Finanziamenti destinati al Programma DREAM Strutture e risorse umane impiegate
Grafico 5.3 – Andamento in serie storica della variabile ls (dati grezzi e interpolati)
5.6 Il modello nella prospettiva di medio-lungo periodo
Per approfondire l’analisi e studiare l’andamento della life-satisfaction al netto (o quasi) dell’influenza delle condizioni di salute abbiamo selezionato una parte del campione, quello composto da pazienti in cura da almeno un anno (215 individui), per limitare l’influenza delle condizioni di salute sulla variabile che volevamo osservare. Abbiamo cercato di verificare se fossero presenti delle differenze tra i pazienti al variare della lunghezza del periodo di cura e per farlo abbiamo studiato il comportamento di due sotto-campioni la cui numerosità è quasi equivalente.
1. Pazienti in cura da oltre dodici mesi e da meno di tre anni (98 casi) 2. Pazienti in cura da tre anni e più (117 casi)
Nel caso dei due sotto-campioni abbiamo testato l’esistenza di comportamenti differenziati. Gli intervistati, in particolare, hanno fornito delle risposte significativamente differenti al quesito tratto dall’indagine Euro-barometro (condizione di calma) come si può osservare nella distribuzione di frequenza delle risposte e dal test χ2 che conferma l’evidente indipendenza delle due distribuzioni (tabella 5.8).
Tabella 5.8 – Quesito E8: Durante le ultime quattro settimane ti sei sentito calmo e tranquillo
La natura qualitativa del quesito non permette di misurare la reale distanza tra le varie risposte fornite. Non è possibile, ad esempio, stabilire la differenza tra la condizione di chi ha
Risposta
Freq. Perc. Freq. Perc. Sempre o quasi sempre 1 23 23,5% 39 33,3%
Spesso 2 38 38,8% 21 17,9%
La maggior parte delle volte 3 11 11,2% 25 21,4%
Qualche volta 4 22 22,4% 14 12,0%
Raramente 5 4 4,1% 18 15,4%
Mai o quasi mai 6 0,0% 0,0%
Totale 98 100,0% 117 100,0%
Test χ2 (gradi di libertà=4) P Value 0,0001
13-36 37-67
Distanza dalla baseline (mesi)
23,664
103
dichiarato di sentirsi spesso calmo diversamente da chi ritiene di esserlo solo la maggior parte delle volte. In generale potremmo limitarci a dire che tra i pazienti di “lungo periodo” c’è una maggiore variabilità delle risposte ed è proprio questo un possibile punto di partenza per provare a definire in modo più oggettivo il benessere psichico.
Il caso del benessere psichico ci ha condotto a fare delle verifiche. Innanzitutto abbiamo cercato di valutare se i fattori che spiegano il livello della variabile life-satisfaction (ls) hanno una diversa rilevanza a seconda della lunghezza del periodo di cura o, detto in altri termini, se i coefficienti dei regressori non sono costanti ma si modificano con la distanza dalla baseline. Nella fase iniziale la crescita del benessere si caratterizzata con il passaggio da uno stato di mancanza di salute a una qualità della vita accettabile. A partire da questo assunto ci siamo chiesti se nel lungo periodo, subentrino altri fattori che incidono sull’ulteriore innalzamento del benessere soggettivo.
Tutte le persone curate nel centro di salute di Blantyre ricevono lo stesso set di servizi ma nel tempo cambiano i comportamenti, subentra una comprensione della propria condizione e la capacità di valorizzare i servizi offerti dal Programma DREAM per accedere a livelli più elevati di felicità. Tutto ciò introduce l’analisi del “fattore-tempo”, della qualità della compliance al Programma, della disponibilità di capitale umano e sociale e di altro ancora. Il modello statico [7] è stato un punto di partenza per l’approccio che ora vogliamo completare e arricchire.
[7]
Il campione di pazienti DREAM ci ha permesso di esaminare, almeno in parte, l’andamento nel tempo della variabile ls. Dopo una crescita rapida che caratterizza i primi mesi di assistenza, il livello si stabilizza nel periodo successivo, oscillando su un livello più elevato di quello iniziale. La extra-felicità acquisita nei primi dodici mesi non si riduce per un effetto “stanchezza o abitudine” (Di Tella, Haisken-DeNew e MacCulloch, 2007) ma permane anche nel periodo successivo.
