I L TUTTO D IO MENTE E L ’ EGO NULLA
C REAZIONE COME COMUNICAZIONE NELL ’ UNITÀ
Cercheremo di chiarire qui la natura della creazione come di un tutto nel tutto divino, e la modalità della creazione come atto di condivisione di Dio, e quindi di
relazione. Significativamente ritroveremo in seguito questa stessa modalità, ossia la
relazione, come la chiave della guarigione/salvezza, del healing, secondo il percorso proposto da ACIM.
“Nulla può esistere se non lo condividi”, dice ACIM (T-28.V.1:10): il condividere è quindi la condizione stessa dell’esistere. Ne consegue che Dio non può che condividere il suo essere, proprio perché Dio è, e non può non essere. Questa condivisione è la creazione.
Tuttavia la creazione non è propriamente un’azione di Dio: “Dio non fa nulla da ultimo, perché ha creato per primo e per sempre” (T-7.1.7:3). Il fare appartiene alla dimensione temporale, quella del mondo illusorio, dove è possibile il cambiamento; Dio invece non conosce il cambiamento, ma comprende già in Se Stesso, da sempre e per sempre, tutte le possibili modalità dell’essere:
In virtù di ciò che Dio ha fatto, il tempo non si applica né a Lui, né a ciò che Lui ha creato. … Ciò che è senza tempo è sempre lì, poiché il suo essere è immutabile in eterno. Non cambia accrescendosi, perché è stato creato eterno per accrescersi.
(T-7.I.7:7;9-10)
Il testo qui parla di “accrescimento”, poiché il creare, nel linguaggio di ACIM, coincide propriamente con un processo di estensione, e l’estensione è la naturale e necessaria modalità d’essere dell’essere. Dio, che è l’Uno e l’intero, si estende poiché “il potere dell’interezza è l’estensione” (T-8.VII.16:7). Non vi sono dunque fratture, o discontinuità, fra creatore e creatura.
Dio quindi rimane un tutto unico con la propria creazione, ma la creazione stessa è in sé unica e indifferenziata: “il Figlio di Dio è Uno” (T-17.III.7:2), e “viene
sempre benedetto come uno” (T-21.VI.10:1). “Questo è il miracolo della creazione:
che è una per sempre” (T-13.VIII.5:1). Nel Corso viene anche chiamata “Figliolanza”,
o “Cristo”:
Dio ha un unico Figlio. Se tutte le Sue creazioni sono Suoi Figli, ognuno deve essere una parte integrante dell’intera Figliolanza. La Figliolanza, nella sua Unità, trascende la somma delle sue parti.
(T-2.VII.6:1-3) La Figliolanza è la somma di tutto ciò che Dio ha creato. … Se la Figliolanza è Una, è Una in tutti gli aspetti. Ciò che è uno non può essere diviso.
(T-1.I.19:2; T-10.IV.3:2-3) Cristo è il Figlio di Dio, Che vive nel Suo Creatore e risplende nella Sua gloria. Cristo è l’estensione dell’Amore e della bellezza di Dio, perfetta come il Suo Creatore ed in pace con Lui.
(T-11.IV.8:3)
O ancora, molto significativamente, la creazione di Dio viene detta “il nostro santo Sé”:
E diremo, affinché ci venga ricordato Suo Figlio, il nostro santo Sé, il Cristo in ognuno di noi: Io sono come Dio mi ha creato.
(W-pI.110.11:3-4)
Cristo, il “nostro santo Sé”, è dunque l’intera creazione, ma è anche in un certo senso il coefficiente di unità della creazione: “Tutte le parti dell’universo sono unite in Dio attraverso Cristo” (T-15.VIII.4:5-7). Una creazione plurima e differenziata infatti presupporrebbe l’individualità, e l’individualità si costituisce proprio come ciò che ha un’esistenza specifica, propria, quindi separata, parziale rispetto al tutto. La creazione invece è intera, e “ogni membro della famiglia di Dio deve ritornare” (T-1.V.4:1) a quell’interezza, inevitabilmente, prima o dopo. Facilitare questo processo è lo scopo del Corso.
Dio ha un unico Figlio. Se tutte le Sue creazioni sono Suoi Figli, ognuno deve essere una parte integrante dell’intera Figliolanza. La Figliolanza, nella sua unità, trascende la somma delle sue parti. Tuttavia questo resta in ombra, fintanto che una qualsiasi delle sue parti è mancante. Ecco perché il conflitto alla fine non potrà essere risolto fintanto che tutte le parti della Figliolanza saranno ritornate. Solo allora potrà essere capito il significato dell’interezza nel vero senso della parola.
(T-2. VIII.6:1-6)
Ora, Poiché Dio è mente, e poiché la creazione è estensione, ed è una cosa sola con Lui, la creazione dovrà necessariamente essere della stessa natura della mente: la creazione di Dio, in altre parole, è il pensiero di Dio, e “come sono davvero belli i Pensieri di Dio!” (T-3.V.10:6). La sua stessa volontà, “è Pensiero” (T-8.VI.7:3).
Dio ha creato i Suoi Figli estendendo il Suo Pensiero, e mantenendo le estensioni del Suo Pensiero nella Sua Mente. Tutti i Suoi pensieri sono così perfettamente uniti al loro interno e gli uni con gli altri.
