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Il settore vitivinicolo

Nel documento Rapporto 2016 (.pdf) (pagine 72-77)

4. Le produzioni vegetali

4.4. Il settore vitivinicolo

Le condizioni climatiche dell’inverno 2015-2016, particolarmente miti (si veda al riguardo il par. 4.1), avevano indotto un anticipo della fase di germo-gliamento stimato in circa una settimana-dieci giorni, mentre l’elevata variabi-lità climatica ha provocato una notevole scalarità ed eterogeneità nello svilup-po della vegetazione e dei grapsvilup-poli, molto evidente anche a livello della singo-la pianta. L’anticipo che ha caratterizzato il germogliamento si è praticamente annullato nella fase di fioritura. Un fenomeno abbastanza diffuso a carico dei grappoli, anche di vitigni senza problemi di fertilità, è stata la presenza di aci-nellatura in misura più o meno elevata in funzione della zona, attribuibile, co-me per la eterogeneità di sviluppo di germogli e grappoli, agli sbalzi termici e alle piogge verificatisi in concomitanza con la fase di fioritura.

Dal punto di vista fitosanitario la Peronospora, rinvenuta in diversi vigneti, è stata controllata, mentre l’Oidio sembra essere presente in maniera molto ri-dotta. Più preoccupante, invece, la situazione relativa al Mal dell’Esca, i cui caratteristici sintomi si sono manifestati gradualmente e in quantità abbastanza consistente, mentre sintomi relativi alla Flavescenza Dorata e/o Legno Nero, sembrano ancora presenti ma in quantità contenuta. In aumento la presenza di Fillossera nei vigneti rilevata non solo nelle colline riminesi e nelle aree vicine al mare ma anche nella pede-collina forlivese e nelle colline modenesi.

L’andamento meteorologico successivo, tra primavera ed estate, ed in par-ticolare il clima secco, è stato ottimale per la maturazione delle uve che si sono presentate con un livello qualitativo elevato ed un buon equilibrio delle com-ponenti organolettiche. Le temperature di agosto, con le escursioni termiche tra il giorno e la notte, hanno favorito lo sviluppo di aromi e la maturazione di uve.

Nel 2016 la raccolta è tornata sui tempi normali degli ultimi anni, dopo che nel 2015 i tempi erano stati anticipati di una settimana.

In linea generale nell’area emiliana si è registrato un leggero incremento della produzione ad eccezione della provincia di Modena dove si è mantenuta stazionaria. In Romagna la produzione ha mostrato una sensibile diminuzione rispetto all’anno scorso caratterizzato da un raccolto più abbondante della me-dia. Particolarmente significativa la contrazione riscontrata in provincia di For-lì-Cesena, più contenuta la diminuzione in provincia di Ravenna e Bologna.

A dimostrare l'effettivo andamento della vendemmia sono i dati delle

di-4. LE PRODUZIONI VEGETALI

71 chiarazioni di produzione 2016 forniti dall'Agenzia Regionale per i pagamenti in Agricoltura (AGREA).

Per quanto riguarda la produzione delle uve il, 2016 vede un aumento della quantità dichiarata (9.275.726,13 kg) rispetto al dato consolidato del 2015 (8.938.654,86 kg), nonostante la superficie raccolta sia stata leggermente infe-riore (48.693,87 ha contro i 49.035,87 ha rivendicati l’anno precedente).

In termini percentuali sul totale rivendicato nell’anno, si rileva un leggero aumento della rivendicazione delle uve atte alla produzione di vini DOP (22,1% DOC più 0,5% DOCG nel 2016 rispetto al 21,73% DOC più 0,47%

DOCG nel 2015, corrispondenti ad un incremento di 112.169,77 kg dichiarati di uve DOP) e a vini varietali (vini varietali più spumanti varietali che totaliz-zano il 1,0% dell’uva dichiarata) a scapito della percentuale di rivendicazione delle uve atte alla produzione di vini IGP che cedono terreno anche ai vini ge-nerici (nel 2015 il 32,7% delle uve dichiarate erano rivendicate IGT mentre nel 2016 tale percentuale si è fermata al 32,4% nonostante in valore assoluto la quantità sia aumentata di 81.688,41 kg).

4.5. I cereali

La valutazione della dimensione e dell’andamento della cerealicol-tura re-gionale nel 2016, rispetto all’anno precedente, deriva da consi-derazioni sulla superficie investita che con circa 324 mila ettari com-plessivi, al netto delle superfici destinate a sementi, registra con un in-cremento del 2,8% (tabella 4.4). Tale rialzo è dovuto essenzialmente al frumento duro che con circa 86 mila ettari segna un forte aumento del 42,5%, corrispondente a circa 25 mila ettari in più. Tutt’altro an-damento ha registrato il mais, che con una riduzione del 15,7% (-11 mila ettari), ha toccato il minimo storico in termini di superfi-cie scendendo a circa 61 mila ettari.

Il frumento tenero, con circa 123 mila ettari si conferma la prima coltura per estensione nonostante una riduzione del 3,7%; l’orzo con circa 19 mila et-tari registra una lieve flessione, mentre stabili risultano il sorgo e il riso.

Passando alla produzione, quella emiliano-romagnola, è stata di circa 2,21 milioni di tonnellate (+1,7% rispetto all’anno precedente) così suddivisa: 755 mila tonnellate di frumento tenero (+6,7% rispetto al 2015); 512 mila tonnella-te di frumento duro (+46,5%); 573 mila tonnellatonnella-te di mais (-26,1%); 231 mila tonnellate di sorgo (+14,4%); 100 mila tonnellate di orzo (praticamente stabi-le); 37 mila tonnellate di riso (+2,1%).

