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Patrimonio mondiale dell’Unesco è quello di Bois du Cazier a Marcinelle, ha la duplice funzione di memoriale della tragedia dell’8 agosto 1956, nella quale persero la vita 262 minatori, dei quali 136 italiani, a causa di un incendio sviluppatosi a 975 metri di profondità, e di museo dell’industria (al quale si è aggiunto il Museo del vetro di Charleroi).

Il museo intende essere principalmente un luogo di ricordo delle condizioni di lavoro nelle miniere e della storia dell’emigrazione operaia. Per fronteggiare la carenza di

lavoratori disposti a lavorare nelle miniere di carbone, lo stato belga aveva concluso il 20 giugno 1946 un trattato con quello italiano secondo il quale, in cambio della manodopera italiana messa a disposizione dell’industria carbonifera belga, il governo del Belgio si impegnava a fornire all’Italia a prezzi di favore cinque tonnellate di carbone al mese per ogni minatore reclutato. Questa manodopera è stata accolta in condizioni deplorevoli, in alloggi insalubri, ed è stata messa al lavoro senza una adeguata formazione preliminare (causa non ultima di diversi incidenti).

A rendere ulteriormente pericolosa la situazione a Bois du Cazier si aggiungeva il fatto che le miniere di carbone, in attività dal XIX secolo, non avevano subito significativi processi di ammodernamento dopo la seconda guerra mondiale e le condizioni di lavoro erano rimaste decisamente arcaiche (per esempio trasporto a trazione animale dei carrelli di carbone). Il processo, trascinatosi dal 1959 al 1962, conclusosi con la condanna per omicidio colposo del solo direttore della miniera, ha eluso il compito di far luce sulle ragioni della tragedia (vetustà degli impianti e

inadeguatezza della formazione professionale dei minatori), anche per motivazioni politico- economiche collegate alla situazione di crisi dell’industria del carbone belga in quegli anni che registravano la chiusura di diverse miniere. Principale esito della tragedia è stato

l’aggravamento delle relazioni tra il governo belga e quello italiano, che ha sospeso il trattato del 1946 (del resto superato dalla normativa CECA, Comunità Europea del Carbone e

dell’Acciaio)e l’invio di minatori, sostituiti da lavoratori provenienti dalla Turchia e dal Maghreb.

Il sito minirario di Bois du Cazier a Marcinelle nel agosto 1956 con i parenti dei minatori in attesa di notizie; veduta dall’alto di sito minerario di Bois du Cazier; il cimitero di Marcinelle è nello sfondo il sito minerario

Il sito minirario di Bois du Cazier a Marcinelle nell’agosto 1956 con i parenti dei minatori in attesa di notizie;

veduta dall’alto del sito minerario di Bois du Cazier; il cimitero di Marcinelle e nello sfondo il sito minerario

CXXIII

PRINCIP

ALI SITI MINERARI DELLA

VALLONIA

Nel 1990, per iniziativa di una associazione di ex minatori, il comune di Charleroi avvia le procedure per la notifica e la tutela del sito e nel novembre del 1991 esperti designati dal

Consiglio d’Europa redigono una relazione che sottolinea il valore di testimonianza di Bois du Cazier per il mondo del lavoro e la fattibilità di un progetto che ne faccia un luogo di memoria e di commemorazione delle vittime del lavoro ma anche un centro che favorisca una migliore conoscenza del patrimonio industriale e della vita sociale della classe operaia. Nel settembre 1992 durante le giornate del patrimonio, per iniziativa di associazioni di ex minatori e di cultori di

archeologia industriale, il sito è aperto al pubblico per un fine settimana, iniziativa che sarà replicata negli anni successivi, finché nel marzo 2002 finiti i lavori di risistemazione dell’area e di allestimento del museo, il sito, affidato in gestione alla

associazione “Archéologie Industrielle de la Sambre”, è definitivamente aperto al pubblico.

Lo “Spazio 8 agosto 1956“, installato nell’edificio di una delle macchine d’estrazione, è

dedicato alle vittime della

tragedia di Marcinelle ma anche

alle sofferenze di tutti i minatori che nei luoghi di lavoro hanno contratto la silicosi e altre malattie. I documenti raccolti evocano la dura realtà della vita in miniera e le condizioni degli immigrati, mentre, al piano superiore,documentari, fotografie, interviste

ricostruiscono , giorno per giorno, la catastrofe e le operazioni di soccorso.

Il museo dell’industria raccogli ricche collezioni di macchine e di strumenti di lavoro che servono a ricostruire la storia tecnica,sociale e economica della Wallonie e in particolare del bacino industriale di Charleroi dall’alba del XIX secolo fino ad oggi. Il legame esistente tra l’industria estrattiva del carbone e quella vetraria ha indotto ad allestire all’interno di vecchie officine esistenti in questo sito anche il Musée du Verre de Charleroi, aperto nel 2007. Dal 2002 diverse opere d’arte e installazioni artistiche si sono aggiunte agli edifici preesistenti per commemorare le vittime di Marcinelle.

Il sito minerario di Bois du Cazier in una foto attuale e il memoriale dei minatori caduti che avevano lasciato il loro paese natale nella speranza di un’avvenire migliore

CXXIV

PRINCIP

ALI SITI MINERARI DELLA

VALLONIA

La ‘Société Crachet-

Picquery’, quotata alla borsa di Bruxelles fin dal XIX secolo, altrimenti nota sotto la ragione sociale di ‘Companie des Charbonnages belge’, nel 1856 prende iniziativa di creare a Frameries una miniera di carbone che va ad affiancarsi ad altre che già possedeva nel Borinage a La Bouverie, Pâturages, Quaregnon e Jemappes. Dopo una serie di incidenti con numerose vittime, avvenuti nell’ultimo scorcio del Ottocento, la miniera è stata chiusa nel dicembre 1960. Nel sito minerario, noto come Crachet-Picquery la

testimonianza più significativa di archeologia industriale è

rappresentata da una costruzione in laterizio dalla quale emerge la struttura d’acciaio di notevole altezza degli ascensori che servivano a portare in superficie il carbone estratto a profondità di settanta metri . La costruzione è stata progettata dalla ‘Société Cockeril’, mentre esecuzione è stata affidata agli ‘Ateliers d’Enghien Saint-Eloi’ e il montaggio è stato eseguito dagli ‘Ateliers métallurigiques AM’; alcuni elementi sono stati realizzati dagli ‘Ateliers de Baume’ ( La Louvière) e dagli ‘Ateliers de Marpent’ ( nord della Francia).

PASS Parc d’aventures scientifiques nel sito di