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Condizioni di salute

3. Il caso di studio e il suo contesto: il Malawi, il Programma DREAM e l’HIV/AIDS

3.3 L’attuale situazione politica ed economica del Malaw

Nel 1994, con l’elezione del nuovo presidente Bakili Muluzi, si apre in Malawi una stagione di riforme all'insegna della democrazia e del multipartitismo. Muluzi fa immediatamente scarcerare i prigionieri politici di Banda, ristabilisce la libertà di parola e di stampa e abolisce il coprifuoco notturno che, seppur non ufficiale, era stato mantenuto durante tutto il regime precedente. A livello economico il paese fatica ad imboccare la strada della modernizzazione per le carenze

29 Ibidem p. iii.

30 Ancora nel 1978 gli iscritti alla scuola primaria erano circa 675.000 ovvero meno del 15-20% della popolazione in età

scolare.

31 L'istruzione scolastica elementare in Malawi è diventata gratuita per tutti nel settembre 1994.

32 Il tasso di completamento dell'istruzione primaria (tasso di accesso a Standard 8) è del 35 per cento. Cfr. World Bank

e UNESCO (2010), The Education System in Malawi, World Bank Working Paper N. 182.

33 Le femmine sono il 50,9% del totale degli iscritti al primo anno della scuola elementare (Standard1) e solo il 43,8%

all’ultimo anno (Standard 8). Cfr. Ministry of Education. Education Management Information (EMIS) Statistics 2005.

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strutturali che ne rallentano qualsiasi prospettiva di sviluppo, mantenendo la popolazione in una condizione di arretratezza e isolamento.

Gran parte della popolazione del Malawi vive, ancora oggi, in zone rurali e l’economia dipende molto dall’agricoltura il cui valore aggiunto rappresenta (2010) il 30,5% del PIL35. L’80% circa dei malawiani sono occupati direttamente o indirettamente nel settore agricolo e nelle relative attività connesse. Le altre grandi componenti della produzione nazionale sono il commercio, che vale quasi un quinto del PIL, il settore manifatturiero (10,5% del PIL) seguito da quello, in forte crescita, dei trasporti e delle telecomunicazioni (8,5% - African Economic Outlook, 2011).

A partire dal decennio scorso il Malawi sembra aver intrapreso un cammino di sviluppo più rapido. Dopo dieci anni di presidenza Muluzi si sono tenute nuove elezioni presidenziali che hanno visto l’affermazione di Bingu wa Mutharika (2004). Il presidente ha affrontato con successo l’urgente problema di risollevare un’economia afflitta da ripetute carestie e da gravi carenze strutturali. Nel suo compito ha ottenuto dei risultati significativi grazie al sostegno dei partner occidentali e più di recente della Cina. Il principale motore della crescita economica, proseguita in modo robusto anche nel 2010 (+7,1% del PIL), è costituito dalla forte performance nel settore minerario, di quello delle costruzioni, dei servizi finanziari e assicurativi e della information technology. In un quadro di miglioramento macroeconomico complessivo si colloca anche la costante discesa dell’inflazione (tabella 3.4) che di recente si è interrotta con una successiva inversione del trend (+33,3% a dicembre 2012) a seguito anche della recente introduzione di una disciplina di libera fluttuazione del tasso di cambio, che si è resa necessaria dopo il permanente deficit della bilancia commerciale, la riduzione degli aiuti internazionali e il conseguente crollo delle riserve di valuta estera che ha caratterizzato gli ultimi mesi della presidenza Bingu.

Tabella 3.4 - Principali indicatori macroeconomici

Indicatore 1995-99 2000-04 2005-08 2009 2010

PIL – Procapite (USD) 190,7 187,9 249,1 327,3 342,7

PIL - Crescita annua % a prezzi costanti 7,0 1,9 6,2 7,6 7,1

VA Agr. - Crescita annua % a p. costanti 17,1 2,4 2,2 14,4 1,5

VA Ind. - Crescita annua % a p. costanti 3,6 -0,7 9,2 5,1 15,2

VA Serv. - Crescita annua % a p. costanti 3,5 -1,1 13,6 -1,9 0

Indice dei prezzi al consumo (var. %) 40,9 17,6 11,5 8,4 7,4

Fonte: World Bank Database

Le prospettive positive con le quali si è chiuso il decennio scorso sono, quindi, minacciate da una serie di accadimenti politici ed economici, a carattere interno e internazionale. La fine del 2010, infatti, è stato caratterizzato da una serie di avvenimenti che prefiguravano l’inizio di un periodo difficile. Tra questi spiccava l’estromissione dalla vita politica della vice presidente Joyce Banda accusata di cospirazione ai danni del presidente36.

