TRA FRATELLANZA, AMICIZIA ED OMOEROTISMO
3.3 L’apprendistato della guerra: omoerotismo in contesto militare
3.3.1 Il Battaglione Sacro
In epoca arcaica e classica, in alcune fasi della vita, molte relazioni erano di tipo omoerotico (sia al femminile sia al maschile) e fungevano da rito di passaggio verso un’altra esperienza affettiva più permanente e duratura, ragion per cui è lecito affermare che anche nella letteratura greca la coppia (in senso erotico, di amanti) assumeva un significato più ampio ed esteso.
Nell’antica Grecia l’omoerotismo maschile in contesto militare contribuiva all’esaltazione dell’arete guerriera.517 L’esempio principale e più noto è costituito dal
Battaglione Sacro (Ἱερòς Λόχος) tebano, ovvero da un esercito formato da coppie di giovani di nobile origine, soldati di fanteria, mantenuti a spese dello Stato e vincolati al giuramento di vincere o morire insieme.518
515 Cf. Sergent 1986, p. 47-50.
516 Senza addentrarsi nella questione, si fa qui riferimento a quell’interpretazione secondo la quale, prima
dell’iniziazione, l’adolescente è necessariamente, per definizione, un non-uomo, il che equivale a ritenere che difetti della natura mascolina (che deve ancora definirsi). Al termine della procedura iniziatica, il giovane diventerà uomo. Sulle pratiche iniziatiche di alcuni popoli. Su questa forma di mascolinità omoerotica corrispondente al desiderio di restare fa uomini e non ad una mancanza di donne si vedano anche Dover 1978; Cantarella 1988.
517 Cf. Hanson 1994, p. 124.
518 Il Battaglione Sacro tebano era detto anche «Battaglione della città» (ὁ ἐκ πόλεως Λόχος) con
172
La fondazione del Battaglione risale all’inizio del IV secolo a.C.; Plutarco (Pel. 18) e Polieno (Strat. 2.5) sono concordi nell’attribuirla al tebano Gorgida, che sarebbe dunque stato il primo comandante di questa tipologia di unità militare. Diversamente, Ateneo (14.602a) la ascrive ad Epaminonda. Plutarco, la fonte più antica e completa sull’argomento, lo definisce un corpo scelto dell’esercito tebano, formato da centocinquanta coppie (per un totale di trecento soldati) costituite da uomini ben addestrati e legati da un rapporto di tipo omoerotico e dunque consacrati al dio Eros. Plutarco afferma che la ragione per cui il Battaglione era composto da sole coppie di amanti consisteva nel fatto che si riteneva che il vincolo affettivo fosse determinante ai fini della prestazione in battaglia. Infatti, come affermava già Platone nel Simposio (179a), l’eromenos, essendo più giovane, traeva stimolo dalla volontà di emulazione
rispetto al proprio erastes, desiderando di dimostrarsi all'altezza delle sue aspettative; d’altro canto, l'erastes aveva il compito di essere un costante esempio di comportamento eroico e valoroso, onde evitare di perdere la stima e dunque l’amore dell'eromenos. Per questi motivi, oltre che per l’impegno di proteggere il proprio compagno, ogni soldato avrebbe combattutto al massimo delle proprie capacità, garantendo il successo dell’intera formazione.519
Tornando alla testimonianza di Platone, all’inizio del IV a.C. e il filosofo espone (per bocca di Fedro) una riflessione – dal carettere teorico – sul paradigma positivo di ἀρετή, di valore, di energia, che riguarda l’amore omoerotico, un sentimento amore che
18). L'aggettivo «sacro» (ἱερός), secondo Plutarco (loc.cit.) – che a sua volta cita Platone (Symp. 179a) – sta a significare che il vincolo affettivo e amoroso è sacro in quanto ispirato dagli dèi. Sul dibattito riguardo la veridicità storica del Battaglione cf. Leitao 2002 il quale sottolinea come alcuni autori antichi, tra i quali Diodoro Siculo, omettano di menzionare che a formare il Battaglione fossero coppie di amanti, e come Plutarco, nel descrivere tale unità militare utilizzi perifrasi quali ὤς φασι («come dicono») ed ἔνιοι δέ φασι («alcuni dicono»), dunque una terminologia ambigua, oltretutto senza citare espressamente le fonti primarie dalle quali ricava queste informazioni. Secondo lo studioso, infatti, Plutarco si sarebbe basato essenzialmente sugli scritti di Platone, in cui viene esaltata la potenza dell’eros in termini di massima espressione dell’ispirazione divina (op. cit. pp. 143-69). Contro le ipotesi di Leitao, si vedano Anderson 1970, p. 158; Shrimpton 1971, pp. 310–318; Armstrong 2005, pp. 36–39; Cawkell 2010, pp. 101-102.
