3. La ricerca relativa alle aziende familiari AIdAF: i casi di studio 3
3.3. Bonazzi: l’ingegnere per la sicurezza 6
“Le nostre radici sono cinque operaie che cucivano impermeabili di nylon. I nostri frutti sono la fiducia dei nostri Clienti nei filati sintetici, nei polimeri plastici, e nei tessuti sintetici e naturali che produciamo.
La nostra linfa vitale è il desiderio continuo di crescere, sviluppare nuovi business e interagire in modo attivo e dinamico con clienti soddisfatti dell’impegno quotidiano che dedichiamo alla ricerca di soluzioni innovative ed allo sviluppo di tecnologie e prodotti idonei ai loro mercati internazionali”. Questa è la presentazione che il Gruppo Bonazzi dà di sé sul sito internet.
Il Gruppo opera dal 1956 nel settore chimico-tessile. Le sue società sono raggruppate in due principali settori: fibre sintetiche, polimeri, intermedi chimici (Aquafil) e tessuti naturali e sintetici (Aquafabric).
Attualmente, il Gruppo Bonazzi conta circa 3.000 collaboratori, 18 siti produttivi e oltre che in Italia è presente in Slovenia, Croazia, USA, Germania, Belgio e Slovacchia.
Alle origini dell’iniziativa
Nel Gruppo Bonazzi la tensione a integrare le istanze sociali e ambientali nelle proprie attività aziendali ha origini lontane.
Negli anni Ottanta, ad esempio, è stato interpellato un consulente con una lunga esperienza in una grossa multinazionale chimica allo scopo di migliorare qualità e resa. Tale consulente finì poi con l’occuparsi anche di sicurezza sul lavoro. Successivamente, quando ancora pochissimi lo facevano, si è provveduto a misurare gli infortuni sul lavoro dei collaboratori, gli scarti e gli scarichi produttivi per decidere dove e come meglio intervenire.
Il processo di miglioramento su questo versante, tuttavia, non è stato facile e ha richiesto molto tempo e motivazione, soprattutto da parte dell’Amministratore che si è trovato ad affrontare la resistenza di numerosi collaboratori che, almeno nello stadio iniziale, hanno percepito l’iniziativa come un disturbo e un ostacolo all’attività operativa. Ad esempio, è stato molto difficile fare indossare al personale addetto le protezioni individuali anti-taglio.
A partire dagli anni Novanta, la famiglia Bonazzi ha poi deciso di attuare una politica che tende a motivare il maggior numero di collaboratori tramite la condivisione di strategie e progetti futuri. Attraverso un lungo processo di coinvolgimento del top management, la famiglia proprietaria è riuscita a rendere partecipi di tutti i temi dell’impresa i quaranta dirigenti dell’azienda. E’ infatti convinzione della famiglia Bonazzi che solo così sia possibile soddisfare al meglio “gli specifici bisogni dei consumatori più esigenti nel ricercare il comfort, la prestazione tecnica e il rispetto dell’ambiente per uno sviluppo sostenibile”7.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale, sono certificati ISO 14001 quattro dei ventiquattro stabilimenti del Gruppo (Aquafil, Julon, Acquaset, Montebello). Si tratta degli stabilimenti più importanti.
A conferma della sensibilità dei vertici aziendali nei confronti delle attese dei propri stakeholder, va anche segnalata la sponsorizzazione del Master “Business Intelligence and Knowledge
Management” dell’Università di Verona. Un master che mette bene in evidenza due delle principali linee guida del Gruppo: la CON-DIVISIONE delle IN-FORMAZIONI.
I contenuti
Tra tutte le iniziative in tema di responsabilità sociale, quella che ha impegnato maggiormente l’azienda è stata l’istituzione dell’“Ingegnere per la sicurezza”, avvenuta nel 1996 grazie alla volontà della Direzione Generale che ha realizzato il progetto in collaborazione con la Direzione Risorse Umane. L’obiettivo era quello di ottimizzare l’efficienza aziendale e offrire un servizio efficace a dipendenti e collaboratori in termini di sicurezza e serenità sul lavoro.
L’Ingegnere per la sicurezza, che risponde direttamente all’Amministratore Delegato, si dedica a tempo pieno a questa attività affrontando la gestione della sicurezza e degli infortuni in ottica incrementale, studiando cioè soluzioni innovative che vadano oltre il corretto adempimento della Legge 626.
