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L’ ESOTERISMO OCCIDENTALE MODERNO : RAGIONI E ASPETTI DI UN MODELLO

M ODELLI DI ESOTERISMO E MODALITÀ DI INTERPRETAZIONE A CONFRONTO

1 “E SOTERISMO ”: L ’ INGRESSO RECENTE NEL MONDO ACCADEMICO

2. L’ ESOTERISMO OCCIDENTALE MODERNO : RAGIONI E ASPETTI DI UN MODELLO

Non essendoci una vera e propria tradizione che porta il nome di “esoterismo”, Faivre ha estrapolato un “modello” a partire da un’analisi dell’ambiente intellettuale del Rinascimento fiorentino e delle tradizioni studiate e coltivate in quel contesto169

.

167 L’approccio di oggi, comunque, non va più nel senso di creare della grandi “narrazioni” a

partire da segmenti della storia culturale, del tipo “fu l’occultismo a rendere possibile la modernità”, ma piuttosto si cerca di vedere ogni fatto storico come punto nodale nell’interazione di molti altri: cf. l’Introduzione a M. BASSLER and H. CHATELLIER, eds., Mystique, mysticisme et modernité en

Allemagneautor de 1900 (Strasbourg: Presses universitaire de Strasbourg, 1998), 25.

168 La cattedra fu creata all’interno della École Pratique des Hautes Étude della Sorbona, e fu

occupata da François Secret fino al 1979. A lui successe Antoine Faivre, fino al 2002, e quindi Jean Pierre Brach. Nel 1999 fu creata un’altra cattedra di “Storia della filosofia ermetica e delle correnti ad essa relazionate” presso l’università di Amsterdam con Wouter Hanegraaff. Nel 2005, in fine, una nuova cattedra di esoterismo occidentale fu assegnata a Nicholas Goodrick-Clarke all’università di Exeter in Inghilterra. Esistono anche insegnamenti interni di facoltà riguardo correnti esoteriche in università australiane, giapponesi, californiane, scandinave, italiane e russe.

169 Cf. F

AIVRE and VOSS, "Western Esotericism," 62. Il modello di cui parla Faivre è il risultato, comunque, di un’evoluzione del suo pensiero, se si considerano i suoi primi scritti in cui

Egli ha notato una precisa volontà di raggruppare un certo tipo di materiale filosofico- religioso sotto un unico denominatore comune per formare un “corpo referenziale”, con la convinzione che tutto questo materiale condividesse effettivamente qualcosa di sostanziale170. Per questo motivo ha ritenuto che il XV secolo sia stato un punto di

svolta: il progetto più o meno esplicito di mostrare l’omogeneità intrinseca di diverse tradizioni e fenomeni religiosi avrebbe segnato la nascita “dell’esoterismo occidentale moderno”, sebbene le radici di queste tradizioni risalgano al mondo antico, dal neo- pitagorismo, allo stoicismo, dall’ermetismo, allo gnosticismo, al neo-platonismo, e allo stesso cristianesimo. Quello che Faivre chiama “esoterismo occidentale moderno”, quindi, è propriamente per lui una forma di pensiero, così come esiste una forma di pensiero di tipo scientifico, di tipo teologico, e così via.

Il fatto forse più determinante in tutto questo processo fu la riscoperta dell’antico Corpus Hermeticum171

: nel 1460 ca. un monaco di nome Leonardo da Pistoia portò a Firenze dalla Macedonia un manoscritto del testo, che era rimasto fino ad allora sconosciuto all’occidente cristiano, fatta eccezione di uno solo dei trattati contenuti in esso, l’Asclepius. Cosimo de’ Medici, fondatore dell’Accademia Platonica Fiorentina, diede istruzione a Marsilio Ficino di interrompere la sua traduzione di Platone e dedicarsi invece al più presto alla traduzione dal greco del manoscritto, per poterla leggere prima di morire. La traduzione fu terminata nel 1462 e pubblicata nel 1471 con il titolo di Pimander (dal titolo del primo trattato: Poimandres). Il testo

vedeva da una parte l’esoterismo e la teosofia come qualcosa di unitario, e dall’altra le cosiddette “scienze occulte” come affini ma distinte chiaramente: cf. A. FAIVRE, L'ésoterisme au XVIIIe siècle en

France et en Allemagne (Paris: Seghers, 1973), 13. 170 Cf. F

AIVRE and VOSS, "Western Esotericism," 50.

