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Con il termine rinforzo, viene definito un evento qualsiasi che consegue all’introduzione di un comportamento, che favorisce la ripetizione di quest’ultimo incrementando la probabilità che il comportamento stesso si ripresenti.

Con il termine punizione, al contrario, si indica un qualsiasi evento che riduce tale probabilità (Albertini et al., 2008).

Sia i rinforzi, sia le punizioni possono essere suddivisi in due tipologie: positivi e negativi. I rinforzi e le punizioni, a loro volta, possono essere suddivisi in positivi e negativi:

rinforzo positivo: questo tipo di rinforzo costituisce qualcosa di piacevole per il soggetto che lo

riceve, nello specifico, dopo l’emissione di un comportamento gradito o corretto, il soggetto riceve cibo oppure coccole oppure una gratificazione vocale o ancora viene gratificato per mezzo del gioco.

Rinforzo negativo: in questo caso, quando il soggetto mette in atto un comportamento desiderato,

ottiene la sottrazione di un evento spiacevole.

Punizione positiva: in conseguenza ad un comportamento sgradito, messo in atto dall’individuo, si

applica un evento sgradevole (sono un esempio di punizione positiva le percosse).

Punizione negativa: in questo caso, in seguito ad un comportamento indesiderato messo in atto

dall’animale, si sottrae qualcosa di piacevole per l’individuo stesso. Per esempio, i cuccioli, quando giocano insieme ai fratelli di cucciolata, spesso non presentano ancora il morso inibito, di conseguenza nei loro maldestri tentativi di gioco, può accadere che provochino dolore nel compagno di giochi che, percependo i dentini affondare nella cute, sospende il gioco. La sospensione del gioco, quindi la sottrazione di evento piacevole, per il “soggetto morsicatore” rappresenta una punizione negativa.

Secondo quanto affermato da Dehasse (2011), il rinforzo positivo e la punizione negativa sono i più efficaci strumenti per la modificazione del comportamento.

Il rinforzo presenta una caratteristica saliente, possiede la massima efficacia, se viene somministrato entro 0,5 secondi dal comportamento che si desidera rinforzare.

La punizione d’altro canto per essere efficace deve soddisfare alcuni requisiti:

- essere avversativa, ma senza raggiungere un’intensità tale da suscitare timore ed ansia nel soggetto che la riceve;

- deve essere immediata, all’inizio del comportamento indesiderato in modo che i due eventi possano essere messi in relazione tra di loro;

- deve essere sistemica, vale a dire, presentata ogni qual volta si manifesta il comportamento indesiderato.

Occorre non dimenticare la motivazione che l’individuo ha verso il comportamento indesiderato. Infatti, se la motivazione del soggetto per tale comportamento è elevata, punire il comportamento stesso, causerà una riduzione del suo ripresentarsi, ma, permanendo la motivazione latente nell’animale, questo, comunque mostrerà nuovamente il comportamento punito. Quindi sarà opportuno proporre al soggetto un’alternativa allettante che consenta di ri-orientare il comportamento (Albertini et al., 2008; Dehasse, 2011).

2.10.1 Programmi di rinforzo

Si definiscono programmi di rinforzo, condizioni in cui la ricompensa, non viene dispensata necessariamente ad ogni esecuzione del comportamento prescelto, bensì con rapporti probabilistici di tipo diverso tra risposta e rinforzo.

Il programma di rinforzo più semplice in assoluto è il “rinforzo continuo” o Continuous

Reinforcement (CFR), quando si applica questo programma ogni risposta viene seguita da un

rinforzo. Quando la risposta non viene sempre seguita da un rinforzo, si è soliti parlare di “programmi a rinforzo parziale” e la loro caratteristica è quella di dare origine ad una condizione definita “effetto di rinforzo parziale” o Partial Reinforcement Effect (PRE). In seguito all’applicazione di un programma a rinforzo parziale, la risposta va incontro ad estinzione con maggior difficoltà rispetto alla risposta abbinata ad un programma di rinforzo continuo. Quanto detto, sembra andare contro ciò che in realtà sembrerebbe più intuitivo pensare: sembrerebbe infatti più logico presupporre che una risposta rinforzata ad ogni suo presentarsi vada incontro ad un’estinzione molto più lenta rispetto ad una che viene rinforzata solo saltuariamente. La realtà dei fatti, invece, sembra essere del tutto contraria.

L’effetto di rinforzo parziale sembrerebbe conseguente ad un decremento della generalizzazione. Sembra che alcuni tipi di rinforzo parziale siano in grado di dare origine a frequenze di risposta particolarmente stabili e costanti (Rescorla e Wagner, 1972; Fester e Skinner, 1975).

Tra i programmi di rinforzo più conosciuti menzioniamo quelli a rapporto e quelli ad intervallo ognuno dei quali divisibile in altri due sottotipi. Al primo gruppo appartengono i programmi a

rapporto fisso o Fixed Ratio (FR9 e quelli a rapporto variabile o Variable Ratio (VR) in cui ciò

che viene variato è il rapporto tra il numero delle risposte e quello dei rinforzi.

Al secondo gruppo appartengono i programmi ad intervallo fisso o Fixed Interval (FI) e quelli ad

intervallo variabile o Variable Interval (VI) la caratteristica di tali programmi, è quella di

specificare il tempo intercorrente tra una risposta rinforzata ed il momento in cui sarà disponibile un altro rinforzo.

Caratteristica di ogni tipo di rinforzo è di possedere una curva di risposta diversa: - con programmi di rinforzo VR, la risposta sarà molto rapida e regolare;

- con programmi di rinforzo FI, le risposte saranno raggruppate in modo costante verso lo scadere dell’intervallo temporale;

- con programmi di rinforzo VI l’emissione delle risposte è meno rapida, ma più regolare rispetto ai programmi VR: subito dopo la dispensazione del rinforzo si assiste ad un rallentamento della risposta, di seguito, però, si osserva un rapido aumento che presenta una notevole costanza.

I programmi di rinforzo descritti, sono definiti programmi di rinforzo semplici, essi possono essere tra di loro combinati per dare origine a programmi di rinforzo complessi tra cui, il più comune, è il

programma multiplo costituito dalla sequenza di due programmi di rinforzo semplici in rapporto a

due differenti stimoli-segnali (Poli e Prato Previde, 1994).