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WHOLE HEAL HOLY COME CHIAVE ERMENEUTICA DELL ’ ESOTERISMO : UN NUOVO MODELLO TIPOLOGICO A

L A QUESTIONE METODOLOGICA E IL NUOVO MODELLO DI ESOTERISMO

WHOLE HEAL HOLY COME CHIAVE ERMENEUTICA DELL ’ ESOTERISMO : UN NUOVO MODELLO TIPOLOGICO A

PARTIRE DA

ACIM

3.1 Alcune attuali proposte di modelli tipologici

Il secondo dei due progetti di comprensione e di ricerca sull’esoterismo qui sopra illustrati, ossia quello che abbiamo ridefinito “tipologico-essenzialista”, forse non è mai stato esplorato a fondo fino ad ora a livello accademico. Se ne trovano più volte degli accenni, che rimangono poi a livello di ipotesi: a partire dalla panoramica di studi sull’esoterismo di cui si è parlato, sembra che la maggior parte degli studiosi sia partita da un’identificazione dell’esoterismo come “forma di pensiero”

potenzialmente rintracciabile nei più diversi ambiti storico-religiosi, ma che sia poi

proseguita secondo le linee dell’approccio storico.

Rivedremo quindi in breve questi vari “progetti preliminari” di approccio tipologico incontrati fino a questo momento, evidenziando quelli che appaiono i limiti di ciascuno, per giungere poi a delinearne un altro alternativo, che secondo me presenta importantissimi vantaggi a livello ermeneutico, e che in modo interessante emerge proprio dall’esegesi di ACIM.

Cercheremo di mostrare le ragioni e il senso di tale progetto ponendolo a confronto degli altri, ma esso naturalmente è solo “un’anticipazione”250: la convalida

vera e propria del progetto che segue potrebbe divenire il tema di un’altra estesa ricerca futura.

250 “Compito permanente della comprensione è l’elaborazione e l’articolazione dei progetti

corretti, adeguati, i quali come progetti sono anticipazioni che possono convalidarsi solo in rapporto all’oggetto”,GADAMER, Verità e metodo, 314.

1- Hanegraaff identifica nella “conoscenza segreta” l’elemento caratterizzante quando dice: “in questo senso tipologico, il termine ‘esoterismo’ può essere applicato liberamente all’interno di ogni contesto religioso, poiché interessi verso la conoscenza segreta riservata per delle elite possono essere trovati attraverso tutta la storia e in tutto il mondo: in società con o senza scrittura, dall’antichità al presente, in Oriente e in Occidente”251

. Anche von Stuckrad sembra sottoscrivere implicitamente a questa idea della segretezza: il titolo del suo libro è infatti A Brief History of Secret Knowledge (Breve storia della conoscenza segreta), e scrive: “non dubito che una larga parte di ciò che io comprendo come esoterismo [quindi la conoscenza segreta] possa essere trovata anche in altre culture, e che un approccio trans-culturale e comparativo possa essere di gran valore per la nostra comprensione dell’esoterismo”252

.

Se la segretezza è certamente un elemento molto presente nei contesti definiti esoterici, non sembra però essere una caratteristica immancabile nemmeno di quelle correnti occidentali che sono state classificate come esoteriche ante litteram253

, perlomeno se intesa a livello sociologico254. Pertanto, nel contesto dell’approccio

tipologico, un modello di esoterismo costruito attorno all’idea di conoscenza segreta presenterebbe delle difficoltà oggettive.

2- Faivre invece, che parla dell’esoterismo “fenomenologicamente come di una forma di pensiero”255

, lo descrive a livello generale come l’insieme di alcune delle

251 “In this typological sense, the term ‘esotericism’ can be applied freely within any religious

context, for concerns with secret knowledge reserved for elites can be found throughout history, and all over the world: in pre-literate and literate societies, from antiquity to the present, in east and west”, HANEGRAAFF, "Esotericism," 337

252 “I do not doubt that large parts of what I understand by esotericism can also be found in

other cultures, and that a transcultural and comparative approach can be most valuable for our understanding of esotericism”, STUCKRAD, Western Esotericism. A Brief History of Secret Knowledge, xi-xii.

