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Capitolo III La Scuola popolare per adulti nel Subappennino Dauno (1947-1982)

3. La Scuola popolare nel Subappennino Dauno: analisi qualitativa

3.8. Scuola e televisione

Negli anni Sessanta del Novecento, accanto ai corsi popolari, anche la televisione divenne un im-portante strumento di lotta contro l‟analfabetismo.

Secondo Roberto Farné

nei primi vent‟anni circa della sua storia, la televisione pubblica era animata dall‟idea di essere lei a guida-re/formare il pubblico, quello dei bambini come quello degli adulti. In questo senso, l‟appellativo “televisione pedagogica”, spesso attribuito alla RAI di quegli anni, […] è […] un tratto fondamentale della nostra più

351 Cfr., tra gli altri, ASL, Registro di classe della maestra O. I., corso A femminile, Lucera, anno scolastico 1952-1953, Diario delle lezioni, pp. 8-15.

352 ASL, Registro di classe della maestra D. G. S., corso A femminile, Lucera, anno scolastico 1951-1952, Diario delle lezioni, p. 9.

353 ASL, Registro di classe della maestra F. E., corso A femminile, Lucera, anno scolastico 1949-1950, Diario delle le-zioni, pp. 7-12.

354 Cfr. B. De Serio, Abbandoni e solitudini. Storie di infanzie e di maternità negate, cit., p. 51.

355 B. De serio, Il sapere femminile tra cura degli altri e cura di sé, in D. Dato, B. De Serio, A. G. Lopez, Dimensioni della cura al femminile. Percorso pedagogico-letterario sull‟identità di genere, cit., p. 35.

356 ASL, Registro di classe della maestra F. A., corso B femminile, Lucera, anno scolastico 1950-1951, Diario delle le-zioni, p. 11.

357 ASL, Registro di classe della maestra D. G. S. I., corso A+B femminile, Lucera, anno scolastico 1948-1949, Crona-che di vita della scuola. Osservazioni sugli alunni, p. 22.

164 tante agenzia di comunicazione, insieme alla scuola […], e che proprio per questo ha contribuito allo sviluppo culturale del Paese358.

La Rai degli anni Sessanta e Settanta «era riuscita a conciliare l‟offerta di intrattenimento con una buona proposta culturale»359 anche grazie alla collaborazione che intraprese con il Ministero della Pubblica Istruzione.

Uno dei programmi televisivi più noti in tal senso resta Non è mai troppo tardi, condotto dal mae-stro Alberto Manzi. Le sue lezioni portarono milioni di persone al conseguimento della licenza ele-mentare, obiettivo raggiunto anche grazie alle doti comunicative e alle competenze pedagogiche del maestro Manzi. Egli sottolineava: «il merito di essere arrivati a circa un milione e mezzo di persone che, a quanto si dichiarava, avevano imparato a leggere e scrivere, non è tutto mio. Io sono stato il pupazzo, quello che stuzzicava l‟interesse della gente; il merito è dei duemila maestri mandati dallo Stato nei vari punti d‟ascolto e che, dopo le trasmissioni televisive, dovevano seguire le persone dei loro effettivi apprendimenti»360.

Da qui il collegamento ai corsi popolari televisivi locali.

Essi vennero istituiti anche a Lucera e non solo arricchirono l‟esperienza della Scuola popolare lo-cale, ma permisero al Comune dauno di partecipare attivamente ad una pagina di storia nazionale profondamente significativa.

Tali corsi furono solo due: uno A maschile attuato nell‟anno scolastico 1960-1961, l‟altro A+B ma-schile svolto l‟anno seguente.

Nel registro del primo l‟insegnante scrisse:

Mi è stata conferita la nomina dal Provv. agli Studi di Foggia di un corso popolare ad indirizzo te-levisivo organizzato per la prima volta dal Ministro della Pubblica Istruzione in collaborazione con la RAI per adulti analfabeti. Essendo un corso diverso dagli altri, ma avendo sempre lo scopo di combattere l‟analfabetismo mi accingo a tale compito con buona volontà. La trasmissione che si svolge tre volte alla settimana, ha per titolo “Non è mai troppo tardi”. È un valido sussidio didatti-co e spero che risponda alle didatti-concrete esigenze degli alunni analfabeti361.

