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Capitolo III La Scuola popolare per adulti nel Subappennino Dauno (1947-1982)

2. La Scuola popolare nel Subappennino Dauno: analisi quantitativa

2.5. L’assistenza del Patronato scolastico

Se l‟alfabeto è un diritto e un dovere di ogni persona allora lo Stato in primis è chiamato ad intervenire affinchè tale diritto sia garantito ad ogni cittadino indistintamente e affinchè ogni cittadino assolva il suo dovere.

«Se la scuola è per tutti obbligatoria, non avrebbe alcun senso se non si mirasse a eliminare, ab origine, le sperequazioni e le gravi disuguaglianze che già minano alla base, […] l‟avvenire di alcuni, se non si rendesse l‟obbligo-diritto dell‟istruzione qualcosa a cui è realmente possibile accedere»105.

La Scuola popolare, pur essendo rivolta ad adulti, costituiva comunque una forma di istruzione elementare e di completamento dell‟obbligo scolastico poiché la sua finalità principale era quella di combattere l‟analfabetismo e di permettere ad ogni individuo di esercitare la cittadinanza e dunque di contribuire alla creazione di una società democratica. «È la qualità stessa della vita democratica a richiedere cittadini equipaggiati di solide competenze di base»106 e se tale esigenza risulta prioritaria allora si deve assicurare a tutti la possibilità di soddisfarla.

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, la Costituzione della Repubblica italiana all‟art. 3 recita:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l‟eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l‟effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all‟organizzazione politica, economica e sociale del Paese107.

La Scuola popolare non solo era gratuita108, ma attraverso il Patronato scolastico assegnava «premi di assiduità mediante gratuita fornitura di libri e oggetti di cancelleria o in altra forma»109.

Stando a quanto riportato nei registri di classe esaminati110, lo Stato adempì a tale compito assistendo più di 4035 di alunni che non avevano la possibilità di provvedere autonomamente all‟acquisto del materiale scolastico necessario.

Anno Iscritti Alunni assistiti Materiali distribuiti

1947-1948 611 Non indicato + di 25 libri, 16 quaderni (per coloro che frequentavano più assiduamente).

1948-1949 290 141 Libri e quaderni.

1949-1950 423 153 + di 57 libri, + di 39 quaderni e matite, + di 23 gomme, + di 77 pennini con inchiostro, + di 40 carte assorbenti, riviste Lo sco-laro.

1950-1951 468 335 + di186 libri, + di 131 matite, + di 116 penne, + di 715 qua-derni, 513 pennini, + di 116 gomme, 16 diari scolastici, 1 asta,

105 D. Marrone, Scuola popolare e formazione degli adulti. L‟esperienza di San Ferdinando di Puglia. 1947-1972, cit., p. 44.

106 M. Baldacci, Personalizzazione o individualizzazione?, Erikson, Lavis (TN) 2005, p. 28.

107 Costituzione della Repubblica italiana, p. 4., in:

http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/pdf/Costituzione.pdf consultato il 12-01-2016.

108 Cfr. art. 1 del Decreto Legislativo del capo provvisorio dello Stato 17 dicembre 1947, n. 1599, Istituzione della Scuola popolare contro l‟analfabetismo. GU Serie Generale n. 21 del 27-1-1948, cit.; ASF, Legge 16 aprile 1953, n.

326. Ratifica, con modificazioni del decreto legislativo 17 dicembre 1947, n. 1599, concernente l‟istituzione della scuo-la poposcuo-lare contro l‟analfabetismo, cit.

109 Ivi, art. 10.

110 ASL, Registri di Scuola popolare, 1947-1982, cit.

101 carta assorbente, giornalini, 5 sciarpette di lana, 4 paia di calze, 3 paia di guanti.

1951-1952 566 358 + di 184 quaderni, + di 184 pennini, + di 32 matite, + di 31 gomme, + di 10 portapenne, 21 penne, 13 diari, + di 133 libri, 10 pacchi di quaderni, 10 pacchi di pennini, + di 10 asticciole, 10 lapis.

