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Artʼè Ragazzi

Nel 1995 comincia la sua avventura la rivista ―Artʼè Ragazziˮ, un trimestrale molto a-

mato da chi cercava spunti per combinare arte e ragazzi, edita dalla casa editrice Artʼè198,

nella quale confluiscono i pensieri e le competenze di pedagogisti e esperti di arte, coordi- nati da Marco Dallari, nella volontà di perseguire lʼobiettivo di rendere attenti, sensibili e attivi i ragazzi attraverso lʼarte come strumento di educazione al gusto e alla creatività. Filo conduttore è in primo luogo la consapevolezza di come lʼarte possa essere presa a ―prete- sto‖ per far emergere e sviluppare, nei più giovani, una coscienza critica attraverso unʼarticolata proposta di attività laboratoriali ed editoriali tesa a esaltare il rapporto creati- vo con il mondo circostante. Dopo tre anni di vita, la rivista termina il suo percorso carta- ceo per diventare un sito internet.

Dal 1999 lʼiniziativa si estende anche al settore dellʼeditoria per ragazzi. Attualmente la Artʼè Ragazzi, con la collana ―Arte per crescereˮ, principalmente rivolta ai ragazzi tra gli 8 e i 13 anni, vanta al suo attivo una nutrita serie di testi di supporto nello sviluppo di un pensiero attivo e narrativo attraverso i linguaggi e i modelli dellʼarte.

Sempre nellʼambito della didattica dellʼarte, va segnalata la collana ―I Sensibili‖ (2002). Si tratta di libri in piccolo formato, veri e propri strumenti di esperienza estetica, capaci di coinvolgere la sensibilità individuale attraverso lʼesplorazione di un particolare sentimento

o emozione, veicolata da unʼopera dʼarte. La collana si colloca nellʼambito della didattica dellʼarte. Tra gli artisti dellʼultimo secolo sono trattati: Andy Warhol, Jackson Pollock, Ri- chard Long, René Magritte, Pablo Picasso, Piet Mondrian, Gustav

Klimt, Vasilij Kandinskij e molti altri.

ZigZac infine è una rivista˗laboratorio dʼarte per bambini, un mensile nato con la finalità di familiarizzare i piccoli lettori con lʼarte moderna e contemporanea, basandosi sullʼinterazione e la sperimentazione diretta individuati quali presupposti scientifici fondamentali. Per un pubblico di bambini più piccoli è nata ZAC, una nuova rivista˗laboratorio dʼarte, per bambini e ragazzi. Lʼinterattività è lʼaspetto che contraddistingue lo stile della rivista e delle singole rubriche: brevi e semplici proposte operative, sug- gerimenti, consigli, ricette da eseguire direttamente sulla rivista o

198 Art’è Ragazzi (http://www.arteragazzi.it) è una società del Gruppo ART’È (www.fmrarte.it), polo edi-

toriale e artistico che da oltre 20 anni opera sul mercato internazionale, offrendo una vasta gamma di prodotti e servizi culturali [consultati il 30 ottobre 2015].

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da realizzare a casa o a scuola.

Dal 1997 Artʼè promuove e finanzia il Dipartimento Didattico della Galleria dʼArte Moderna di Bologna, uno spazio permanente dedicato alla didattica dellʼarte e importante luogo di sperimentazione della metodologia Artʼè Ragazzi. Il Dipartimento organizza labo- ratori, percorsi didattici, visite guidate e animate per le scuole e per le famiglie, stage e workshop per operatori culturali, corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti, tiro- cini per gli studenti universitari e cicli di incontri di approccio teorico e pratico allʼarte contemporanea per associazioni pubbliche e private e circoli culturali.

2.14 “La favola dellʼarteˮ, Hopefulmonster

Oltre a cataloghi monografici e collettivi per esposizioni in musei italiani e stranieri, una collana di saggi e una rivista, la casa editrice Hopefulmonster cura libri dʼartista, con- cepiti ―a quattro maniˮ con gli artisti stessi per appagare qualsiasi loro richiesta di design e di elevata qualità di esecuzione.