171 Il Corpus Hermeticum (CH) è una collezione di 17 antichi trattati scritti in greco (logoi)

riuniti assieme da studiosi bizantini del X secolo. Tre di questi trattati sono parte anche dei testi ritrovati a Nag Hammadi negli anni ‘40. I temi più presenti nel Corpus sono questioni filosofiche e teologiche, morali, cosmogoniche; lo sfondo sembra essere chiaramente la filosofia platonica, ma ci sono assonanze anche con la teurgia, con i testi gnostici, e con fonti giudaiche e persiane. Per il CH cf. ad esempio A. FAIVRE, The Eternal Hermes. From Greek God to Alchemical Magus (Grand Rapids: Phanes Press, 1995), in particolare 16, 77-78.

conobbe già nel XVI secolo ripetute edizioni172

, e divenne un vero e proprio classico dell’epoca.

All’interno dell’ambiente dell’Accademia Platonica si riteneva che l’autore del

Corpus fosse Hermes173 (o Mercurius) Trismegistus, una figura mitica (o perfino

divina) egiziana del tempo di Mosè174, iniziatore della cosiddetta prisca theologia, una

sapienza profondissima e onnicomprensiva, che unificava la “vera” teologia cristiana con la “vera” filosofia platonica175

. La prisca theologia, denominata in seguito

philosophia perennis, sarebbe stata insegnata e tramandata attraverso una successione

di saggi filosofi che comprende anche Zoroastro, Platone, Orfeo, Aglaofemo176

, e Pitagora177

. Il Pimander pertanto era considerato da Ficino, da Pico della Mirandola, e

172 Si contano 25 edizioni già prima del 1641, oltre alle nuove traduzioni che ne vennero fatte.

Il pensiero di molti filosofi del XVI secolo che entrarono a far parte della “storia dell’esoterismo” fu profondamente influenzato dalla lettura del Corpus Hermeticum, come Giordano Bruno e John Dee. Ma il Corpus influenzò anche il lavoro di grandi scienziati come Copernico e Keplero, che lo citarono nelle loro opere.

173 Spesso il nome viene italianizzato in “Ermete”.

174 Nel periodo ellenistico, alcune antiche tradizioni egizie si fusero con alcune di origine

greca. Un esempio è proprio il dio egizio Thoth la cui identità si fuse con quella del dio greco Hermes: entrambi gli dei erano relazionati all’arte sacerdotale della scrittura e con la rivelazioni di verità nascoste. A partire circa dal III sec. a.C. il dio cominciò ad essere conosciuto come “Hermes Trismegistus”, il “tre volte grandissimo” o “tre volte santo” (forse in quanto sacerdote, filosofo e re). Gli insegnamenti iniziatici di Hermes includevano magia, astrologia, scienza, scrittura, insieme ad altre discipline. Per una panoramica esaustiva sulle credenze che riguardano l’identità di Hermes vedi YATES, Giordano Bruno, cap.I.

175 Nel 1614 lo studioso greco Isaac Casaubon pubblicò una corposa storia della chiesa (De rebus sacri set ecclesiasticis exercitationes XVI), nella quale dimostrava che il Corpus Hermeticum, al

contrario di quel che si pensava, non poteva essere antecedente all’era cristiana. L’argomento non ebbe molta fortuna, al tempo, e molti rifiutarono di credervi o ignorarono volutamente le argomentazioni di Casaubon. Oggi come oggi si ritiene che il testo risalga ad un periodo compreso fra il I e il III sec. d.C., ma ciò non esclude che in esso possa essere contenuto materiale di origine molto più antica, probabilmente egizia. Cf. A. J. FESTUGIERE, La révélation d'Hermès Trismégiste (Paris: J. Gabalda & Cie, 1942-1953).

