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III. HONG KONG DALLA BASIC LAW ALLA CESSIONE

3. Chris Patten, l’ultimo imperialista

Il 1992 segnò, per Hong Kong, l’ingresso in una nuova fase. Il governatore Wilson si ritirò in pensione lasciando il posto a Chris Patten. “L’ultimo imperialista”, così era stato soprannominato Patten nella Repubblica Popolare282, ebbe il compito di gestire il ritiro della Gran Bretagna dalla sua ultima colonia più grande. Patten era diventato governatore quasi per caso; il posto, infatti, gli era stato assegnato dal primo ministro Major, suo amico, per aver aiutato il Partito Conservatore a vincere le elezioni generali britanniche del 1992283. Major mostrò la sua gratitudine provando a «trovare un lavoro

adeguato per qualcuno che, in effetti, aveva dato il suo impegno costante alla causa del Partito»284. Patten, pur non avendo esperienza di Hong Kong e Cina285, era consapevole della difficile posizione dell’isola. Tra le tante questioni che egli tentò di analizzare c’era il come la RPC si sarebbe comportata in caso di una completa democratizzazione di Hong Kong: seppure i leader cinesi preferivano non muoversi in tal senso, non avrebbero esitato ad annullare qualsiasi riforma che potesse minare al loro autorità a Hong Kong.

Patten voleva lasciare il segno. Pezzo grosso della politica britannica e amico del primo ministro Major e del ministro degli esteri Douglas Hurd, il nuovo governatore aveva un’influenza maggiore rispetto ai suoi predecessori. Per molti, i suoi legami, il suo peso a Westminster e le sue abilità politiche furono fondamentali nell’ultima fase della transizione.

Nell’ottobre del 1992, Patten annunciò una serie di progetti di riforma, passati alla storia come Piano Patten, che avrebbero allargato la base elettorale delle circoscrizioni funzionali e rafforzato la rappresentanza nel Consiglio Legislativo. Le riforme prevedevano: l’aumento del numero di coloro che erano direttamente eletti al Consiglio Legislativo da 18 a 20; la riduzione dell’età di voto da 21 a 18 anni; l’aumento della base

281 Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 253.

282 Cfr. Cuscito, Giorgio, «Hong Kong oggi, ieri, domani», in Limes, Hong Kong, una Cina in bilico, n. 9

(2019), edizione del Kindle, posizione 187.

283 Patten ironicamente aveva perso il suo posto alla House of Common.

284 Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 254.

285 Prima di prendere ufficialmente ufficio si preparò parlando con esperti della Cina dal mondo politico,

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elettorale per le 21 circoscrizioni funzionali, con l’eliminazione del voto corporativo a favore di quello individuale e l’aggiunta di nove nuove circoscrizioni funzionali; la modifica delle circoscrizioni geografiche con più seggi in circoscrizioni monoposto; l’eliminazione di tutti i seggi nominati al Consiglio Municipale e al Consiglio Distrettuale.

Il progetto di riforma di Patten era stato pensato in modo da rispettare la Basic Law, ma ne spingeva al limite le “zone grigie”. Patten aveva fatto in modo che il suo progetto non contravvenisse all’impegno preso dai cinesi con la Basic Law e, allo stesso tempo, faceva un passo, seppur modesto, verso la democratizzazione.

Era di vitale importanza far comprendere ai cinesi quale fosse lo schema delle riforme, vista anche la nota difficoltà della RPC di comprendere il funzionamento delle democrazie occidentali286. È anche a causa di questa difficoltà che la RPC non era contenta ed era sospettosa delle azioni di Patten. Ma c’erano anche altre motivazioni: le riforme andavano oltre ciò che la Cina aveva in mente e, inoltre, il governatore aveva rotto con la pratica di consultare il governo cinese sulle disposizioni politiche che avrebbero interessato Hong Kong nel dopo-1997287. Anche il fatto che Patten avesse

annunciato pubblicamente il progetto senza consultare il governo cinese dimostrava a quest’ultimo che fosse una mossa subdola per indebolire la sua autorità. Ferma nella sua posizione, la RPC iniziò un attacco propagandistico nei confronti di Patten. La Cina affermò che

«una persona, che era la causa di tutti i problemi, stava distruggendo gli interessi di Hong Kong e la cooperazione sino-britannica. Il suo messaggio sia al governo britannico che a Hong Kong era che una volta che Patten fosse stato rimosso, lo status

quo ante poteva essere ristabilito e Hong Kong non avrebbe visto minacciata la sua

stabilità e prosperità»288.

