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2.1 Il Dalai Lama: dalle montagne del Tibet a Dharamsala

3.2. L'altra faccia della medaglia

3.2.3. Donne nel cuore dell'Asia

Gli ultimi dati provenienti dalle Nazioni Unite all'interno di The World's

Women 2000 mostrano che nel mondo oggi si contano 99 donne ogni 100 uomini,

anche se tale media è calcolata su valori dissimili tra loro e fortemente influenzata dalle sex ratio negativa di Paesi popolosi come Cina e India. 277 Le ragioni di tale situazione vanno ricercate nelle variabili economiche, ma anche in quelle sociali e culturali: in base alle stime eseguite dalle Nazioni Unite, soltanto in India sarebbero 50 milioni le donne che mancano all'appello delle statistiche. Persistenti evidenze suggeriscono anche una maggiore propensione della popolazione femminile a essere numericamente sottostimata durante i censimenti. 278

In Cina, fino alla caduta dell'impero nel 1912, le donne vivevano relegate nelle case, schiave della vita domestica, considerate esseri inferiori, non degne di un'istruzione adeguata. Ogni donna doveva obbedienza al padre, ai fratelli, al marito e ai figli, doveva conoscere e rispettare il proprio posto nel mondo, curare il proprio

276

MOSCARELLA F., "India, giorni cruciali per la legge contro il lavoro minorile", in Oltremedia

news, 29 dicembre 2012

277 RONDINONE A., Donne mancanti. Un'analisi geografica del disequilibrio di genere in India,

Firenze University Press, 2004, pag. 22

278

81

aspetto da risultare piacevole agli occhi del marito, parlare poco e dedicarsi costantemente alle faccende domestiche. 279

Oltre alla limitazione sul piano sociale e psicologico, si deve anche considerare il gravissimo impedimento fisico dei piedi fasciati, i cosiddetti "Gigli d'oro", quando i piedi delle bambine venivano fasciati in modo sempre più stretto e le loro ossa si spezzavano durante la crescita, provocando dolori lancinanti. In questo modo le ragazze rientravano a tutti gli effetti nei canoni di bellezza cinesi, nonostante i piedi completamente deformati facessero loro perdere l'autonomia negli spostamenti. Ancora oggi è possibile trovare e acquistare per pochi yuan le minuscole scarpe che racchiudevano i piedi menomati. 280

Questa sorta di tortura ebbe fine con l'avvento del comunismo, quando non ci si poteva più permettere di perdere forza lavoro e le donne servivano quanto gli uomini alla costruzione del grande socialismo cinese. L'intento di Mao era appunto quello di stabilire pari diritti e doveri per i sessi, al fine di incrementare la manodopera e innalzare i livelli di produzione. Le donne persero di colpo tutta la loro femminilità: parlare di matrimonio e figli divenne ben presto un taboo, mentre la dittatura del proletariato non prevedeva differenze di genere: stessa divisa verde per tutti, stesso taglio di capelli, niente trucco. 281

Oggi in Cina la popolazione femminile ha superato i 630 milioni di individui e rappresenta il 48 % circa della popolazione totale. Bambine, adolescenti e donne con storie personali e percorsi di vita differenti: ognuna di loro si differenzia per area di provenienza, età, gruppo etnico, livello d'istruzione, desideri, obiettivi personali e lavorativi. Lo sviluppo economico le ha viste protagoniste in veste di studentesse, lavoratrici, madri e mogli a tempo pieno, ma i Giochi Olimpici, momento di orgoglio per tutta la Cina, hanno mostrato un ulteriore volto delle donne cinesi: quello di atlete capaci di costruire un'immagine forte del proprio Paese e di offrire a tutte le ragazze modelli di comportamento positivi da riprodurre. Tutto ciò è emerso durante uno dei pochi eventi organizzati sul tema "Donne e Olimpiadi", tenutosi a Londra nel febbraio 2008, all'interno del China-UK Women's Cultural Festival. 282 Gu Xiulian, vicepresidente del Comitato permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo e presidente della Federazione delle donne cinesi, ha colto l'occasione per fare il punto

279 NEGOZIO F., "Le donne cinesi", in Cina.ws, s.d. 280 Ibidem

281 Ibidem 282

82 sulle condizioni di vita delle donne in Cina e per ricordare come le riforme economiche dell'ultimo trentennio abbiano favorito l'uguaglianza tra i sessi e contribuito a migliorare la condizione femminile.