Nel 1996, per festeggiare il suo primo decennale, lʼHopefulmonster199 ha voluto dare vi-

ta a un progetto rivolto allʼinfanzia, al fine di allenare il pensiero alla riflessione filosofica e allʼespressione artistica più allʼavanguardia. Beatrice Merz e Lisa Parola hanno realizza- to, ―La favola dellʼarteˮ, storie ―iniziaticheˮ per avviare i ragazzi allʼarte contemporanea, dalle opere di Jannis Kounellis, pittore e scultore greco, esponente di primo piano di quella che il critico Germano Celant ha definito ―arte poveraˮ, a quelle di Mario Merz, una delle personalità più rilevanti della scena artistica internazionale del secondo Novecento, a Mi- chelangelo Pistoletto, anchʼegli animatore e protagonista dellʼarte povera, o Nicola De Ma- ria, uno dei cinque artisti della ―Transavanguardia Italianaˮ.

Per la collana ―La Favola dellʼArteˮ scendono in campo due personalità, diverse per ogni titolo, un artista della parola, scrittore della ―Favolaˮ, e uno dellʼimmagine, rappresen- tante per lʼArte, che si prodigano affinché dal loro connubio nasca una creazione affasci- nante, attraente, allettante, stimolante, e seducente. Lʼapproccio a questo tipo di opera dʼarte viene quindi mediato, in ciascun libro, dalla storia di un autore che introduce il gio- vane lettore alla ―fruizioneˮ del manufatto artistico e tale avvicinamento produce, attraver- so lʼattrazione esercitata dalle illustrazioni delle opere, anche una sollecitazione alla lettu- ra. Una serie di libri di altissimo livello, pubblicati ancora oggi ed unici nel panorama edi- toriale dellʼarte contemporanea, con artisti viventi, rivolta ai bambini. Unʼunica pecca il formato abbastanza ridotto ˗ 14x20 divenuto nelle nuove edizioni 20x14 ˗ che non rende merito alle opere.

Tra il 1996 e il 2000 sono stai pbblicati cinque titoli, Luì e lʼarte di andare nel bosco,

Neve, Storie di pietra e dʼaltro, La classe dei mostriciattoli e Il costruttore di torri200.

199 ―La vocazione allo studio del pensiero contemporaneo, che caratterizza lʼattività editoriale

dellʼHopefulmonster, si traduce programmaticamente in una lettura a più voci che si articola tramite le più al- te prove della riflessione filosofico˗scientifica e dellʼespressione artistica. Ispirandosi alla voce aristotelica che vuole lʼesperienza come conoscenza di casi particolari, e lʼarte come conoscenza degli universali, lʼHopefulmonster segue fin dagli esordi (1986) un itinerario solo apparentemente dicotomico, nel quale ogni pubblicazione, oltre a presentarsi come autonomo strumento di indagine, costituisce una tappa dʼindiscutibile rilevanza nella cultura del XX secoloˮ. In hopefulmonster.net [consultato il 30 ottobre 2015].

200 Complessivamente sono 10 titoli, dei quali 6 pubblicati anche in lingua inglese. Oltre a quelli sopra ci-

tati di cui parleremo nelle pagine a seguire, gli altri sono: Zhen & Mendo, M.A., Perché io nascessi, Torino, Hopefulmonster, 2000; Zhen & Mendo, M.A., That I might be born, Torino, Hopefulmonster, 2001. Pana- marenko & Orengo, N., Il Giocattolaio di Anversa, Torino, Hopefulmonster, 2002; Panamarenko & Orengo,

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2.14.1 Luì e lʼarte di andare nel bosco

In questo volumetto il testo e le immagini a colori introducono gradualmente i bambini nellʼimmaginario artistico e poetico di Luigi Mainolfi, scultore italiano noto a livello inter- nazionale, uno dei principali rappresentanti della cosiddetta scultura post˗concettuale, im- postasi al principio degli anni Ottanta. Sin dagli esordi realizza sculture utilizzando mate- riali poveri e naturali (terracotta, gesso, legno, pietra lavica) e fusioni in bronzo.

«Questa storia racconta come Luì il Matto riuscì a ritrovare i bambini perduti nel Bosco Silenzioso e tutti gli altri, cani, soldati, gatti e mamme con i cestini della merenda. E si spiega anche perché Luì, per fare questo, imparò la lingua delle forme, dei suoni, dei silen- zi e dei colori»201.

Guido Quarzo ci racconta lʼesordio della collana:

Ho avuto il privilegio di avviare la collana, grazie al felice incontro con Luigi Mainolfi, e di lavorare, in strettissima collaborazione con Beatrice, alla stesura del primo libro.