519 Il Battaglione si distinse nella battaglia di Tegira (375 a.C.: cf. Plut. Pel. 19) ed ebbe un ruolo di spicco
nella battaglia di Leuttra (371 a.C.; cf. Plut. Pel. 23, Agis. 31). Per più di trent'anni anni dalla sua istituzione, il Battaglione sacro di Tebe non subì mai alcuna sconfitta (fino alla Battaglia di Cheronea, 338 a.C.), contribuendo così all'egemonia tebana del periodo (Plut. Pel. 18). Pausania descive il monumento che era stato eretto dai tebani nei pressi di Cheronea per commemorare i soldati del Battaglione che erano caduti in battaglia (9.40.10); cf. anche Lethaby 1918, pp. 39–44. Sugli scavi che nel XIX secolo, a Cheronea, riportarono alla luce il luogo di sepoltura comune cf. Rahe 1981, pp. 84–87; Compton 1994, pp. 23–29.
173
nasce sempre tra due figure maschili di diversa età, ovvero tra un παῖς/ἐρώμενος (giovane amato) e un ἀνήρ/ἐραστής (adulto amante).520 Nel discorso di dice che Eros è particolarmente venerato dagli uomini e dagli dèi, poiché è il più antico tra quest’ultimi. Ma quali sono i beni più grandi tra quelli offerti dal dio dell’Amore? La risposta è la seguente: il legame tra amante e amato crea un sentimento di vergogna nei confronti di atti di pusillanimità e di zelo nei confronti di azioni virtuose (Symp. 6. 178a-179b). Viene descritto dunque l’effetto positivo che l’amore tra due uomini assume anche in guerra perché – come sé detto – l’erastes combatte arditamente per dimostrare il proprio valore all’amato (in contrasto con esempi guerrieri che hanno abbandonato lo scudo, come Alceo e Archiloco), ragion per cui nel passo si dice che un battaglione perfetto sarebbe composto da coppie di amanti.521 La conclusione di Fedro è che l’amante è più divino rispetto all’amato in quanto ispirato da Eros (179b-180b: punto di partenza per esprimere l’idea del potenziale paradigmatico dell’Eros che rende gli uomini pronti al sacrificio e ad una morte valorosa, quando necessario).522
Platone sta dunque delineando il battaglione ideale che si ritroverà nella Beozia del IV secolo a.C. e che è testimoniato anche nell’epigramma CEG 47 in cui si fa riferimento ad un rapporto omoerotico che ispira valore guerriero. Si tratta di una tavola di marmo (525-500 a.C.) ritrovata nella campagna dell’Attica, che presentava un’incisione composta di tre versi esametri e di una quarta riga extra metrum (che forniva un’informazione diversa).
Nonostante le lacune, si legge che qui in questo luogo un uomo innamorato di un giovane giurò che si sarebbe sempre comportanto con il massimo valore in battaglia, quando necessario. L’erastes Gnazio ha trovato la morte in battaglia ma ha lasciato un
520 L’erόmenos intrattiene un rapporto erotico ma al contempo intellettuale con un uomo più maturo che
viene detto anche ὁ ἐρῶν ανήρ (equivalente di ἐραστής). L’eromenos (detto anche τὰ παιδικά, nel senso, appunto, di giovane amasio) ha un’iniziazione con l’erastès, che lo porterà poi ad intraprendere una relazione di matrimonio con una donna nonché esperienze con etère.