176 Probabilmente un insegnante orfico di Pitagora. Cf. C. B. S

CHMITT, "Perennial Philosophy: From Agostino Steuco to Leibniz," Journal of the History of Ideas 27 (1966): 510.

177 Secondo una catena più ampia di “iniziati” l’elenco includerebbe anche Enoch, Abramo,

Noah, i Bramini, i Druidi, Davide, Orfeo, e le Sibille. Dall’idea di questa successione sarebbe nata l’espressione philosophia perennis, proposta da Augustino Steuco nel 1540 in un libro che porta lo

dagli altri filosofi dell’Accademia fiorentina come l’essenza del vero sapere religioso e filosofico, manifestatosi in varie forme e in vari linguaggi durante i secoli. Questa idea di un’unica tradizione filosofico-teologica e di una genealogia di saggi in qualche modo legati fra loro rimarrà un tema importante dell’esoterismo moderno fino ai nostri giorni.

Le tre antiche “scienze tradizionali” ritenute espressione di quell’antica sapienza furono l’alchimia, l’astrologia e la magia178

(comprese altre discipline connesse alla magia, quali l’aritmosofia, e varie forme di esoterismo musicale); oltre a queste tradizioni principali, rientreranno a far parte dell’esoterismo sensu Faivre altre correnti fondamentalmente legate alle tre principali e connesse le une alle altre, che cominciarono a svilupparsi dalla fine del XV secolo: si tratta della Kabbalah cristiana (un’elaborazione della Kabbalah giudaica giunta da poco nell’ambiente del cristianesimo occidentale), dell’ermetismo neo-alessandrino, di un certo tipo di

filosofia della natura ispirata a Paracelso (fra cui una parte della Naturphilosophie

romantica di origine germanica); a queste si aggiungono dal XVII secolo anche la

teosofia, i Rosacroce, e altri movimenti e società iniziatiche che sono andati

moltiplicandosi fino al giorno d’oggi.

L’esoterismo non sarebbe quindi nato nel Rinascimento, poiché già prima del medioevo molte delle idee che lo contraddistinguono erano diffuse e stabilizzate179

; si sarebbe tuttavia autonomizzato secondo Faivre in quel periodo e definito più chiaramente prendendo coscienza di sé nel contrasto con la nuova forma di pensiero promossa dalla nascita della scienza moderna.

Il modello proposto da Faivre180

e che riassumiamo qui di seguito si articola secondo sei caratteristiche, delle quali solo le prime quattro sono a suo avviso

stesso titolo. Più tardi, dalla fine del XIX secolo in poi, questa idea ha assunto il nome più generico di “tradizione”.

178 Ciò non sorprende se si pensa che la letteratura cosiddetta “Hermetica”, ossia quella di cui il

dio Hermes è ritenuto autore e protagonista, comprende praticamente l’intero sapere dell’Egitto ellenistico riguardo la magia, l’alchimia, l’astrologia e la filosofia della natura.

179 “Whoever said esotericism said go to what is more interior…”, dice Faivre, “In the Middle

Ages the more interior did not exist, since the believer was always inside”: FAIVRE, Access, 7.

180 Il seguente modello è presente in numerosi testi, sia dello stesso autore che come citazione

da parte di altri. Un riassunto esauriente si può trovare ad esempio in Ibid., 10-15, o in HANEGRAAFF,

essenziali a circoscrivere l’esoterismo moderno occidentale181

; le ultime due sono comunque importanti e compaiono molto spesso in ambito esoterico, ma non costituiscono come le altre una condizione che egli ritiene indispensabile per classificare un movimento o un testo come esoterico. C’è da aggiungere che queste sei caratteristiche appaiono strutturalmente legate fra loro, quasi come implicazioni l’una dell’altra, sebbene sia utile distinguerle per chiarezza.

