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7. DALLA CRIS

10.10 Unpacking Burckhardt "What Remains?"

Platz nei pressi dell'Università è partita Unpacking Burckhardt "What Remains?"152una performance

partecipativa guidata da Lisa Kietzke (Laureata in Architettura a Kassel collaborando con il Arbeitsgruppe

empirische Planungsforschung (AEP – Gruppo di Ricerca di Pianificazione Empirica), attualmente docente

di Pianificazione presso l'Università di Hannover). L'iniziativa, inserita nel programma di preparazione a documenta 14, ha proposto una discussione peripatetica, una passeggiata nel sito dell'Università di Kassel e nel quartiere Nordstadt. Durante l'evento sono state messe in discussione le nozioni di proprietà e di appropriazione spaziale, temi affrontati già da alcuni anni dal Lucius-Burckhardt-Platz

bleibt!153 un gruppo di attivisti formatosi nel 2011 e composto da studenti, associazioni, abitanti, politici

e membri dell'Università che hanno richiesto con un documento formale al Senat dell'Università (Senato Accademico) di protezione dell'Annemarie-und-Lucius-Burckhardt-Platz tra Arnold- Bode-Straße e

Moritzstraße, che, nel nuovo progetto di espansione degli spazi universitari Hochschul-Campus-Center

(HCC), era stata destinata ad area logistica di costruzione. La piazza difesa, si pone non solo come spazio fisico, ma anche, come è stato e vuole continuare ad essere, simbolico. Questa piazza è un luogo informale di incontro e scambio tra accademici ed è stata un luogo focale del quartiere per l'aggregazione e la pianificazione di azioni collettive e condivise. È un luogo chiave per il dialogo tra Università e abitanti del quartiere Nordstadt vedendo la presenza del Café DesAStA, il Fahrradwerkstadt (officina per le biciclette) e il Gehölzbestand. Il Lucius-Burckhardt-Platz bleibt! ha chiesto al Senat di conservare e preservare nel tempo la qualità dello spazio creata dagli alberi ventennali, siepi e i tetti- giardino (un modello per la futura progettazione degli spazi esterni), la manutenzione e integrazione delle strutture e degli usi della piazza, un luogo permanente per l'officina delle biciclette, il coinvolgimento partecipativo delle Istituzioni studentesche e di rappresentanti per le due attività principali nelle future decisioni di pianificazione. Durante le soste della passeggiata sono stati ricordati, con una narrazione corale e uno scambio di memoria, non solo i vari momenti della negoziazione da parte di studenti, professori e membri della comunità intorno all'Università, ma anche le tracce invisibili e visibili lasciate dalle varie iniziative condotte dai coniugi Burckhardt che hanno influenzato in modo sostanziale la progettazione del quartiere fino ad oggi. La passeggiata ha attraversato l'edificio K 10 (luogo in cui Lucius e Annemarie Burckhardt hanno insegnato) per terminare nella Annemarie-und-

Lucius-Burckhardt-Platz.

In effetti documenta 14 è stata sia uno spazio di riflessione sul presente che uno strumento per la trasformazione come era avvenuto in modi e contesti del tutto diversi in alcune sue edizioni. Ha ben interpretato un tempo che corre, un pensiero torbido e instabile e come l'attuale scenario non sia che il riflesso di pratiche culturali diverse che hanno luogo in luoghi e contesti di produzione specifici e che i processi artistici non si sovrappongono al mondo come lo conosciamo, geograficamente e economicamente, ma vi partecipano. La proposta di Szymczyk è stata di agire contemporaneamente in due città apparentemente distanti, ma che nel mondo contemporaneo sono da considerare estremamente vicine: Kassel e Atene ritrovando quel carattere di urgenza dei suoi inizi. (L'operazione non ha niente a che vedere con Manifesta154, la Nomade Biennale Europea nata nel 1996 con l'evidente

