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Combustibili ed energia elettrica

Nel documento Rapporto 2016 (.pdf) (pagine 135-145)

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi

6.2. L’impiego dei fattori produttivi

6.2.4. Combustibili ed energia elettrica

Il mercato internazionale del petrolio ha confermato anche nel 2016 l'an-damento cedente osservato nel biennio precedente. Nonostante i rincari evi-denziati nell'ultima parte dell'anno, conseguenti alla chiusura dell'accordo Opec che ha formalizzato la decisione di ridurre la produzione a partire dal 2017, il prezzo del greggio su base annua si è attestato su un valore inferiore del 18% rispetto al 2015 (Brent attorno a 44 dollari al barile). Il trend favore-vole registrato per il prezzo del petrolio su base annua si è riflesso positiva-mente sul costo dei carburanti: nel corso del 2016 il costo del gasolio, al lordo delle tasse, ha raggiunto il minimo degli ultimi dieci anni. Anche se in Italia il trasferimento dei benefici ai consumatori finali è condizionato dall'elevato pe-so delle accise, tale andamento dei prezzi ha comportato la riduzione dei costi energetici, una delle voci più gravose dei bilanci agricoli.

Per quanto riguarda il gasolio agricolo, è proseguito il calo delle quota-zioni già osservato nel 2015, particolarmente evidente nella prima parte dell'anno, mentre nel secondo semestre i listini hanno fatto osservare un lieve rialzo. Le quotazioni, tuttavia, sono risultate sempre inferiori a quelle del 2015, ad eccezione del mese di dicembre (figura 6.3).

Su base annua, il prezzo medio del gasolio agricolo, risultato dalle medie aritmetiche dei prezzi fatte pervenire dagli operatori provinciali alle Camere di Commercio di Bologna e Modena (consegna/ingrosso per la fornitura da 2.000 a 5.000 litri), è diminuito di circa l'11%. Relativamente ai consumi, è

prose-IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMprose-ILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2016

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guita la revisione delle assegnazioni sulla base dei parametri di ettaro-coltura.

Sui valori indicati nelle tabelle ministeriali continuano ad applicarsi i tagli del 23% disposti dalla “Legge di Stabilità” 2015. In base agli archivi UMA, le as-segnazioni di gasolio agricolo, pari a 352,8 milioni di litri, si sono posizionate sui livelli dell'anno precedente, (+0,2%). La quota preponderante del gasolio agricolo è utilizzata per l'autotrazione; una parte delle assegnazioni destinata al florovivaismo, pari a 19,4 milioni di litri, risulta invece aumentata di circa il 3% rispetto al 2015. Per quanto riguarda la benzina agricola, si è osservato nell'anno un contenimento del trend negativo degli impieghi. Le assegnazioni si sono collocate attorno a 1,3 mila litri, risultando in lieve aumento (5,4%) ri-spetto al 2015.

Anche per quanto riguarda l'energia elettrica si è registrata una diminuzio-ne dei costi, per effetto della diminuziodiminuzio-ne dei prezzi e del contenimento dei consumi. Secondo i primi dati provvisori di Terna, la domanda di elettricità complessiva del 2016 risulta in flessione del 2,1% rispetto al 2015.

L’evoluzione dei consumi settoriali in Emilia-Romagna mostra un andamento piuttosto stabile del relativo peso dell'agricoltura sul totale (circa 4%). La di-minuzione degli impieghi rispetto all'annata precedente appare correlata all'as-senza di condizioni meteo-climatiche avverse che possono comportare l’aumento della domanda per le principali attività connesse (refrigerazione, ventilazione, irrigazione, riscaldamento stalle). Risultano comunque in crescita anche gli interventi di efficienza energetica, sostenuti da specifiche misure del

Figura 6.3 - Andamento dei prezzi medi mensili del gasolio agricolo (consegne da 2.001 a 5.000 litri) - Anni 2010-2016

0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Bologna Modena

Fonte: Camere di commercio di Bologna e Modena - Listino annuale dei prezzi

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

135 Piano di Sviluppo Rurale. I prezzi sono diminuiti del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (indice dei prezzi ISMEA, dicembre 2016), per effetto principalmente del calo delle quotazioni della materia prima e di minori costi di produzione.

