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Budget degli investimenti

CAPITOLO 4: IL BUDGET D’ESERCIZIO

4.3 Budget operativi

4.3.5 Budget degli investimenti

Affinché i responsabili delle diverse aree implementino i programmi di gestione stabiliti, è necessario che essi formulino delle proposte di investimento. Da ogni area, infatti, emergono fabbisogni di investimento per l’anno a venire, i quali possono avere utilità pluriennale oppure possono esaurirsi in un solo esercizio. “Il budget degli investimenti nasce da specifiche richieste avanzate dalle diverse unità operative (produzione, vendite, ecc.), previa autorizzazione della

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Direzione generale che ne valuta la conformità agli obiettivi aziendali e la fattibilità finanziaria, stabilendo una priorità di esecuzione.”159 Quando si costruisce il budget degli

investimenti, si programmano gli impieghi di cui un’impresa deve disporre per lo svolgimento della propria attività, distinguibili in:

• Impieghi in capitale fisso o immobilizzazioni, in cui si acquistano fattori produttivi a lento ciclo di utilizzo;

• Impieghi in capitale circolante, in cui si acquisiscono fattori produttivi a veloce ciclo di utilizzo per la gestione dei processi produttivi e commerciali.

“Il budget degli investimenti in capitale fisso o immobilizzato è la sintesi dell’insieme di iniziative o progetti di investimento, (da avviare o già in corso), che prevedono l’acquisto presso terze economie o la produzione interna (in economia) dei beni ad utilizzo pluriennale, di cui l’azienda necessita per realizzare adeguatamente la sua attività. Il budget degli investimenti in capitale circolante include gli effetti delle decisioni prese, dalla direzione commerciale, in relazione alle condizioni di incasso dei crediti verso clienti e alle politiche delle scorte di prodotti finiti e merci.”160

Le principali caratteristiche di tale strumento sono:

• Anche se si riferisce ad acquisti esterni o produzioni interne relative a un anno, esso è legato ai piani strategici pluriennali;

• Il budget degli investimenti fissi riguarda tutte le aree funzionali dell’impresa per l’attuazione di progetti di produzione, marketing, ricerca e sviluppo, amministrazione e direzione generale;

• Tale budget produce informazioni sia di natura finanziaria poiché fa riferimento a investimenti che per essere realizzati necessitano di un adeguato fabbisogno finanziario che di natura economica in quanto vengono rilevate le quote di ammortamento che incideranno sui costi operativi e sul reddito della gestione caratteristica. “Le risorse finanziarie che le imprese destinano all’acquisizione di beni strumentali ad utilizzazione pluriennale danno luogo, secondo la logica contabile, alla classe di valori immobilizzazioni materiali, iscritta fra le poste dell’attivo patrimoniale, mentre il

159 FUSA E., Budget e pianificazione aziendale: tecniche, strumenti, obiettivi: con esempi e casi pratici, Il Sole

24 ore, Milano, 2005, pag. 116.

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relativo costo da attribuire all’esercizio viene determinato mediante le quote annuali di ammortamento.”161

• Effettuare investimenti è rischioso poiché i risultati in termini di redditività e periodi di rientro sono incerti e pertanto devono essere valutati dagli investitori.

In relazione al rischio va fatta una considerazione: esso è parte del costo del capitale, ossia del reddito atteso dagli investitori e dai finanziatori, corrispondente al tasso di capitalizzazione del mercato per redditi attesi dell’azienda. Per guadagnare la fiducia degli investitori e dei finanziatori, un’impresa deve soddisfare le loro aspettative di rendimento o di rimborso. Al fine di fornire tali garanzie, è necessario che un’organizzazione abbia importanti capacità di pianificazione per analizzare le diverse alternative di investimento e ponderare gli elementi quantitativi e ambientali, limitando i rischi e definendo le modalità di realizzazione dei risultati attesi.

