TRA FRATELLANZA, AMICIZIA ED OMOEROTISMO
3.4 Collaborazioni eroiche
3.4.2 Teseo e Piritoo
La coppia formata da Teseo e Piritoo è protagonista di numerose vicende mitiche (lo scontro con i Centauri, i tentativi di rapimento ai danni di Elena (vd. Cap.2, § 2.3.1) e di Persefone, il ratto della regina delle Amazzoni, Antiope/Ippolita). La loro discesa agli Inferi è citata nella Nekya (Od. 11.631, ove sono menzionati entrambi gli eroi) e illustrata su una fascia da scudo che riporta i nomi dei due eroi (B 2198, Olimpia, 580 a.C.): questi elementi inducono a pensare che il legame tra Teseo e Piritoo risalga ad epoca antica.587
3.4.2.1 Lo scontro con i Centauri
Stando all’Iliade, Piritoo, re del Lapiti, era figlio di Zeus e della moglie di Issione (Il.14.317-18);588 divenuto amico di Teseo, lo invita alle proprie nozze con Ippodamia, durante le quali scoppia una scontro tra Lapiti e Centauri cui prende parte anche lo stesso Teseo (Isoc. Or. 10.26; Diod.4.70.3-4).589
587 Cf. Gantz 1993, p. 277. Abbandonato dal padre Egeo, Teseo, futuro re di Atene, crebbe a Trezene con
la madre Etra e con il nonno materno Pitteo. Fin dalla giovine età, l’eroe dovette superare numerose imprese nemici e mostri (cf. Bacchyl. 18.19-30; Diod. Sic. 4.59.2-5; Apollod. Bibl. 3.217s.; Plut. Thes. 8-11, per citarne alcune). È il primo elenco di imprese tramandate (l’ordine è geografico). Cf. anche Neils 1987, pp. 5-16.
588 Piritoo come figlio di Issione, cf. Apollod. Bibl. 1.8.2
589 L’episodio dello scontro tra Lapiti e Centauri è ricordato anche in Omero. Tuttavia, se in Il.1.265 Teseo
viene appena menzionato (assieme a Piritoo), in Il.2.740-44 e in Od.21.295-303 non v’è alcun riferimento all’eroe. Probabilmente i due poemi descrivono due episodi diversi. In Il.1.262-68 Nestore allude semplicemente alla battaglia tra Piritoo, Ceneo e i loro compagni d’armi schierati contro delle fiere montane (φηρσὶν ὀρεσκῴοισι); in Il. 2.742-43 si dice che Piritoo scacciò le «Bestie irsute», i Centauri (Φῆρας ἐτίσατο λαχνήεντας) dal Pelio il giorno in cui sua moglie Ippodamia generò (potrebbe essere anche inteso come «concepì», se lo scontro è avvenuto il giorno nelle nozze) suo figlio, Polipete. Il racconto di Nestore sembra riferirsi ad una lunga campagna di lotta tra le due fazioni; certamente qualcosa di simile emerge anche da Od.21.295-303 (in cui, diversamente rispetto all’Iliade, si parla in modo esplicito di Centauri), ove si dice che tra gli ospiti di Piritoo (qui definito per la prima volta come «Lapita») v’era il Centauro Eurizione il quale, dopo aver bevuto molto vino, μαινόμενος κάκ᾽ ἔρεξε δόμον κάτα Πειριθόοιο. Di conseguenza, gli eroi lo assalirono, mutilandolo di naso e orecchie: ἐξ οὗ (dice il poeta) Κενταύροισι καὶ ἀνδράσι νεῖκος ἐτύχθη.in Omero non v’è un esplicito riferimento alle nozze: lo stesso vale per Hes. Sc.178- 90 in cui i Lapiti (assieme a Teseo, citato come in Il.1.265), vestiti di armi e spade, si scontrano con i
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Il racconto completo del conflitto (stando al quale Teseo è presente alle nozze di Piritoo, durante le quali i Centauri, ubriacatisi, diventano pericolosi e i Lapiti li affrontano) è offerto da Diodoro (loc.cit.), Ovidio (Met.12.201-3) e Plutarco (Thes.30.1- 3).590 La versione plutarchea comprende due scontri: il primo è il combattimento sorto durante le nozze di Piritoo e Ippodamia; il secondo è più propriamente una battaglia (Thes.30.3).591 L’autore afferma tuttavia che secondo Erodoto (fine V sec. a.C.) Teseo
giunse in soccorso dei Lapiti dopo che il conflitto con i Centauri era già sorto (31F27).592
Sembra che Isocrate si attenga alla medesima tradizione, sottolineando che Teseo divenne un alleato dei Lapiti e marciò contro i Centauri, che stavano per saccheggiare le città (Helen. 26).593 Qui, come in Omero, l’enfasi è posta su un lungo conflitto militare tra
Piritoo e i Centauri, e Teseo viene invitato a partecipare solo in una fase intermedia. Diodoro (4.70.3) è la prima fonte a menzionare esplicitamente, quale causa dello scontro, il matrimonio di Piritoo ed Ippodamia, sebbene sia ragionevole supporre che tale evento sia inserito, pur implicitamente, in Pindaro (fr. 166 SM) e in numerose testimonianze iconografiche di donne Lapite assalite. L’autore dice che Piritoo sposò Ippodamia, figlia di Bute, e invitò sia Teseo che i Centauri alle nozze. I Centauri, tuttavia, ubriachi, cominciano a far violenza alle donne Lapite; Teseo e i Lapiti ne uccidono alcuni e
Centauri (armati di pigne). Il fatto che i Lapiti siano rappresentati come armati di tutto punto richiamerebbe un contesto sicuramente non domestico; inoltre, non v’è menzione di donne. Cf. Gantz 1993, p. 278.