1952-1953 544 401 + di 178 libri, + di 563 quaderni, 197 penne, + di 167 matite, + di 210 pennini, + di 35 gomme, asticciole, carta assorbente.

1953-1954 655 383 + di 339 libri, + di 596 quaderni, + di 97 penne, + di 160 mati-te, + di 235 pennini, + di 66 gomme, 20 asticciole, + di 56 por-tapenne, 40 carte assorbenti.

1954-1955 254 178 + di 100 libri, + 349 quaderni, pennini, gomme, matite, carta assorbente, penne.

1955-1956 284 163 + di 92 libri, + di 444 quaderni, + di 32 penne, + di 15 pennini, + di 5 gomme, + di 10 matite, 33 pacchi di materiale di cancel-leria.

1956-1957 248 135 71 libri, + di 20 quaderni; + di 15 penne e gomme.

1957-1958 305 + di 168 + di 38 libri, + di 224 quaderni, + di 58 penne, + di 91 matite, + di 75 gomme.

1958-1959 238 + di 92 + di 32 libri, + di 204 quaderni, 15 matite, 15 penne con pen-nino, 18 carte assorbenti.

1959-1960 218 + di 15 + 23 libri, + di 40 quaderni, + di 32 penne, + di 16 matite e gomme, 5 almanacchi Il Leonardo.

1960-1961 423 + di 153 + di 52 libri, + di 236 quaderni, + di 56 matite, + di 59 gomme, 39 penne, 5 pacchi di quaderni, 10 buste Non è mai troppo tardi (programma TV).

1961-1962 602 + di 252 + di 61 libri, + di 138 quaderni, + di 60 penne.

1962-1963 352 + di 163 + di 46 libri, + di 404 quaderni, + di 90 penne.

1963-1964 263 68 + di 38 libri, + di 147 quaderni, + di 103 penne, + di 41 matite, 4 matite colorate, + di 47gomme.

1964-1965 140 84 69 libri, 15 album di cartoncino nero, 72 penne, 57 gomme, 57 matite, 177 quaderni, 2 boccette di inchiostro di china, 6 alma-nacchi Il Leonardo.

1965-1966 148 63 + di 39 libri, + di 324 quaderni, + di 108 penne, 57 gomme, 57 matite, 45 penne, 7 almanacchi Il Leonardo.

1966-1967 41 22 32 libri, 100 quaderni, 60 penne, 6 almanacchi Il Leonardo, 6 testi Il Risorgimento Italiano.

1967-1968 15 15 15 libri, 50 quaderni, 30 penne, 15 matite, 15 gomme, 15 al-bum, 3 almanacchi Il Leonardo, 3 testi di Luigi Pirandello.

1968-1969 / / /

1969-1970 104 73 + di 12 libri, + di 150 quaderni, + di 30 penne, matite, gomme.

1970-1971 86 72 Libri, + di 56 quaderni, + di 28 penne ,+ di 14 matite, + di 14 gomme.

1971-1972 155 131 Libri, quaderni, penne, 1 libro Roma capitale d‟Italia, materia-li di cancelleria.

1972-1973 107 63 + di 18 libri, quaderni, penne, album, materiali di cancelleria.

1973-1974 104 48 + di 14 libri, + di 62 quaderni, + di 56 penne, + di 50 matite, gomme.

1974-1975 183 75 Libri, quaderni, penne, matite, gomme, giornali, testi di musi-ca.

1975-1976 120 67 Libri, + di 16 quaderni, + di 8 penne, gomme, matite, album, giornali.

1976-1977 137 114 Libri, + di 40 quaderni, + di 40 penne, matite, riviste, album, materiali di cancelleria.

1977-1978 102 40 Libri, quaderni, penne, gomme, matite.

102

1978-1979 87 10 Libri, quaderni, penne, gomme, matite.

