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Il benessere soggettivo in una prospettiva dinamica: l’attivazione e l’adattamento edonico

Eudemonia e benessere multi-dimensionale

1.5 Il benessere soggettivo in una prospettiva dinamica: l’attivazione e l’adattamento edonico

La strada da percorre per giungere a una formulazione universalmente condivisa del concetto statico di benessere soggettivo sembra ben tracciata e probabilmente si giungerà presto all’approvazione di linee guida internazionali. Se, però, vogliamo considerare l’andamento in serie storica della lfe-satisfaction dobbiamo confrontarci con una serie di problemi teorici che sono stati esaminati senza che sia stato possibile proporre una soluzione generale. Tali problemi possono essere raggruppati facendo riferimento al concetto di hedonic treadmill o adattamento edonico (Lucas, 2005; Kahneman e Kruger, 2006; Di Tella et al, 2007; Clark et al, 2008; Oswald e Powdthavee, 2008).

Non volendo riconsiderare tutta la vasta letteratura di riferimento e volendo caratterizzare in modo puntuale il nostro approccio al benessere soggettivo, abbiamo voluto considerare quanto è stato proposto da Tibor [de] Scitovsky con il suo approccio originale e forse poco conosciuto alla teoria del comportamento del consumatore.

Scitovsky ha pubblicato nel 1976 un’opera il cui titolo originale era “The Joyless Economy: The Psychology of Human Satisfaction”. Il volume è stato ripubblicato in versione aggiornata nel 1992, ed è disponibile dal 2007 anche nella versione italiana. Nello studio si esamina l’evolversi del comportamento dell’individuo e della società e dunque si considerano anche le determinanti dinamiche del SWB.

38 Ibidem, pag. 2.

39 La soddisfazione è influenzata da fattori eterogenei: demografici, legati al livello di istruzione, alle attitudini,

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Nel suo saggio Scitovsky dà, innanzitutto, delle indicazioni di metodo agli economisti. “Rilevo la necessità che questi [l’economista] ha di scavare in profondità nell’anima del consumatore […]. Tutte le volte in cui io discuto di psicologia, mi riferisco alla psicologia fisiologica – e precisamente alla psicologia della motivazione, ossia quella branca della psicologia fisiologica che si dimostra più conforme a stabilire, estendere e correggere, dove necessario, la teoria del comportamento del consumatore degli economisti”40. Tra gli argomenti proposti da Scitovsky c’è, poi, un’indicazione su quali siano le componenti del benessere.

Abbiamo distinto sei categorie di fonti di soddisfazione, delle quali una sola è economica e misurabile. Il valore di un’altra categoria, quella dei beni e servizi non di mercato, può almeno essere stimata. Lo stesso non è invece possibile per le rimanenti quattro: soddisfazioni ‘self- stimulating’, stimolazione reciproca, esternalità e soddisfazione che deriva dal lavoro41.

L’approccio multidimensionale proposto da Scitovsky prevede una categorizzazione funzionale del benessere che differisce, in parte, da quella cui abbiamo fatto riferimento, ma, a ben guardare, la differenza è più di natura lessicale che sostanziale. Così, ad esempio, le soddisfazioni ‘self-stimulating’ riguardano l’uso del tempo e la qualità della vita. La stimolazione reciproca di cui si parla nel saggio si riferisce alle ben note componenti immateriali del benessere: affetto, apprezzamento, stima e appartenenza a reti sociali42.

E’ interessante notare, inoltre, come dietro il ragionamento sulla felicità emerga in modo chiaro l’importanza di creare ambienti sociali stimolanti. Dietro un gruppo di persone felici è verosimile che ci sia un comportamento cooperativo fondato sul rispetto, sullo stimolo ma anche sulla libertà e l’imprevedibilità. “La stimolazione proviene dall’infinita varietà delle occasioni di contatto umano, soprattutto quando ci assumiamo il rischio di “stuzzicare” e stimolare l’altra persona”43.

Un aspetto particolarmente interessante del saggio di Scitovsky è la presenza di una teoria di base per la misura, in termini dinamici, del benessere percepito. In particolare si legge:

Il comfort e il disagio hanno a che fare con la velocità, il piacere con l’accelerazione e la decelerazione delle emozioni di una persona. […] Se accettiamo tale ipotesi, dobbiamo abbandonare la vecchia teoria secondo la quale il dolore e il piacere sono i valori negativi e positivi di una scala ad una sola dimensione, qualche cosa di simile a un rilevatore edonico calibrato dalla miseria più profonda alla gioia più intensa, all’interno del quale ogni persona si situa più in alto quanto più sta meglio. […] La teoria che il comfort si accorda con il livello di reattività agli stimoli e il piacere con i cambiamenti, le variazione di quel livello si sposa bene con la saggezza convenzionale e con la nostra conoscenza introspettiva. […] Essa spiega

40 Cfr. Scitovsky, T. (2007 [1992, 1976]). The Joyless Economy: The Psychology of Human Satisfaction, revised edition.

Oxford University Press, Oxford e Città Nuova. Prefazione all’edizione del 1976

41 Ibidem, pag. 179

42 A margine di queste riflessioni sul benessere olistico bisogna ricordare che le componenti immateriali determinano,

in alcuni casi, un paradosso che possiamo chiamare il paradosso della gratuità e che riguarda i rapporti di amicizia o altri rapporti interpersonali. “Qualunque sia la ragione, quando viene pagato del denaro per quello che normalmente dovrebbe essere una stimolazione reciproca, ciò produce l’effetto di condurre la transazione nel calcolo economico e spesso comporta una riduzione della soddisfazione che proviamo – pag.154”. In questo senso può produrre più benessere l’amicizia gratuita di un giovane verso un anziano che un’assistenza domiciliare retribuita anche se di elevata qualità.