590 La versione di Apollodoro (ApE 1.21) è epitomata. L’autore riferisce che Teseo si alleò con Piritoo
perché i Centauri, invitati alle nozze, sotto gli effetti dl vino aveno tentato di violentare Ippodamia. Piritoo ingaggiò una battaglia cui prese parte anche Teseo che ne uccise molti. Il passaggio riguardante la lotta di Teseo con i Centauri al matrimonio di Piritoo non ricorre nel testo di Apollodoro, poiché è frutto di congetture da parte di Zenobio (Cent. v.33) o, meglio, dal suo interpolatore, che cita frequentemente brani di Apollodoro senza attribuzione. La congettura fu inizialmente proposta da C. Robert prima della scoperta dell'Epitome; ed stata adottata da R. Wagner nella sua edizione di Apollodoro (vd. Robert 1873, pp. 49ss; Wagner 1971, p. 147). 591 Plut. Thes. 30.3: ἐκ δὲ τούτου γαμῶν ὁ Πειρίθους Δηϊδάμειαν, ἐδεήθη τοῦ Θησέως ἐλθεῖν καὶ τὴν χώραν ἱστορῆσαι καὶ συγγενέσθαι τοῖς Λαπίθαις. ἐτύγχανε δὲ καὶ τοὺς Κενταύρους κεκληκὼς ἐπὶ τὸ δεῖπνον. ὡς δὲ ἠσέλγαινον ὕβρει καὶ μεθύοντες οὐκ ἀπείχοντο τῶν γυναικῶν, ἐτράποντο πρὸς ἄμυναν οἱ Λαπίθαι· καὶ τοὺς μὲν ἔκτειναν αὐτῶν, τοὺς δὲ πολέμῳ κρατήσαντες ὕστερον ἐξέβαλον ἐκ τῆς χώρας, τοῦ Θησέως αὐτοῖς συμμαχομένου καὶ συμπολεμοῦντος. 592 Plut. Thes. 30.4: Ἡρόδωρος δὲ ταῦτα πραχθῆναί φησιν οὐχ οὕτως, ἀλλὰ τοῦ πολέμου συνεστῶτος ἤδη τὸν Θησέα βοηθοῦντα τοῖς Λαπίθαις παραγενέσθαι, καὶ τότε πρῶτον ὄψει γνωρίσαι τὸν Ἡρακλέα, ποιησάμενον ἔργον ἐντυχεῖν αὐτῷ περὶ Τραχῖνα πεπαυμένῳ πλάνης ἤδη καὶ ἄθλων· γενέσθαι δὲ μετὰ τιμῆς καὶ φιλοφροσύνης καὶ πολλῶν ἐπαίνων ἀμφοτέροις τὴν ἔντευξιν. 593 Isocr. Helen. 26: καὶ μετὰ ταῦτα Λαπίθαις σύμμαχος γενόμενος, στρατευσάμενος ἐπὶ Κενταύρους τοὺς διφυεῖς, οἳ καὶ τάχει καὶ ῥώμῃ καὶ τόλμῃ διενεγκόντες τὰς μὲν ἐπόρθουν, τὰς δ᾽ ἤμελλον, ταῖς δ᾽ ἠπείλουν τῶν πόλεων, τούτους μάχῃ νικήσας εὐθὺς μὲν αὐτῶν τὴν ὕβριν ἔπαυσεν, οὐ πολλῷ δ᾽ ὕστερον τὸ γένος ἐξ ἀνθρώπων ἠφάνισεν.