Un mese dopo l‟inizio del corso fu «istallato il televisore e gli alunni contenti hanno assistito in si-lenzio la presentazione della lettera „t‟»362.

L‟unicità di tale corso e i vantaggi che esso offrì vennero ribaditi anche dal Direttore didattico che andò a visitare la scuola nel mese di gennaio:

Stasera ho avuto la visita del Direttore didattico. Si è trattenuto a lungo nella mia aula e prendendo spunto dalla lezione televisiva, cui aveva assistito, ha esposto agli alunni l‟importanza e la grande funzionalità di questa trasmissione: «Seguendo con zelo e diligenza, egli ha detto, questo particola-re corso popolaparticola-re avparticola-rete la possibilità di appparticola-rendeparticola-re tutto ciò che nella vita non ameparticola-reste, senza una formazione spirituale e intellettuale. Per interessamento del Ministero della P. I., che permette

358 R. Farné, Alberto Manzi. L‟avventura di un maestro, cit., p. 120.

359 A. Grasso (2004), Storia della televisione italiana, Garzanti, Milano 2008, p. XXXIV.

360 Intervista ad Alberto Manzi, in R. Farné, Alberto Manzi. L‟avventura di un maestro, cit., pp. 145-146.

361 ASL, Registro di classe della maestra D. B. N. M., corso A maschile televisivo, Lucera, anno scolastico 1960-1961, Diario delle lezioni, p. 6.

362 Ivi, p. 7.

165 a tutti gli adulti analfabeti di assistere a queste trasmissioni culturali visive, si allargheranno gli orizzonti troppo limitati di coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscere a tempo la gioia della scuola. L‟ignoranza rende l‟uomo simile alle bestie perciò nessuno dovrebbe disertare la scuola. Prendendo spunto poi dal titolo della trasmissione ha ripetuto che per ognuno e a qualsiasi età “non è mai troppo tardi” per imparare, l‟importante è che si cominci. Ha citato a questo pro-posito Vittorio Alfieri, che avendo capito l‟importanza del sapere a 27 anni cominciò a studiare, di-ventando così un grande scrittore del ‟700. Infine ha pregato i giovani di estendere l‟invito ad im-parare a tutti coloro che ne sentono il bisogno o che comunque non hanno i mezzi necessari per farlo. Mi auguro che alla fine di questo corso ognuno di voi possa dire a se stesso: ho imparato qualcosa»363.

È molto interessante, inoltre, notare come le preziose pagine di questi registri, conservando memo-rie scolastiche locali, divengano al contempo fonte di memoria storica nazionale:

10-1-1961. Presentazione della lettera “b”. In occasione di tale lettera alla televisione hanno pre-sentato due personaggi inizianti con la lettera “B” maiuscolo – Gino Becchi e Bartoli364.

8-3-1962. Dopo aver ascoltato per televisione la lezione di storia: “1a spedizione dei Mille” ho fat-to riassumere ai giovani la lezione mediante un‟esercitazione scritta365.

In tal modo “storia” e “storie” si intrecciarono dando vita ad un fenomeno unico e irripetibile.

L‟incontro tra scuola e televisione emerge anche grazie ad un‟altra trasmissione, andata in onda per la prima volta nel 1959 e condotta da Mike Bongiorno, Renato Tagliani ed Enzo Tortora. Si tratta di Campanile sera, programma che prevedeva una gara tra città meridionali e città settentrionali che si sfidavano attraverso domande e giochi atletici. Esso promuoveva la conoscenza dei Comuni italiani, nonché dei loro usi e costumi, e contemporaneamente elargiva nozioni di cultura generale366.