(T-6.II.8:1-2)
L’estensione della mente è pensiero, e il pensiero è comunicazione. Dio infatti comunica la sua mente, e facendo ciò, crea: “creazione e comunicazione sono sinonimi” (T-4.VII.3:6). Il Corso dice che “ogni mente”, quindi quella che noi chiamiamo la mente soggettiva (distinta nel Corso dall’uso dell’iniziale minuscola), è il “canale di ricezione” di Dio:
Dio ha creato ogni mente comunicando ad essa la Sua Mente, rendendola così per sempre come un canale per la ricezione della Sua Mente e della Sua Volontà. Siccome solo esseri dello stesso ordine possono veramente comunicare, le Sue creazioni comunicano naturalmente con Lui e come Lui. Questa comunicazione è perfettamente astratta, dato che la sua qualità è universale nell’applicazione e non soggetta ad alcun giudizio, alcuna eccezione o alcuna alterazione.
(T-4.VII.3:7-9)
E la ragione per cui la mente vuole comunicarsi, quindi vuole creare, è la gioia, che è detta “il suo attributo unificante” (T-14.V.8:4): “La Divina Astrazione gioisce nel condividere”:
Dio, che racchiude tutto l’essere, creò esseri che hanno tutto individualmente, ma che vogliono condividerlo per incrementare la loro gioia. Niente di reale può essere aumentato tranne che condividendo. Questo è il motivo per cui Dio ti ha creato. La Divina Astrazione gioisce nel
condividere. Questo è il significato della creazione. “Come”, “cosa” e “a chi”, sono irrilevanti,
perché la vera creazione dà tutto, dato che può creare solo come se stessa. Ricorda che nel Regno non c’è differenza tra avere ed essere, come c’è nell’esistenza. Nello stato dell’essere la mente dà tutto sempre.
Se “nello stato dell’essere la mente dà tutto sempre” significa che la creazione aumenta in eterno, è in continua espansione, e come la creazione anche la gioia, poiché “gioia ed eternità sono inseparabili” (T-7.I.5:3).
L’essere pertanto è uno “stato della mente”, quello stato in cui la mente comunica, quindi crea, come si legge di seguito:
L’esistenza, così come l’essere, si basa sulla comunicazione. … L’essere è uno stato in cui la mente è in comunicazione con tutto ciò che è reale.
(T-4.VII.4:1;4)
Non c’è essere senza condivisione, senza creazione, senza comunicazione, cioè senza amore. Dio esiste in quanto crea, l’essere è in quanto comunica. La creazione, in questo senso, è “incontenibile”, poiché l’amore necessita di esprimersi per poter essere:
Creare è amare, l’amore si estende all’esterno semplicemente perché non può essere contenuto. Essendo senza limiti non si ferma.
(T-7.I.3:3-5)
In altre parole, poiché “Dio è Amore” (T-9.I.9:7), non può che creare, ossia esprimere l’amore che è, dato che “creare è amare”.
Naturalmente le creazioni di Dio “hanno tutto individualmente”, diceva ACIM: nel creare il Figlio, Dio condivise con lui tutto ciò che aveva, fra cui la capacità creativa, e non potrebbe che essere così, proprio in quanto quel Figlio è in realtà la sua estensione, Lui stesso.
Per questo il Figlio è “completo”, “perfetto”, “creativo”, “eterno”, e “uno” con le sue proprie creazioni:
Estendere è un aspetto fondamentale di Dio che Egli diede a Suo Figlio. Nella creazione, Dio estese Se Stesso alle Sue creazioni ed infuse loro la stessa amorevole Volontà di creare. Tu non solo sei stato creato completo, ma sei anche stato creato perfetto. Non c’è vuoto in te. A causa del fatto che sei a immagine e somiglianza del tuo Creatore, tu sei creativo.
(T-2.I.1:1-5) Le tue creazioni fanno parte di te, come tu fai parte di Dio. Tu sei parte di Dio come i tuoi figli sono parte dei Suoi Figli. … Le tue creazioni sono sempre state, perché tu puoi creare solo come crea Dio. Tua è l’eternità, poiché Egli ti ha creato eterno.
E di nuovo, anche nel caso della creazione del Figlio, la motivazione è quella di aumentare la gioia:
Egli mantiene dolcemente nella tua mente questa gioia, chiedendoti solo di aumentarla nel Suo Nome, condividendola per aumentare la Sua gioia in te.
(T-5.III.11:10)
Naturalmente infatti la gioia del Figlio è quella del Padre, e viceversa, poiché
A meno che tu non prenda parte alla creazione, la Sua gioia è incompleta perché la tua è incompleta.
(T-4.VII.6:4)
Tuttavia, pur essendoci perfetta unità fra Dio e la sua creazione, non c’è perfetta uguaglianza: Dio è unito alla sua creazione come la causa è unita al suo effetto, quindi mantiene rispetto ad essa una “precedenza”, o un’antecedenza. Lui è il Padre, Lui è il creatore, Lui è la causa prima e sola: “Causa” è un termine che appartiene propriamente a Dio, e Suo Figlio è il Suo “Effetto” (T-2.VII.3:11); “ricorda sempre che la mente è una, e la causa è una” (T-14.III.8:3-6).
L’essere “causa prima” è la sola qualità di Dio che appartiene unicamente a Dio, e che Egli non può condividere con suo Figlio.
Nella creazione non sei in relazione reciproca con Dio, poiché Egli ha creato te, ma tu non hai creato Lui.
(T-7.I.1:4)
Questo particolare è estremamente importante: come vedremo, dal rifiuto di questa precedenza di Dio rispetto al Figlio, di questa non-reciprocità, nasce l’ego.