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Capitolo III La Scuola popolare per adulti nel Subappennino Dauno (1947-1982)

3. La Scuola popolare nel Subappennino Dauno: analisi qualitativa

3.9. I libri dei lavoratori

166 in piazza Duomo ed hanno seguito con interesse la trasmissione. Abbiamo conversato a lungo sul nuovo accaduto.

19-12-1960. Tema: “Campanile sera”.

22-12-1960. Questa sera abbiamo ancora la famosa trasmissione televisiva. Gli alunni mostrano grande interesse per questa trasmissione, perciò cerco di illustrargliela nel migliore dei modi.

23-12-1960. Lucera ha perduto al grande gioco televisivo. Commenti di ogni specie367.

La televisione rappresentava una novità in quel periodo e solo poche famiglie ne possedevano una, sicuramente non quelle appartenenti a ceti sociali inferiori. Pertanto, come affermò giustamente la maestra, costituì sì una innovazione per tutti, ma per le persone più povere fu un avvenimento del tutto eccezionale, poiché rivoluzionò completamente la società. Essa tese ad unificare la nazione linguisticamente, stimolando all‟apprendimento della lingua italiana soprattutto coloro che si espri-mevano solamente in dialetto; permise di viaggiare in maniera istantanea pur restando nelle proprie case; consentì di entrare nella vita di altre persone intrecciando in tal modo pubblico e privato; mise in relazione tutti gli individui che in un determinato momento assistevano alla stessa trasmissione, erodendo il tempo e creando spazi comuni368.

La necessità di affiancare l‟educazione alla televisione si impone – oggi come ieri – a causa della pervasività dell‟immagine che, come sosteneva Alberto Manzi, ha una grande forza di persuasione e può dare all‟umanità «quel che vuole, può trasformare come vuole gusti, idee e sentimenti. […]. La massa riceve i “principi”, le idee elaborate da pochi, sotto forma di immagini»369. Per questo motivo occorre un ragionamento critico e riflessivo che ci aiuti ad interpretare il significato e soprattutto il messaggio dell‟immagine, che altrimenti viene accettato passivamente.

Si comprende bene come negli anni Sessanta, periodo in cui in Italia il numero di analfabeti era an-cora molto alto, la televisione rappresentò da un lato una novità e una svolta eccezionale che inve-stiva la vita dell‟individuo sotto tutti i punti di vista, dall‟altro lato, però, poteva anche divenire un‟arma pericolosa attraverso cui pochi individui riuscivano ad esercitare il proprio potere sulla massa. Da qui l‟esigenza di un processo formativo in grado di educare ad un uso corretto e consa-pevole del medium, valorizzandone le importanti possibilità offerte e limitando il controllo che esso mantiene sull‟individuo.

167 La seguente tabella contiene l‟elenco dei manuali scolastici adottati371 nelle scuole popolari locali, specificando per quanto tempo e se, secondo i maestri, hanno risposto alle necessità dell‟insegnamento.

Testi Anni scolastici in cui sono stati adottati

Per quanti anni è stato adottato

Ha risposto alle necessità dell’insegnamento Scuola e lavoro

Riccar-do del Piaz

1948-1949 1

Scuola e lavoro Genna-ro Blummo

1948-1949/1949- 1950/1957-1958/1961-1962/1962-1963

5

Fioritura 1949-1950 1 Non indicato

Prima semina 1949-1950 1

L‟altro pane 1949-1950 1

Alba serena 1949-1950/1950-1951 2

Verso la vita 1949-1950 1

Impariamo

1949-1950/1950- 1951/1951-1952/1952- 1953/1954-1955/1955- 1956/1956-1957/1958-1959/1959-1960

9

Non completamente; è un po‟ misero(1risposta)

L‟età ridente 1949-1950 1

Armonie 1950-1951 1

Studiare e lavorare 1950-1951 1

Alba 1950-1951 1

Argento vivo 1950-1951/1951- 1952/1952-1953/1953-1954/1955-1956

5

No è molto adatto per i piccoli(1risposta)