Nasce in questo modo Luì e lʼarte di andare nel bosco. La storia è stata pensata nellʼatelier di Mainol- fi, osservandolo al lavoro, ma risente anche delle chiacchierate davanti a un bicchiere di vino e dellʼanalisi critica dellʼopera dello scultore.

In questo primo volume si delinea lʼidea che sorregge tutto il progetto: ogni opera dʼarte e ogni storia sono metafore del mondo. Per conoscere e riconoscerci nel reale abbiamo bisogno di un linguaggio e lʼarte e la letteratura possono essere la chiave di lettura.

Quando Luì il Matto ―interpretaˮ le forme e le ombre del bosco, riesce a non perdersi.

Insomma, il messaggio che si voleva portare ai bambini è esattamente questo: lʼarte come la narrazio- ne non solo ci suggeriscono ―significatiˮ, sono strumenti per ―creareˮ significati202.

2.14.2 Neve

Il secondo testo che viene pubblicato è Neve, di Julian Schnabel & Dario Voltolini203.

Le opere di Schnabel diventano le illustrazioni della storia di Voltolini. Il libro è stato pub- blicato in concomitanza della mostra di Julian Schnabel tenutasi alla Galleria dʼArte Mo-

N., Toy maker from Antwerp, Torino, Hopefulmonster, 2003. Ward, N. & Mendo, M.A., La vecchia princi- pessa Armonia, Torino, Hopefulmonster, 2002; Ward, N. & Mendo, M.A., Old princess Armonia, Torino, Hopefulmonster, 2002. Merz, M. & Castaldi, M., Che fare?, Torino, Hopefulmonster, 2004; Merz, M. & Castaldi, M., What to do?, Torino, Hopefulmonster, 2004. De Maria, N. & Voltolini, D., 1000 stelle, Torino, Hopefulmonster, 2006.

201 Dalla quarta di copertina dellʼedizione del 2002, quella in foto. Mainolfi, L. & Quarzo, G., Luì e lʼarte

di andare nel bosco, Torino, Hopefulmonster, 1996 (2002). Versione inglese: Mainolfi, L. & Quarzo, G., Luì and the art of going down to the woods, Torino, Hopefulmonster, 2002.

202 Testo di unʼintervista effettuata personalmente agli inizi di gennaio 2016. 203 Schnabel. J., & Voltolini, D., Neve, Torino, Hopefulmonster, 1996.

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derna di Bologna dal 22 novembre 1996 al 30 gennaio 1997. Schnabel è un artista ameri- cano famoso sulla scena internazionale sia per la produzione pittorica che per quella cine-

matografica,esponente di spicco di un neoespressionismo che risente delle influenze euro-

pee e anche della Transavanguardia italiana.

Il protagonista è il piccolo Marco che affronterà un vero ―viaggio delle meraviglieˮ nel- la notte di Natale, infrangendo un divieto classico, e si incamminerà solitario nella campa- gna innevata, dove sarà scortato in volo da una tempesta di forme e colori e farà una serie di incontri bizzarri, teneri o spaventosi. I personaggi di Julian Schnabel vanno dallʼIdiota, che non ama pensare ma solo giocare a carte, allʼOrnitorinco Platypus, che nessuno scorge mai ma lascia innumerevoli tracce, allʼUomo di Neve, la cui immagine su Polaroid nella tasca di Marco ne protegge il girovagare fino a ricomparire, al sorgere del sole, nelle vesti corazzate di un guerriero medievale.

2.14.3 Storie di pietra e dʼaltro

Lʼanno successivo esce Storie di pietra e dʼaltro ancora con la scrittura di Guido Quar-

zo204, rieditato nel 2004 in una nuova edizione con formato e impaginazione aggiornati e

rivisti.

Se i blocchi di marmo scelti da Michelangelo contenevano già in sè I Prigioni che lo scultore si sa- rebbe limitato a portare in luce ―per via di torreˮ, i materiali protagonisti delle Storie di pietra e dʼaltro contengono già in sé le opere dʼarte che lʼuomo ne trarrà e il racconto dellʼesperienza che fa- rà di lui un artista205.

204 Quarzo, G., Storie di pietra e dʼaltro, Torino, Hopefulmonster, 1997 (2004). Versione inglese: Quarzo,

G., Tales of stone and more, Torino, Hopefulmonster, 2001.