Poco spazio è stato però dedicato ai costi delle riforme sopportati dalla popolazione e alle iniziative volte alla tutela delle donne nelle aree più depresse del paese. Opportunità e ricchezze sono molto limitate per chi vive nelle campagne, dove il genere femminile è ancora oggetto di forti discriminazioni e le donne vengono maltrattate fin dalla nascita perché considerate al livello più basso della scala sociale: soltanto una bocca in più da sfamare, denigrate ed escluse da un mondo maschile. Molte donne delle campagne entrano spesso nella spirale del gioco d'azzardo, rischiando l'esclusione definitiva dalla famiglia e dalla comunità.

Per queste donne i suicidi sono all'ordine del giorno, a causa delle condizioni di vita insoddisfacenti e dei maltrattamenti, al punto che la Cina è l'unico paese al mondo in cui il numero di suicidi delle donne supera quello degli uomini. 283 Le contadine cinesi si uccidono ancora con i metodi usati secoli fa, come i pesticidi e i veleni: le povere donne spesso ingoiano un veleno che non è abbastanza letale e non provoca nient'altro che una forte intossicazione il più delle volte curata in casa, dal momento che le famiglie non possono permettersi le spese mediche ospedaliere,

come raccontato da Chen Guidi e Wu Chuntao. 284

Tra i 150 milioni di lavoratori migranti registrati in Cina, il rapporto tra maschi e femmine è di 2 a 1. Molte lavoratrici si dirigono nel Guandong e nell'area del Fiume delle Perle per impegnarsi nel settore tessile, delle calzature e dei giocattoli, tutti lavori che richiedono una manodopera poco qualificata e mal retribuita: secondo l'Accademia delle Scienze Sociali, le donne che lavorano in quest'area ricevono un quinto del salario offerto a un lavoratore che svolge le stesse mansioni altrove. Qui le operaie lavorano 12 ore al giorno, in condizioni precarie e senza la garanzia dei propri diritti, ma anche scioperare serve a poco perché si rischia di venir sostituite da chi è in coda fuori dalla fabbrica per svolgere lo stesso lavoro per un salario uguale o inferiore. Nonostante le condizioni di precarietà, le donne migranti guardano infatti a questi lavori come a un'opportunità irrinunciabile che

283

NEGOZIO F., "Le donne cinesi", in Cina.ws, s.d. 284

GUIDI C., CHUNTAO W., Può la barca affondare l'acqua?Vita dei contadini cinesi, Marsilio Editori, 2007

83 permette loro di dimostrare il proprio valore nel nucleo familiare e di mantenere i membri rimasti a casa: anziani, familiari malati e bambini. 285

Oggi centinaia di milioni di donne cinesi minacciano di disoccupazione le operaie dell'industria europea e americana: veri e propri "eserciti" 286 di operaie in divisa, instancabili, efficienti, con le mani abili e gli sguardi seri, al lavoro nelle fabbriche tessili cinesi e nelle catene montaggio di computer, televisori, cellulari. Nel più grande calzaturificio del mondo, la Senda di Yancheng, 12 mila dipendenti fabbricano 50 milioni di scarpe all'anno: decine di donne curve sui banconi incollano le suole, cuciono le tomaie, lucidano le scarpe senza usare guanti, con la pelle delle mani ruvida, rossa e gonfia, mentre l'aria, densa per il fumo, è sempre irrespirabile. Per fabbricare un paio di scarpe da jogging una cinese lavora 16 ore al giorno, dorme in fabbrica, non ha né ferie né assicurazione malattia, rischia l'intossicazione e vive in una condizione di oppressione per ricevere 90 centesimi di euro: l'associazione umanitaria China Labor Watch cerca di raccoglierne le testimonianze. 287

Invece la situazione delle donne cinesi in città, dove rappresentano il 40 % della forza lavoro, è cambiata molto: si vedono camminare in centro, vestite alla moda, padrone della propria vita e del proprio lavoro, serie e determinate di giorno, spigliate e libertine di notte nei locali delle grandi città. Hung Huang è la risposta cinese a Oprah Winfrey: ha pubblicato un'autobiografia diventata best-seller, dirige riviste per donne, scrive uno dei blog più famosi della Cina e conduce personalmente un talk show. Vive in un grande appartamento che sembra provenire dal centro di Manhattan, con i soffitti alti e le opere di arte contemporanea alle pareti, che è la dimostrazione di quanto la Cina sia cambiata nell'ultima generazione: 288 la donna non è più soltanto casalinga e mamma a tempo pieno, ma gode di un'emancipazione economica reale. Tra le 15 donne più influenti del mondo, la Goldman Sachs ha eletto tre cinesi legate al mondo dell'economia.