253 Cf. qui, par. 1.

254 Specifichiamo comunque che von Stuckrad, a differenza di Hanegraaff, si riferisce alla

segretezza “not in the sense that esoteric truth is accessible only to initiates. What makes a discourse esoteric is the rhetoric of hidden truth”, STUCKRAD, Western Esotericism. A Brief History of Secret

Knowledge, 10. 255 F

forme attraverso cui si è espressa “una delle due polarità dell’animo umano”, ossia quella della sua “capacità mitica, laddove l’altro polo è il cosiddetto pensiero razionale (che in occidente è modellato sulla falsariga della logica aristotelica)”256

. A partire da questa impostazione, egli sembra supporre che si possa effettivamente tentare di rintracciare una forma di esoterismo anche in altre culture, come nell’antico Egitto, nell’estremo Oriente, o nelle civiltà amerindie257

.

A me sembra tuttavia, che a ben guardare, una gran parte dei fondamenti filosofici e teologici di tutte le grandi religioni sia ugualmente rappresentativa di questa “capacità mitica”, e sfugga dai percorsi del pensiero razionale, pur non essendo per ciò stesso sempre “esoterica”. Questo, dunque, se dovesse diventare un modello, sarebbe troppo generico, non utilizzabile come reale strumento ermeneutico per individuare specificamente la presenza dell’esoterismo.

3- Needleman poi propone chiaramente una possibilità di approccio tipologico quando parla dell’esoterismo in generale come quella capacità del pensiero religioso di “includere il profano” e rivalutare in un’ottica spirituale tutte le dimensioni della vita umana, comprese quelle materiali, quelle mentali e quelle psicologiche, che si trovano “risacralizzate” nella scoperta della “divinità interiore”, laddove la religione istituzionale seleziona, per così dire, ciò che può rientrare nel percorso spirituale da ciò che non può258. “Ci si deve rendere conto”, aggiunge, “quanto un tale esoterismo

esista in ogni tradizione”259

.

Questo modello sembra interessante, e tuttavia vede l’esoterismo sempre in relazione ad altre tradizioni religiose più ampie e più stabili di cui sarebbe una parte

256 “We could very well be dealing with the possible forms acquired by one of the two poles of

the human soul for its actualisation: that is, the pole of mythic capacity (the other pole being so-called rational thought, which in the West is modelled after a type of Aristotelian logic)”, FAIVRE and VOSS, "Western Esotericism," 53. Cf. anche FAIVRE, Access, 9 e FAIVRE and NEEDLEMAN, eds., Modern, xiv.

257 “To be sure, there is perhaps ‘some esotericism’ in other cultural terrains (e.g. ancient

Egypt, Far East, Amerindian civilizations, etc.)”, FAIVRE, Access, 16.

258 Cf. qui, par. 3.

259 “In every great religious tradition, somewhere – sometimes deeply hidden, sometimes closer

to the surface – there is a path that embraces the profane, a path that embraces what the more widespread religion rejects as evil. … One needs to understand how such esotericism exists within each tradition”, NEEDLEMAN, "Introduction II," xxvi.

nascosta, escludendo quindi quelle eventuali forme di esoterismo che corrono parallele ed indipendenti dalle grandi tradizioni religiose, o che potrebbero perfino costituire il cuore stesso di vere e proprie tradizioni, come è forse il caso di alcune grandi religioni orientali260. Inoltre l’inclusione del profano, e il sorpassamento di una visione religiosa

che si regge attorno ad una struttura morale e legalistica, è sicuramente una nota fondamentale dell’esoterismo, ma rimane ancora tutto sommato poco specifica nell’ampio panorama che ci offre la storia delle religioni.

3.2 Dalla struttura semantica di ACIM…

Detto ciò261

, riguardiamo ora la struttura semantica e filosofica di ACIM per vedere come questo testo fondamentale dell’esoterismo contemporaneo ha messo in evidenza un principio centrale di tutto l’esoterismo, quello che potrebbe diventare appunto il suo criterio vero e proprio di riconoscimento.