richiamo nella denominazione alla documenta di Kassel). L'esposizione si è trasformata in un processo di ricerca dai risultati incerti e che percorre diverse strade. Szymczyk fa notare che la sua proposta è una 153 http://www.kritischeuni.de/wp-content/uploads/2011/05/Resolution-des-Bündnisses_20110509.pdf

metafora, in perfetto allineamento con quell'attitudine, in alcuni casi bulimica, al viaggio, sviluppatasi negli ultimi tempi con il fine di avere una conoscenza diretta e una più profonda comprensione del mondo che avviene tramite l'esperienza, e che in fondo è utile a comprendere noi stessi. «Un viaggio come questo, una volta iniziato non finisce arrivando a destinazione. Non è un'esplorazione, ma piuttosto una deriva (...)» una forma di allontanamento volontario per ipotesi può portare il viandante verso nuovi continenti mentali.

A proposito della simultaneità di una documenta a Kassel e una ad Atene, Szymczyk dice che i due eventi sono stati progettati per essere diversi così che si dia la possibilità di imparare reciprocamente, dai luoghi rispettivi, la possibilità della poiesi di due immagini che non potranno mai essere sovrapposte per formarne una unica. E non sarà possibile comprendere l'intero progetto di due mostre guardandolo da un unico punto di vista. L'obiettivo del Direttore Artistico è stato dal principio una documenta 14 che potesse essere uno stimolo al cambiamento e che potesse guidare la personale esperienza trasformativa che potrà avvenire in tutti gli individui che parteciperanno come pubblico e come partecipanti in entrambe le città, tenendo conto che la distinzione in molte opere contemporanee non è netta. Szymczyk spiega le molteplici ragioni che lo hanno portato ad aver scelto Atene e non un'altra città. «Per prima cosa la città è situata in quella parte di Europa che sembra essere un modello esemplificativo di polo in cui si concentrano tutte le contraddizioni, spesso violente, le paure e le fragili speranze che non possono essere considerate come un problema della Grecia» ma coinvolgono l'Europa e il Mondo nel suo insieme e continuano a generarsi in ogni dove. «Atene, come tutta la Grecia, sta attualmente lottando per superare le gravi conseguenze di una profonda crisi economica. (...) che include la distruzione di relazioni sociali esistenti e che vede l'aumento di consensi per quell'ala destra e populista che si fondano sulla questione irrisolta dell'incremento dei flussi migratori illegali. Arrivando dai Balcani, dal Medio-Oriente, dall'Africa, dal Sud Asia, i migranti trovano la Grecia, dopo aver attraversato il fiume Evros che la separa dalla Turchia (e funge efficacemente da confine aperto di quella che è conosciuta come Europa); la Grecia è diventata la loro stazione “temporaneamente definitiva”. E ancora non è solo un problema greco, ma una sfida che l'intero continente europeo è chiamato ad affrontare. Inoltre Atene incarna il futuro incerto della democrazia dell'Europa Occidentale in un mondo che sta gradualmente perdendo i punti di riferimento. Così la proverbiale crisi greca fa di Atene la più produttiva sede possibile da cui pensare e imparare qualcosa di utile nel futuro che verrà.

10.11 7000 Eichen. Nel 1982 l'artista tedesco Joseph Beuyes155 ha proposto per documenta1567 il progetto

