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Budget e report della sostenibilità ambientale

CAPITOLO 4: IL BUDGET D’ESERCIZIO

4.6 Budget e report della sostenibilità ambientale

Il vertice aziendale può proporre la redazione del budget ambientale in cui si sintetizzano gli obiettivi ecologici e si indicano gli impegni dell’impresa nei confronti dell’ecosistema. Il budget ambientale si compone di ricavi ambientali, costi ambientali, costi della gestione ambientale e investimenti ambientali. Tuttavia, non tutte le rilevazioni relative al tema ecologico sono di natura monetaria, spesso l’impatto ambientale non è traducibile in performance economico-finanziarie. “La valutazione degli effetti economici dei risultati ambientali di un’impresa non rappresenta certamente un compito facile: se è relativamente agevole misurare il livello di emissioni inquinanti di SO2, è sicuramente più complesso tradurre

questa misura in termini di effetti su costi e ricavi.”188 È necessario, quindi, tradurre in chiave

188 AZZONE G. et al., L’ambiente come vantaggio competitivo. Un’opportunità per le imprese, Etas Libri, Milano,

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quantitativo-monetaria tali aspetti tramite l’identificazione delle diverse modalità con cui un’impresa influenza i propri risultati economici e l’individuazione dei principali problemi di misurazione dei costi ambientali. I ricavi ambientali sono il corrispettivo dei flussi di materiali scambiati all’esterno che, precedentemente, non erano oggetto di vendita, bensì costi di smaltimento. Le prestazioni ambientali dei prodotti rappresentano una caratteristica differenziale per i consumatori. Produrre beni che migliorano l’impatto ecologico consente di ampliare le proprie quote di mercato, attirando anche la nicchia di “consumatori verdi”. Dalla vendita di prodotti che migliorano l’impatto ambientale si ottengono i cosiddetti ricavi ambientali. I costi ambientali sono sostenuti dall’impresa nei diversi ambiti come i costi per l’impiego di materie prime ecologiche, per l’utilizzo dell’energia pulita, per l’adozione di politiche di manutenzione eco-compatibili, ecc. I costi della gestione ambientale si suddividono in costi per fronteggiare le responsabilità interne e costi relativi ai danni provocati esternamente, espressi in modo da poter verificare la loro sostituzione nel lungo termine. L’impresa è chiamata a rispondere dei prodotti da essa commercializzati e venduti che abbiano provocato danni ambientali conseguenti al loro utilizzo. Sono costi della gestione ambientale: i costi per il monitoraggio dell’ecosistema, per il controllo delle emissioni, per la predisposizione della documentazione richiesta dalle normative. Per migliorare le prestazioni ecologiche, infine, un’organizzazione ricorre agli investimenti ambientali volti alla prevenzione delle emissioni e alla riduzione dei rifiuti, dei rumori e dei consumi di materie prime non rinnovabili. Nel budget ambientale sono presenti componenti ecologiche dei diversi centri di responsabilità, ossia l’ammontare di risorse necessarie per la gestione dell’ecosistema. L’obiettivo di tale strumento è dare importanza alla gestione ambientale all’interno dell’organizzazione e, per questo motivo, comprende costi ambientali, costi per la gestione ambientale, ricavi ambientali e investimenti ambientali. Nel budget ambientale viene determinato il risultato intermedio della gestione ambientale, ottenuto dalla differenza tra ricavi e costi ambientali. Esso fornisce informazioni relative all’impatto che il governo dell’ambiente esercita sull’azienda. Le azioni intraprese non sono orientate solo al perseguimento dell’economicità, ma anche dell’eco-efficienza. Pertanto, è necessario confrontare le grandezze ecologiche con le risorse volte alla prevenzione e al miglioramento dell’impatto ambientale.

Se il risultato della gestione ambientale è positivo, il conseguimento dell’economicità e dell’eco-efficienza è in equilibrio. Ne consegue che risultati ambientali positivi avranno ricadute positive sull’ambiente nel lungo termine.

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Tabella 1: Budget ambientale, tratto da MIO C., Il budget ambientale: programmazione e

controllo della variabile ambientale, pag. 181.