6.2.5. Il lavoro

Nel 2016 si conferma l’andamento positivo degli ultimi tre anni per l’occupazione a livello nazionale, che torna a superare i livelli del 2011, se-condo le rilevazioni dell’Istat sul tema occupazione e lavoro. L’aumento nel corso del 2016 è stato di oltre 290 mila unità (+1,3%), che segnala un ulterio-re, anche se leggero, miglioramento rispetto ai risultati dei due anni precedenti (tabella 6.9). La crescita occupazionale, ha fatto registrare un aumento con-temporaneo sia di quella maschile (+1,1%) che di quella femminile (+1,5%), mentre negli anni precedenti riguardava prevalentemente quella maschile. Si conferma, invece, la crescita dell’occupazione dipendente, con oltre 300 mila unità (+1,9%), che rafforza la sua posizione come la componente più dinamica nel mercato del lavoro, rispetto a quella dei lavoratori autonomi.

La struttura occupazionale negli ultimi anni, dal 2010 al 2016, non si è mo-dificata sostanzialmente, con la componente femminile che rimane ancora de-bole, nonostante il miglioramento dell’ultimo anno, come evidenziato dagli indicatori sui tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione (tabella 6.10). Tale differenza è confermata anche dai dati del tasso di occupazione che sale nel 2016 a 57,2% per il totale degli occupati, e si attesta al 48,1% per le donne. Il tasso di disoccupazione cala leggermente da 11,9% nel 2015 a 11,7%

Tabella 6.9 - Occupati in Italia in agricoltura e nel complesso, 2010-2016 (migliaia di unità)

Anni

Occupati Occupati in agricoltura

complesso dipendenti complesso dipendenti

totale maschi totale maschi totale maschi totale maschi

2010 22.527 13.375 16.833 9.377 849 600 397 272

2011 22.598 13.340 16.940 9.374 832 587 401 272

2012 22.566 13.194 16.945 9.291 833 591 416 283

2013 22.191 12.914 16.682 9.099 799 573 397 279

2014 22.279 12.945 16.780 9.169 812 587 406 294

2015 22.465 13.085 16.988 9.326 843 614 429 312

2016 22.758 13.233 17.310 9.508 884 644 458 335

Fonte: elaborazione su dati Istat

IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2016

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nel 2016, mentre aumenta lievemente per le donne (12,8% nel 2016), dovuto probabilmente ad una loro maggiore difficoltà nell’affacciarsi al mercato del lavoro. La componente femminile nel 2016 vede migliorare la sua posizione in termini di tasso di attività che supera il 55,2%, compensando il calo verificato-ri nell’anno precedente, ma resta comunque infeverificato-riore di oltre 9 punti percen-tuali rispetto a quello del totale degli occupati (64,9%).

È interessante dare un breve sguardo all’andamento degli indicatori struttu-rali del mercato del lavoro per l’Emilia-Romagna, che in generale risultano più positivi rispetto a quelli nazionali. Infatti, nel 2016 si accentuano i segnali ma-nifestati negli anni precedenti, per quanto riguarda il tasso di attività e quello di occupazione, passati rispettivamente da 72,4 a 73,6 e da 66,7 a e 68,4. Il tasso di disoccupazione nel 2016 scende in Emilia-Romagna a 6,9% rispetto al 7,7% dell’anno precedente, mentre a livello nazionale resta molto più elevato (11,7%). La stessa componente di genere presenta in Emilia-Romagna dei trat-ti meno sfavorevoli per le donne, rispetto a quanto si segnala in media per il Paese (il tasso di attività risulta inferiore di circa 10 punti rispetto a quello ma-schile, contro un valore di quasi il 20% a livello nazionale). I buoni risultati a livello regionale non devono però far dimenticare che la Regione resta ancora