L’andamento è coerente con quello previsto nel caso di adattamento edonico (Clark e altri, 2006 e 2008), anche se nel nostro caso non sono disponibili dei dati per conoscere la forma della curva nel tratto precedente alla baseline o allo shock iniziale (la positività al test per l’HIV). In particolare non è possibile verificare se dopo la cura il nuovo livello è inferiore/superiore a quello iniziale come avviene per effetto dell’adattamento edonico. È possibile, infatti, che esso sia anche superiore a seguito dell’accumulazione di una sorta di “capitale edonico” (Graham e Oswald, 2010) o che si manifesti una particolare forma di resilienza40 (Cyrulnik, 2001). Tutto ciò aprirebbe la strada a una serie di sviluppi come la definizione di un “effetto Lazzaro” che si fonda proprio sulla causalità “shock-cura-capitale edonico” ma che nel nostro caso non è verificabile perché non è disponibile un vero campione di controllo, perché non abbiamo raccolto dati panel e il dataset sperimentale è di dimensioni insufficienti per questo tipo di analisi.
Sebbene la realtà che emerge sia complessa, è stato possibile, comunque, verificare alcune regolarità che caratterizzano il comportamento del gruppo di pazienti di Blantyre. Limitando l’analisi di regressione al solo campione di persone (215) in cura da oltre un anno, abbiamo verificato come le condizioni di salute siano sempre un elemento che influisce sulla life-satisfaction, anche dopo aver superato la fase più critica della cura contro l’HIV/AIDS. La memoria del pericolo
40 La capacitá umana di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato. Si
104
scampato e il timore di dolorose ricadute influenzano il benessere soggettivo per un periodo di tempo molto lungo.
La stima dei coefficienti del modello (tabella 5.9) in modo disgiunto per i due sotto- campioni che si caratterizzano per una diversa distanza dalla baseline, ci permette di fare alcune considerazioni più puntuali sul rapporto tra benessere e dinamica temporale.
Tabella 5.9 – Coefficienti di regressione (modello applicato ai pazienti in cura da oltre 12 mesi)
In particolare notiamo come il benessere fisico influenza sempre la-life-satisfaction in maniera consistente. Infatti c’è un livello acquisito e invariabile, derivante dall’essere stati in cura da almeno dodici mesi (1,652) cui si aggiunge una componente ulteriore (phwb2) che nel nostro modello assume le caratteristiche di una dummy. Se l’intervistato ha dovuto interrompere le normali attività lavorative nel corso delle ultime due settimane41 e/o ha subito un ricovero ospedaliero negli ultimi dodici mesi42 la variabile assume valore zero, diversamente il valore è uno.
È utile conoscere la distribuzione della dummy (phwb2) nei due sotto-campioni per stabilire se sono confrontabili le condizioni di salute nei due casi. I dati indicano una lieve differenza: per le persone in cura tra 13 e 36 mesi si verifica phwb2=1 (assenza di ricoveri o di interruzioni
nell’attività corrente) nel 72,4% dei casi mentre per l’altro gruppo la percentuale sale all’80,3%. Si tratta di una differenza contenuta e statisticamente non significativa al livello soglia minimo del 10% (test χ2 = 1,8615 P-value = 0,172). Il coefficiente della variabile phwb
2 è significativo e abbastanza
stabile. La salute è un fattore di benessere globale per il quale l’adattamento edonico è molto limitato e il ricordo della malattia affrontata è difficile da rimuovere del tutto. Ciò introduce il tema del rapporto tra benessere soggettivo, HIV/AIDS e stigma che nel corso di questa ricerca abbiamo “sfiorato” più volte e che è oggetto di studi specifici (Hutton, Misajon e Collins, 2012).