La trasmissione nel dicembre 1960 raggiunse anche Lucera, che si aggiudicò una puntata vincendo contro il Comune di Cento, e tale avvenimento, come si legge in un registro di classe di un corso popolare istituito nella zona rurale di Centrogallo, divenne un‟importante stimolo motivazionale per i ragazzi e gli adulti frequentanti:

12-10-1960. Si è saputo che nel nostro paese dovrà farsi un importante gioco televisivo “Campani-le sera”. Commenti e spiegazione. […]

14-12-1960. La vigilia del grande e tanto atteso gioco televisivo. Struttura e spiegazione di esso.

15-12-1960. Finalmente il giorno tanto agognato. È per tutti una cosa sui generis, ma per questi poveri ragazzi è un avvenimento del tutto eccezionale e che a loro interessa tanto.

16-12-1960. Stasera, entrando in classe, vedo sui volti dei miei alunni, una gioia, i loro occhi bril-lano per il forte entusiasmo. Abbiamo vinto a “Campanile sera”; quasi tutti i ragazzi si sono recati

363 Ivi, p. 9.

364 Ivi, p. 8.

365 ASL, Registro di classe della maestra R. C., corso A+B maschile televisivo, Lucera, anno scolastico 1961-1962, Diario delle lezioni, p. 15.

366 Cfr. http://www.ilmattinodifoggia.it/news/almanacco-dauno/19185/oggi-22-dicembre-1960-lucera-vince-campanile-sera-arrivano-buongiorno-tortora-sampo.html consultato il 20-08-2015.

166 in piazza Duomo ed hanno seguito con interesse la trasmissione. Abbiamo conversato a lungo sul nuovo accaduto.

19-12-1960. Tema: “Campanile sera”.

22-12-1960. Questa sera abbiamo ancora la famosa trasmissione televisiva. Gli alunni mostrano grande interesse per questa trasmissione, perciò cerco di illustrargliela nel migliore dei modi.

23-12-1960. Lucera ha perduto al grande gioco televisivo. Commenti di ogni specie367.

La televisione rappresentava una novità in quel periodo e solo poche famiglie ne possedevano una, sicuramente non quelle appartenenti a ceti sociali inferiori. Pertanto, come affermò giustamente la maestra, costituì sì una innovazione per tutti, ma per le persone più povere fu un avvenimento del tutto eccezionale, poiché rivoluzionò completamente la società. Essa tese ad unificare la nazione linguisticamente, stimolando all‟apprendimento della lingua italiana soprattutto coloro che si espri-mevano solamente in dialetto; permise di viaggiare in maniera istantanea pur restando nelle proprie case; consentì di entrare nella vita di altre persone intrecciando in tal modo pubblico e privato; mise in relazione tutti gli individui che in un determinato momento assistevano alla stessa trasmissione, erodendo il tempo e creando spazi comuni368.

La necessità di affiancare l‟educazione alla televisione si impone – oggi come ieri – a causa della pervasività dell‟immagine che, come sosteneva Alberto Manzi, ha una grande forza di persuasione e può dare all‟umanità «quel che vuole, può trasformare come vuole gusti, idee e sentimenti. […]. La massa riceve i “principi”, le idee elaborate da pochi, sotto forma di immagini»369. Per questo motivo occorre un ragionamento critico e riflessivo che ci aiuti ad interpretare il significato e soprattutto il messaggio dell‟immagine, che altrimenti viene accettato passivamente.

Si comprende bene come negli anni Sessanta, periodo in cui in Italia il numero di analfabeti era an-cora molto alto, la televisione rappresentò da un lato una novità e una svolta eccezionale che inve-stiva la vita dell‟individuo sotto tutti i punti di vista, dall‟altro lato, però, poteva anche divenire un‟arma pericolosa attraverso cui pochi individui riuscivano ad esercitare il proprio potere sulla massa. Da qui l‟esigenza di un processo formativo in grado di educare ad un uso corretto e consa-pevole del medium, valorizzandone le importanti possibilità offerte e limitando il controllo che esso mantiene sull‟individuo.