Continuando

1951-1952/1952- 1953/1953-1954/1954-1955/1955-1956

5

Gaiezza 1951-1952 1

Sulla via del sapere 1951-1952/1952-1953 2

Ricostruiamo 1952-1953/1955-1956 2

Camminiamo insieme 1953-1954/1956-1957 2

La vigna (sussidiario) 1953-1954 1

Costruiamo

1953-1954/1955- 1956/1956-1957/1958-1959/1962-1963

5

Il terzo libro della scuo-la poposcuo-lare

1953-1954 1

Villa nuova 1953-1954 1

Passaggio alla scuola media

1953-1954 1

Imparare è salire 1953-1954/1963-1964 2

Millefiori 1954-1955/1955-1956 2

Imparare 1955-1956 1

Sere liete 1955-1956/1956-1957 2

371 Ad eccezione dei primi due, che presentano il medesimo titolo e si differenziano solo per l‟autore, per gli altri testi si è preferito non inserire il nome dell‟autore, in quanto non è stato sempre riportato dai maestri e non è rintracciabile su internet, dato che si tratta di libri abbastanza datati.

168 Piccola fonte

1956-1957/1957- 1958/1958-1959/1959- 1960/1960-1961/1961- 1962/1962-1963/1963- 1964/1967-1968/1971-1972/1972-1973

11

In parte (1risposta)

Raggio di luce 1956-1957 1 Non completamente

Tempi nostri 1956-1957 1 Non completamente

L‟amico del lavoratore 1956-1957/1957-1958 2

Cespo di rose 1957-1958 1

Prime vie 1957-1958 1

Antologia del contadino 1957-1958 1

Il traguardo 1957-1958 1

Luce nel lavoro 1960-1961/1961- 1962/1962-1963/1963-1964/1965-1966

5

Non è mai troppo tardi 1960-1961 1

Un passo avanti 1960-1961/1961- 1962/1962-1963/1963- 1964/1964-1965/1965- 1966/1966-1967/1969- 1970/1970-1971/1971- 1972/1972-1973/1973- 1974/1974-1975/1978-1979

14

Il nostro nido 1960-1961 1

Fra noi

1961-1962/1964-1965/1966-1967

3

Limpidi cieli 1961-1962 1

Vivere 1961-1962 1

Il dono della civiltà 1961-1962 1

Sette fonti 1961-1962 1

Io, padrona di casa 1961-1962 1

Calligrafia 1962-1963/1963-1964 2

Luci di Puglia 1962-1963 1

Impariamo a disegnare 1963-1964 1

Modelli di calligrafia 1963-1964/1964-1965 2

Arte e lavoro 1964-1965 1

Il lavoro e la casa 1965-1966 1

Per nuove frontiere 1969-1970/1970- 1971/1973-1974/1974- 1975/1975-1976/1976-1977/1977-1978

7

Il primo sapere 1969-1970 1

Casa dolce casa 1971-1972 1

Manuale di dattilografia L.

1972-1973/1973-1974 2

Metodo di solfeggio 1972-1973/1974-1975 2

Metodo completo 1975-1976/1976-1977 2

Tabella 8: manuali scolastici adottai dalle scuole popolari locali.

A partire dall‟analisi dei titoli372 è possibile suddividere i testi almeno in sei categorie, ognuna delle quali evidenzia tematiche e finalità distinte:

372 Si tiene a specificare che tale analisi prende in considerazione solo i titoli e non il contenuto dei testi.

169 1. Collegamento tra scuola e lavoro;

2. Scuola popolare ed educazione degli adulti;

3. Riferimento ai saperi primari;

4. Riferimento alla prima età della vita;

5. Avanzamento del percorso di studi;

6. Studi specifici (corsi di tipo C speciale);

Nella prima categoria rientrano: Scuola e lavoro, Studiare e lavorare, L‟amico del lavoratore, Luce nel lavoro, L‟altro pane. Essi fanno riferimento ad un tipo particolare di utenza scolastica – adulti lavoratori – che presenta esigenze e interessi specifici a cui lo studio deve necessariamente connet-tersi per essere efficace. Inoltre racchiudono due ambiti della vita dell‟adulto che richiedono una giusta e adeguata conciliazione. Infine, accanto al valore del lavoro, evidenziano il grande valore della cultura che, paragonata ad un luce e ad un altro pane, arricchisce la vita del lavoratore sia a livello professionale sia a livello personale.