Tabella 6.10 - Tassi di attività, occupazione e disoccupazione (15-64 anni) in Emilia-Romagna ed in Italia (2010-2016)

Romagna Italia Emilia-

Romagna Italia Emilia-

Romagna Italia

2010 Totale 71,4 62,0 67,3 56,8 5,6 8,4

Donne 64,5 51,1 60,0 46,1 6,9 9,6

2011 Totale 71,6 62,1 67,8 56,8 5,2 8,4

Donne 65,0 51,4 60,9 46,5 6,3 9,5

2012 Totale 72,7 63,5 67,5 56,6 7,0 10,7

Donne 66,6 53,4 61,4 47,1 7,8 11,8

2013 Totale 72,4 63,4 66,2 55,5 8,4 12,1

Donne 66,2 53,6 59,7 46,5 9,6 13,1

2014 Totale 72,4 63,9 66,3 55,7 8,3 12,7

Donne 65,4 54,4 59,1 46,8 9,5 13,8

2015 Totale 72,4 64,0 66,7 56,3 7,7 11,9

Donne 65,7 54,1 59,7 47,2 9,1 12,7

2016 Totale 73,6 64,9 68,4 57,2 6,9 11,7

Donne 67,7 55,2 62,2 48,1 8,0 12,8

Fonte: elaborazione su dati Istat

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

137 sotto i livelli richiesti dalla Strategia Europa 2020, che auspica un tasso di oc-cupazione del 75%.

L’analisi dei cambiamenti dell’occupazione in agricoltura mostrano a livel-lo nazionale un significativo aumento di oltre 40 unità nel corso del 2016 (+4,9%, 884 mila unità in totale), con un contributo di quasi il 14%

all’aumento dell’occupazione totale del Paese (tabella 6.9). Si tratta del terzo anno consecutivo di aumento, con valori percentuali crescenti, che segnalano un’inversione di tendenza consistente rispetto agli anni e decenni precedenti, anche se questi aumenti possono derivare, almeno in parte, dall’emersione del sommerso, a cui hanno contribuito l’adozione del nuovo Sistema Europeo dei conti (SEC 2010), che ridimensiona la presenza del lavoro irregolare in agri-coltura, che comunque resta a livelli importanti (circa il 17% nel 2015, CREA - Centro Politiche e bioeconomia, 2017). Inoltre, alle iniziative di contrasto del lavoro non regolare e miglioramento della qualità del lavoro nelle aziende agricole, avviate nel 2015 (Rete di qualità del lavoro agricolo) è seguita una at-tività legislativa che ha portato a ottobre del 2016 all’approvazione della legge su “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e riallineamento retributivo” che prevede un inasprimento delle pene per l’intermediazione illecita di manodopera e ca-poralato, ma anche azioni per favorire politiche attive per il lavoro e di moni-toraggio sull’andamento del mercato del lavoro agricolo.

Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento del ricorso ai voucher, ma ta-le fenomeno non ha riguardato il settore agricolo. Secondo i dati Inps (Statisti-che in breve “Lavoro accessorio”, Ottobre 2016), il 4,3% dei vou(Statisti-cher venduti nell’intero periodo 2008 - I semestre 2016 è stato destinato all’agricoltura, contro il 16,8% del commercio e il 36,7% di “altre attività”. Da sottolineare che nell’ultimo anno disponibile a livello disaggregato per regioni (2015) il maggior ricorso ai voucher, per il settore primario, si è avuto in Veneto (26%) seguito dall’Emilia-Romagna (quasi il 15% del totale), ma la percentuale dei voucher venduti in agricoltura si è drasticamente ridotta a poco più dell’1,8%

dei voucher utilizzati a livello nazionale.