Gli investimenti sono impieghi di risorse finanziarie i cui ritorni avverranno in futuro, anche lontano. Pertanto, gli investimenti sono oggetto di pianificazione strategica di medio-lungo termine. Lo sviluppo dell’azienda è determinato dagli investimenti che essa effettua. Gli investimenti presenti nella pianificazione strategica sono definiti annualmente in funzione degli obiettivi di vendita e di produzione stabiliti nel budget e della capacità produttiva. In questo modo, si potranno effettuare investimenti per ammodernare o sostituire le immobilizzazioni tecniche esistenti, se la capacità produttiva è sufficiente; per sostituire, ampliare e acquisire nuovi impianti, se occorre aumentare la capacità produttiva.

La scelta di investire provoca degli effetti sia in riferimento alla situazione reddituale che a quella patrimoniale-finanziaria. Nel conto economico, crescono i costi a causa dei maggiori ammortamenti e degli interessi sui prestiti. Tali effetti devono essere considerati quando si intraprendono scelte di investimento. Gli investimenti producono variazioni di capitale di rischio, di indebitamento verso terzi e di debiti verso soci. Gli investimenti, inoltre, possono creare dei problemi a livello di liquidità nel caso in cui, per esempio, ci siano ritardi nelle entrate rispetto alle uscite. In relazione, invece, alla situazione patrimoniale, l’attivo subisce un incremento per effetto dell’acquisizione di nuovi cespiti. Allo stesso modo, anche il passivo aumenterà a causa del maggiore indebitamento.

Per valutare la convenienza degli investimenti, occorre prendere in considerazione:

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• La relazione tra costi e benefici dell’investimento, da cui si ricava la valutazione della sua redditività;

• L’ottimizzazione della scelta, in cui vengono considerate diverse alternative.

In relazione all’ultimo punto, un’azienda, in sede decisionale, deve porsi delle domande. È meglio acquistare un nuovo impianto o ammodernare quello esistente? A fronte di picchi della domanda di mercato, è preferibile ampliare la capacità produttiva o assegnare a terzi la maggiore produzione? Conviene acquisire un nuovo impianto o ricorrere al leasing? Non esiste una risposta univoca a queste questioni poiché dipende dalla situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa. Se, per esempio, essa non avesse disponibilità finanziarie e non potesse indebitarsi, la soluzione ottimale sarebbe il ricorso al leasing o l’esternalizzazione della produzione. Per effettuare scelte di investimento, un’organizzazione deve considerare diverse variabili.

Fare un investimento significa dover effettuare un esborso monetario iniziale per pagare il fornitore, a fronte di flussi in entrata futuri. I flussi in uscita sono determinati dal pagamento dei fornitori dei beni oggetto di investimento; mentre i flussi in entrata costituiscono il reddito generato dall’investimento, che è composto da reddito netto più la quota di ammortamento. Le scelte di investimento sono intraprese in funzione della loro redditività e dei tempi di realizzo. Gli investimenti sono impieghi di risorse per il conseguimento di benefici futuri. In quanto parte delle decisioni strategiche, il loro sviluppo è determinato dalle seguenti fasi:

1. Programmazione, che è la fase più importante del processo decisionale in quanto si elabora il maggior numero possibile di scelte con lo scopo di adottare le più opportune; 2. Attuazione, in cui si analizzano i costi e i benefici per la scelta dell’alternativa migliore; 3. Verifica, in cui si effettuano i relativi controlli per verificare l’andamento effettivo di

quanto programmato.

Per stabilire quale investimento sia il più conveniente in termini economico-finanziari, occorre valutare la capacità dello stesso di generare flussi finanziari positivi in futuro. La programmazione degli investimenti si fonda sull’impatto che tale operazione ha sul futuro: la privazione di denaro oggi deve consentire all’azienda il recupero futuro e la possibilità di percepire un correspettivo aggiuntivo relativo all’assunzione del rischio e alla durata dell’investimento. Pertanto, gli investimenti devono garantire, oltre al recupero del capitale investito, anche un premio per il rischio assunto dall’impresa. Si pensi, ad esempio, all’acquisto di un impianto dal valore di 6.500€ su cui si effettuano spese di ammodernamento per 9.000€.