Nella seconda categoria rientrano: Il terzo libro della scuola popolare, Sere liete, Non è mai troppo tardi, Raggio di luce, Il dono della civiltà, Tempi nostri, Vivere, Fra noi, Camminiamo insieme, Ri-costruiamo, Imparare è salire, Per nuove frontiere, Cespo di rose. Nei primi tre titoli il riferimento ai corsi popolari è chiaro; in Raggio di luce, Il dono della civiltà, Tempi nostri e Vivere si può leg-gere un riferimento alle trasformazioni sociali attraversate dall‟Italia negli anni Cinquanta e Sessan-ta373 a cui nessuno poteva sfuggire, neanche gli analfabeti, da cui pertanto si esigeva una partecipa-zione attiva alla vita sociale attuabile solo attraverso un‟adeguata preparapartecipa-zione culturale. Fra noi e Camminiamo insieme sembrano rimandare al rapporto particolare che vigeva tra maestri e alunni della Scuola popolare, fondato sulla collaborazione e sull‟apprendimento reciproco. Ricostruiamo rinvia ad un percorso iniziato e abbandonato e che quindi deve necessariamente essere ripreso dal principio. Nei penultimi due titoli il verbo salire e l‟aggettivo nuove appaiono connessi al concetto di miglioramento dell‟uomo racchiuso nella finalità della Scuola popolare. Infine l‟ultimo titolo ri-manda alle età della vita, paragonata ad un cespo di rose sul quale vi sono boccioli, rose mature e rose appassite.

La terza categoria comprende: Prima semina, Prime vie, Il primo sapere, Impariamo, Imparare, Sulla via del sapere, Verso la vita, Piccola fonte, Costruiamo. Questi titoli fanno tutti riferimento alle conoscenze elementari e primarie, quindi rispondono all‟intento di “alfabetizzare” ed “istruire”

coloro che siedono nei banchi di scuola per la prima volta. In particolare Costruiamo riprende il ti-pico paragone – utilizzato spesso dai maestri nei primi anni di scuola – attraverso il quale i saperi primari vengono intesi come “fondamenta” senza le quali ogni edificio è destinato a crollare.

Nella quarta categoria rientrano: Alba, Alba serena, Argento vivo, Limpidi cieli, L‟età ridente, Gaiezza, Il nostro nido, Armonie, Fioritura. Tutti rimandano palesemente all‟infanzia, contraddi-stinta dalla spensieratezza e dalla gioia. Inoltre Argento vivo fa riferimento alla plasticità della men-te del bambino.

La quinta categoria racchiude: Continuando, Passaggio alla scuola media, Un passo avanti, Il tra-guardo. Tali titoli rimandano ad un percorso già intrapreso e da cui bisogna ripartire per giungere ad un traguardo.

Nell‟ultima categoria rientrano: Calligrafia, Modelli di calligrafia, Manuale di dattilografia, Meto-do di solfeggio, MetoMeto-do completo, Arte e lavoro, Impariamo a disegnare, Io, padrona di casa, Il

373 Anni in cui furono adottati i due testi.

170 voro e la casa, Casa dolce casa, Antologia del contadino, Luci di Puglia, La vigna. Titoli relativi a tematiche specifiche che andavano ad arricchire il programma avvicinandolo maggiormente alle esigenze degli studenti (Antologia del contadino) e alle particolarità del contesto territoriale (Luci di Puglia, La vigna). Inoltre fanno riferimento a determinate discipline affrontate nei corsi C speciali (orientamento musicale, disegno, dattilografia, stenografia, calligrafia ed economia domestica)374. Cinque i libri di testo dei corsi popolari del Subappennino Dauno ancora in commercio: Costruia-mo, Un passo avanti, Fra noi, Per nuove frontiere, Io, padrona di casa.

