversie di confine. 213 La morale è che Cina e India dialogano, commerciano, si incontrano, ma alcune ombre persistono. 214

213 LANDI C., Il dragone e l'elefante. Cina e India nel secolo dell'Asia, op. cit., pag. 11 214

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3.1. CINDIA OGGI: SOCIETÀ TRA LUCI E