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M ALATTIA E MONDO SPIRITUALE : VARI MODELLI DI TERAPIA

3 “T ROVARE LA SALUTE SIGNIFICA TROVARSI ”, OVVERO LA REALIZZAZIONE DEL S É

4. M ALATTIA E MONDO SPIRITUALE : VARI MODELLI DI TERAPIA

A partire dall’imperativo dello “scoprire il proprio vero Sé”, le forme di terapia che sono emerse (o ri-emerse) nel contesto New Age, e i loro presupposti di fondo, sono molteplici e presentano differenti sfaccettature del rapporto terapia- religione. Tra tutte è possibile identificarne principalmente quattro136

, che rappresentano come uno spostamento graduale verso una concezione del “male” sempre più interna e sempre più esclusivamente “mentale”. Fra queste troveremo quella che corrisponde in pieno ad ACIM.

HANEGRAAFF, New Age, 44: “The link between religion and healing is undoubtedly a natural one. Both domains, after all, share a concern with providing alternatives to human weakness and suffering. … Religious salvation in fact amounts to a radical form of ‘healing’”. Sullivan, a conferma di ciò, fa notare che figure o simboli centrali nelle tradizioni religiose sono molto spesso anche la fonte della guarigione, del healing: L. E. SULLIVAN, "Guarigione," in Enciclopedia delle Religioni, ed. MIRCEA ELIADE

(Milano: Jaca Book, 1996), 256. Cf. poi L. E. SULLIVAN, ed., Healing and Restoring. Health and

Medicine in the World's Religious Traditions (New York: Macmillan Co., 1989) e M. E. MARTY and K. L. VAUX, Health Medicine and Faith Traditions. An Inquiry into Religions and Medicine (Philadelphia: 1982).

135 V

ERNETTE, Che cos'è il New Age, 73.

136 Cf. A. N. T

ERRIN, Il sacro off limits. L'esperienza religiosa e il suo travaglio (Bologna: EDB, 1994), 202 e seg.

a- Visione sistemico/olistica

Secondo questa concezione la salute è il risultato di un equilibrio fra l’individuo e il suo ambiente, fra l’organo e l’organismo, fra la mente e il corpo. Tutto è visto come un grande sistema di correlazioni che comprendono il micro-cosmo individuale come il macro-cosmo ambientale e universale, l’uno immagine e rappresentazione dell’altro. La natura, pertanto, è ritenuta fonte potente di guarigione in un interscambio continuo di energie: riuscire a riconoscere la sua bellezza e la sua forza, a identificare le sue correnti vitali e a sintonizzarsi con esse, è un modo per ristabilire l’equilibrio fra sé e il tutto, e per riportare il micro-cosmo in uno stato di armonia e quindi di salute137

.

b- Visione psichica/mentale

In questo caso si parte da un’interpretazione della malattia (o del male in genere) come qualcosa che viene originato unicamente nella mente, e che è il diretto e inevitabile risultato di ciò che accade all’individuo a livello psichico. La consequenzialità è strettissima, poiché “il nostro sistema immunitario conosce tutti i nostri segreti e anche tutti i nostri dispiaceri”138

.

Le eventuali ed apparenti cause esteriori sono solo dei “funzionari”, ossia delle forze che entrano in contatto con il campo d’azione del mentale, ed eseguono dei comandi espressi silenziosamente e il più delle volte inconsciamente. La vera causa di tutto è il pensiero, o le credenze profonde, ed è a quel livello che è necessario ristabilire la salute, in quanto “dietro a un sintomo si nasconde un’intenzione dello spirito”139

.

137 Per questo tipo di approccio la New Age si rifà senza dubbio alle tradizioni della medicina

orientale (in particolare la medicina cinese, l’ayurveda e la medicina tibetana) e all’antica teoria delle corrispondenze che appartiene all’esoterismo occidentale. Alcuni riferimenti principali possono essere colti in F. CAPRA, Il punto di svolta. Scienza, società e cultura emergente (Milano: Feltrinelli, 2000), dove vi è una descrizione attenta del rapporto mente/corpo in una visione globale reciproca e auto- implicativa. Vedi anche F. VOLTAGGIO, L'arte della guarigione nelle culture umane (Torino: Bollati Boringhieri, 1992).