35http://data.worldbank.org/country/malawi - accesso del 5 marzo 2012

36 Le parole usate da Bingu per spiegare il licenziamento della vice-presidente confermano la sindrome del complotto. “I

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All’inizio del 2011 le tensioni si sono trasformate in protesta diffusa, popolare, alimentata dalla crisi economica internazionale. Le manifestazioni sono entrate nell’università con il boicottaggio delle lezioni da parte degli insegnanti del Chancellor College e del Polytechnic a Zomba e Blantyre (gennaio-febbraio). Dalla fine di aprile i partner stranieri e i paesi donatori hanno cominciato a manifestare al governo del Malawi la loro grande preoccupazione fino alla protesta ufficiale37. Il Regno Unito che forniva ogni anno al Malawi 93 milioni di sterline in aiuti ha sospeso l’erogazione dei finanziamenti. Nello stesso periodo veniva bloccata una parte degli aiuti internazionali multilaterali: un duro colpo per l’economia del Malawi che dipende per circa il 40% dalla cooperazione internazionale38.

Il 20 luglio 2011 scoppiano improvvise ma non inattese manifestazioni che si concludono nella violenza e nel sangue39. Un tribunale vuole proibire le nuove dimostrazioni popolari contro la crisi economica: basta questo atto per scatenare la reazione popolare. Nelle principali città del Malawi, Lilongwe (la capitale), Blantyre e Mzuzu si registrano manifestazioni spontanee di malawiani che chiedono le dimissioni del presidente accusandolo di esercitare il potere in modo non democratico e di strozzare l’economia. Un esito senza precedenti nella storia del Malawi indipendente, un paese nel quale la crisi si aggrava e in cui “i maestri non vengono pagati da mesi, le tasse sono troppo alte, […] e diversi servizi di prima necessità sono ormai introvabili o a prezzi raddoppiati”40.

La crisi del 2011 sembra, lentamente, avviata a soluzione e il paese inizia a vedere una prospettiva al di là del tunnel che sta attraversando, pur perdurando il problema degli approvvigionamenti dei beni importati, i partiti di opposizione sembrano trovare un minimo di coesione e di volontà di partecipare alla costruzione del futuro Malawi. La chiesa cattolica, soggetto interno autorevole41 e garante della stabilità segue con attenzione la crisi, mentre i paesi donatori e le istituzioni internazionali come l’IMF pur mantenendo la loro posizione critica nei confronti del governo malawiano42, non interrompono del tutto gli aiuti che, attraverso il Global Fund, permettono anche al Programma DREAM di operare43: il clima di incertezza e di preoccupazione si percepisce, inevitabilmente, anche all’interno della struttura di Blantyre che ha ospitato la nostra sperimentazione, nel periodo in cui viene somministrato il questionario (agosto- ottobre 2011).

have sacked Joyce Banda from DPP, fault God for sacking Lucifer from heaven”.

37 Il 27 aprile 2011 viene espulso di Fergus Cochrane-Dyet, High Commissioner – Alto Rappresentante del Regno

Unito in Malawi, cui ha fatto seguito, per reazione, l’espulsione di Flossie Gomile Chidyaonga ambasciatore del Malawi nel Regno Unito.

38 http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-13205729

39 http://www.guardian.co.uk/world/2011/jul/20/malawi-riots-troops-teargas-protesters

40 L’Osservatore Romano del 19 agosto 2011, pagina 6. Le comunità religiose per il Malawi – Preoccupazione di

cristiani e islamici per la democrazia.

41 E’ sufficiente ricordare il grande ruolo avuto dalla chiesa cattolica nel corso della crisi del 2004 quando l’allora

presidente Bakili Muluzi cercò il modo di farsi eleggere per un terzo mandato, contro il dettame costituzionale. Quel tentativo fallì con l’elezione di Bingu.

42 I paesi donatori detengono il 40% del budget per lo sviluppo del Malawi e pagano gli stipendi a circa 140.000

impiegati pubblici del paese (http://www.trademarksa.org/news/imf-experts-malawi-help-revive-economy).