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In Storie di pietra si mostrano i materiali più antichi della natura, tramite gli occhi di ar- tisti contemporanei, Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Mario

Merz, Jannis Kounellis206che, in quanto esponenti dellʼarte povera, assumono una posizio-

ne antitecnologia e tralasciano ogni velleità surrealista, mediante lʼimpiego di legno, ferro, pietra, plastica, stracci e scarti di vario genere. Guido Quarzo narra la storia della pietra che

«stava lì e non diceva niente, non pensava niente, non era niente»207, ma in realtà le pietre

pensano, anche se i loro pensieri sono più lenti del loro trasformarsi in sabbia, che il fuoco scioglierà in un vetro, che cambierà colore come un camaleonte. Attraverso le parole sa- pienti di Quarzo da una storia possono nascere altre storie dove «lʼordine e il disordine so-

no sempre mescolati»208, «e si fanno strade e ponti come ragnatele, e si inventano storie

che sono anche loro strade e ponti, da camminarci con gli occhi e andare lontano»209.

In questo caso il partner non era un singolo artista, ma addirittura un intero Museo: il Museo di Arte Contemporanea di Rivoli, che raccoglie opere di Anselmo, Boetti, Paolini, Pistoletto, Penone, Mario Merz e altri. Qui il libro è stato anche pretesto e occasione di letture per le classi della scuola elemen- tare nelle sale del Museo. Devo riconoscere che per me (che provengo come formazione alla scrittura dal teatro ragazzi) è stato particolarmente emozionante leggere le mie storie ai bambini seduti intorno al cerchio di pietre di Richard Long o davanti alla Venere degli Stracci di Pistoletto210.

2.14.4 La classe dei mostriciattoli

La classe dei mostriciattoli, di Piero Gilardi & Sebastiano Ruiz Mignone211, è la quarta- pubblicazione della serie. Il piccolo Gino Enn descrive uno per uno i suoi amici di classe, con i loro difetti corporei e le loro manie comportamentali, che accentuati ne determinano il ruolo di monstrum: come per esempio Cucco Fulvo, che somiglia ad un televisore perché ha le orecchie come due altoparlanti e un naso a pulsante, oppure Foffo Frino che ogni vol- ta che respira si gonfia come un palloncino, o Ciaba Brina che piange caramelle alla frutta, o i gemelli Fritti Fratti che si trasformano in bicicletta.

La classe di mostriciattoli che Piero Gilardi illustra e Sebastiano Ruiz Mignone narra «è

la metafora di un mondo ideale in cui la mancanza di pregiudizi e la tolleranza verso il prossimo consentono di rivestire di positività i difetti e le manie di tutti e di fare della co-

noscenza reciproca un momento di autentica magia»212.

206 Cfr. Celant, G., Arte povera, storia e storie, Milano Electa, 2011. 207 Quarzo, G., Storie di pietra e dʼaltro, cit. p. 3.

208 Ivi p. 37. 209 Ivi, p. 45.

210 Testo di unʼintervista effettuata personalmente a Guido Quarzo agli inizi di gennaio 2016. 211 Gilardi, P. & Mignone, R.S., La classe dei mostriciattoli, Torino, Hopefulmonster, 1997. 212 Hopefulmonster.net [consultato il 30 ottobre 2015].

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2.14.5 Il costruttore di torri

Un costruttore di torri intraprende un lungo viaggio nella speranza di catturare nuove idee e costruire la più bella torre per il figlio del Re. Il viaggio diviene metafora di una af- fannosa ricerca artistica per catturare nuove forme, colori e profumi. La serenità di una not- te di chiaro di luna gli donerà la giusta ispirazione e gli salverà la vita.

Legato allʼidea di teatro e di affabulazione è il lavoro del 2000, Il costruttore di torri213. Sarebbe im-

preciso dire che è una storia ispirata al lavoro del pittore performer Fabrizio Monetti. Direi piuttosto che ne ricalca puntualmente lʼopera, attraverso la metafora del viaggio. Viaggio dellʼartista alla ricer- ca della forma espressiva, ma anche dello scrittore allʼinterno delle forme create dallʼartista. Il costrut- tore di torri, trasformato in spettacolo/monologo, è stato nel repertorio di Monetti per oltre dieci an- ni214.