Una delle iniziative da lui proposte è costituita dall’istituzione degli “obiettivi premio” per i reparti che operano senza infortuni: ogni anno (generalmente nel mese di giugno) l’impresa premia con telecamere, telefonini e altri oggetti di valore i collaboratori dei reparti che hanno lavorato in sicurezza. A tale scopo, annualmente viene stanziato un budget che varia da 20.000 a 30.000 euro. Oltre a premiare chi si comporta bene, sono previste sanzioni per chi non si conforma a questo spirito.
L’istituzione dell’“Ingegnere per la sicurezza” ha avuto un forte impatto anche in termini di comunicazione interna e diffusione di una cultura aziendale: l’Alta Direzione è infatti riuscita a comunicare con chiarezza a tutta l’organizzazione la volontà di avere un’impresa pulita e sicura, obbligando ognuno alle proprie responsabilità.
I benefici per gli stakeholder
I principali stakeholder che hanno beneficiato dell’attenzione dell’azienda per questioni inerenti la responsabilità sociale sono il personale e le comunità locali.
Personale: le iniziative connesse all’antinfortunistica, rafforzate da sempre nuove soluzioni e da un serio controllo degli impianti, e il rispetto delle norme da parte di tutti i dipendenti riducono considerevolmente il numero di infortuni e creano un clima di lavoro più sereno. Si è passati dai 50 infortuni dell’anno 2000 ai 26 del 2004.
Comunità locale: la certificazione degli impianti, con tutto ciò che essa implica a livello di controlli e manutenzione, permette il contenimento del rischio ambientale nei territori ove il Gruppo opera. Ne è esempio lo stabilimento sito in Arco di Trento, sul lago di Garda, che, nonostante sia guardato con preoccupazione da parte di cittadini e pubblica amministrazione, continua la sua attività nel pieno rispetto dell’ambiente.
I benefici per l’impresa
Allo stato attuale, i principali benefici per l’impresa risultano invece essere sui seguenti versanti:
− risorse umane. Grazie alle attività connesse all’antinfortunistica, i dipendenti lavorano in condizioni migliori, con l’effetto di ridurre le assenze per infortuni (nel 2000 i giorni di infortunio sono stati 918, nel 2004 sono scesi a 263); accrescere la motivazione dei collaboratori e, quindi, la qualità delle prestazioni. Per cercare di monitorare tale impatto, il Gruppo confronta il proprio trend con la media nazionale e di settore. “Inoltre” – osserva Giulio Bonazzi – queste attenzioni hanno anche un ritorno in termini economici e in termini di vantaggi correlati per l’azienda”;
− vantaggio competitivo. Anche se l’impresa non ha adottato specifici indicatori, Giulio Bonazzi – attualmente alla guida di Aquafil – afferma con sicurezza che “l’attività di controllo delle emissioni e il connesso risparmio energetico si tramuta in benefici economici e in vantaggio competitivo”.Alla fine si hanno rese maggiori sulla materia prima e meno scarti;
− miglioramento della gestione e dei processi. Sebbene la certificazione ISO 14001 abbia solo formalizzato un sistema di gestione già esistente in azienda (proprio perché l’impresa aveva provveduto di sua iniziativa a impostare le attività con determinati criteri e requisiti), essa è stata l’occasione per il miglioramento del sistema stesso. Un’attività formalizzata correttamente porta sicuramente dei vantaggi;
− capacità di anticipazione. Infine, non è da sottovalutare il vantaggio connesso allo sviluppo della “capacità di anticipazione”. Emblematica è l’orgogliosa affermazione di Giulio Bonazzi a questo proposito: «Come già avvenuto in passato per la 626, è molto probabile che tra non molto tempo tutte le attenzioni all’antinfortunistica che noi già adottiamo diventeranno legge: a quel punto noi saremo già pronti!»
L’evoluzione dell’iniziativa
Gli obiettivi per il futuro del Gruppo Bonazzi riguardano il mantenimento e miglioramento di quanto già sta facendo, «con un occhio aperto ad osservare cosa accade nel mondo, pronti ad accettare le nuove sfide che esso proporrà».