Per ACIM, come abbiamo visto dettagliatamente nella II parte, il tutto del processo salvifico sta nella trasformazione della mente, o più precisamente, nella correzione dell’idea della mente riguardo la sua auto-identificazione: guarire significa modificare la credenza sbagliata rispetto alla propria identità, a livello profondo. Il soggetto, secondo ACIM, combatte in continuazione per riuscire a proiettare fuori di sé la colpa di cui si sente portatore, che è la vera causa della sua convinzione di non meritare amore, e quindi della sua paura continua e della sua tristezza: facendo questo, secondo dei meccanismi complessi che ACIM descrive minuziosamente, il soggetto non si libera affatto della colpa, ma mantiene l’auto-identificazione della mente con l’ego anziché con il Figlio di Dio, con l’io inferiore anziché con il Sé superiore, entrando così in un circolo vizioso.

260 Cf. per esempio F

AIVRE, Access, 6 e FAIVRE and NEEDLEMAN, eds., Modern, xiii: “In the Far East, and in other cultural areas, esotericism does not even enjoy a status of its own, as it does in the West”.

261 L’elenco potrebbe continuare, vedi ad esempio H

AMMER, "Esotericism," 448, o RIFFARD,

L'ésotérisme , il quale enumera le seguenti caratteristiche come quelle che secondo lui sarebbero

invariabili: l’impersonalità degli autori, l’opposizione fra il profano e l’iniziato, il “sottile”, le corrispondenze, i numeri, le scienze occulte, le arti occulte e l’iniziazione. Nella nostra rassegna però abbiamo considerato in particolare i progetti meno dettagliati perché più facilmente esportabili a livello cross-culturale, e perché più capaci forse di cogliere la vera essenza, se ce n’è una, del discorso esoterico.

Il perdono è il punto di svolta, ciò che interrompe la proiezione della colpa: grazie al perdono scelto consapevolmente si comincia ad accettare l’innocenza degli altri esseri umani, secondo un percorso che porta poi a rendersi conto della propria stessa innocenza, a vedere la colpa come irreale e illusoria, e a ricordare in fine la propria vera natura pura e divina in quanto creazione perfetta e libera di Dio.

Quando la mente avrà raggiunto la piena e stabile consapevolezza della propria innocenza, quando avrà ricordato la propria identità in relazione con Dio e quella di ogni altra creatura, quando si sentirà del tutto “amabile” e amata infinitamente dal Padre, completa, senza mancanze e bisogni di alcun tipo, viva, creativa e senza limiti, allora finalmente ogni forma di sofferenza avrà fine: la mente abbandona le difese della propria individualità e spalanca i propri confini auto-identificativi fino a far parte del tutto divino. Questa, per ACIM, è la salvezza.

Come abbiamo descritto, la triade whole-heal-holy è per così dire l’ossatura semantica attraverso cui si dispiega, si sostiene e si articola questo percorso fondamentale di trasformazione della mente.

Il whole, la totalità, è il principio di unità del tutto in cui si risolve ogni dualismo e ogni separatezza: l’unità fra Dio e la creazione non può in alcun modo essere spezzata. Il percorso salvifico è proprio un processo di ricostruzione progressiva dell’unità per ricomporre in un tutto le innumerevoli forme di separatezza testimoniate dai sensi e dalla percezione psichica: la mente si ritrova parte di quell’unità, al di là di ogni possibile privazione o incompletezza, in una sovrabbondanza infinita, a causa della propria connaturalità con il divino che naturalmente non è mai venuta meno.

Questo riconoscimento, che avviene come un ricordo, come un “ritorno a casa”, è il momento del heal, è la guarigione dell’antica ferita, la correzione dell’idea che ha dato origine all’ego, e il dissolversi della colpa: è pertanto l’acquisizione della vera conoscenza, la cessazione del dolore, la salvezza.

L’intero discorso si regge sulla metafisica di base di ACIM, secondo cui Dio e la Sua creazione è tutto ciò che esiste, e il tutto è sacro-santo (holy), non c’è realmente nulla al di fuori di questo, in quanto tutto quello che non appartiene alla natura divina è pura illusione, immaginazione errata della mente separata, che prima o poi svanirà come un sogno; il holy pertanto è come il postulato fondamentale di tutto il reale: tutto ciò che esiste è holy, per sempre santo, sano, salvo: “Nulla di ciò che è reale può essere minacciato. Nulla di irreale esiste” (T-In. 2,3).

In breve, quando la mente lascia l’identificazione con l’ego e torna al tutto (whole) divino (holy), con un atto esso stesso santo (holy), guarisce (heal).

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