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naturali

La tendenza a creare un legame di tipo affettivo con una figura specifica, ha una base innata e non può essere in alcun modo appresa (Merlano, 2008). Cani e uomo sono individui nei quali il fenomeno di attaccamento è obbligatorio, per queste specie si tratta infatti, di un fenomeno biologico senza il quale la sopravvivenza dell’individuo diventerebbe piuttosto complicata (Dehasse, 2011).

Dehasse (2011) definisce l’attaccamento uomo-cane come una sorta di dipendenza emozionale, che procura al soggetto una sensazione piacevole. Tale sensazione di piacevolezza, è legata ad un elemento esterno, sia esso un individuo o un oggetto e provoca nel cane la ricerca dell’soggetto/oggetto di attaccamento (persona/cane/cosa) quando non è presente. L’allontanamento da tale elemento provoca una sensazione di mancanza che spinge il soggetto alla ricerca dell’”oggetto” di attaccamento (Dehasse, 2011).

Il processo di attaccamento del cucciolo alla madre, crea nel cucciolo stesso una sensazione di appagamento derivante dalla sensazione di sicurezza che deriva dalla presenza della medesima e dall’emissione di feromoni a livello del solco intermammario (Colangeli e Giussani, 2008).

Solitamente, nel cane, l’attaccamento è rivolto verso un altro essere vivente, sia esso uomo o un altro cane, alle volte si assiste ad un attaccamento nei confronti di un oggetto o dell’ambiente (Dehasse, 2011).

Ciò che ha contribuito a favorire la domesticazione nel cane è stato proprio l’attaccamento alla specie umana, venivano selezionati, tramite l’accoppiamento, solo quei soggetti che non presentavano eccessiva autonomia e questo a condotto a selezionare, modificandolo geneticamente, un cane sempre più dipendente dall’uomo (Dehasse, 2011).

Il processo di attaccamento è caratterizzato da diverse fasi:

- attaccamento neonatale: quando si verifica la nascita dei cuccioli, la madre si attacca ad

essi, ciò sembra sia dovuto alla presenza di feromoni, detti feromoni d’adozione, presenti nel liquido amniotico che bagna i cuccioli. Questo attaccamento favorisce la messa in atto delle cure parentali come nutrizione per mezzo dell’allattamento e protezione del nido dai predatori. Senza questo legame di attaccamento, i cuccioli verrebbero abbandonati al loro destino ed andrebbero incontro a morte certa (Colangeli e Giussani, 2008).

Quanto descritto, ha valenza per le cagne primipare, nelle pluripare, la sola vista dei cuccioli al momento della nascita, è sufficiente a far insorgere il legame di attaccamento (Colangeli e Giussani, 2008).

Sono principalmente tre i fattori che determinano l’attaccamento della madre ai cuccioli: 1. fattori neuroendocrini come gli steroidi sessuali;

2. fattori meccanici dati dalla stimolazione vaginale;

3. fattori feromonali come i feromoni d’adozione di cui abbiamo pocanzi parlato (Merlano, 2008).

Al momento della nascita le capacità sensoriali del cucciolo sono molto limitate, esso percepisce la madre solo per mezzo di tatto ed olfatto e solamente tra le 2 e le 3 settimane di vita sarà in grado di utilizzare vista ed udito (Dehasse, 2011).

Trascorsi 4-5 giorni dalla nascita dei cuccioli, a livello del solco intermammario della cagna, inizia la secrezione dei feromoni d’appagamento che favoriscono la nascita del legame di

attaccamento primario (Colangeli e Giussani, 2008). A questo punto il legame tra madre e

cuccioli diventa biunivoco (Merlano, 2008). I cuccioli si attaccheranno anche ai fratelli di cucciolata. La madre costituirà per il cucciolo la base sicura, ma nonostante questo legame molto forte, il cucciolo sarà in grado di attaccarsi anche ad altri individui sia conspecifici che eterospecifici (Dehasse, 2011).