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anche la convinzione, direttamente collegata, che, nella lotta dell’uomo per il raggiungimento dei suoi vari obiettivi nella vita, impegnarsi per raggiungerli e soffrire per questo risultato è più gratificante del loro effettivo perseguimento44.

Scitovsky non offre delle soluzioni tecniche per una misura della felicità, della soddisfazione, del comfort o del piacere e, probabilmente, non ha neppure preso in considerazione questa possibilità, non ha pensato a una misura della felicità ma a comprendere perché l’economia statunitense producesse più ricchezza che gioia. Naturalmente la felicità ha una propria logica intrinseca e non appartiene, per sua natura, solo a chi è ricco o benestante45 come il consumatore statunitense, e può essere studiata a prescindere dal livello di sviluppo raggiunto da un paese o da una comunità46.

Molte delle considerazioni fatte da Scitovsky si coniugano bene con un aspetto del benessere soggettivo particolarmente rilevante in una prospettiva temporale, il cosiddetto “adattamento edonico” (Frederick S. e Loewenstein G., 1999) inteso come una riduzione dell’intensità emotiva con la quale si percepiscono, nel medio-lungo periodo, fattori, circostanze o eventi sia favorevoli sia sfavorevoli47.

Una disabilità fisica grave implica una condizione personale e sanitaria che ha dei punti di contatto con quella dei malati di ’HIV/AIDS per quanto riguarda l’intensità emotiva della sofferenza e del disagio. Nel caso della disabilità fisica è stato stimato con metodi econometrici (Oswald e Powdthavee, 2008) che c’è un adattamento edonico anche per le persone che devono affrontare un problema grave (una paralisi), e il livello dell’adattamento è compreso tra il 30 e il 50% a seconda della gravità e dell’ampiezza del periodo di tempo considerato48.

In diversi studi sull’adattamento edonico di lungo periodo (Clark e altri, 2006 e 2008) sono illustrati i risultati di ricerche sperimentali nei quali è possibile verificare come, nel caso di alcuni eventi negativi, il livello del benessere soggettivo che si registra, a distanza di alcuni mesi dalla baseline, (grafico 1.1), può essere vicino a quello iniziale a prescindere dalla tipologia della persona che l’ha vissuto.

Considerazioni analoghe valgono nel caso di avvenimenti positivi. Pensando in modo particolare ai malati di HIV/AIDS è chiaro che tutti, inizialmente, devono affrontare uno shock negativo che è stato assimilato, in precedenza, a quello di una persona colpita da una disabilità grave. Nel lungo periodo, tuttavia, è possibile che il susseguirsi di una serie di fatti e di situazioni associati all’inizio della cura produca un risultato edonico nullo. In più i responsabili del Programma DREAM credono che per alcune persone si possa verificare uno shock positivo, una condizione edonica favorevole. È la condizione di chi dopo essersi confrontato con una malattia che, se non

44 Ibidem, pp. 124-126

45 Sul rapporto tra denaro e felicità esiste una letteratura popolare (il denaro non dà la felicità – se il denaro non dà la

felicità figuariamoci la miseria) che porterebbe a svilire i ragionamenti di Scitovsky che, però, evita di confrontarsi con i luoghi comuni, scegliendo sempre un tono rigoroso, proponendo casi e situazioni normali e non eccezionali con i quali il lettore si può confrontare.

46 Gli aspetti applicativi di questo orientamento che abbiamo presentato in modo parziale, verranno illustrati in modo

analitico nel prossimo capitolo e quando verranno illustrate le variabili scelte nel contesto del case-study.

47 Cfr. Frederick, S., e Loewenstein, G. (1999), Hedonic adaptation, in E. Diener, N. Schwarz and D. Kahneman (Eds.)

Hedonic Psychology: Scientific Approaches to Enjoyment, Suffering, and Well-being. Russell Sage Foundation. New York. P. 302-329.

48 Cfr. Oswald A. e Powdthavee N. (2008), Does happiness adapt? A longitudinal study of disability with implications for

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curata, può essere mortale si trova davanti alla prospettiva di una rinascita, di “seconda possibilità” di vita. Le parole di molti pazienti diventati testimonial del Programma sembrano confermare questa ipotesi molto interessante, che ha dei fondamenti nella teoria della resilienza49 (Cyrulnik e Malaguti, 2005), la cui rilevanza abbiamo provato a misurare, per quanto possibile, con metodi quantitativi.

Grafico 1.1 – Risposta in termini di life satisfaction alla perdita di lavoro e al divorzio (uomini e

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