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cacciano i restanti fuori dalla città.594 Sicuramente Piritoo è l’eroe originale e protagonista di questo episodio mitico; resta incerto il fatto se le nozze con Ippodamia siano sempre state il casus belli.595 La violenza del centauro Eurizione, nell’Odissea, potrebbe una versione precoce di tale idea. Ad ogni modo, il motivo dello scontro definitivo tra le due fazioni di Lapiti e Centauri (a seguito delle nozze di Piritoo) costituisce probabilmente uno sviluppo successivo (forse in campo artistico), atto a rappresentare l’intera scena, con la presenza di Teseo.596
Un’altra versione dell’episodio è tramandata solo da Plutarco: la fama di Teseo e delle sue gloriose imprese giunge all’orecchio di Piritoo che decide di metterlo alla prova scacciando alcune sue mandrie di bovini a Maratona. Mentre Teseo insegue Piritoo, questi si volta e affronta il suo inseguitore dirimpetto, pronto sottoporsi a qualsivoglia punizione Teseo decida per lui. Ne nasce una profonda amicizia. La versione plutarchea rappresenta l’unica testimonianza conservata che spieghi l’origine dell’amicizia tra i due eroi (Thes. 30.1-2).597
3.4.2.2 Il ratto di Antiope
Le prime testimonianze letterarie relative all’episodio sono fornite da Pindaro (fr.175 SM) e Ferecide (3F151); anche Simonide deve averne riportato notizia, dal momento che Apollodoro afferma che egli attribuì alla regina il nome di Ippolita (ApE
594 A dispetto della tradizione, in Diodoro a vincere sono i Centauri e non i Lapiti (70.4). Infatti, i Centauri
radunano tutte le loro forze contro i Lapiti, uccidendone molti; i sopravvissuti si rifugiano sul monte Pelio in Arcadia e, da lì, a Capo Malea. Il Pelio diviene così roccaforte dei Centauri che si daranno al saccheggio delle città vicine e all’uccisione di molti greci.
595 Per quanto riguarda il matrimonio di Piritoo, cf. anche Paus. 5.10.8; Schol. Od. 21.295; Hyg. fab. 33;
Ov. Met. 12.210-535; Serv.Verg. A.7.304. La moglie di Piritoo si chiama Deidamia in Plutarco, Ippodamia in Hom. Il. 2.742, Diodoro Siculo, e Igino. La scena della battaglia dei Lapiti contro i Centauri alle nozze di Piritoo fu scolpita nel frontone occidentale del tempio di Zeus ad Olimpia (vd. Paus. 5.10.8, con commento di Frazer, Paus, vol. 3, pp. 516 ss.).
596 Cf. Gantz 1993, p. 280. 597 Plut. Thes .30.1-2: [1] τὴν δὲ πρὸς Πειρίθουν φιλίαν τοῦτον τὸν τρόπον αὐτῷ γενέσθαι λέγουσι. δόξαν εἶχεν ἐπὶ ῥώμῃ καὶ ἀνδρείᾳ μεγίστην· βουλόμενος οὖν ὁ Πειρίθους ἐξελέγξαι καὶ λαβεῖν διάπειραν, ἠλάσατο βοῦς ἐκ Μαραθῶνος αὐτοῦ, καὶ πυθόμενος διώκειν μετὰ τῶν ὅπλων ἐκεῖνον οὐκ ἔφυγεν, ἀλλ᾽ ἀναστρέψας ἀπήντησεν. [2] ὡς δὲ εἶδεν ἅτερος τὸν ἕτερον καὶ τὸ κάλλος ἐθαύμασε καὶ τὴν τόλμαν ἠγάσθη, μάχης μὲν ἔσχοντο, Πειρίθους δὲ πρότερος τὴν δεξιὰν προτείνας ἐκέλευσεν αὐτὸν γενέσθαι δικαστὴν τὸν Θησέα τῆς βοηλασίας· ἑκὼν γὰρ ὑφέξειν ἣν ἂν ὁρίσῃ δίκην ἐκεῖνος· Θησεὺς δὲ καὶ τὴν δίκην ἀφῆκεν αὐτῷ καὶ προὐκαλεῖτο φίλον εἶναι καὶ σύμμαχον· ἐποιήσαντο δὲ τὴν φιλίαν ἔνορκον.