7000 Eichen a Kassel (Assia, Germania) ovvero la messa in dimora di 7000 esemplari del genere Quercus

nel territorio della città e l'istituzione di una comunità che si prendesse cura di questi alberi. Trentacinque anni dopo, con documenta 14 (2017), qualche mese dopo il mio arrivo a Kassel ho potuto riscontrare l'effettivo risultato non solo artistico, ma anche dal punto di vista della trasformazione del paesaggio e del tessuto sociale di cui lo spazio è imbevuto. Durante la mia permanenza a Kassel ho proposto un questionario (distribuito presso Königsplatz tra il 15 e il 30 luglio 2017) a 300 abitanti della città chiedendo di mettere una crocetta sull'opera preferita in città: il 39% ha indicato 7000 eichen di Joseph Beuys, il 52% l'opera Idee di Pietra di Giuseppe Penone (1947) realizzata tra il 2004 e il 2010 per l a documenta(13), il resto (9%) ha dato varie risposte che hanno compreso anche l'obelisco di Olu Oguible della documenta 14. Questo rilievo potrebbe essere stato influenzato da una recente e crescente attenzione per l'opera di Beuys in vista di un evento straordinario (già in preparazione) che avverrà nel 2021 per il centesimo compleanno dell'artista. In ogni caso una buona percentuale di persone è cosciente e crede che il progetto di Beuys sia tra le migliori opere d'arte permanenti. Per quanto riguarda l'opera di Penone c'era da aspettarsi questo risultato: la peculiarità di documenta è che le opere non nascono mai per essere permanenti e la decisione di acquisto dell'opera da parte della città di Kassel è determinata da alcuni fattori variabili come ad esempio la vincita del Bode-Preisträgers (premio Bode), criteri di integrazione della collezione della Neuen Galerie, ma soprattutto per le opere all'aperto viene proposta una campagna di donazioni e viene acquistata con questo fondo che attesta una scelta da parte degli abitanti e delle persone giuridiche (anche aziende). L'operazione diventa una sorta di sondaggio che attesta la popolarità dell'opera. Ad esempio per documenta 14 gli esperti (curatori, personale dell'Archivio, Docenti Universitari) che ho intervistato personalmente, erano piuttosto convinti che Kassel avrebbe acquistato l'opera Das Fremdlinge und Flüchtlinge Monument (Monumento per stranieri e rifugiati, 2017 – Cemento, 3 × 3 × 16.3 m) di Olu Oguible che riportava sui quattro lati un'incisione dorata con la citazione biblica ero straniero e mi hai accolto. Ma, a causa delle pressioni del AfD (Alternative für Deutschland) e del conseguente fallimento della campagna di crowdfunding lanciata dalla Municipalità di Kassel si è giunti alla conclusione che probabilmente non resterà alcuna opera permanente di documenta14 e il fondo cittadino sarà adoperato per acquistare opere pittoriche, modelli, opere multimediali. In realtà l'obelisco credo fosse nato con la pretesa di non essere rimosso. Avendo visto i lavori di preparazione posso affermare che l'obelisco è stato realizzato dopo uno scavo piuttosto importante e dopo la costruzione delle fondamenta. Sicuramente provocatorio, il progetto non aveva 155 Joseph Beuyes (1921-1986), artista di origini tedesche, ma molto legato all'Italia tanto sceglierla come terra per alcune delle sue opere-

operazioni più notevoli di tutta la sua produzione artistica.

156 documenta (con la 'd' volutamente minuscola) è uno degli eventi di arte contemporanea di maggior rilievo nel panorama internazionale

convinto il curatore Dieter Roeltraete che, nell'intervista del 24 luglio 2017 da me effettuata, ha asserito che invece la realizzazione lo aveva convinto soprattutto per l'apprezzamento e l'accoglimento da parte degli abitanti che lo hanno da subito utilizzato come landmark e punto di ritrovo nella piazza a pianta circolare in cui gli unici riferimenti, prima dell'opera, erano i nomi delle attività commerciali che si affacciano su di essa. Roeltraete ha asserito: sembra esserci da sempre. A dire il vero, durante i cento giorni, avevo notato che, sul lato est, era apparsa la scritta fuck! spruzzata sulla pavimentazione e rimossa nel giro di poche ore. In definitiva credo che senza le pressioni dell'AfD che si oppone alle politiche democratiche di accoglienza attuate in questi anni in Germania, l'obelisco sarebbe rimasto al suo posto.