521 Nel Simposio di Senofonte un’idea simile è attribuita a Pausania (Symp. 8.32 ss.), il quale fa esplicito
riferimento riferimento alla pratica dei Tebani e degli Elei. Ateneo, riprendendo le idee di Platone e di Senofonte, nei Ghignosofistai (13.602) cita il peripatetico discepolo Ièronimo che fa riferimento ad un passo di Tucidide che cita gli ateniesi Armodio e Aristogitone i quali, per motivazione erotica, decidono di rovesciare i Pisistratidi perché uno di questi si era innamorato di Armodio. Ateneo continua affermando che gli amanti sceglierebbero di soffrire tutto il possibile pur di non sfigurare davanti ai loro amati.
522 L’affermazione che la divinità ispira forza e coraggio negli uomini è ricorrente in Omero (Il. 10.482,
174
esempio di arete e kleos al proprio eromenos, il quale gli ha consacrato una lastra di
marmo.523 Nel terzo verso è la lastra di marmo a parlare, dicendo di essere stata consacrata
ad un certo Gnàzio, che morì durante una battaglia nel demo attico di Eroiàdo (hEroiadai). Il lessico è di tipo omoerotico. La clausola del primo verso, παιδός ἐρα[σ]θείς, richiama il verso παῖδα φιλοῦσιν ἐρασταί, nella medesima posizione, in fr. adesp. el. 2a W. (= Plat.
Phaedr. 241 d). Il termine ἐραστόν (riferito a δρόμον) ricorre nel verso finale di un’altra
iscrizione attica (CEG 301.2, 550 a.C.). Il sostantivo ἐραστής apparve per la prima volta in un frammento papiraceo attribuito ad Ibico, S 181.10 D.
Questo epigramma precede di oltre un secolo il discorso di Fedro nel Simposio di Platone, quando egli asserisce che l'esercito più forte è quello formato interamente da
erastai ed eromenoi (παιδικά), nella misura in cui nessun amante avrebbe mai rischiato
di sfigurare in battaglia agli occhi del proprio amato. Eros, dice Fedro, infonde negli amanti attraverso una spinta divina verso l’arete (ἔνθεον ποιήσειε πρòς ἀρετὴν) e ispira in loro la stessa forte passione (menos) come quella ispirata in alcuni eroi dagli dèi in Omero (Plat. Symp. 178a-180b, in part. 178d-179b). Infatti l’ardore guerriero ispirato dall’amore per la persona che si ha vicina in battaglia rende tutti parimenti eroi valorosi – Eros distilla il sacro furore d’amore a chi non ce l’ha per natura e necessita di proteggere la persona amata.
L'amore omofilo assume dunque un valore iniziatico: essendo disposto a morire in battaglia per dimostrare il proprio amore (o, probabilmente, anche a ritornare vittorioso sul piano militare e amoroso), l’erastes fornisce all’amato un paradigma di comportamento eroico.524
523 Per testo e traduzione vd. Friedlaender 1948, 63 f. (No. 59).
524 L’iscrizione CEG 47 richiama l’antico canto degli eromenoi calcidesi (PMG 873) che veniva intonato
in occasione dei banchetti citati da Pluarco, con l’analogo esempio di Cleomaco che, durante la Guerra lelantina, fu ammirato dall’eromenos per aver condotto i Calcidesi alla vittoria, sacrificando la propria vita: qui i giovani sono spronati a diventare agathoi, unendo eros e ἀνδρεία (cf. anche Plut. Amatorius 17 = PMG 873; Xenoph. Anab .7.4.7). Lo stesso tema ricorre in un’iscrizione, non metrica, su una pietra dell’Acropoli (V secolo a.C.) in cui è scritto che un certo Lysitheos dichiara il proprio amore ad Mikion per il suo coraggio (SIG3 1266). Sulle “Kalos-inscriptions” ved. Lear-Cantarella 2008. Sull’assimetria nel rapporto tra erastés
ed eromenos ved. Calame 1999, p. 180 ss. sul Simposio di Platone. Su CEG 47 ved. anche Dover 1978, p.123 s.
175