Costruiamo è rivolto ai frequentati dei corsi di tipo B. Si apre con una parte intitolata “Invito alla lettura” contenente aneddoti e favole, racconti di vita popolare, racconti bellici, racconti legati alla natura e alle produzioni agricole o al lavoro del contadino, dunque storie in cui il lettore poteva fa-cilmente immedesimarsi; non mancano inoltre brevi composizioni volte e promuovere l‟amore per il libro.

La promozione della lettura viene ripresa più avanti e l‟autore invita l‟alunno a recarsi presso il Centro di lettura della sua scuola popolare e gli offre un elenco di testi consigliati.

Il lavoro e la nobiltà riconosciuta ad ogni tipo di mestiere occupano un ampio spazio e le pagine del testo sono spesso intervallate da immagini che ritraggono giovani impegnati in vari tipi di lavoro specializzato. Queste fotografie intendono promuovere il ritorno a lavori manuali e artigianali che rischiavano di scomparire, come ad esempio quello del sarto o del calzolaio.

374 Villa nuova, Sette fonti e Mille fiori non sono stati analizzati in quanto non rientrano in nessuna delle sei categorie.

Figura 14: brano per promuovere l’amore per la lettura.

Fonte: L. Verri, Costruiamo, La Scuola, Brescia 1962, p. 18.

171

«In nessun caso – scrive l‟autore – l‟uomo lavora solo con le mani, sempre queste sono guidate dall‟intelligenza e dalle cognizioni, molto più oggi in cui ogni lavoro richiede l‟uso di attrezzi e di macchine complicate»375. E aggiunge «non vanno dimenticate le donne addette ai lavori domestici nella propria famiglia»376, confermando così lo stereotipo femminile di madre e moglie.

Molte pagine rimandano alla vita del contadino, chiamato al lavoro dal sole377 e il cui frutto delle fatiche di un intero anno è sempre soggetto al clima e al tempo378; alla vita dell‟operaio trascorsa quotidianamente nell‟officina tra macchine, cinghie e utensili di ogni genere379. Non mancano no-zioni agrarie e industriali e informano-zioni relative all‟assistenza sociale e alla previdenza, alla tutela del lavoratore, ai rapporti professionali, alle assicurazioni, ai sindacati, agli infortuni sul lavoro, alle leggi che tutelano il lavoro minorile e femminile, all‟igiene sul lavoro e a quello personale, ecc.

Alle regole ortografiche e grammaticali segue la parte dedicata alla corrispondenza, completa di esempi di lettere rivolte a parenti, amici o colleghi. Dato l‟alto numero di emigranti che negli anni Sessanta lasciarono il Paese in cerca di una prospettiva di vita migliore, anche le nozioni di geogra-fia sono arricchite da informazioni relative alle reddito percepito nei vari Paesi europei.

Molto interessante appare, nelle pagine dedicate alla religione, il riferimento a San Giuseppe Cala-sanzio, proclamato il 27 agosto 1948 Santo patrono e protettore delle scuole popolari. Si racconta che fosse vissuto nel Cinquecento, periodo in cui «molti erano del parere che istruire la povera gen-te fosse un danno. I fanciulli del popolo – si diceva – devono restare ignoranti»380. Quando il Santo dalla Spagna si recò a Roma aprì una scuola per educare i giovani dediti alla vita della strada e così

375 L. Verri, Costruiamo, La Scuola, Brescia 1962, p. 145.

376 Ibidem.

377 Ivi, p. 37.

378 Ivi, p. 39.

379 Ivi, p. 40.

380 Ivi, p. 78.

Figure 15 e 16: pagine interne del testo in cui vengono illustrati due esempi di mestieri utili da imparare.

Fonte: L. Verri, Costruiamo, La Scuola, Brescia 1962.