Gli altri coefficienti stimati con il modello (depurati dell’effetto salute) mostrano delle differenze che, in alcuni casi, sono consistenti. Innanzitutto dobbiamo ribadire l’importanza del benessere psichico (pwb) su cui abbiamo insistito a lungo. La stima dei parametri del modello, considerando i due sotto-campioni, ci mostra come nel caso del benessere psichico la differenza sia importante. Per i pazienti in assistenza da meno di tre anni il coefficiente della variabile pwb non
41 Quesito A19 del questionario 42 Quesito A20
Variabile
Coeff. T-test Coeff. T-test Coeff. T-test
Costante 4,817 *** 9,432 4,727 *** 7,905 4,708 *** 12,095
Phyisical Well-Being (mesi 1-12) 1,652 1,652 1,652
Phyisical Well-Being 0,893 * 1,819 0,642 1,449 0,726 ** 2,200 Material Well-Being 0,359 *** 3,728 0,148 1,611 0,238 *** 3,598 Psychic Well-Being 0,104 0,324 1,118 *** 3,790 0,696 *** 3,201 Negative Well-Being -0,348 ** -1,990 -0,512 *** -2,844 -0,428 *** -3,432 R2 Osservazioni
Distanza dalla baseline (mesi)
Phwb 13-36 37-67 Totale 98 117 215 0,264 0,311 0,267 nwb pwb mwb Phwb2
105
è statisticamente diverso da zero (b=0,071 Test t=0,219 P-value=0,8273) mentre per quanti sono in assistenza da almeno tre anni è elevato (b=1,122) e significativo (t test=3,839 P-value=0,0002). Tale differenza sollecita una riflessione sulle politiche di sviluppo da adottare nel contesto particolare del case-study e sul modo con cui collocarle in uno scenario più ampio e dinamico.
Dobbiamo notare, inoltre, come l’impatto del benessere materiale sia rilevante per i pazienti in cura da meno di tre anni e molto meno nel caso dei più “vecchi”: il coefficiente scende da 0,359 a 0,148. Sono dei valori che possono essere interpretati in modo semplice. Dopo la fase acuta della malattia le persone sono animate dalla speranza (aspettativa) di un crescente benessere. Il progressivo miglioramento delle condizioni economiche, sperimentato grazie alle opportunità offerte da una migliore condizione complessiva (causalità lineare – salute, lavoro…) dopo il difficile periodo in cui si è dovuta affrontare per la prima volta la cura per l’HIV/AIDS, alimenta le aspettative di breve periodo. Potremmo dire che è una fase in cui le persone sperimentano una sensibilità maggiore agli aspetti materiali della felicità. Ma c’è dell’altro.
Per i due gruppi di pazienti possiamo considerare l’assenza di differenze rilevanti nella condizione economica43. Dunque la minor importanza attribuita al fattore economico nel determinare il livello di ls non si collega solo al raggiungimento di un livello di benessere materiale oltre il quale non si desidera più “possedere” quanto, probabilmente, al venire meno delle aspettative di un ulteriore miglioramento del benessere materiale per la situazione contingente in cui vivevano i malawiani di Blantyre (forse anche per la crisi economica e politica del 2011): potrebbe essere subentrato uno stato di rassegnazione.
In altri termini se dopo il progressivo e rilevante miglioramento iniziale delle condizioni di salute si attribuiva grande importanza alla condizione materiale e si sperava in un miglioramento del reddito e della ricchezza che si sarebbe protratto nel tempo, in seguito questa aspettativa viene meno. In generale non dobbiamo dimenticare che le interviste sono state fatte in un dei periodo più difficili della storia recente del Malawi che non alimentava aspettative di miglioramento della condizione economica se non per quanti erano appena usciti dalla fase più grave della loro malattia. In fondo questa spiegazione non cambia di molto i presupposti del paradosso di Easterlin. Il benessere globale (olistico) si collega al benessere materiale solo quando gli individui percepiscono l’opportunità reale di poter migliorare rapidamente la propria condizione. Ciò si verifica sia in presenza di un repentino miglioramento della propria capacità lavorativa (guarigione) sia quando la situazione economica generale fa intravedere delle opportunità di lavoro, di guadagno o di uscita da una condizione di povertà di breve periodo. Questo ragionamento si ricollega, ancora una volta, con quanto ha scritto Scitovsky (1976, 2007) a proposito dell’arousal (attivazione) e del benessere materiale inteso come forte accelerazione piuttosto che come velocità.
Lo scenario generale nel quale abbiamo collocato i pazienti del Programma DREAM presuppone un approfondimento dell’analisi perché ci interessa cogliere i meccanismi e i fattori che alimentano il benessere di lungo periodo e, in definitiva, di cogliere un’idea di sviluppo che, probabilmente, è ben presente dietro un intervento sanitario efficace e che giustifica il convinto impegno da parte dei responsabili della ONG.
43 Sono state fatte numerose verifiche utilizzando indicatori di benessere economico differenti il reddito mensile
dichiarato (B4), la disponibilità di diversi beni durevoli, dai più elementari come un tavolo (C9), ai più costosi come il frigorifero (C11) all’apparecchio TV con videoregistratore (C12).