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7. DALLA CRIS

10.9 Burckhardt in documenta 14

tavolo, una lampada e un paio di cuffie isolanti. È stato pensato come uno spazio per una pausa «per respirare, per rallentare, per sgombrare, per annullare, per tacere». Anche queste attività fanno parte dell'intricata radice di Peppermint fatta da tante azioni complesse e condivise: «passeggiare, ascoltare, leggere, mappare, tessere, raccontare storie e mangiare». Lo spazio principale di Peppermint è stato dedicato ad accogliere la biblioteca dell'ufficio di Lucius e Annemarie Burckhardt permettendo ai visitatori di leggere i libri che hanno formato il pensiero non convenzionale e la pratica dei due pensatori affiliati all'Università di Kassel. Il loro approccio alla didattica, all'istruzione universitaria fu davvero originale e seminale utilizzando il camminare per la città come modo per apprendere e anche come azione costruttiva di paesaggio. Questa pratica si definì in una vera e propria teoria del camminare indicata dal termine creato negli anni '80 Spaziergangswissenschaft149 che potremmo tradurre150 con Promenadologia (in inglese strollology). La passeggiata è considerata come metodo fondante nel campo degli studi estetici e culturali con l'obiettivo di prendere coscienza delle condizioni di percezione dell'ambiente e permettendo lo sviluppo di relazioni e idee di valorizzazione del percepito, talvolta appuntate con degli schizzi su un taccuino, altre realizzando opere-operazioni di arte quasi sempre 147 Absatz nach Kassels „Schöne Aussicht“. Pläne und Bauten der Architekten, ein Ausstellungskatalog in Stadt. Monatshefte für

Wohnungs- und Städtebau, Heft 8, Hamburg, 1982, S. 64, 65 und 99

148 Absatz nach Kassels „Schöne Aussicht“. Pläne und Bauten der Architekten, ein Ausstellungskatalog in Stadt. Monatshefte für

Wohnungs- und Städtebau, Heft 8, Hamburg, 1982, S. 74 und 75

149 Burckhardt, Lucius (2011). Spaziergangswissenschaft. In: ders. Warum ist Landschaft schön?. Berlin: Martin Schmitz Verlag. pp. 257–

300.

effimera. Ad Atene presso l'ASFA (Athens School of Fine Arts – sala espositiva Nikos Kessanlis) e a Kassel presso la Neue Galerie è stata mostrata una piccola selezione degli oltre ottocento acquerelli che compongono la serie Landschaftstheoretische Aquarelle realizzata da Lucius Burckhardt tra il 1970 e il 1995, durante il periodo in cui fu Professore nel Dipartimento di Architettura dell'Università di Kassel. Questi acquerelli fanno parte integrante del lavoro teorico di Burckhardt che ha trovato uno dei fuochi di ricerca nella domanda Warum ist Landschaft schàn? (Perché il paesaggio è bello?). Una risposta non c'è, ma queste opere visive tracciano una via che si intreccia a quella del linguaggio scritto rendendo la domanda più chiara. Tuttavia, a mio avviso, il contributo dei Burckhardt nell'area della pianificazione paesaggistica non è stato còlto a pieno dai curatori dell'area espositiva, forse semplicemente perché esulava dai loro obiettivi, mentre ha preso vita in una serie di eventi che riprendendo parzialmente il titolo della performance del 2016 hanno creato uno spazio di dibattito e di dialogo. Il contributo artistico dei Burckhardt non può essere limitato alla produzione di acquerelli: entrambi hanno utilizzato forme artistiche molto più sperimentali che attingono alla tradizione ironica del dada, dell'objet-trouvé, del

ready-made, ma forse soprattutto vicina agli sperimentalismi degli artisti Fluxus. Cosa ancora più

interessante, è che prove indiziarie mi hanno condotto alla conclusione che il loro pensiero, volto alla pianificazione del paesaggio, ha avuto modo di svilupparsi anche grazie al contributo di documenta. Pur dando molto spazio ai coniugi Burckhardt in documenta 14 non emerge il lato artistico e forse è stata sottovalutata la figura di Annemarie Burckhardt autrice ad esempio del fantastico falso Catalogo

documenta IX (1990) conservato presso il documenta Archiv. Annemarie Burckhardt si trasferì a Kassel nel