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L’anno successivo, l’azienda rivenderà l’impianto per 17.000€. Se si confrontano le entrate e le uscite relative all’impianto, si otterrà un flusso finanziario in entrata positivo pari a 1.500€. Tuttavia, fare un confronto simile sarebbe scorretto poiché tali valori si riferiscono a tempi diversi. A tal fine, è necessario intervenire rendendo omogenei i flussi in entrata e in uscita in modo che essi facciano riferimento al medesimo istante temporale. I flussi di cassa futuri vengono attualizzati attraverso l’impiego di un determinato tasso di interesse poiché il valore di 1€ oggi differisce dal valore di 1€ domani. Supponendo che il tasso di interesse utilizzato per l’attualizzazione dei flussi di cassa sia pari al 10%, si potrà dire che i 17.000€ che riceverò tra un anno, oggi varranno 17.000

(1+10%)= 15.454,54€ che sono inferiori rispetto all’esborso effettuato.

In questo caso, la situazione è ribaltata poiché i flussi in uscita superano quelli in entrata. Per calcolare il Valore Attuale Netto (VAN) si confrontano i flussi in entrata e in uscita in relazione allo stesso istante temporale. L’investimento è conveniente quando il suo VAN è positivo, ossia i flussi monetari in entrata attualizzati a un certo tasso di sconto superano le somme impiegate per l’investimento. Il VAN individua la creazione o distruzione di valore, che determinerà l’avvio o meno del progetto. Tuttavia, il VAN è uno strumento incerto in quanto la stima dei flussi monetari futuri non è certa e il tasso di attualizzazione può essere molto variabile.

Un altro strumento utile per valutare la convenienza di un investimento è il Tasso Interno di Rendimento (TIR), ossia il tasso al quale il valore attuale dei flussi attesi è uguale al costo iniziale dell’investimento. La verifica della convenienza, in questo caso, deriva dal confronto del TIR con il costo del capitale: se il TIR supera il costo del capitale, allora l’investimento genererà valore.

Un ulteriore strumento è l’indice di profittabilità (IP), derivante dal rapporto tra il valore attuale dei flussi di cassa futuri e il costo iniziale dell’investimento. Un investimento risulta positivo se l’IP assume valori maggiori a uno, il che significa che il valore attuale dei flussi attesi è superiore al costo del capitale.

Un’altra alternativa è il payback period, che individua le tempistiche entro cui i flussi monetari in entrata coprono l’esborso iniziale. Tale mezzo consente di calcolare il tempo necessario affinché quanto pagato inizialmente ritorni in azienda in termini di liquidità. Il payback period fornisce informazioni relative al periodo temporale in cui la somma algebrica dei flussi di cassa assume un valore pari a zero.

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Un ultimo mezzo per valutare la convenienza di un investimento è il Rendimento Medio Contabile (RMC), in cui vengono considerati i redditi contabili che l’investimento realizza nel tempo. Il Rendimento Medio Contabile è dato dal rapporto tra redditività media dell’investimento e ammontare medio degli esborsi da sostenere. La redditività media è fornita dal reddito medio generato dal progetto depurato dai costi derivanti dagli ammortamenti e dalle imposte. In questa situazione, l’investimento migliore è quello caratterizzato dal RMC più elevato.

Una volta che il management ha deciso quale investimento effettuare, si passa alla redazione del corrispettivo budget. Il budget degli investimenti è composto da un elenco degli investimenti, distinti per natura, con relativo ammontare di costo pluriennale programmato. “Saranno riepilogati, pertanto, i nuovi investimenti previsti per l’esercizio di budget nell’area commerciale, produttiva, ricerca e sviluppo ecc.”162 Tale budget andrà a comporre il budget

patrimoniale in quanto rappresentativo di attività di natura patrimoniale. “Naturalmente, poiché il budget patrimoniale è riferito ad un preciso istante, anziché ad un periodo (come accade invece nel budget economico), il valore totale presente in tale documento non coinciderà con l’ammontare dei dati del budget operativo ma rappresenterà il dato di inizio periodo + i nuovi investimenti oggetto di programmazione identificati nel budget operativo degli investimenti – le dismissioni.”163