Nel 2016 in agricoltura il miglioramento dell’occupazione ha interessato in modo più equilibrato sia le donne che i maschi, limitando il declino relativo delle donne, come si era invece verificato negli anni precedenti, che si è atte-stato a quasi il 27% dell’occupazione agricola, contro il 29% nel 2010. Si al-lenta quindi la pressione e la concorrenza da parte dei maschi sul lavoro fem-minile, tipico dei periodi di crisi. Anche in agricoltura i lavoratori dipendenti stanno diventando sempre più rilevanti e dal 2014 hanno superato il 51% del totale, contro una diminuzione degli indipendenti. Interessanti risultano i dati sulla crescita dell’occupazione giovanile dai 15 ai 34 anni, che nel 2015 è

au-IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMau-ILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2016

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mentata del 11% ed è continuata nel 2016, anche se in misura più contenuta (+7%).

A livello territoriale, l’aumento dell’occupazione agricola si concentra nelle regioni del Nord-Est (+13,2%), nel Centro (+9,2%) e nel Mezzogiorno (+5,5%), mentre si riduce nel Nord-Ovest (-9,2%). Nel 2016 la crescita del Mezzogiorno è in linea con quella nazionale.

L’occupazione in agricoltura in Emilia-Romagna fa registrare andamenti simili a quelli nazionali con un aumento dell’occupazione totale ancora più marcata (+15%), raggiungendo nel 2016 le 76 mila unità, superiori a quelle registrate nel 2010. La crescita occupazionale è risultata leggermente superiore in percentuale per la componente femminile (+16%), rispetto a quello maschi-le (+15%). Da sottolineare che l’aumento è stato determinato soprattutto dai lavoratori indipendenti (+16%), che invece avevano fatto registrare costanti e consistenti riduzioni nei cinque anni precedenti (quasi del 28% tra il 2010 e il 2015). Invece, l’aumento dei lavoratori dipendenti è stato leggermente meno rilevante (+13% rispetto al 2015) e la loro quota a livello regionale, con 33 mi-la unità supera il 43% del totale. Come abbiamo già accennato, questo forte incremento dell’occupazione agricola in regione, oltre a segnalare un maggio-re intemaggio-resse verso questo settomaggio-re, facendo spesso parlamaggio-re di “ritorno alla terra”, si ricollega anche a una emersione del sommerso, la cui rilevanza è stata evi-denziata in precedenza.

In Emilia-Romagna, anche se la rilevanza delle diverse componenti sta cambiando profondamente negli ultimi anni (tabella 6.11), la componente principale del lavoro in agricoltura resta ancora quella indipendente con il 57%

del totale a differenza di quanto accade a livello nazionale (48%).

Tabella 6.11 - Occupati in agricoltura in Emilia-Romagna, 2010-2016 (migliaia di unità)

Anno

Numero Indice 2010=100

Dipendenti Indipendenti Totale Dipen-denti

Indipen- denti Totale Totale Maschi Totale Maschi Totale Maschi

2010 23 13 51 40 74 53 100 100 100

2011 24 16 49 38 73 54 104 96 99

2012 29 18 45 34 74 52 126 88 100

2013 25 14 40 29 65 43 109 78 88

2014 28 15 37 28 65 43 122 73 88

2015 29 19 37 28 66 47 126 73 89

2016 33 23 43 31 76 54 143 84 103

Fonte: elaborazione su dati Istat

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

139 La componente maschile nel 2016, come negli anni precedenti, risulta an-che in Emilia-Romagna il gruppo più rilevante: i maschi corrispondono al 70% dei lavoratori dipendenti e al 72% degli indipendenti.

Interessante analizzare l’andamento dell’occupazione femminile agricola in Regione: nel 2016 si accentua ulteriormente la presenza delle donne tra i lavo-ratori autonomi che aumentano dal 22% nel 2010 al 28% nel 2016, mentre le dipendenti diminuiscono, passando dal 44% nel 2010 al 30% nel 2016. Questa tendenza potrebbe essere determinata dal forte aumento della multifunzionalità (agriturismo, fattorie didattiche, ecc.) e dell’imprenditoria femminile nelle at-tività di diversificazione dell’agricoltura.