Nonostante Pechino chiedesse che Patten fosse sostituito, Londra sapeva che farlo avrebbe rovinato la sua credibilità e reputazione, non solo a Hong Kong ma anche nella comunità internazionale. In realtà, gli attacchi propagandistici cinesi contro Patten si rivelarono inefficaci; l’effetto, infatti, fu quello di rafforzare la posizione del governatore a Hong Kong. Di conseguenza, nel marzo del 1993, i cinesi accettarono con riluttanza che Patten non sarebbe stato sostituito e concordarono di aprire le trattative con la Gran Bretagna. I negoziati furono difficili e procedettero lentamente. Nonostante i 17 round,

286 Cfr. Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 257.

287 Cfr. Carroll, John M., A Concise History of Hong Kong, Rowman & Littlefield Publishers, United States

2007, p. 199.

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non si riuscì a raggiungere un accordo. A novembre, i britannici spinsero per la messa in atto delle riforme di Patten, dando alla RPC solo pochi giorni di preavviso e sperando di continuare i negoziati. La Cina rispose dichiarando terminate le trattative e accusando i britannici di attaccare i suoi diritti di sovranità su Hong Kong. Con l’interruzione dei negoziati, la RPC annunciò anche una nuova politica descritta come “second stove”

policy289 (seconda o nuova cucina). L’implicazione era che con una “nuova cucina”, non

era necessario fare affidamento su quella esistente. Nell’analogia con Hong Kong, «la sua “cucina” attuale, o sistema politico, sarebbe rimasto sotto il controllo britannico, ma la RPC ne avrebbe costruita una nuova che si sarebbe sostituita alle funzioni della “cucina” britannica nel 1997»290. In pratica, ciò che intendevano i cinesi era che tutte le riforme di Patten sarebbero state sostituite da nuove istituzioni dopo il 1997.

Nell’aprile del 1993, quando i negoziati per le riforme erano agli inizi, la RPC si preparava al peggio e istituì per questo la Preliminary Working Committee (PWC). Questa commissione rappresentava il primo passo verso l’organizzazione di un comitato preparatorio per la HKSAR, quest’ultimo previsto nella Basic Law, che avrebbe dovuto gestire i preparativi per il post-cessione.

Nel dare vita alla PWC, la RPC aveva due obiettivi. Il primo era quello di mettere pressione ai britannici in maniera da ottenere delle concessioni sul Piano Patten. I cinesi consideravano la PWC come una moneta di scambio. Se i britannici avessero ritirato le proposte di riforma di Patten, allora la Cina avrebbe potuto sospendere la PWC. Il secondo obiettivo riguardava la creazione delle infrastrutture per la “nuova cucina”291. La PWC era guidata dal vice-premier e ministro degli esteri Qian Qichen e formata da 57 membri (tutti parte dell’apparato politico cinese o residenti di Hong Kong che avevano preso posizione contro le riforme di Patten). Fino al dicembre 1993, la RPC aveva promesso di non fare della PWC un centro di autorità ma, con l’interruzione dei negoziati con i britannici, il secondo obiettivo, ossia “creare una nuova cucina” divenne primario. Quando, nel giugno del 1994, con il supporto del Consiglio Legislativo, Patten decise di portare avanti unilateralmente il suo progetto, Pechino rispose che avrebbe annullato ogni riforma dopo la transizione e che l’ultimo Consiglio Legislativo, eletto sotto il governo

289 另起炉灶 (Lìngqĭlúzào) letteralmente “allestire una cucina separata” è un 成语(chéngyŭ), un idioma

cinese per indicare il ricominciare da capo, l’iniziare un nuovo cammino, ma anche creare una nuova famiglia. La cucina rappresenta il fulcro della famiglia, che la sostiene e l’aiuta a prosperare. Creare una nuova cucina simbolizza la separazione dalla famiglia e l’affermazione dell’indipendenza.

290 Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 263. 291 Cfr. ivi, p. 263-264.

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Patten nel 1995, sarebbe stato sostituito da uno provvisorio. La decisione cinese derivava anche dal fatto che, alle elezioni del 1995, i sostenitori della RPC avevano ottenuto solo 16 dei 60 seggi. La maggior parte dei seggi erano controllati dai democratici. Certamente, le proposte di Patten erano riflesso degli interessi di Londra; esse, ciò detto, rappresentavano anche i desideri di molti cittadini di Hong Kong, come dimostrato dal risultato delle elezioni del 1995. Allo stesso tempo, tutto questo spazzava via le speranze per un governo che avrebbe guidato la transizione fino al 1999292, considerato soprattutto il fallimento dei candidati pro-Pechino alle elezioni. Per la RPC era necessario a questo punto trovare una soluzione: la scelta era tra nuove elezioni da tenersi nel 1997 o l’assunzione di misure provvisorie. La decisione si orientò verso la creazione di un Consiglio Legislativo provvisorio per nomina.

