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7. DALLA CRIS

7.3 transdisciplinarietà, extradisciplinarietà, a-disciplinarietà

rispetto a Zanenga, suggerisce «(...) - come Lave & Wenger ci propongono di fare - l’opportunità di

81 La lacca viene usata come collante e successivamente viene spolverata polvere d’oro o di altri metalli preziosi facendo del segno di

rottura e della cucitura, ma anche del frammento estraneo inserito - del difetto - il pregio. Il carattere. Questa arte sovverte l’idea della bellezza come integrità e perfezione trovando un’estetica della cura e della riparazione.

riguardare ai problemi che siamo impegnati a trattare, anche ricorrendo a punti di vista che altri ci propongono, quale che sia la tradizione disciplinare entro cui operano.

La condizione perché questo approccio risulti effettivamente utile, è - tentativamente - che in un qualche modo si riesca ad individuare un qualche aspetto che il nostro problema ha in comune con quello di riferimento, per cui si possa ipotizzare che un’esplorazione delle connessioni tra quell’aspetto e tutti gli altri del problema di riferimento, ci possa essere d’aiuto nell’imparare qualcosa circa le connessioni che quello stesso aspetto ha con tutti gli altri, nel nostro problema»(Crosta, 2000, p. 38). Va considerato che non basta e non è sempre lecito attuare semplicemente una sorta di trasfusione di conoscenze e metodologie da una disciplina all'altra, ma è necessario per il tema paesaggio che le sapienze siano proprio fuse intorno ad una domanda aperta e incandescente.

Credo che, con più o meno prudenza, sia opportuno che le discipline tessano una maglia intelligente in cui competenze e conoscenze diverse possano entrare in contatto e intrecciarsi. Questa ricerca tenta di essere, rubando un aggettivo dal vocabolario di Enrico Crispolti, tissulare e di proposito ho cercato di evitare l'uso del termine rete che potrebbe rimandare alla cattura, alla trappola e in definitiva ad un approccio marziale della pianificazione il cui vocabolario è ricco di parole belliche. L'ho fatto in favore appunto di termini legati all'idea del tessuto e della maglia, un qualcosa da indossare. D'altra parte questa metafora è stata utilizzata, come ricorda De Bonis, da Michelle Serres che ritiene l'identità come l'abito di arlecchino, fatto di tante appartenenze. È interessante fare una considerazione sull'etimologia della parola abitudine utilizzata nel linguaggio corrente per indicare un'attività quotidiana e ricorrente. D'altro canto le abitudini possono inibire l'immaginario, il pensiero creativo costituendo dei “blocchi”

Pierre Bal-Blanc scrive: «Le motivazioni di questo percorso evolutivo così problematico (...) possono ricondursi sicuramente (...)» alla rapidità e alla grandezza dei mutamenti che contraddistinguono il secolo

breve. Vive perciò tutt'ora un confronto tra saperi scientifici-tecnici e umanistici-artistici. Questo

confronto «(...) in Italia sembra trovare una sua stabilizzazione negli anni venti del novecento82» (Budoni, 2014, p. 643:648) e nella prassi risulta dominante un tipo di urbanistica fondata sulle istanze del Modernismo, apice di una costruzione del pensiero basata sul pensiero razionale. È a mio avviso interessante che i documenti relativi al CIAM4, del mitico viaggio da Marsiglia ad Atene, della Charte

d'Athenes, abbiano costituito il materiale per l'istallazione artistica di Rainer Oldendorf per documenta 14. Il

titolo dell'istallazione prodotta con il supporto del Ministero della Cultura e Comunicazione francese è

marco14 and CIAM4/ Shipwreck with Spectator (Atene, 2017) ed ha occupato un intero padiglione presso la

sede del Politecnico di Atene. L a Charte d'Athenes è comunemente considerata il documento chiave, 82 L'autore riporta due eventi significativi: «(...) dal 1921 viene impartito l'insegnamento di Edilizia cittadina e arte dei giardini, poi

metaforico, per una diffusione globalizzata delle istanze del Movimento Moderno nella pianificazione urbana (rinominato in Nordamerica International Style83). Pubblicata in lingua francese nel 1938 da Le

Corbusier (pseudonimo di Charles-Edouard Janneret-Gris, 1887-1965) e in Italia nel 1960, fu scritta nel 1933 per l'appunto durante il quarto CIAM (Congrès Internationaux d'Architecture Moderne) sul Patris II in un viaggio nelle acque del Mediterraneo che da Marsiglia ha trasportato gli architetti più noti dell'epoca quali Alvar Aalto, Le Corbusier, Fernand Léger, Charlotte Perriand e Josep Lluís Sert ad Atene, città simbolo per l'abbrivio del pensiero architettonico e urbano in Occidente. Il viaggio si concluse con una celebre mostra proprio al Politecnico di Atene, e il gruppo elaborò la carta che definì un nuovo approccio nella pianificazione territoriale basato sul funzionalismo. Sebbene alcuni sostengano che il documento sia stato rimaneggiato in modo strutturale da Le Corbusier nei cinque anni trascorsi dal CIAM alla sua prima pubblicazione, questo enuncia in novantacinque punti il pensiero sulla città contemporanea e sul territorio, tracciando delle linee per guidarne le trasformazioni. Soprattutto enuncia un metodo di progetto basato sulla suddivisione del territorio in base all'uso, la

zonizzazione, semplificando le attività umane nell'abitare, lavorare, divertirsi, spostarsi. Ispirato da questi