172 si affermarono le Scuole Pie che non si limitarono ad insegnare l‟alfabeto, ma impartirono anche le-zioni di educazione professionale per avviare i giovani all‟apprendimento di un mestiere381.

Il testo si completa con l‟insegnamento della storia d‟Italia, della matematica e della geometria, nonché dell‟educazione civica, disciplina fondamentale nella Scuola popolare.

Molto simile risulta l‟impostazione del testo Un passo avanti, anch‟esso per i corsi popolari di tipo B. Significative sono le due immagine che aprono il testo: quella in copertina accosta gli strumenti scolastici – libri, quaderni e penne – agli strumenti di lavoro – martello, vanga e spatole; quella sul frontespizio ritrae un gruppo di persone, giovani, adulti e anziani – tra i quali emerge una sola don-na sulla soglia dell‟edificio – che si recano a scuola con il libro in mano e con indosso ancora gli abiti da lavoro.

381 Ivi, pp. 78-79.

Figura 17: copertina di Costruiamo, testo per le scuole popolari.

Figure 18 e 19: copertina e frontespizio di Un passo avanti, testo per le scuole popolari.

173 A differenza di Costruiamo, in questo testo tra le discipline scolastiche di base, quali storia, geogra-fia, matematica, geometria, mancano la grammatica e la lingua italiana, perché si presupponeva che uno studente del corso B avesse già imparato a leggere e a scrivere. Ampio spazio però è dedicato anche qui alle letture. Quelle di natura morale e religiosa aprono il testo, quelle narrative lo chiudo-no. Quest‟ultima parte dedicata alla lettura inizia con una poesia intitolata “Il Muratore e la casa” e viene utilizzata dall‟autore per paragonare la cultura ad un edificio382:

Iniziamo le letture e l‟anno scolastico con una visione di lavoro: quella del muratore che, con la sua assidua e lenta fatica, costruisce la casa, il tempio, l‟officina.

Solida sulla base che s‟affonda nel grembo della terra, l‟edificio s‟innalza con le sue mura, pian piano, ma pos-sente e sicuro per l‟opera faticosa delle mani di chi lo costruisce. Alla sommità svetta un alberello, nel vento e nel sole, simbolo di poesia che sovrasta la realtà, annunzio di opera compiuta, offerta ed augurio.

Come il muratore, anche noi dobbiamo essere portati in alto dalla nostra fatica383.

I brani hanno come protagonisti persone povere, contadini, feriti di guerra oppure parenti emigrati che hanno fatto fortuna all‟estero384. Il lavoro occupa una parte cospicua del testo che tratta di igie-ne sul lavoro, infortuni professionali, sicurezza e pronto soccorso, protezioigie-ne sociale del lavoratore;

continua con nozioni relative al mondo agricolo, al mondo industriale, al commercio, al settore dei trasporti, alla caccia e alla pesca, alle miniere e alle materie prime.

382 La complessità della società ha successivamente portato al passaggio della metafora della conoscenza come edificio alla metafora della conoscenza come rete per indicare l‟interconnessione tra i vari campi del sapere e le posizioni cen-trali e periferiche che di volta in volta possono occupare i vari elementi della conoscenza (Cfr. F. Frabboni, F. Pinto Minerva, Manuale di pedagogia generale, cit. p. 180).

383 G. Villa, Un passo avanti. Testo per le scuole popolari. Corso tipo B, Fratelli Fabbri Editori, Milano S.d., p. 167.

384 Ivi.

Figura 20: pagina interna del testo Un passo avanti.

174 In appendice si trova una descrizione fisica e geografia dell‟Italia, percentuali inerenti alla popola-zione e ai lavori italiani, l‟ordinamento dello Stato italiano e nozioni di educapopola-zione civica.

Quest‟ultima, tuttavia, connessa alla finalità della Scuola popolare, avrebbe dovuto occupare un po-sto centrale nel tepo-sto.