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1.16).598 A partire dal 520 a.C. la scena del ratto è documentata anche nella pittura vascolare, e sembra aver costituito il contenuto del Frontone Ovest del Tempio di Apollo ad Eretria (515 a.C. circa). Le pitture vascolari (incluse sia la cermaica tarda a Figure ere sia quella arcaica a Figure rosse, riconducibili per lo più ai ceramisti ateniesi Oltos e Misone). In quattro occasioni, vengono riportati i nomi di Teseo e Antiope; in tre di queste, tra gli aiutanti dell’eroe figura Piritoo (Londra E41; Louvre G197; New York 12.198.3; Monaco 1414599). Il fatto che Piritoo accompagni Teseo nella sua avventura è
attestato in Pindaro (loc.cit.) e probabilmente si tratta di un elemento tradizionale.600 Infatti, si legge in Pausania (1.2.1):
ἐσελθόντων δὲ ἐς τὴν πόλιν ἐστὶν Ἀντιόπης μνῆμα Ἀμαζόνος. ταύτην τὴν Ἀντιόπην Πίνδαρος μέν φησιν ὑπὸ Πειρίθου καὶ Θησέως ἁρπασθῆναι, Τροιζηνίῳ δὲ Ἡγίᾳ τοιάδε ἐς αὐτὴν πεποίηται· Ἡρακλέα Θεμίσκυραν πολιορκοῦντα τὴν ἐπὶ Θερμώδοντι ἑλεῖν μὴ δύνασθαι, Θησέως δὲ ἐρασθεῖσαν Ἀντιόπην— στρατεῦσαι γὰρ ἅμα Ἡρακλεῖ καὶ Θησέα—παραδοῦναι τε τὸ χωρίον. τάδε μὲν Ἡγίας πεποίηκεν· Ἀθηναῖοι δέ φασιν, ἐπεί τε ἦλθον Ἀμαζόνες, Ἀντιόπην μὲν ὑπὸ Μολπαδίας τοξευθῆναι, Μολπαδίαν δὲ ἀποθανεῖν ὑπὸ Θησέως. καὶ μνῆμά ἐστι καὶ Μολπαδίας Ἀθηναίοις.
Ricordando un monumento ateniese dedicato all’Amazzone Antiope, Pausania ne racconta brevemente il mito citando le versioni Pindaro ed Egia di Trezene. Stando al
598 Presumibilmente intorno all’ultimo quarto del VI o al primo quarto del V sec. a.C. fu attivo ad Atene
Simonide di Ceo, il quale compose un poema su Teseo; in esso – se di un solo poema si trattava - erano narrati almeno due episodi diversi: il viaggio di Teseo a Creta e il suo ritorno (Plut. Thes. 17.5; Simon. frr. 550-551 P.), e il ratto dell’amazzone Ippolita (Apollod. Epit. S 1.16 = Simon. fr. 551A Campbell; cfr. Athen. 13.557 a), chiamata dalla maggioranza delle fonti Melanippe o Antiope (cfr. ad es. Pindaro, fr. 175 M. con Plut. Thes. 26.1; 28.1-2; Paus. 1.2.1). Va precisato che il nome Antiope è l’unico ad apparire nelle raffigurazioni vascolari dell’episodio, cf. Cingano 2007, p. 4.
599 Cf. Gantz 1993, p. 282.
600 In Pindaro, Demofonte è il figlio di Teseo e di Antiope (fr.176 SM); Plutarco lesse in Demofonte un
nome alternativo rispetto a quello di Ippolito (Thes.28.2; ma nell’Ippolito di Euripide, la madre di Ippolito è detta «l’Amazzone», senza ulteriori specificazioni). Plutarco riporta la versione di Ferecide (paragonandola a quella di Ellanico): Teseo si muove individualmente e prende come prigioniera l’Amazzone (Thes.26.1= 3F151). Plutarco aggiunge afferma anche che, stando a Filocoro, Teseo salpa insieme ad Eracle e sopraffa Antiope (328F110). L’idea di una spedizione congiunta è riportata anche in Pausania (1.2.1). Isocrate è la prima fonte (Panath.3193) a citare l’amore come il motivo che spinge la regina delle Amazzoni a trasferirsi ad Atene. Più vicine alla versione di Filocoro (secondo cui si tratta di un’impresa condivisa e l’Amazzone costituirebbe il premio per Teseo) sono quelle di Igino (stando al quale, Ippolita è la regina mentre Antiope è un’altra Amazzone consegnata a Teseo (Fab.30)) e di Euripide (Heraclid. 215-17). Cf anche Apollod. Epit.1.16 e Diod. 4.28.1. È stato notato come in numerose raffigurazioni arcaiche ad affiancare Eracle nell’impresa contro le Amazzoni sia sempre Teseo (probabilmente sulla sconrta delle informazioni contenute nella Fedra di Sofocle e nell’Ippolito di Euripide); nelle version mitiche in cui Teseo non figura come compagni di Eracle, non è chiaro quale sia lo scopo dell’impresa e se le Amazzoni costituiscono l’obiettivo reale o solo una coincidenza (cf. Gantz 1993, p. 283).