«Una tale disposizione violava la Basic Law e la Joint Declaration, le quali prevedevano che la prima legislatura SAR fosse eletta. Giustificando la sua creazione sulla base che ciò era diventato inevitabile in seguito alla violazione britannica dei due documenti con l'implementazione del Piano Patten, la RPC trasformò il Consiglio Legislativo provvisorio in un elemento chiave della “nuova cucina”»293

Alla fine del gennaio 1996, Pechino dette forma al Comitato Preparatorio di Hong Kong, guidato da Qian Qichen e formato da 150 membri, in maggioranza sostenitori di Pechino. Nel novembre dello stesso anno il Comitato Preparatorio istituì il Comitato di Selezione per il Primo Governo della SAR, composto da 400 membri e con il compito di scegliere il primo capo dell’esecutivo della HKSAR e formare il Consiglio Legislativo Provvisorio. Quest’ultimo venne stabilito a dicembre, non senza proteste da parte di Hong Kong e Gran Bretagna anche a causa del fatto che si trattava di un organo non eletto. Per cercare di rasserenare la popolazione di Hong Kong, dei 60 membri del nuovo Consiglio Legislativo, 33 erano membri di quello esistente294. Naturalmente, i seggi erano stati assegnati in modo da garantire alla RPC di controllare il Consiglio: «quando un membro di Hong Kong del Comitato Preparatorio votò contro l’istituzione della legislatura provvisoria, i funzionari cinesi dichiararono che egli sarebbe stato bandito da quel comitato così come dal comitato di selezione del capo dell’esecutivo di Hong Kong post- 1997»295. Pechino non avrebbe tollerato critiche e dissenso.

292 Cfr. Carroll, John M., A Concise History of Hong Kong, Rowman & Littlefield Publishers, United States

2007, p. 200.

293 Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 265.

294 Nei 60 membri vennero inclusi 4 appartenenti all’Association for Democracy and People’s Livelihood.

Vennero totalmente esclusi gli appartenenti al Partito Democratico di Martin Lee.

295 . Carroll, John M., A Concise History of Hong Kong, Rowman & Littlefield Publishers, United States

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Dopo gli eventi di piazza Tiananmen e la questione dell’aeroporto, molti critici incolparono Patten per il disaccordo tra Pechino e Londra dopo anni in cui si era instaurato il dialogo. I sostenitori del governatore, invece, ritenevano che Pechino sfruttasse le riforme per incrementare il proprio potere sull’isola prima della transizione. Secondo John M. Carroll, entrambe le parti hanno sottovalutato la complessità del dilemma di Patten:

«egli voleva far fare bella figura ai britannici e voleva ottenere il supporto della gente di Hong Kong introducendo la democrazia e uscirne meglio di Wilson (il quale era visto da molti a Hong Kong e in Gran Bretagna come troppo disposto a cedere alla RPC), il tutto mentre cercava di mantenere buoni rapporti con il Governo della RPC, il quale rifiutava di credere che Patten potesse essere sincero circa le riforme politiche. Per rendere le cose più difficili a Patten, Londra improvvisamente cercò di ricucire i rapporti con Pechino nel 1995 ritirando il supporto alle sue riforme»296.

Pechino aveva paura che il movimento democratico di Hong Kong avrebbe rianimato il movimento democratico della Cina continentale; per questo, le autorità cinesi optarono per una linea più dura contro le riforme, più di quanto non vi si opponessero prima delle manifestazioni in piazza Tiananmen. La proposta di riforma di Patten era vista non solo come una violazione della Basic Law e della Joint Declaration, ma anche come un tentativo subdolo dei britannici di conservare l’influenza e destabilizzare la Cina con l’introduzione della democrazia297. Nonostante un lieve riavvicinamento dopo il 1995,

con gli accordi sulla Corte d’Appello e il progetto dell’aeroporto, la relazione tra Londra e Pechino era tutt’altro che tranquilla.

Con un consiglio nominato che si prendeva gioco delle elezioni del 1995, la RPC aveva costretto la democratizzazione di Hong Kong a fare un passo indietro. La salvaguardia dei propri interessi e della propria stabilità politica interna era, per la RPC, l’elemento più importante.