eventi, Rainer Oldendorf ha collaborato con studenti e professori di Atene, Salonicco, Kassel, Besançon e ha allestito la mostra Functional City, mettendo in discussione anche l'attuale DIN84 tedesco (Deutsches Institut für Normung, https://www.din.de) che indica un approccio fondato sull'idea di

standard non solo relativo al design, ma ad ogni cosa reale che possa potenzialmente essere

parametrizzata. L'allestimento è stato collocato presso il Politecnico di Atene che oltre ad essere tra le più antiche Istituzioni per l'Istruzione in Grecia è divenuto dal 1973 un luogo simbolico per la resistenza greca contemporanea. In quell'anno, dal 14 al 16 novembre, gli studenti del Politecnico si barricarono all'interno di questo edificio e lo trasformarono in un'emittente radio pirata, trasmettendo ai cittadini di Atene la volontà di resistere alla dittatura militare greca, finché la sera del 17 novembre, un carro armato militare di classe AMX-30 sfondò il cancello principale caricando forzatamente molti studenti successivamente uccisi. La rivolta finì in una repressione, ma fu decisiva per la caduta della dittatura che avvenne l'anno seguente. L'intervento artistico non si è limitato all'istallazione, ma ad una ricerca iniziata il 28 marzo 2016 e portata avanti per diversi giorni. Questa ha generato un quadro sperimentale per successive sessioni di lavoro tra artisti, curatori e i tre esponenti dell'occupazione del Politecnico del 1973 (Dionysis Mayrogenis e Giorgos Oikonomou e Titika Saratsi). Questa operazione è stata chiamata il Continuum, un termine tratto dalla partitura del 1968 del compositore greco Jani Christou.

83 Henry-Russel Hitch e Philip Johnson, International Style, 1936.

84La storia del DIN è iniziata il 22 dicembre 1917 come Normenausschuss der Deutschen Industrie (Associazione per gli Standard

nell'Industria Tedesca) cambiando nome nel 1926 e poi nel 1975 con l'attuale denominazione persegue un approccio fondato sull'idea di standard non solo relativo al design, ma ad ogni cosa reale che possa potenzialmente essere parametrizzata.

Inoltre è stato presentato il video -marco1485- che raccoglie il lavoro dei professori e degli studenti della

Scuola di Belle Arti di Atene, Università Tecnica Nazionale di Atene, del Programma post-laurea INSTEAD dell'Università di Salonicco, dell'Institut Supérieur des Beaux Arts di Besançon (ISBA) e della

Kunsthochschule di Kassel. Il processo artistico ha portando Rainer Oldendorf alla realizzazione della

complessa installazione plurimediale dislocata in due sedi: il Polytechnion (Università Tecnica Nazionale - NTUA) e la Scuola di Belle Arti (ASFA) di Atene.

«Come uno scrittore che mette epigrafi all'inizio del suo testo - altre voci - per dare origine a un'idea del lavoro nel suo insieme, si prega di trovare alcuni elementi e condizioni per il lavoro in produzione marco14 e CIAM4 / Shipwreck with Spectator:

In ogni cultura, ciò che sfugge all'esercizio del concetto - la prospettiva sull'intera realtà, il mondo, la vita e la storia - è affidato al lavoro a lungo termine sulle immagini. L'orientamento immaginativo raggiunto è condensato, trasformato ed elaborato in grandi metafore e confronti. Uno dei modelli sempre presenti è quello della vita come un viaggio in mare. Comprende il viaggio e il viaggio verso casa, il porto e la costa straniera, l'ancoraggio e la navigazione nei mari, tempesta e calma, angoscia in mare e naufragio, sopravvivono a malapena e si limitano a guardare. Questa metafora fornisce lo schema di un insieme composto da molte condizioni e possibilità; stabilisce anche il limite di ciò che è quasi impossibile, che sarà, nel migliore dei casi, raccontato come un filato da marinaio.1 Quando si arriva a questo, sei tutto solo, eppure sei come una cospirazione di criminali. Non sei più un autore, sei uno studio di produzione, non sei mai stato più popolato.3

marco è un film picaresco, un ritratto immaginario sviluppato in parti dal 1995, che mette in relazione

diverse forme scultoree, l'ultima delle quali realizzata nell'ambito della mostra Soleil politique a Bolzano. Il film racconta la storia di Paul sin dal suo impegno nella politica di sinistra durante gli anni '70, incorporando il sito e le circostanze della produzione del film. Paul è interpretato da Marco Gallo, l'amico di Rainer Oldendorf (nato nel 1961) sin dalla sua adolescenza a Lörrach, nel sud-ovest della Germania, e il cui primo nome ha dato il titolo al film. È un poliglotta e un catalizzatore che riunisce persone di origini diverse. marco 14 si svolge durante un seminario che collega Atene e Kassel nel 2017.» (Pierre Bal-Blanc, 2017)86

85co-prodotto dal Bureau des arts plastiques-Institut français tedesco (BDAP), dal programma Entr'écoles e dall'Ufficio Fanco-Allemando per la

Gioventù (OFAJ).

86Note dell'autore:

1) Hans Blumenberg, Shipwreck with Spectator: Paradigm of a Metaphor for Existence, trans. Steven Rendall (Cambridge, MA: MIT Press, 1997), p. 1. In the English introduction, Steven Rendall writes, “The [author’s] notice printed in the first German edition of Shipwreck with Spectator [1979] offers a good place to start.”

8. OGNI UOMO E' UN ARTISTA?