- Rottura del legame di attaccamento primario: quando si verifica l’eruzione dei denti da

latte, la suzione del latte da parte dei cuccioli diviene fonte di dolore per la madre, che comincia ad allontanare i cuccioli stessi e a gradire sempre meno che si approccino alla mammella per nutrirsi. Nello specifico verranno tenuti a distanza per primi, i cuccioli di sesso maschile che verranno fatti dormire lontano dal nido e potranno avvicinarsi solo conseguentemente al permesso accordatogli dalla madre (Colangeli e Giussani, 2008).

- Distacco pubertario: quando sopraggiunge la pubertà, i cuccioli divengono adolescenti. In

questo periodo iniziano a produrre feromoni sessuali. A questo punto, il distacco, che aveva avuto inizio nella fase precedente, diviene definitivo. Ai cuccioli è riservato un trattamento diverso a seconda del sesso di appartenenza: i maschi verranno allontanati dalla madre e dagli individui di sesso maschile facenti parte del gruppo sociale; le femmine rimarranno insieme alla madre fino all’epoca del primo o del secondo calore successivo della madre stessa, ciò consentirà loro di apprendere le cure parentali osservando le successive gravidanze della madre. La rottura del legame di attaccamento procura un disagio emozionale ai cuccioli, tale disagio viene placato dall’insorgenza di un nuovo legame di attaccamento, che si instaura nei confronti del gruppo sociale di appartenenza (Colangeli e Giussani, 2008).

- Attaccamento alla famiglia d’adozione: quando il cucciolo viene adottato da una famiglia

umana, deve essere capace di elaborare correttamente il distacco dai fratelli e dalla madre; inoltre deve essere in grado di creare un nuovo legame di attaccamento nei confronti della famiglia adottiva (Dehasse, 2011). Grazie alla doppia impregnazione, il cucciolo è in grado

di trasferire il legame di attaccamento primario ad un componente della nuova famiglia che, diventerà la nuova figura di riferimento (Colangeli e Giussani, 2008).

In alcuni casi particolari, si crea un legame di attaccamento primario nei confronti dell’uomo, ciò accade in tutti quei cuccioli che vengono allevati con il biberon perché non hanno potuto avere una madre. Alcune volte è il cucciolo stesso ad allontanarsi dalla madre, ciò può verificarsi in seguito alla percezione di messaggi olfattivi anormali conseguenti alla presenza di un feto morto all’interno della cucciolata, o in seguito alla nascita per mezzo di parto cesareo e non naturale (Colangeli e Giussani, 2008).

Il legame tra uomo e cane è del tutto singolare, non esiste un legame di questo tipo tra uomo ed altre specie. Molti proprietari considerano il cane come un effettivo componente della famiglia e spesso lo antropomorfizzano (Voith, 1985).

Il legame di attaccamento favorisce l’insorgenza di uno stato di benessere che coinvolge entrambi componenti del binomio uomo-cane. Il cane, nello specifico, in presenza di un essere umano, diminuisce il suo stato di stress in situazioni di minaccia o timore o comunque in tutte le situazioni nuove. Pare che ciò si verifichi maggiormente nella vicinanza con l’uomo piuttosto che ad un conspecifico (Tuber et al., 1996).

Esistono differenze nella tipologia di attaccamento se consideriamo cani e lupi: Topal et al., nel 2005, eseguirono uno studio comparativo che prevedeva di confrontare i modelli di attaccamento nei cani e nei lupi allevati in cattività, come animali da compagnia. I risultati dello studio dimostrarono che i lupi, anche dopo lunghi periodi di socializzazione, non presentavano patterns comportamentali di attaccamento verso i loro proprietari mentre, i cani, mostravano tali patterns. Ciò a dimostrazione del fatto che il processo di domesticazione può aver contribuito alla creazione del processo di attaccamento (Topal et al., 2005).