1979-1980 52 Non indicato

1981-1981 11 Non indicato

1981-1982 15 Non indicato

Tabella 1: alunni assistiti e materiali distribuiti dal Patronato scolastico.

Interessante è il caso di un corso tenuto nell‟anno scolastico 1950-1951, durante il quale oltre ai materiali scolastici furono distribuiti anche 5 sciarpette di lana, 4 paia di calze e 3 paia di guanti, a dimostrazione delle condizioni di degrado in cui versava la popolazione locale.

A tal proposito una maestra scriveva:

Questa sera i miei alunni hanno ricevuto in dono dal Patronato Scolastico dei quaderni. Con gioia li hanno accettati ringraziandone il presidente. In attesa di iniziare la lezione ho chiesto con affabi-lità a qualcuno sulle loro condizioni economiche, sul loro lavoro e se questo dà loro soddisfazioni.

Alcuni mi rispondono di essere non solo contenti per il benessere che questo dà loro, ma soddisfatti della loro opera. Altri invece disoccupati esprimono il loro rincrescimento e la loro pena sul non poter aiutare i loro cari sulle più impellenti necessità111.

Queste poche righe riflettono le condizioni della realtà locale, in cui non solo era diffusa la miseria, ma vi erano anche differenze notevoli tra individui appartenenti alla stessa classe sociale.

Nell‟anno 1960, come notiamo dalla Tabella 1, fu avviato un corso popolare televisivo svolto in collaborazione con la Rai, che in quel periodo trasmetteva il celebre programma Non è mai troppo tardi. Il Ministero della Pubblica Istruzione distribuì in quell‟occasione 10 buste contenenti testi e materiali di cancelleria. Era il mese di dicembre e la maestra annotò sul registro quanto segue:

Questa sera ho distribuito libri e quaderni. Ho rilevato che la distribuzione di questo materiale ha suscitato grande gioia ed inoltre grande interesse per questo tipo di scuola112.

Per un‟analfabeta sfogliare un libro per la prima volta era una novità e un motivo di gioia e soddi-sfazione, che rendeva la frequenza scolastica concreta e utile.

Un‟altra maestra scriveva:

Dopo tanta attesa finalmente ci sono stati forniti i libri per gli alunni, che li hanno accolti con gioia, senonché quando è stato loro detto che i libri avrebbero dovuto ridarli ad ogni fine di lezione si sono molto dispiaciuti, in quanto speravano di portarli con loro e nei ritagli di tempo dedicarsi alla lettura113.

111 ASL, Registro di classe della maestra M. R., corso B maschile, Lucera, anno scolastico 1948-1949, Cronache di vita della scuola. Osservazioni sugli alunni, p. 27.

112 ASL, Registro di classe della maestra D. B. N. M., corso televisivo A maschile, Lucera, anno scolastico 1960-1961, Diario delle lezioni, p. 8.

113 ASL, Registro di classe della maestra L. A., corso B maschile, Lucera, anno scolastico 1948-1949, Cronache di vita della scuola, Osservazioni sugli alunni.

103 I materiali distribuiti, o quanto meno i libri di testo, rimanevano a tutti gli effetti proprietà dello Sta-to e gli alunni non potevano nemmeno portarli a casa. In quesSta-to modo si impediva l‟esercizio della lettura e l‟approfondimento dello studio. È pur vero che lo studio a casa veniva effettuato molto ra-ramente dagli studenti dei corsi popolari, in quanto lavoratori, ma il divieto di portare con sé i libri certamente non stimolava il desiderio di coltivare e arricchire autonomamente l‟apprendimento.

Inoltre, la distribuzione del materiale da parte del Patronato scolastico non avveniva mai ad inizio corso, ma sempre a distanza di pochi mesi e tale ritardo ostacolava non poco il lavoro dei maestri e lo studio degli allievi. Insegnare a leggere e a scrivere ad adulti lavoratori che fino a quel momento non avevano mai sentito il bisogno di cultura, accanto alla necessità di adattare l‟insegnamento alle esigenze di un‟utenza più che mai eterogenea era un compito già alquanto complesso a cui si ag-giungeva la mancanza di strumenti di lavoro adeguati.