1973, con suo marito Lucius Burckhardt. Durante gli anni '80 hanno ideato insieme il concetto di

Spaziergangswissenschaft come scienza del camminare; un metodo culturale scientifico ed estetico che

come già detto risulta utile per scoprire ed estendere la consapevolezza nella ricezione dell'ambiente che ci circonda. La Direttrice dell'Archivio Birgit Jooss (1965) mi ha permesso di osservare il kit originale «completo di cuscino di schiuma, tessuto, filo e libretto di istruzioni, una cartolina che mostra i multipli di Annemarie Burckhardt, due ritagli di giornale e il libro pubblicato da Martin Schmitz (Numero di inventario: AA, d09, Cartella 140). Come racconta Martin Scmitz151(1956) nel libro The False documenta

Catalogue di Annemarie Burckhardt, pubblicato contemporaneamente come mostra di Annemarie

Burckhardt nella Galerie Martin Schmitz il catalogo aveva un formato davvero particolare: Annemarie Burckhardt aveva avvolto un cuscino di spugna in un panno di lino ricamando in copertina la scritta "Catalogo documento IX". Nella primavera del 1990, Annemarie Burckhardt venne invitata a Ghen per il primo discorso su documenta 9 incontrando personalmente il direttore artistico Jan Hoet di cui aveva apprezzato in senso dell'umorismo. L'estate seguente, Annemarie Burckhardt prese parte esponendo un'opera alla mostra italiana Il Librismo e a Volémina dove i suoi libri d'arte avevano già ricevuto 151http://www.martin- schmitz-verlag.de/Annemarie_Burckhardt/Bio.html

un'attenzione da parte della critica. Intanto il performer James Lee Byars proclamò documenta 9 in Svizzera, sul Passo Furka, invitando un milione di artisti a partecipare. Come poteva essere concepito un catalogo per un milione di artisti? Annemarie Burckhardt aveva notato che i cataloghi d'arte stavano via via diventando sempre più grandi e più pesanti: presto nessuno sarebbe stato in grado di trasportarli, né di maneggiarli, né di leggerli. I Cataloghi più voluminosi e pesanti sono, probabile, quelli che più facilmente rimangono intonsi. Forse sarebbero stati utili come protesi per un letto senza una gamba o come cuscino. Per Annemarie Burckhardt si poteva sicuramente fare di meglio rispetto a stampare un comune catalogo di carta dura. Si poteva fare l'esatto contrario, un cuscino come catalogo da usare per riposare poggiandoci comodamente la testa. Progettato e realizzato in modo artigianale da Annemarie Burckhardt, la cui intenzione era quella di produrre una tiratura limitata (20 copie al prezzo di 45,90 marchi) l'oggetto è particolarmente interessante: nell'ottobre 1990, molto prima dell'apertura ufficiale di documenta IX prevista per giugno 1992, era già disponibile un catalogo della mostra. L'artista sperava che il falso catalogo per il documenta IX sarebbe stato preso con l'umorismo che aveva notato in Jan Hoet. Contrariamente alle sue aspettative, il progetto non è stato accolto nel modo previsto, anzi: documenta GmbH minacciò di adire le vie legali, vietò le presentazioni e chiese una parte di q ualsiasi ricavato. I giornalisti ne fecero uno scandalo. Stava diventando più chiaro che la documenta

GmbH aveva ingessato sempre di più l'operazione documenta privandola del carattere sperimentale. Con

un processo, iniziato dalla morte di Bode e con la documenta 7 di Rudi Fuchs, la mostra d'arte più all'avanguardia si stava trasformando in un dinosauro dell'arte.

Il cuscino catalogo appartiene ad una nuova generazione di opere d'arte: questa arte sperimenta la dichiarazione di opere in diversi ambienti o contesti, sul cambiamento di un oggetto prima e dietro al botteghino del museo. Aiuta anche a pensare al ruolo dei cataloghi: come contribuiscono alla ricerca artistica? all'arte, non alla comprensione dell'arte; Annemarie Burckhardt non è un'educatrice d'arte.