1. L’idea delle corrispondenze.

Si tratta dell’idea di fondo per cui l’universo è un unico grande organismo, ed esiste una corrispondenza diretta fra tutte le sue parti. Come in basso, così in alto, il microcosmo umano è in completa analogia con il macrocosmo, in una reciproca interdipendenza. Le corrispondenze sono velate, nascoste ad un primo sguardo, ma possono essere lette e decifrate: tutto quindi può contenere un significato misterioso, tutto può essere interpretato come un simbolo.

Esistono le corrispondenze all’interno del mondo naturale (da cui l’astrologia), per esempio quella fra i sette pianeti e i sette metalli, o fra questi e le varie parti del corpo umano. Ed esistono le corrispondenze fra il cosmo, la storia, e i testi sacri (da cui ad esempio la Kabbalah). Il libro della natura e la bibbia, il libro della salvezza, sarebbero fra loro in perfetta armonia, e l’una sarebbe la chiave ermeneutica dell’altra.

2. La natura intesa come un organismo vivente.

Il cosmo appare come un tutto complesso, gerarchico, permeato di forze di varia natura, e soprattutto come una vera entità vivente182

. Questo concetto è basilare per la magia rinascimentale, intesa sia come la conoscenza degli aspetti nascosti della natura e delle relazioni di simpatia fra essi, sia come l’aspetto più operativo che nasce da questa conoscenza. Anche la magia naturalis, con le varie forme di medicina che

181 Con “occidentale” l’autore intende il vasto contesto greco-romano all’interno del quale

hanno coabitato il giudaismo e il cristianesimo, assieme anche all’Islam per molti secoli: FAIVRE and NEEDLEMAN, eds., Modern, xiii.

182 Hanegraaff aggiunge: “Since it is the force of divinity which ‘enlivens’ Nature, the concept

da Paracelso in poi hanno espresso l’incontro fra scienza e magia (mesmerismo, omeopatia, ecc.), si fonda su questi presupposti.

Da ciò segue anche tutta la soteriologia di stampo teosofico basata sugli stessi presupposti dell’alchimia, ossia sul concetto di conoscenza nel senso di gnosi, che vede legati Dio, la natura e l’umanità secondo corrispondenze che il teosofo è in grado di cogliere e rendere visibili e operative.

3. La presenza di immaginazione e mediazioni.

A partire dall’idea fondamentale delle corrispondenze, la necessità dell’immaginazione e di mediazioni di vario tipo appare quasi come un corollario. Con

mediazioni si intendono tutti i mezzi possibili per evocare o rendere accessibile

l’aspetto misterioso della realtà, quello in cui esistono le corrispondenze. Si parla quindi di rituali, immagini simboliche, oggetti, ma anche spiriti, o angeli, o maestri con la funzione di mediatori fra il livello mondano dell’esistenza e quello spirituale183

. L’immaginazione, poi, è uno strumento di massima importanza: è propriamente la facoltà mediatrice della mente attraverso cui è possibile staccarsi dal mondo puramente sensoriale, ed immergersi nel livello simbolico, cogliendo i significati e le analogie contenute in esso. È l’immaginazione184

che permette l’utilizzo delle altre mediazioni perché le vede significative, ed è l’immaginazione che in definitiva dà accesso alla vera conoscenza. La si chiama immaginazione poiché si intende con questo termine lo sforzo della mente di accettare come possibili delle realtà per niente evidenti, in modo che, una volta “immaginate”, esse riescano in

183 Per Faivre la presenza delle mediazioni è ciò che principalmente segna lo spartiacque fra

esoterismo e misticismo, nel senso che quest’ultimo tende per sua natura alla soppressione di qualsivoglia mediazione: “In somewhat oversimplified terms, we could say that the mystic aspires to the more or less complete suppression of images and intermediaries because for him they become obstacles to the union with God. While the esoterist appears to take more interest in the intermediaries revealed to his inner eye though the power of his creative imagination than to extend himself essentially toward the union with the divine”, FAIVRE, Access, 12. Il discorso è di non poca importanza, poiché sembra puntare all’intenzione stessa dell’esoterista, sottostante ad ogni sua pratica o filosofia. Riprenderemo dunque la considerazione di Faivre più avanti, nel momento in cui cercheremo di proporre una diversa interpretazione dell’esoterismo in quanto tale.