La fatica degli insegnanti e degli allievi è testimoniata nei Diari delle lezioni:

Ho portato due libri in classe da sorteggiare fra gli allievi che svolgono il migliore tema. Gli allievi sono con gli occhi chiusi sui quaderni perché ognuno di essi vorrebbe avere per sé un libro114. Per un‟analfabeta che non ha mai posseduto un libro, la sola idea di sfogliarne uno può divenire uno stimolo motivazionale di grande importanza per l‟apprendimento.

Per mancanza di libri non posso far leggere gli alunni e sono costretta a scrivere alla lavagna dei brani facili per la lettura. Tutto ciò è molto difficoltoso115.

La lezione giornaliera durava circa due ore, che diminuivano considerando il ritardo di qualche stu-dente lavoratore e il tempo dedicato all‟accoglienza. Ricopiare un testo intero alla lavagna per per-mettere alla classe di leggere non solo rallentava il programma, ma rendeva noiose e poco stimolan-ti le lezioni aumentando il rischio di abbandono scolasstimolan-tico.

Spesso erano gli stessi maestri ad assistere gli alunni e a procurare loro tutto il necessario per stu-diare. Ciò accadde in un corso A+B dell‟anno 1961-1962, durante il quale la maestra acquistò mati-te, penne, quaderni e giornali per ben 12 studenti116.

Secondo l‟art. 9 del D. L.117, ai locali e ai servizi per il funzionamento dei corsi della Scuola popola-re avpopola-rebbero dovuto provvedepopola-re i Comuni. In molti casi tuttavia, questi ultimi non erano in grado di assicurare un adeguato funzionamento degli istituti scolastici e le conseguenze ricadevano sul cor-retto andamento dei corsi. E, ancora, secondo l‟art. 3 dello stesso D. L. 118 per i corsi istituiti presso enti, associazioni o privati, lo Stato avrebbe potuto concorrere alla spesa, ma spesso ciò non

114 ASL, Registro di classe del maestro M. E., corso B maschile, Lucera, anno scolastico 1951-1952, Diario delle lezio-ni, p. 14.

115 ASL, Registro di classe della maestra D.G. D., corso A maschile, Lucera, anno scolastico 1953-1954, Diario delle lezioni, p. 7.

116 ASL, Registro di classe della maestra C. R. A., corso A+B misto, Lucera, anno scolastico 1961-1962. Relazione fi-nale.

117 Cfr. Decreto Legislativo del capo provvisorio dello Stato 17 dicembre 1947, n. 1599, Istituzione della Scuola popola-re contro l‟analfabetismo. GU Serie Generale n. 21 del 27-1-1948, cit.; ASF, Legge 16 aprile 1953, n. 326. Ratifica, con modificazioni del decreto legislativo 17 dicembre 1947, n. 1599, concernente l‟istituzione della scuola popolare contro l‟analfabetismo, cit.

118 Ibidem.

104 ne. Nei registri infatti si legge che molti corsi, soprattutto nelle zone rurali, non funzionavano in maniera adeguata a causa delle decadenti condizioni dei locali messi a disposizione dagli enti.

Oltre alla fornitura di materiali didattici nell‟anno scolastico 1948-1949 furono assegnati agli alunni dei premi in denaro; tuttavia nei registri non viene specificato il motivo. Si può ipotizzare pertanto che fossero premi per l‟assiduità della frequenza, per i risultati raggiunti o per la condizione econo-mica. Furono premiati complessivamente 12 alunni di 4 corsi diversi, 3 per corso. In ogni corso fu-rono distribuiti rispettivamente 12.00 lire, 100 lire e 800 lire.