Per nuove frontiere è rivolto invece ai frequentati dei corsi C. Spicca subito l‟impostazione religio-sa del testo, che in alcune parti sembra essere maggiormente adatto all‟infanzia, piuttosto che all‟età adulta. Ad esempio nei brani dedicati alla famiglia, definita «il luogo dove l‟esperienza del fanciullo si realizza più che altrove»385, numerosi sono i riferimenti alla “mamma”, al “babbo”, alla “non-na”386. La parte dedicata al lavoro comprende riferimenti ai mestieri all‟epoca più comuni (contadi-no, operaio, minatore, boscaiolo, pescatore, pastore), brani che rimandano alla guerra e al ritorno in Patria o agli emigranti. Il carattere religioso emerge anche nelle pagine relative all‟educazione civi-ca e ai diritti dell‟uomo, predicivi-cati da Gesù387. La parte centrale del testo racchiude gli insegnamenti delle discipline di base, quali aritmetica, geometria, geografia, storia, quest‟ultima affrontata con un‟eccessiva enfasi sull‟importanza e sul valore della “Patria”388; vengono presentati inoltre profili di personaggi illustri, di scrittori, di santi, ecc. Il testo si chiude con gli elementi di vita pratica, ov-vero i sistemi monetari, i telegrammi, le cambiali e altri documenti di uso comune, la corrisponden-za e nozioni di economia domestica.

385 D. Zanin, Per nuove frontiere. Tipo C. Casa editrice Beneventana, Benevento 1962, p. 31. Il corsivo è mio.

386 Ibidem.

387 Ivi, p. 65.

388 Ivi, p. 69.

Figura 21: copertina di Per nuove frontiere, testo per le scuole popolari

175 Fra noi, essendo un testo per l‟aggiornamento culturale dei lavori, appare molto più completo e corposo dei tre manuali precedenti. Si apre con una dedica rivolta ai lavoratori e alle lavoratrici e con una preziosa prefazione di Aldo Agazzi389, che tocca sapientemente tutti quegli elementi costi-tutivi di una didattica attiva e ancorata alla vita concreta e di un processo educativo e formativo da costruire mediante una sana collaborazione tra maestro e allievo e che vada oltre l‟alfabetizzazione e oltre l‟aula, per elevare l‟uomo non solo culturalmente, ma anche moralmente e civilmente.

389 Questo volume si può inquadrare, contemporaneamente, fra i libri per le scuole, i corsi, le istituzioni educative e d‟istruzione per lavoratori, come, più latamente, in quel tipo di letteratura per l‟elevazione spirituale e culturale dei lavoratori, che da alcuni anni va prendendo corpo anche da noi, e di cui si sente ancor più l‟esigenza.

Considerato in funzione più specificatamente scolastica, FRA NOI si presenta come un libro di testo – letture e sussi-diario – strumento di quell‟attività in comune tra «scolari» e insegnante in cui deve consistere la scuola, tale da pro-porre od offrire la materia per gli esercizi e le applicazioni domestiche dei primi, e da rendere possibile, più rapida e più feconda, l‟opera del secondo.

Ma, anche come libro di testo, il volume si fa subito notare per alcuni suoi caratteri e pregi particolari di natura forma-tiva e didattica.

Presupponendo, cioè, già acquisita una certa preparazione, esso non indugia in ripetizioni d‟una materia già nota, ma bada, piuttosto, a completarla, mirando, nello stesso tempo, a una organizzazione del sapere e delle stesse nozioni più sistematica, precisa e, anche, abbreviata (es. grammatica, aritmetica, geometria, presentate inoltre, didatticamente, col metodo di casi vivi e dei fatti concreti prima delle definizioni e delle regole, che, avvedutamente, non precedono, ma seguono).

Nella consapevolezza […] che il manualismo scolasticistico inaridisce al posto di suscitare i motivi e gli slanci dell‟anima, e gli orientamenti dello spirito verso gli ideali e valori vissuti, la parte culturale vi è costituita principal-mente da letture (es. religiose, sul carattere, di storia, geografia, scienze, sul lavoro umano), le quali presentano aspet-ti, momenti ed eventi della vita, della civiltà e della natura, in forme animate e concrete, di questioni e di problemi vis-suti. Queste letture, unite ai racconti con cui si apre il libro, costituiscono in tal modo una vera e propria antologia esi-stenziale, in cui si raccolgono motivi d‟arte letteraria e di vita, di spiritualità e di coscienza civile e professionale inte-riore per una più alta dignità personale.