Ricavi ambientali

– Costi della gestione ambientale

= Risultato intermedio della gestione ambientale

+ Valore ambientale creato (costi ambientali e investimenti ambientali) = Risultato della gestione ambientale

– Valore ambientale distrutto dall’azienda = Risultato sociale della gestione ambientale

Gli scopi del budget ambientale sono introdurre strumenti decisionali bilanciati per equilibrare economicità, equità sociale ed eco-efficienza e misurare una tantum i costi sociali della produzione. “Il budget ambientale deve pertanto essere redatto per evidenziare il risultato della gestione ambientale, grandezza sulla quale il vertice aziendale può agire per ottimizzare il proprio rapporto con l’ambiente. A livello di azienda diventa importante formare una visione ambientale che possa essere condivisa da ciascun soggetto e nella quale ciascuno si senta rappresentato. La responsabilizzazione del vertice aziendale sugli obiettivi ambientali deve essere esplicita e deve sommare tutte le responsabilità sottostanti, riassumendole e proiettandole verso obiettivi di lungo termine.”189

Oltre a redigere il budget ambientale, è importante che un’azienda si impegni in relazione alla comunicazione ambientale per il governo della variabile ecologica: la rendicontazione e la comunicazione sono non solo il momento conclusivo del processo conoscitivo e gestionale dell’ecosistema, ma anche gli strumenti con cui un’impresa concretizza le politiche ambientali. Le informazioni ambientali destinate al management sono necessarie per supportare i loro processi decisionali; mentre la comunicazione ambientale costituisce l’insieme di informazioni volte agli esterni per far conoscere ai terzi il proprio impegno nei confronti dell’ecosistema. La comunicazione rappresenta un mezzo utile per diffondere in azienda atteggiamenti coerenti con i valori e gli obiettivi definiti nelle politiche ambientali. A questo punto, occorre fare una

189 MIO C., Il budget ambientale: programmazione e controllo della variabile ambientale, EGEA, Milano, 2001,

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distinzione tra il report aziendale contenente l’elemento ecologico e il report ambientale. Il primo è costituito da tutte le informazioni rappresentative della situazione economica, finanziaria e patrimoniale e della posizione competitiva dell’impresa, che tenga conto delle conseguenze delle politiche ambientali. È uno strumento che rappresenta le modalità e le finalità della gestione della variabile ecologica all’interno dell’impresa. In questo report sono presenti informazioni e risultati principali relativi alla gestione ambientale di un esercizio destinati a terzi. Il secondo, invece, è composto da tutte quelle informazioni necessarie per monitorare la variabile ambientale e per la programmazione e il controllo dell’ecosistema. In questo caso, i destinatari sono sia interni che esterni. Nel report ambientale interno, impiegato nella gestione, si rappresentano gli obiettivi e i risultati della gestione ambientale nei vari centri aziendali, ponendo particolare attenzione ai sistemi di gestione ambientale e agli obiettivi ecologici che indirizzano l’agire dei vari manager. Il report ambientale destinato all’esterno è, invece, un documento con lo scopo di comunicare esternamente le proprie politiche ecologiche. In alcune situazioni, può avvenire che vi sia un report esterno senza che ne esista uno interno. La redazione del report esterno può essere effettuata a prescindere dall’esistenza di un report interno: l’azienda si concentra sulla comunicazione esterna delle informazioni relative al tema ambientale, ma non si occupa della sua gestione. In altre, invece, il report esterno è il completamento del report interno, nel quale vengono rappresentati gli obiettivi e i risultati ambientali e che termina con la rendicontazione verso l’esterno delle informazioni ambientali più significative.

Per costruire un report ambientale, è necessario che vengano sviluppate le seguenti fasi: • Fase della consapevolezza. Per l’azienda, è importante che i terzi siano informati

relativamente al rapporto impresa-ambiente. Inizialmente, si raccolgono informazioni attraverso il ricorso ad alcuni specialisti che si occupano della ricostruzione periodica delle risorse naturali utilizzate, consumate o distrutte.

• Fase della gestione. L’azienda dichiara all’esterno il proprio impegno nei confronti dell’ecosistema. In questa fase, si ricercano figure organizzative responsabili della gestione ecologica e si struttura un sistema informativo a supporto dei processi decisionali inerenti l’ambiente.

• Fase della coerenza. Le informazioni ambientali interne all’azienda devono essere coerenti con quelle circolanti al suo esterno. Un’organizzazione non può diffondere messaggi discordi: le informazioni ambientali devono essere attinenti e in linea con la rappresentazione economico-finanziaria aziendale.

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• Fase dell’interiorizzazione diffusa. È in questa fase che l’azienda è in grado di gestire la variabile ambientale. I sistemi informativo-contabili comprendono gli elementi ecologici e la dimensione ambientale diventa parte degli obiettivi aziendali che ogni responsabile è tenuto a perseguire.

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