Nel 2016 l’occupazione agricola aumenta nella maggior parte delle provin-ce della regione, ad ecprovin-cezione di Ravenna, Piaprovin-cenza, Reggio Emilia, dove la contrazione è stata rispettivamente di 1.500, 1.000 e 627 unità (tabella 6.12). A Ravenna il calo ha interessato sostanzialmente solo i dipendenti, a Reggio Emilia gli autonomi, mentre a Piacenza si riducono in misura equivalente i di-pendenti e gli indidi-pendenti. L’incremento maggiore dell’occupazione ha carat-terizzato la Città metropolitana di Bologna, con una crescita di oltre 5 mila unità nel 2016, pari a quasi il 50% dell’aumento dell’occupazione agricola av-venuto in Emilia-Romagna, ma occorre ricordare che nel 2015 si era registrata una riduzione di 1.200 unità.

Le province di Ravenna, Ferrara e Forlì-Cesena presentano un’incidenza dell’occupazione agricola sul totale superiore alle altre province (rispettiva-mente 7,3%, 7,2% e 5,9%). Anche Modena e la Città metropolitana di

Bolo-Tabella 6.12 - L'occupazione in agricoltura nelle province dell'Emilia-Romagna nel 2016

Agricoltura Dipendenti Indipendenti Totale

Piacenza 1.441 3.515 4.956 121.835 4,1

Parma 3.104 4.037 7.141 201.084 3,6

Reggio Emilia 1.930 5.181 7.111 238.021 3,0

Modena 3.852 7.423 11.275 315.059 3,6

Bologna (a) 4.516 6.296 10.812 464.789 2,3

Ferrara 5.918 4.575 10.493 146.399 7,2

Ravenna 5.790 6.451 12.241 167.496 7,3

Forlì-Cesena 5.453 4.791 10.244 172.496 5,9

Rimini 1.026 1.111 2.137 139.962 1,5

Emilia-Romagna 33.030 43.380 76.410 1.967.141 3,9 (a) dall'01/01/2015 Città metropolitana di Bologna

Fonte: elaborazione su dati Istat

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gna hanno un numero di occupati agricoli significativo in termini numerici, anche se la quota sul totale degli addetti è meno rilevante, per il maggior rilie-vo degli altri settori.

I lavoratori stranieri impiegati in agricoltura nel 2015 registrano un aumen-to del 5%, dati Crea1, che però risulta molto più contenuto rispetto a quello ve-rificatosi nel 2014, +28% (tabella 6.13). La crescita riguarda in particolare i lavoratori extracomunitari (+9%) rispetto a quelli comunitari (+2%).

In Emilia-Romagna, secondo tale rilevazione2, a differenza di quanto acca-de a livello nazionale e rispetto agli anni preceacca-denti, si verifica una moacca-desta contrazione del numero degli occupati stranieri (-1,1%), che ha interessato in ugual misura sia quelli comunitari che gli extracomunitari. Inoltre, in regione prevalgono largamente gli extracomunitari, impiegati soprattutto nelle attività zootecniche.

I dati INPS sulla Cassa Integrazione Guadagni confermano un andamento positivo, già evidenziato nell’anno precedente, della congiuntura dell’industria alimentare (tabella 6.14). Anche nel 2016 le richieste di CIG (Ordinaria, –––––––––

1 La fonte dei dati deriva dall’Indagine che da molti anni l’Inea, ora confluito in Crea, raccoglie direttamente ed elabora a tale proposito. Vedi Crea, Annuario dell’Agricoltura Ita-liana - Anno 2014 e 2015, www.crea.gov.it, Crea 2017.

