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Finanziamenti destinati al Programma DREAM Strutture e risorse umane impiegate

Grafico 5.3 – Andamento in serie storica della variabile ls (dati grezzi e interpolati)

6. Life-satisfaction e modelli comportamentali: il medio e il lungo periodo Nello studio sul rapporto tra crescita economica e condizione umana, Richard Easterlin

6.4 Il benessere soggettivo e il circolo virtuoso di lungo periodo

Uno studio dell’andamento del benessere soggettivo nel lungo-periodo, tenendo presente, cioè, la durata del periodo di assistenza non può essere fatto solo con i dati in nostro possesso e

49 World Bank Policy Research Working Paper 4263, Giugno 2007

50 Si veda, ad esempio, quanto previsto da “Australian Emergency Management Institute, Community Recovery

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per questo mi sono dovuto limitare a porre questo studio in una prospettiva dinamica per fare delle ipotesi sulla presenza dell’adattamento edonico.

In termini di policy i risultati raggiunti sembrano indicare alcune strade forse già note e percorse, ovvero l’importanza di affiancare ad un intervento sanitario una serie di servizi ausiliari con lo scopo non solo di fidelizzare il paziente, ma anche di offrire a lui e alla collettività gli strumenti necessari per intraprendere un percorso di sviluppo stabile e duraturo. Tra questi servizi accessori mi sono soffermato sulla questione del benessere psichico e del capitale sociale, sulla human and social recovery non tanto nel senso di sottolinearne l’importanza, cosa che è stata fatta in maniera diffusa all’interno di studi autorevoli (Collier, 1998 e 2002; Bell, Bruhns e Gersbach, 2006; David e Li, 2008) oltre che in questa ricerca, quanto per ragionare sul valore di stimoli ripetuti che possono essere prodotti solo all’interno di un ambito sociale organizzato come nel caso del Programma DREAM.

Ragionando sugli eventi che possono avere un impatto di lungo periodo sul well-being un gruppo di ricercatori del MIT e della Harvard Business School (Mochon et al, 2008) sono giunti a formulare un’ipotesi che potrebbe avere una rilevanza anche nel caso del Programma DREAM.

Mentre alcuni eventi principali possono non avere un impatto di lunga durata sul benessere, altri che in apparenza possono essere considerati minori finiscono per avere un impatto prolungato poiché producono impulsi brevi ma frequenti; se le persone si impegnano in attività collettive con frequenza sufficiente, possono sperimentare cumulativamente un livello di benessere molto maggiore”51.

Nello studio citato ci si riferisce a una serie di attività che presuppongono una frequenza partecipativa e un’attività di gruppo come nel caso della partecipazione ai servizi religiosi, l’adesione ad attività sociali, la frequenza a corsi di yoga o la pratica di sport di squadra. A prescindere dal fatto che alcune di queste attività possono essere proposte (o meno) anche in Malawi e che la loro rilevanza è stata evidenziata anche in questo studio quando si è parlato del benessere psichico, vorrei concludere questa analisi segnalando una caratteristica del Programma DREAM che, in apparenza, non sembra essere uno strumento di policy orientato a favorire lo sviluppo di lungo periodo ma solo un modo per favorire la compliance sanitaria: il rapporto insistito con i pazienti.

I malati vengono curati e assistiti con una attenzione e scrupolo, in una maniera tale che potrebbe essere giudicata non sempre necessaria: è richiesto loro di visitare il centro a intervalli precisi, anche quando le loro condizioni sono buone e senza che venga dato loro alcun voucher o rimborso per le spese di trasporto che in Malawi sono rilevanti.

I dati raccolti non sono sufficienti a fare un’analisi completa sulla dinamica di lungo periodo della life-satisfaction perché avrei dovuto disporre di un panel e non di informazioni indipendenti riferite a diversi intervalli temporali e a soggetti differenti (grafico 6.1).

Limitando le nostre valutazioni ai dati disponibili è possibile osservare nel grafico come esista una sistematica differenza nell’andamento di lungo periodo della life-satisfaction a seconda delle caratteristiche dei pazienti. In generale, quanti hanno un livello di istruzione più basso sembrano trarre meno benefico da una fidelizzazione al Programma. Gli impulsi (boosts) continui

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cui sono sottoposti i pazienti, potrebbero non essere avvertiti, non essere recepiti nel modo giusto o non essere sufficienti per uscire o non cadere nella trappola dell’adattamento edonico. Grafico 6.1 – Adattamento edonico nel lungo periodo

Per studiare questo e altri comportamenti, i responsabili del Programma DREAM hanno cominciato a raccogliere in maniera sistematica dati socio-economici di tipo longitudinale e sono state fatte delle prime sperimentazioni sulla variazione nel tempo della condizione socio- economica52. In attesa delle opportune verifiche mi sono dovuto limitare a supporre che l’impatto positivo degli “impulsi” sia più ampio, significativo e stabile in presenza di una scelta consapevole di adesione al Programma o, comunque, quando si dispone di strumenti socio-culturali che rafforzano la consapevolezza di dover accettare i sacrifici necessari allo stare bene e a migliorare la condizione socio-economica personale e familiare. In pratica possiamo ipotizzare l’esistenza di un processo virtuoso di causalità (figura 6.2) non più circolare ma alimentato da una serie di input che ricevono i pazienti che si trovano in buone condizioni di salute, che hanno memoria della loro condizione di malattia, che sono in possesso di beni relazionali e culturali (recovery) e ricevono degli stimoli brevi ma frequenti grazie alle visite nei centri DREAM.

52 A partire dal mese di febbraio 2011 è cominciato un aggiornamento sperimentale della scheda sociale (dati socio-

economici) dei pazienti HIV+ del Programma DREAM. Con i nuovi dati longitudinali è stata fatta una prima valutazione delle dimensioni dell’impatto della cura in termini di qualità dell’alloggio e di attività lavorativa.

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Figura 6.2

Il Programma DREAM e il processo esteso causalità

Un simile ragionamento è, oggi, qualcosa di più che una semplice ipotesi di lavoro. A partire da questa ipotesi è possibile realizzare ulteriori ricerche dedicate al benessere – individuale, sociale e globale - e ai suoi meccanismi così come si è manifestato nei pazienti di Blantyre. Sarà importante, inoltre, poter verificare la correttezza di questa ipotesi anche nel caso di persone non malate di HIV/AIDS e che vengono coinvolte in percorsi di recovery sociale: tutto ciò è alla base di un modello di sviluppo più ampio e generalizzato.

Al di là dei programmi e dei progetti futuri, i dati raccolti e l’osservazione della realtà hanno permesso di evidenziare dei punti qualificanti del “modello DREAM” sui quali mi sono soffermato nella prospettiva di operare una sintesi di questa ricerca.

Accumulazione di beni relazionali e

culturali

Verifica delle condizioni di salute

Buone condizioni di salute con memoria del percorso fatto

Impulso (boost) Condizioni psico-fisiche Life Satisfaction Lavoro e reddito Outcome Impact

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