138 C

HOPRA, Guarirsi da dentro. Le rivoluzionarie terapie sul rinnovato rapporto tra mente e

corpo, 257.

139 Cf. T. D

ETHLEFSEN and R. DAHLKE, Malattia e destino. Il valore e il messaggio della

Tutta la psicosomatica si è articolata attorno a questi presupposti, e lo stesso uso dei farmaci placebo va in questa direzione140

: il corpo è il piano di espressione e realizzazione della coscienza, la visibilità della realtà interiore. La guarigione allora è possibile solo a partire da una presa di coscienza delle zone d’ombra che affliggono lo spirito, e da una trasformazione del pensiero.

La mente secondo questa visione è la mediazione e l’incontro fra mondo fisico e mondo metafisico, fra natura e trascendenza, e in definitiva come campo di unificazione dei diversi aspetti della realtà.

c- Visione animica/esorcistica

Qui la concezione è quella classica antica di più contesti religiosi, da quelli occidentali a quelli dell’estremo oriente, per cui la malattia è connessa con la possessione di spiriti e dèmoni, all’interazione di forze malvage con l’anima o con il campo vitale del malato141

. Oggi queste concezioni hanno assunto nuova forza, vengono avvallate e riprese, sia nell’ambito New Age sia in ambito cristiano142

, e le pratiche magico-spirituali abbondano: si fa uso di espedienti come la recitazione di mantra, rituali di purificazione, veri e propri atti esorcistici, preghiere propiziatorie, fino alla “chirurgia medianica”143

, al contatto medianico con gli spiriti responsabili del male, e via dicendo.

La malattia è un blocco energetico causato da forze occulte di cui è necessario liberarsi. Tuttavia la mente e la sfera spirituale del malato è sempre in qualche maniera corresponsabile dello stato di salute e di malattia: la tendenza è quella di interpretare anche il “demone” come cristallizzazione di una “forma-pensiero” che assume una

140 Cf. G. B

ATESON and M. C. BATESON, Dove gli angeli esitano (Milano: Adelphi, 1989), 106.

141 Vedi ad esempio le tradizioni evangeliche degli esorcismi compiuti da Gesù, o le elaborate

gerarchie di demoni che la medicina tibetana presenta come cause delle malattie, o ancora le operazioni di chirurgia medianica compiuta da sciamani e curanderos come estrazione dell’entità maligna dal corpo, ecc. Cf: P. MAINO, Il postmoderno nella Chiesa? Il rinnovamento carismatico (Milano: San Paolo, 2004), A. TALAMONTI, La carne convulsiva. Etnografia dell'esorcismo (Napoli: Liguori, 2005), P. VITEBSKY, Gli sciamani. Viaggi dell'anima. Trance, estasi, e rituali di guarigione (Milano: EDT, 1998), CLIFFORD, Medicina tibetana del corpo e della mente .

142 Vedi ad esempio S

HINE, Da mente a mente. Come guarire usando la vostra energia mentale

143 Cf. M

certa auto-sussistenza144

, e non tanto come un’entità completamente autonoma, incontrollabile, e svincolata dal malato145

.

Vediamo dunque che i piani si intrecciano, che la delimitazione fra una e l’altra visione della terapia non è affatto rigida, e che il riferimento ultimo di ogni terapia non è mai dell’ordine del materiale.

d- Visione totalmente spirituale della malattia e della salute.

Questa, fra tutte, è la visione più fortemente sbilanciata verso una lettura del reale di tipo anti-materialista, quella di cui ACIM si fa pienamente portavoce.

Come si è già accennato nella presentazione di ACIM146

, secondo questa impostazione non solo il male o la malattia è visto come qualcosa di origine spirituale, ma tutto ciò che realmente esiste è unicamente lo spirituale: ciò che appare ai sensi invece, senza esclusione, non è altro che una creazione della mente. Non esiste il corpo, non esiste il mondo materiale, e soprattutto non esiste alcun male: esiste solo “l’illusione” di tutto ciò, e la malattia pertanto è “malattia di percezione”. Ora, poiché l’unica maniera che ha un’illusione di perpetuare la propria esistenza è proprio quella di essere creduta, il mondo materiale in senso lato sussiste come espediente che permette all’ego, all’io limitato, di illudere la mente.