Anche in India l'inferiorità femminile ha origini antichissime, codificata nel V secolo a.C. nella raccolta di leggi nota come Codice di Manu: la donna, dalla nascita alla morte doveva restare sotto la tutela del padre, del marito o dei figli maschi che potevano disporne a piacimento, con l'unico obbligo del suo mantenimento.

285 ARESUA., "Cina oggi: Quali donne? Quali diritti?", in Noidonne.org, 5 agosto 2008 286

RAMPINI F., L'impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e

mezzo di persone, op. cit., pag. 121 287 In https://www.chinalaborwatch.org/

288 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, pag. 138

84 Nonostante le continue promesse del governo e i provvedimenti della Costituzione indiana, dall'Indipendenza in poi la situazione femminile è andata deteriorandosi: "Oggi l'India resta la più grande democrazia del mondo, malgrado metà della sua popolazione creda di prendere decisioni autonomamente ma nei fatti subisca quelle del marito", come dice la professoressa musulmana Azra Razzak, docente all'università islamica Jamia Millia Islamia di Delhi. 289

Ancora oggi la nascita di una femmina è percepita come un peso e una sfortuna da parte della famiglia, in quanto al momento del matrimonio deve portare al futuro marito una ricca dote, fonte di preoccupazione per i genitori fin dal momento in cui la figlia viene al mondo, soprattutto se sono presenti altre sorelle. 290 La posizione economica delle donne impegnate nel settore agricolo, che nelle zone rurali ricorre per l'80 % a manodopera femminile, è stata messa notevolmente in crisi dallo sviluppo del settore occorso nell'ultimo trentennio. La riforma agraria ha contribuito alla perdita dello status sociale ed economico delle donne, istituzionalizzandone l'alienazione dalla loro risorsa più importante, mentre la meccanizzazione dell'agricoltura riduceva i compiti agricoli e privava le donne delle loro mansioni tradizionali. Spesso inoltre l'utilizzo della terra da parte delle donne dipende dalla volontà dei parenti di sesso maschile che esercitano su di essa il controllo effettivo, collocando le donne alla base della gerarchia lavorativa.

Negli Stati del Madhya Pradesh e del Rajasthan, roccaforti dell'induismo militante, meno del 50 % delle donne ha accesso a una qualche forma di credito. Tuttavia Titan, un'azienda del gruppo Tata nonché principale produttore di orologi digitali indiano, sta combattendo la diversità di genere, riservando specificamente i posti di lavoro nel reparto assemblaggio alle giovani dipendenti non sposate. 291

Resta il fatto che le possibilità di impiego femminile oggi sono assai limitate e spesso retribuite diversamente rispetto agli uomini. Sebbene i tradizionali campi di impiego femminile siano l'istruzione e la sanità, l'amministrazione resta ancora privilegio di poche. Meno del 20 % degli iscritti ai partiti politici sono donne e, mentre il 65 % delle donne decide in modo autonomo il proprio voto, il 17 % discute le proprie scelte con il marito e il 18 % ammette apertamente che altri in famiglia

289

VECCHIA S., "India, la discriminazione delle donne", in Equatoria.it, 30 luglio 2007

290 RONDINONE A., Donne mancanti. Un'analisi geografica del disequilibrio di genere in India, op.

cit., pag. 36 291

JHA P. S., Quando la tigre incontra il dragone. Uno sguardo nel futuro di India e Cina, op. cit., pag. 58

85 decidono per loro. Oggi la rappresentanza femminile in Parlamento è solo del 10,3 % dei 250 membri della Rajya Sabha, la "Camera Alta", e dell'8,8 % della Lok Sabha, la "Camera Bassa". 292