200
primo – egli dice – Antiope fu rapita da Teseo e Piritoo; diversamente, secondo Egia di Trezene, Eracle, accompagnato da Teseo, porta avanti una lunga campagna d’assedio ai danni dell’isola della Amazzoni, Themiscyra sul Termodonte, ma non riesce a conquistarla; Antiope, essendosi innamorata di Teseo, cede le armi e consegna la propria roccaforte.
Tuttavia, la maggior parte delle fonti relative all’episodio della spedizione contro le Amazzoni riporta solo i nomi di Eracle e Teseo fra i protagonisti (Plut. Thes. 26.1, che cita Filocoro (FgrHist 328F110) e altri scrittori, tra cui Ellanico (3F151); Diod. 4.28.1; Apollod. Epit.1.16).
In ogni caso, a prescindere dal fatto che Teseo abbia accompagnato Eracle durante la spedizione contro le Amazzoni, al momento del rapimento di Antiope/Ippolita, l’eroe si muove per lo più da solo o, comunque, è lui a compiere l’azione (fatta eccezione per Pindaro e Pausania che lo nominano appena, Piritoo è presente soprattutto nelle testimonianze iconografiche).
Per quanto concerne il nome dell’Amazzone, nelle pitture vascolari di fine VI sec. a.C. ella compare come «Antiope», e probabilmente questo era il nome riportato anche da Pindaro (176 S-M), dal momento che Plutarco stesso lo usa (τῆς δὲ Ἀντιόπης ἀποθανούσης ἔγημε Φαίδραν, ἔχων υἱὸν Ἱππόλυτον ἐξ Ἀντιόπης, ὡς δὲ Πίνδαρός φησι, Δημοφῶντα. Thes.28.2). Il nome «Antiope» compare anche in Diodoro Siculo (4.28.1: riporta anche quello di «Ippolita», ma usa il primo), Pausania (1.2.1) e Igino (Fab.30, 241). Tuttavia, altre testimonianze letterarie riportano il nome di «Ippolita».601 A complicare uteriormente la questione relativa al nome dell’Amazzone, interviene quella relativa ai figli di Teseo, Acamante e Demofonte.602 Anche l'idea che l’Amazzone di Teseo fosse la madre originaria di Ippolito è stata messa in discussione: il nome di Ippolita
601 La variante in «Ippolita» è presente in Simonide (cit. in Apollod. Epit. 1.16), seguito da Isocrate
(Panath.193) e da Clidemo (323F18). Pausania suggerisce l’ipotesi che si trattasse di due sorelle (1.41.7). Apollodoro aggiunge un’ulteriore possibilità, fornendo il nome «Melanippe» (ApE1.16).
602 La tradizione epica esterna all’Iliade informa di due di loro, che giunsero a Troia con gli Achei: i nomi
tramandati sono, rispettivamente, quello di Demofonte (Piccola Iliade, fr.20 PEG9 e di Acamante (Il.Pers. argum. D.60.29). I due fratelli recuperarono la nonna Etra a Troia dov’era stata fatta progioniera dai Dioscuri ed era divenuta schiava di Elena (Apollod. Epit. 1.18). In ApE 1.18, i due fratelli figurano come figli di Teseo e Fedra, sebbene nell’Ippolito di Euripide i figli di Fedra non siano menzionati e, come s’è visto, Pindaro riferisca un’altra tradizione su Demofonte (fr.176 SM). Ippolito viene menzionato solo una volta, prima di Sofocle ed Euripide, nei Naupactia (fr. 10 PEG), ma quella euripidea resta la prima fonte in cui la maternità viene attribuita ad un’Amazzone.