L’ego infatti è quella forza che tiene la coscienza lontana da Dio, poiché se il Sé superiore, che poi è la vera creazione di Dio, ricordasse la propria natura e si identificasse con essa, l’ego si dissolverebbe istantaneamente: esso quindi lotta di continuo, nella mente, per affermare e difendere se stesso, creando un dialogo

144 Cf. ad esempio A. M

EUROIS-GIVAUDAN, Forme-pensiero. Riconoscerle, scoprire la loro

influenza sulla nostra vita (Torino: Amrita, 2004) e A. MEUROIS-GIVAUDAN, Forme-pensiero II:

trasformarle, guarirle (Torino: Amrita, 2005)

145 È emblematico il caso di Milarepa, un antico santo tibetano, il quale tornato alla sua grotta

di meditazione dopo una breve assenza, vi trovò diversi demoni che presero a tormentarlo e a farlo ammalare; Milarepa tentò ogni espediente per cacciarli, fino a quando non disse: “Attraverso la grazia di Marpa ho già pienamente compreso che tutti gli esseri e tutti i fenomeni sono la nostra stessa mente e la mente stessa è una trasparenza della vacuità”, e i demoni improvvisamente sparirono: G. C. CHANG,

The Hundred Thousand Songs of Milarepa (New York: Harper Colophon Books, 1970), 5 e seg. 146 Vedi Capito 2, paragrafo 1.

incessante fra realtà e irrealtà. Ma poiché l’unica realtà sussistente è Dio, la “Mente divina”, padre e madre che ha creato l’uomo a propria immagine, quando la mente riconoscerà la Mente, correggerà le sue percezioni distorte, e la realtà apparirà nel suo vero aspetto, perfettamente sana147. Vedremo per esteso più avanti come ACIM ha

saputo orchestrare e organizzare questi concetti in maniera solida e complessa.

A livello storico, se la Christian Science ha inaugurato in maniera esplicita questa visione religiosa e terapeutica in Occidente, il primo e indispensabile riferimento è alla filosofia della mente del buddhismo mahayana, da cui le nuove religioni hanno attinto a piene mani. Dice uno dei testi più rappresentativi della dottrina mahayanica:

La Mente, in termini di Assoluto, è il Regno della Realtà, è l’essenza di tutte le fasi dell’esistenza nella loro totalità.

Quella che è chiamata “natura essenziale della Mente” non è mai nata e non morirà mai. Solo a causa delle illusioni le cose si differenziano. … La Realtà non ha attributi, e la parola è piuttosto un limite che serve a porre fine ad altre parole. Tutte le cose appartengono solo all’Unica Mente148.

O ancora:

Tutti i Buddha e tutti gli esseri senzienti non sono altro che Una-Mente, oltre alla quale non esiste nulla. Questa mente non ha inizio, non è nata e non può morire. … Trascende ogni limite, misura, nome, traccia e paragone. Risvegliatevi soltanto all’Unica Mente149.

Potrebbe sembrare che una formula di terapia che parta da questi presupposti contraddica l’imperativo olistico della New Age; in realtà, leggendo il mondo come illusione e concentrandosi solo sulla mente, questa visione vuole abbracciare comunque il reale nella sua interezza: da un certo punto di vista è radicalmente olistica, ma in un’altra maniera. È per questo che il guarire corrisponde ad un atto sacro, anzi all’atto sacro per eccellenza, proprio perché guarire significa trasformare la

147 Il vocabolario sembra farsi ambiguo, nell’alternanza fra i termini “mente” e “spirito”: in

realtà, come già si era accennato, parlando di “mente” in questo contesto non si intende (o non solo) il complesso dei processi cerebrali e psicologici di una persona, ma propriamente il suo principio spirituale individuale, ciò che la rende “conforme” a Dio.

148 Y. S. H

AKEDA, The Awakening of Faith. Attributed to Ashvaghosha (St. Louis: Bethany Press, 1967), parte 3, cap. 1.

149

mente, che è il tutto di ciò che siamo. Healing è holy, guarire significa trovare la salvezza.

Come si vede le accentuazioni nel mondo della nuova religiosità possono essere diverse, così come i presupposti filosofici e teologici di fondo, ma il denominatore comune appare evidente: la guarigione avviene a partire dallo spirituale, è un’espansione della coscienza, e significa salvezza.

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