Alcuni dei passi di questo complesso di lettura potranno forse, in certi casi, essere stimati “troppo difficili”, e potreb-bero esserlo senz‟altro anche più in generale, se riguardati in una concezione scolastica mantenuta ancora in prospet-tiva limitatamente elementaristica, vale a dire d‟una scuola per fanciulli e ragazzi, anziché per giovinetti, perfino adul-ti; e, sovra tutto, se pensati nell‟atmosfera di una scuola chiusa, quasi, nella sola angustia delle pareti dell‟aula, anzi-ché naturalmente e intenzionalmente aperta a tutta una molteplicità di più ampie e diverse esperienze tanto di cultura quanto di lavoro e di vita.

Certe letture potranno apparire ed essere “difficili”, in sé, ma in educazione, e quindi in classe, il problema non è tanto di “far legger” delle pagine, ma piuttosto di “leggere insieme”, anzi di “insegnare come si legge” (pensando, riflet-tendo, cogliendo sfumature e sensi riposti, animando e ampliando il testo): in modo da rendere sempre più capaci i giovani di leggere per conto proprio il libro e il giornale, e di ricercarli per un bisogno dello spirito e secondo gli inte-ressi della vita. Con questi racconti, cioè, son da fare “saggi di lettura”, in comune; essi devono costruire un tramite verso la biblioteca di classe, la biblioteca e le riviste delle sedi delle associazioni dei lavoratori, i libri e i giornali per-sonalmente acquistati; in un esercizio di riflessione e di attività mentale che si articoli con il mondo degli altri mezzi di informazione, di cultura e di esperienza di massa, quali sono, oggi, la radio, il cinema, la televisione, il teatro.

Una scuola del lavoratore del giorno d‟oggi, nel mondo d‟oggi, non può eludere questi problemi di preparazione a una vita e a un lavoro fatti “più difficili”, e tali da richiedere, perciò, una cultura e una capacità di livello superiore a quel-lo sufficiente fino a ieri. E i quest‟orine di considerazioni il libro che Nino Rigatti ha preparato – dedicandoquel-lo ai lavo-ratori e alle lavoratrici – può essere appunto validamente indicato per i “corsi popolari di tipo C” per la parte di “cul-tura generale” dei vari corsi per lavoratori.

Ma impostato come esso è in vista della formazione di una viva coscienza umana, civile, sociale, civica, politica del la-voratore, animata dal senso dei valori che fondano e nobilitano la persona e di quelli supremi, nella rivelazione e nella forza che ad essi è venuto a portare il Vangelo; e composto, com‟è, in funzione dell‟elevazione culturale del lavoratore in questa nostra epoca, nella quale sta rapidamente maturando la terza rivoluzione industriale e in cui la evoluzione sociale in senso democratico che si va irresistibilmente svolgendo, ha portato chiunque al rango di soggetto attivo della vita pubblica, tanto che non è più concesso, nel mondo attuale, essere lavoratore e cittadino e uomo, restando incolto e impreparato; questo libri può essere anche riguardato, più in generale, come un “manuale del lavoratore”, che, anche fuori di una scuola, può indirizzare, con le sue suggestioni, con la ricchezza dei suoi motivi e dei suoi contributi di sa-pere e di stimolo, verso più ampi e maggiori approfondimenti, al personale autoperfezionamento del lavoratore stesso, al quale può essere, perciò, provvidamente indicato e suggerito, ed utilmente offerto in dono (A. Agazzi, Prefazione, in N. Rigatti, Fra noi. Per l‟aggiornamento culturale dei lavoratori, Editrice La scuola, Brescia 1965, pp. 5-7).