In campagna più della metà delle giovani ragazze si sposa prima dei 18 anni di età, solo per lavorare nei campi o come serva nella famiglia del marito: "Solo da pochi anni la donna può sposarsi senza il consenso dei genitori, ma di fatto questa manifestazione d'indipendenza non è apprezzata e raramente usata - dice la dottoressa Alka Srivastava - Qui i matrimoni combinati sono ancora una norma ". Molte spose amano indossare sari dai colori molto vivaci e ricamati in modo variopinto, mentre lottano contro la mancanza di elettricità, i fornelli da campo e l'acqua trasportata dalle autocisterne. Gli episodi di brutali violenze sessuali, molestie gravi, aggressioni e spedizioni punitive ai danni delle donne che dimostrano insubordinazione nei confronti degli uomini, risultano frequenti, portando spesso a un incremento nell'uso degli stupefacenti da parte delle donne maltrattate. Spesso queste spose sono vittime di omicidi, soprattutto nelle zone più arretrate del Nord: soltanto nel 2005 almeno 6700 donne sono state uccise dalla famiglia del marito, poiché non recavano una dote sufficientemente consistente. Un diffuso metodo di omicidio consiste nel gettare del kerosene addosso alla donna e poi darle fuoco, fingendo sia rimasta uccisa in un incidente mentre cucinava. 293

Molte donne delle classi basse finiscono per cercare la strada della libertà e dell'autodeterminazione convertendosi alla religione cristiana, jainista o buddhista, spesso scegliendo la vita monacale: paradossalmente i voti religiosi appaiono a molte come la promessa di una vita libera dalle oppressioni rappresentate dalla propria condizione di donne e dalla vita matrimoniale.

Oggi decine di migliaia di vedove, oggetto di ostracismo sociale, affollano quartieri o villaggi isolati dal resto delle comunità affidandosi alla benevolenza di donatori e associazioni caritative, dal momento che vengono trattate come paria e lasciate nella povertà dalle proprie famiglie. In alcuni dialetti indiani la parola "vedova" e quella indicante la "donna di malaffare" coincidono ancora. Sottoposte a violenze psicologiche quali l'allontanamento dai figli, la proibizione di risposarsi e la

292 RONDINONE A., Donne mancanti. Un'analisi geografica del disequilibrio di genere in India, op.

cit., pag. 31

293 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 129

86 sottrazione dei gioielli di nozze, le donne indossano sari bianchi, si coprono il capo che talvolta può essere rasato e trovano l'unica consolazione nella religione.

Oggi i templi e gli ashram dedicati sono stracolmi di vedove di tutte le età, cacciate dalla famiglia del marito defunto e respinte da quella natale, che si guadagnano uno scarso piatto di riso in cambio di giornate spese a recitare mantra per conto di ricchi fedeli lontani, mentre altre volte vivono semplicemente di elemosina o vengono sfruttate sessualmente. A Vrindavan più di 500 vedove trovano rifugio nel Bhagvan Bhajan Ashram dove, cantando per 8 ore al giorno inni sacri a Krishna, ricevono 250 grammi di riso, 50 grammi di legumi e 10 rupie e la sera si ritirano a gruppi in sordide stanze in attesa di una grazia che non arriverà mai. 294

Queste donne infatti, dal punto di vista religioso, non hanno nessuna possibilità di salvezza, dovendo garantirsi, mediante i propri doveri di mogli devote, la rinascita come uomini per poter finalmente intraprendere il cammino per la libertà. 295

Basti pensare che la tradizione indù prevedeva che la sposa dovesse immolarsi sulla pira funebre del marito. 296

Nelle città invece la situazione sta cambiando e spesso le ragazze hanno la possibilità di non acconsentire a un legame proposto dalle famiglie: a New Delhi e a Mumbai "c'è una generazione di ragazze che studia, che ha master e dottorati e non si accontenta di sposare un analfabeta" spiega Pankaj Sharma dell'Associazione Cfti

Ngo. Sebbene dopo il fidanzamento ufficiale possano anche passare del tempo con il

futuro marito e andare addirittura al cinema insieme, in particolari gruppi religiosi e sociali le comunicazioni tra futuri sposi possono avvenire solo via cellulare e solo quando il fidanzamento è ormai ufficiale. 297

Sebbene nel settembre 2000, a New York, 147 Capi di Stato abbiano sottoscritto la United Nations Millennium Declaration 298 con lo scopo, tra gli altri, di promuovere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile, in India le disparità sono rimaste acute: nello stato settentrionale dell'Uttar Pradesh le vittime