43 L’acquisto dei farmaci utilizzati in Malawi per la cura del HIV/AIDS avviene con denaro del Global Fund to Fight AIDS,

Tuberculosis and Malaria. Il governo fornisce a tutti i centri autorizzati i farmaci grazie ai grant del Global Fund http://portfolio.theglobalfund.org/en/Country/Index/MLW/

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Nel corso del 2012 la storia del Malawi ha registrato un nuovo rapido brusco cambiamento: il 5 aprile il presidente Bingu wa Mutharika è morto per un improvviso arresto cardiaco e al suo posto è subentrata la vice presidente Joyce Banda che solo un anno prima aveva subito una serie di azioni limitative dei suoi poteri da parte dello stesso Bingu.

Non ci sono solo le vicende politiche a segnare il presente del Malawi. L'attuale crisi economica globale, infatti, rischia di influenzare la crescita colpendo le “esportazioni che stanno affrontando la fluttuazione dei prezzi internazionali (tè, caffè, tabacco), che inducono un peggioramento nelle ragioni di scambio. La Official Development Assistance (ODA), i Foreign Direct Investments (FDI) e le rimesse degli emigrati stanno diminuendo anche a causa della crisi globale del credito”44.

Le esportazioni del Malawi, infatti, dominate dal tabacco che rappresenta il 50% della produzione destinata all’estero non sono più sufficienti a sostenere l’economia. Il resto della produzione esportata è costituito da tè, zucchero di canna, farina di soya e cotone. D’altra il prezzo internazionale del petrolio e dei suoi derivati e quello dei fertilizzanti - i principali prodotti d’importazione – sta influendo in modo molto negativo sul saldo commerciale. Le ragioni di scambio e le quotazioni delle materie prime sui mercati internazionali stanno penalizzando l’economia del Malawi.

Una delle speranze per il futuro del paese risiede nell’ampliamento del settore minerario. Di recente una multinazionale australiana45 si è impegnata in un grande progetto destinato allo sfruttamento dei giacimenti di uranio nella zona di Kayelekera nella Northern Region del Malawi e si parla anche della presenza di minerali rari molto preziosi, necessari per la realizzazione di superconduttori e acciai speciali (niobium) e anche di giacimenti di idrocarburi offshore sul fondo del lago.

Il Malawi, dunque, è un paese che ha evidenti potenzialità e vive tra chiare contraddizioni: a fronte di una possibile autosufficienza alimentare ha una produzione alimentare insufficiente per mancanza di irrigazione pur avendo molta acqua; la grande disponibilità di forza lavoro non viene impiegata nel settore minerario nazionale (ancora poco esplorato) ma si rivolge ai paesi confinanti. Alcuni limiti strutturali possono essere superati solo nel lungo periodo: le gravi carenze nel settore sanitario e dell’istruzione, la scarsa diversificazione dell’agricoltura, la realizzazione di infrastrutture (tra cui il sistema d’irrigazione). Il presente politico, economico e sociale è caratterizzato da luci e ombre per la crisi del 2011 che non si è ancora del tutto risolta, per le perduranti tensioni con i grandi partner internazionali e per la crisi economica che ancora oggi (gennaio 2013) spinge la popolazione a scendere in piazza per protestare contro la crescita dei prezzi di alcuni prodotti di prima necessità e tra questi il pane46.

Lo scenario delineato in modo rapido ci aiuta a comprendere quali siano le condizioni in cui vivono i cittadini del Malawi, i pazienti del Programma DREAM e i vincoli operativi delle ONG. La sfida che affronta DREAM quella della salute e dello sviluppo, presuppone la possibilità di andare al di là dei confini della good practice per la cooperazione internazionale per diffondere un modello che sia replicabile su tutto il territorio e, nel medio periodo, sia capace di incidere, di accrescere le

44 OECD, African Economic Outlook 2011, accesso del 2 febbraio 2012 45 Paladin Energy Ltd

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capacità di iniziativa di un segmento di popolazione sufficientemente ampio. L’idea è di trasmettere una “cultura dello sviluppo” per la quale i pazienti non sono solo degli utenti ma anche, se lo desiderano, degli stakeholder interni del Programma, degli attori interessati al futuro di un “piccolo” paese che può diventare un modello regionale.

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