• Non ci sono risultati.

II. HONG KONG DAL SECONDO DOPOGUERRA ALLA DICHIARAZIONE

6. La strada verso la cessione

Fin dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, il governo cinese non si era mai interessato a Hong Kong, lasciando quindi i britannici gestire la colonia senza troppe interferenze. I rapporti erano migliorati tra gli anni Sessanta e Settanta e Hong Kong aveva un ruolo molto importante nell’economia cinese. Proprio in conseguenza alla crescita economica, molti ritenevano e speravano che la Cina avrebbe lasciato stare Hong Kong215. Alcuni investitori erano comunque preoccupati, considerato che non c’erano accordi che garantissero una nuova concessione ai britannici dopo il 1997.

Nel 1979, il governo cinese invitò MacLehose a Pechino per una visita ufficiale. Questo fu l’inizio del processo che condusse all’apertura dei negoziati tre anni più tardi. I cinesi volevano sfruttare l’occasione per migliorare le relazioni con Hong Kong e, in particolare, accrescere il contributo della colonia alla riforma economica voluta da Deng Xiaoping. Lo scopo del governatore di Hong Kong, invece, era quella di sondare le acque: voleva capire quale fosse il piano della RPC per il futuro di Hong Kong.

Durante la sua visita a Pechino, il governatore MacLehose scelse di tenere nascoste le sue intenzioni, confrontandosi solo con poche persone fidate: Sir Yuet-keung Kan, membro del Consiglio Esecutivo, e David Wilson, suo consigliere politico. Nel contesto più ampio della politica britannica, figure centrali furono Sir Edward Youde, ex ambasciatore a Pechino e in quel momento vice sottosegretario per gli affari dell’Estremo Oriente al Ministero degli esteri, e Sir Percy Cradock allora ambasciatore a Pechino.

MacLehose voleva approfittare della discussione per parlare della concessione dei Nuovi Territori. «Lui sperava di convincere i cinesi che se avessero potuto fare qualcosa per sfumare la scadenza del 1997, questo avrebbe prolungato la fiducia di Hong Kong, la quale sarebbe stata allora capace di continuare ad assistere la modernizzazione della RPC»216. Se il progetto del governatore fosse stato un successo, allora la data di fine concessione sarebbe stata cancellata. Secondo Steve Tsang, sono quattro i fattori da cui dipendeva il successo o il fallimento dell’iniziativa di MacLehose: il fatto che i cinesi capissero le sottili differenze tra la concessione della Corona e quella dei Nuovi Territori; se, capendo ciò, avrebbero trattato le concessioni come ben distinte e separate; se fosse

215 Nel 1974, il Portogallo aveva offerto alla RPC la restituzione di Macao e la Cina aveva rifiutato. Molti

a Hong Kong avevano visto ciò come un segno che la decisione anche per la colonia britannica, sarebbe stata la stessa.

57

stato possibile produrre una perfetta interpretazione, in modo che le sottili differenze non si perdessero nella traduzione; e infine, che i cinesi fossero così impegnati nel raggiungere i loro obiettivi economici, che avrebbero formalmente accettato di mettere da parte ciò che consideravano una questione di dignità e integrità nazionale217.

MacLehose e i suoi colleghi avevano preso questa iniziativa per “responsabilità morale” nei confronti degli abitanti di Hong Kong. Non fare nulla sarebbe stato inaccettabile. Certo è, secondo Steve Tsang, che se i cittadini di Hong Kong fossero stati trattati come cittadini inglesi veri e propri dai funzionari britannici, probabilmente questi ultimi avrebbero sentito un obbligo nel trovare una soluzione, più che una responsabilità morale218.

L’incontro con Deng Xiaoping venne presentato all’opinione pubblica come un successo, ma in realtà non si era trovata una soluzione; infatti, la proposta del governatore britannico di annullare la scadenza del 1997 non era stata accettata. MacLehose, comunque, era tornato a Hong Kong sollevato e ottimista. Il leader cinese aveva confermato che alla fine la questione Hong Kong sarebbe stata risolta e che gli investitori potevano tranquillizzarsi, anche se aveva aggiunto:

«È sempre stata costante la nostra posizione per cui la Repubblica Popolare Cinese ha sovranità su Hong Kong mentre Hong Kong ha la sua posizione speciale. Una soluzione negoziata della questione Hong Kong in futuro dovrebbe essere basata sulla premessa che il territorio è parte della Cina. Tuttavia, noi tratteremo Hong Kong come una regione speciale. Per un periodo di tempo considerevole, Hong Kong potrà continuare ad attuare il suo sistema capitalista mentre noi pratichiamo il nostro sistema socialista»219.

Nessuno sapeva con esattezza cosa il governo cinese avrebbe fatto e quando avrebbe deciso di riprendersi Hong Kong, ma il 1997 era la data più probabile. John M. Carroll riporta la testimonianza del giornalista Kevin Rafferty, il quale credeva che Deng avesse in realtà confermato a MacLehose il 1997 come data in cui Hong Kong sarebbe tornata in mano alla RPC. Inoltre, Rafferty riteneva che l’approvazione del British

217 Cfr ivi p. 213.

218 Cfr. Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 214.

219 Ibid. cita Han, Nianlong «ed.», Diplomacy of Contemporary China, New Horizon Press, Hong Kong

58

Nationality Act220 del 1981 confermasse che Londra sapeva che Hong Kong non sarebbe stata più britannica dopo il 1997221.