294 PENAGINI S., "Nascere e morire donne in India", in lifegate.it, s.d. 295

Ibidem

296 MEREDITH R., The Elephant and the Dragon: The Rise of India and China and What it Means for All of Us, op. cit., pag. 129

297

LINETTI I. M., "8 marzo, Festa della donna: come vanno le cose in India?", in

genova.mentelocale.it, 8 marzo 2011

298

La United Nations Millennium Declaration è risultata dall'assise tenutasi a New York tra il 6 e l'8 settembre 2000. 147 Capi di Stato hanno elaborato, nell'ambito delle Nazioni Unite, un programma di sviluppo per il nuovo millennio, con l'intento di "rendere il diritto allo sviluppo una realtà globale e liberare l'intera umanità dal bisogno. Tra gli otto obiettivi fissati, il terzo prevede di promuovere "uguaglianza di genere" ed "emancipazione femminile". In http://millenniumindicators.un.org

87 più colpite dalla malnutrizione cronica risultano essere le bambine. 299 "In India il divario tra popolazione maschile e femminile va aumentando, in controtendenza rispetto alla situazione del resto del mondo - dice la dottoressa Alka Srivastava, del Dipartimento di ricerca per le donne dell'Indian Social Institute a Delhi - Dal censimento del 2001 risultava che per ogni 1000 maschi vi fossero 933 femmine, un divario da allora cresciuto. Per i bambini tra 0 e 6 anni il rapporto scende addirittura a 927 contro 1000". 300

Nel Punjab per esempio la mortalità maschile neonatale è più alta di quella femminile, ma dal secondo mese fino al cinquantesimo la mortalità femminile sopravanza quella maschile. 301 Questa discriminazione di genere è dovuta al fatto che il miglioramento delle strutture sanitarie e delle risorse alimentari giova principalmente ai maschi e che spesso anche il cibo non è distribuito equamente, ma in base al prestigio goduto all'interno della famiglia e della società.

L'indiano Amartya Sen, Premio Nobel per l'economia, sostiene anche che l'India deve rendere conto di 25 milioni di donne "scomparse", 302 dal momento che attraverso l'utilizzo delle moderne tecniche diagnostiche prenatali è possibile identificare il sesso del feto prima della nascita e praticare un "aborto selettivo", nel caso il genere del nascituro non sia gradito ai genitori. Sebbene si tratti di una pratica illegale, l'applicazione della legge risulta assai difficoltosa. 303

Un altro ambito dove resta forte il divario di genere è quello dell'istruzione, dal momento che dei 380 milioni di analfabeti la fascia più colpita della popolazione risulta essere quella femminile: soltanto il 44 % delle donne è in grado di leggere, contro il 76 % degli uomini. Le figlie vengono tenute a casa per aiutare nelle faccende domestiche e nella cura dei fratelli più piccoli, soprattutto se le strutture scolastiche si trovano lontane dal luogo di residenza, dal momento che le famiglie temono che le bambine compromettano la propria reputazione percorrendo da sole lunghe distanze. Nelle aree rurali solo l'8 % delle donne riceve un'istruzione superiore, con una partecipazione lavorativa del 31 %, mentre nelle città il 33 %

299

VECCHIA S., "India, la discriminazione delle donne", in Equatoria.it, 30 luglio 2007

300 Ibidem

301 RONDINONE A., Donne mancanti. Un'analisi geografica del disequilibrio di genere in India, op.

cit., pag. 30

302

Ibidem 303

88 delle donne possiede un diploma di scuola superiore o una laurea, ma solamente il 18 % dichiara di avere un impiego lavorativo. 304

Anche se oggi le donne possono avere una maggiore indipendenza economica e intraprendere con successo carriere prima precluse, gli spazi di indipendenza o di realizzazione personale sono sempre subordinati ai ruoli tradizionali di madre, sposa e responsabile della casa. Per molte è difficile conciliare questo ruolo con l'attività imprenditoriale o un lavoro a tempo pieno: "e stiamo parlando - continua la professoressa Razzak - in particolare delle città, perché nell'India rurale la situazione resta assai diversa. Ci vorrà molto tempo perché alle legittime aspirazioni delle donne indiane corrisponda un ambiente favorevole al loro soddisfacimento. Le decisioni devono essere prima di tutto politiche e poi diffondersi, o imporsi, a tutti gli strati sociali e in tutti gli ambiti geografici". 305

304 RONDINONE A., India: una geografia politica, op. cit., pagg. 88-89 305

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