2 I dati dell’Indagine Crea rilevano le presenze di lavoratori stranieri attraverso indagine diretta in un momento specifico, mentre il dato Istat rileva i lavoratori durante tutto l’anno avendo come punto di riferimento le famiglie intervistate per il campione. Le due fonti non sono necessariamente coerenti ed il confronto tra di loro va trattato con una estrema cautela.

Nella rilevazione Crea, le ULE standardizzano il numero dei lavoratori tenendo conto della stagionalità del loro impiego. In generale data l’elevata presenza di lavoro temporaneo in agricoltura, l’incidenza del lavoro straniero può apparire sovradimensionata rispetto alle rile-vazioni condotte dall’Istat.

Tabella 6.13 - Impiego di stranieri extracomunitari e comunitari in agricoltura in Emilia-Romagna e in Italia nel 2015

Emilia-Romagna Italia

Extracomunitari 25.000 15.863 -1,2 -4,9 194.102 177.192 9,1 10,4 Comunitari(1) 19.000 11.142 -1,1 -4,3 211.571 134.755 1,9 -0,1 Totale 44.000 27.005 -1,1 -4,7 405.673 311.947 5,2 5,6

Fonte: Elaborazione su dati Crea e Istat

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

141 Straordinaria e In deroga) risultano in contrazione (-5,5%), ma in misura più contenuta rispetto al 2015. Al contrario, il ricorso alla cassa integrazione per l’insieme di tutti i settori della regione è aumentato nel 2016 (+6,1%).

L’andamento positivo è confermato anche dai dati Unioncamere sulle Uni-tà Locali (UL). Nel complesso le UL dell’industria alimentare e delle bevande sono aumentate dello 0,8% nel 2016. La crescita ha interessato tutti i comparti ad eccezione del settore del lattiero caseario, dove si registra una leggera fles-sione (tabella 6.15).

Tabella 6.14 - Numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni nel 2016, operai e impiegati nell'industrie alimentari e delle bevande in Emilia-Romagna*

Totale Var. % 2016/2015 Cig in settore alimentare

(Cig Ordinaria, Straordinaria e In deroga) 948.033 -5,5

Cig in tutti i settori 56.625.690 +6,1

* I dati pubblicati in precedenza possono aver subito cambiamenti, in seguito ad una rilettura degli archivi effettuata a giugno 2016

Fonte: elaborazione su dati INPS

Tabella 6.15 - Unità locali nella trasformazione alimentare in Emilia-Romagna (2012-2016)

2012 2013 2014 2015 2016

U.L. Var %

13/12 U.L. Var %

13/12 U.L. Var %

14/13 U.L. Var %

15/14 U.L. Var % 16/15 Carni 1.435 -0,6 1.424 -0,8 1.334 -6,3 1314 -1,5 1.334 1,5 Prodotti ittici 30 -6,3 33 10,0 32 -3,0 37 15,6 40 8,1 Frutta e ortaggi 299 -1,0 301 0,7 304 1,0 306 0,7 308 0,7

Oli e grassi 63 8,6 65 3,2 63 -3,1 61 -3,2 62 1,6

Lattiero caseario 752 1,9 752 0,0 719 -4,4 716 -0,4 712 -0,6 Farine e Granaglie 187 -2,1 187 0,0 185 -1,1 186 0,5 191 2,7 Alimentazione

zootecnica 149 -8,0 140 -6,0 142 1,4 145 2,1 146 0,7 Prodotti da forno

e farinacei 2.802 0,6 2.874 2,6 2.938 2,2 2961 0,8 2.970 0,3

Altri 522 1,8 554 6,1 597 7,8 620 3,9 626 1,0

Industria Alimentare 6.239 0,2 6.330 1,5 6.314 -0,3 6346 0,5 6.389 0,7 Bevande 292 -2,0 315 7,9 309 -1,9 305 -1,3 312 2,3 Totale 6.531 0,1 6.642 1,7 6.623 -0,3 6.651 0,4 6.701 0,8

Fonte: elaborazione su dati Unioncamere

Nel documento Rapporto 2016 (.pdf) (pagine 135-145)