In ogni caso, la visita di MacLehose a Pechino era stata accolta con ottimismo anche dall’opinione pubblica di Hong Kong. Le persone non volevano preoccuparsi del futuro e lo stesso governatore decise non enfatizzare le cattive notizie. Il panico che si sarebbe potuto creare avrebbe infatti avuto risvolti seri sull’economia. Comunque, se prima dell’incontro la RPC non sembrava prestare troppa attenzione alla colonia britannica, se non dal punto di vista economico, dopo la visita di MacLehose, Hong Kong entrò a far parte dell’agenda politica cinese. Pare, infatti, che Deng Xiaoping pensasse a come sfruttare al meglio Hong Kong per la modernizzazione della RPC, più che alla sua restituzione. «In materia di unificazione, Deng aveva in mente Taiwan»222. La politica

estera di Deng aveva come primo obiettivo risolvere la questione Taiwan. Ciò implicava terminare l’accordo della Repubblica Cinese con gli USA, e quindi la rimozione della flotta statunitense ancora posizionata nello Stretto di Taiwan dopo la crisi degli anni Cinquanta. Gli USA rappresentavano ancora l’ostacolo maggiore per la riconquista del controllo su Taiwan. Visto che la campagna organizzata dal leader cinese per provocare una risposta positiva da parte di Taiwan non aveva sortito alcun effetto, la RPC decise di cambiare piano e di orientare l’attenzione su Hong Kong223. Nel 1981, il Congresso Nazionale del Popolo Cinese aveva stilato una serie di provvedimenti per la creazione di una Regione Amministrativa Speciale (SAR) e, nel luglio del 1982, un alto funzionario della RPC, Peng Zhen, aveva confermato l’intenzione cinese di riunificare Hong Kong, Macao e Taiwan come zone SAR224. Questo fu uno dei tanti segnali che confermavano la posizione della RPC su Hong Kong.

Nel settembre del 1982, ci fu la visita a Pechino del primo ministro inglese Margaret Thatcher. La Thatcher era convinta che la Gran Bretagna avrebbe mantenuto Hong Kong e Kowloon ma, al momento del suo ritorno in patria, era chiaro, ancora una volta, che la Cina avrebbe ripreso l’isola nel 1997. Le affermazioni del primo ministro inglese sul fatto

220 Il British Nationality Act degradava 2.5 milioni di cinesi di Hong Kong, aventi diritto al passaporto

inglese, a “cittadini dei territori britannici dipendenti”, di fatto escludendoli dalla possibilità di stabilirsi in Gran Bretagna.

221 Cfr. Carroll, John M., A Concise History of Hong Kong, Rowman & Littlefield Publishers, United States

2007, p. 177.

222 Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 216. 223 Cfr. Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 216.

224 Cfr. Carroll, John M., A Concise History of Hong Kong, Rowman & Littlefield Publishers, United States

59

che i trattati del 1842 e del 1860 garantissero e proteggessero la sovranità britannica su Hong Kong e Kowloon non piacevano alla RPC. I famosi Trattati Ineguali, firmati sotto l’ormai passato governo Qing, non erano mai stati considerati validi dai funzionari cinesi225. Deng Xiaoping affermò che avrebbe lasciato uno o due anni per trovare un accordo con la Gran Bretagna ma, se i negoziati fossero stati infruttuosi, avrebbe annunciato una soluzione unilaterale 226.

«Per la Cina, riprendere Hong Kong rappresentava una via per mettere fine ai Trattati Ineguali e recuperare la faccia e l’onore. Per Deng Xiaoping, in particolare, che vedeva Hong Kong come parte della più ampia riunificazione che includeva Taiwan e Macao, era un modo per mostrare a Taiwan che la modalità “un paese, due sistemi” – originariamente destinata ad applicarsi a Taiwan piuttosto che a Hong Kong – potesse funzionare»227.

Se prima i cinesi sembravano soddisfatti dei benefici ottenuti dalla relazione con Hong Kong, pur stando questa sotto il governo britannico, ora l’interesse nei confronti dell’isola era cambiato. Erano tre le questioni da risolvere per Deng: come risolvere la questione della sovranità; come la Cina avrebbe amministrato Hong Kong dopo il 1997 per mantenere la sua prosperità; e come garantire una transizione tranquilla228. Per quanto riguarda la sovranità sull’isola, Deng era irremovibile: Hong Kong doveva diventare parte della Cina. Per le altre questioni era disponibile alla collaborazione con i britannici anche se, in fondo, «lui non credeva che la ricchezza di Hong Kong potesse continuare solo sotto l’amministrazione britannica, e aveva fiducia che la RPC avrebbe in qualche modo preso il controllo con successo anche senza la cooperazione britannica»229.

John M. Carroll si è chiesto se i britannici avrebbero potuto muoversi diversamente in questo contesto: alcuni suggerivano di restituire solo i Nuovi Territori e conservare Hong Kong e Kowloon, ma ciò non sarebbe stato accettato dal governo cinese; i britannici avrebbero potuto insistere sulla validità dei trattati stipulati, ma di fatto, avevano ormai rinunciato all’impero coloniale230, anche perché la relazione economica e diplomatica con

la RPC era di maggiore interesse per Londra. Gli investimenti inglesi a Hong Kong erano già calati molto nei primi anni Sessanta e l’isola non era più dipendente dal Tesoro

225 Cfr. ibid.

226 Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 219, cita Li, Hou, Bainian

Quyushi de Zhongjie, Beijing 1997, p. 86.

227 Carroll, John M., A Concise History of Hong Kong, Rowman & Littlefield Publishers, United States

2007, p. 179.

228 Cfr. Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 218. 229 Tsang, Steve, A Modern History of Hong Kong, I. B. Tauris, London 2007, p. 219.

230 A dimostrazione di ciò, nel 1971 il Colonial Office divenne parte del Commonwealth Office, a sua volta

60

Britannico dal 1967. Inoltre, nel caso di un intervento militare cinese, i britannici non avrebbero potuto resistere.

La strada verso i negoziati per la cessione della colonia britannica era ormai aperta.