184 Faivre nota che questo termine è legato ad altri termini come magnete, magia, immagine:

qualche modo a dare conferma della loro realtà, e la visione globale del mondo si allarghi.

4. L’esperienza della trasmutazione.

Trasmutazione è un termine che appartiene al vocabolario dell’alchimia. Faivre

lo adopera volutamente al posto di “trasformazione” per intendere una vera “metamorfosi”, il passaggio da un livello o un modo di esistenza ad un altro, in modo che l’essere sia completamente coinvolto in tale passaggio. È quindi forse la più importante di tutte e quattro le prime caratteristiche elencate, poiché dice lo scopo, il senso e la direzione di tutto il resto. La vera trasmutazione avviene proprio quando l’immaginazione entra in perfetta sintonia con l’attività intellettuale, e la conoscenza assume in tutti i sensi un carattere esperienziale: è una “seconda nascita”.

La stessa alchimia, a partire dal XVII secolo in poi, sembra aver concentrato i suoi sforzi molto più sulla trasmutazione più che sugli esperimenti di laboratorio: si parla infatti di nigredo (la morte dell’uomo vecchio), albedo (il momento dell’illuminazione) e rubedo (la pietra filosofale, l’ottenimento della nuova vita). Senza la trasmutazione, dice Faivre, quello che viene discusso qui difficilmente supererebbe i limiti di una spiritualità speculativa185

.

5. La prassi della concordanza.

La tendenza di cercare connessioni e somiglianze fra due o più tradizioni differenti fu particolarmente evidente nel rinascimento, e riapparve con nuova forza entusiastica alla fine del XIX secolo, in particolare nell’ambito della Società Teosofica, grazie soprattutto alla nuova conoscenza dell’oriente e alla nascita dello studio comparato delle religioni in ambito accademico.

Il tentativo dei cosiddetti perennialisti186

non era solo quello di evidenziare delle convergenze per promuovere uno spirito di rispetto e riconoscimento di valore nei confronti di realtà religiose diverse: la prassi della concordanza era mossa dalla certezza che ci fosse un’unica gnosi, diffusa ed espressa in vario modo nelle tradizioni,

185 Ibid.

186 Si dicono “perennialisti” i promotori di questa tendenza, poiché cercavano quella tradizione

primordiale che stava alla base di ogni altra, e che si è poi manifestata lungo tutto l’arco della storia senza soluzione di continuità.

da riscoprire e riorganizzare in un unico sistema completo e onnicomprensivo, per poter giungere alla conoscenza di Dio e alla piena realizzazione umana.

6. La trasmissione (spesso iniziatica) dell’insegnamento.

Le modalità di trasmissione dell’insegnamento sono spesso molto rilevanti: si tratta di una consegna da maestro a discepolo di una verità ritenuta valida, antica e ineccepibile, seguendo un percorso prestabilito e graduale all’interno di una pre- comprensione dei diversi stadi di evoluzione dell’adepto, e passando spesso per delle vere e proprie iniziazioni che ne attualizzano la “seconda nascita”.

Una descrizione siffatta dell’esoterismo è ad un livello etic, non emic187

: per individuare le sei caratteristiche sopra elencate Faivre ha guardato a quello che esternamente appare come un insieme di tratti comuni presenti contemporaneamente, e non ad accentuazioni o specificazioni dottrinali. Un approccio fenomenologico di questo tipo, egli dice, “permette da un lato di rispettare le differenze, e dall’altro di portare avanti la ricerca empirica senza un a priori ideologico”188, evitando quindi ogni

forzatura ai dati storici a nostra disposizione.

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