Le rese, confrontate con quelle dell’anno precedente, mostrano un sensibile aumento (ad eccezione del mais) e la campagna 2016 si può annoverare tra

IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2016

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quelle decisamente positive per produttività: il frumento tenero segna un +9,9%, quello duro +3,1%, l’orzo +3,7%, il sorgo +15,8. L’unica coltura a mostrare una decisa flessione è il mais con -11,6%. Tali rese risultano deter-minate in buona parte dal particolare andamento climatico che, pur nelle sue

“stranezze”, ha favorito la produttività.

Per i cereali autunno vernini, il periodo iniziale di coltivazione fino a gen-naio si è svolto con scarse o assenti precipitazioni e con temperature superiori al clima, che hanno influito sulla fase fenologica anticipando l’accestimento.

Dall’inizio di febbraio e fino a metà marzo è stato molto piovoso, con pre-cipitazioni superiori al doppio delle attese nelle aree centro-occidentali e nel Riminese. Tale situazione ha determinato nella maggior parte della regione contenuti idrici dei terreni molto superiori alla norma, tali da impedire, in mol-ti casi, le normali operazioni di concimazione. In aprile le precipitazioni sono state quasi ovunque inferiori al clima, con scostamenti percentuali negativi dal 40 al 50%; le temperature nelle prime due decadi si sono manifestate

elevatis-Tabella 4.4 - Superfici e produzioni dei principali cereali in Emilia-Romagna

Produzioni

Superficie Rese Produzione raccolta Variazione %

(ha) (100 kg) (100 kg) 2015/2016

2016 2015 2016 2015 2016 2015 Sup. rese prod.

Frumento

tenero* 123.012 127.735 61 56 7.556.014 7.079.981 -3,7 9,9 6,7 Frumento

duro* 86.241 60.503 60 58 5.122.494 3.495.793 42,5 3,1 46,5 Orzo* 18.810 19.533 54 52 1.006.769 1.009.379 -3,7 3,7 -0,3 Mais da

granella * (al netto del mais dolce)

61.830 73.326 94 106 5.732.302 7.760.805 -15,7 -11,6 -26,1

Sorgo da

Granella 26.966 27.281 86 74 2.314.295 2.022.837 -1,2 15,8 14,4 Avena 496 439 33 31 16.429 13.760 13,0 5,4 19,4 Riso* 7.213 7.057 52 53 376.992 369.102 2,2 -0,4 2,1 TOTALE 324.568 315.874 22.125.295 21.751.657 2,8 1,7

* Per frumenti (duro e tenero), orzo, mais e riso le superfici riportate (per gli anni 2015 e 2016 sono da intendersi come superfici per produzione di granella (è stato scorporato il dato relativo alle superfici sementiere).

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura, caccia e pesca

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

73 sime con punte che in pianura che hanno superato i 25-26°C. In questo periodo le condizioni climatiche hanno reso possibile effettuare le concimazioni azota-te che non si erano eseguiazota-te in precedenza; purtroppo però nel ferrarese l'an-damento siccitoso non ha permesso ai fertilizzanti di sciogliersi ed essere as-sorbiti dalle piante e questo ha richiesto, ove possibile, l’intervento con irriga-zioni di soccorso per far assorbire il concime.

Maggio si è presentato fresco e variabile con precipitazioni superiori alla norma e alcune forti grandinate, mentre nel mese di giugno le precipitazioni sono state complessivamente prossime alla norma ma mal distribuite. La treb-biatura è iniziata non senza difficoltà in seguito alle frequenti precipitazioni dei primi giorni di luglio. Da segnalare anche forti raffiche di vento, in partico-lare nel settore centrale (soprattutto nel bolognese), che hanno causato diversi allettamenti delle colture, con conseguente diminuzione delle caratteristiche qualitative della granella.

Dal punto di vista fitosanitario, anche quest'anno il “mal del piede”, ha tro-vato, nei primi mesi della primavera, le condizioni ideali per il suo sviluppo.

Già alla fine di aprile, si potevano osservare sintomi del disseccamento della parte aerea come conseguenza delle infezioni a carico delle radici e della parte basale dei culmi.

Altre malattie fungine, quali le ruggini, sia bruna che gialla, hanno fatto la loro comparsa soprattutto negli areali di coltivazione più orien-tali. I primi sin-tomi di septoria sono comparsi sulle varietà più precoci già nei primi giorni di aprile; tuttavia la quasi assenza di pioggia nel mese ha fatto sì che la maggior parte delle infezioni siano avvenute tardivamente con le piogge di fine aprile.

Si è potuto così meglio con-trollare tali patologie con i trattamenti fungicidi.

Infine le infezioni di fusariosi della spiga si sono avute dalla fine di aprile fino alla seconda decade di maggio, in un periodo caratterizzato da frequenti precipitazioni che hanno favorito le infezioni e che ac-compagnate dalla scala-rità nella fioritura delle diverse varietà hanno reso difficoltosa l’esecuzione del trattamento nel momento di massima efficacia. Tuttavia, il calo drastico della temperatura durante il periodo piovoso ha favorito maggiormente le infezioni di specie di funghi a minore produzione di micotossine. Ciò ha fatto sì che il livello di Don, anche se presente con lieve intensità in diversi lotti, non ha rap-presen-tato generalmente un problema igienico sanitario per la granella.

Relativamente al mais le semine sono avvenute in epoca ottimale (ultima decade di marzo - prima di aprile), e generalmente le abbon-danti piogge nel periodo precedente hanno determinato una ottima emergenza ed un investi-mento ideale. La primavera è stata favorevole senza temperature troppo eleva-te e senza stress idrico fino alla fioritu-ra. La eleva-terza decade di giugno ha presen-tato temperature massime oltre i 30°C. Questo andamento è proseguito anche

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in luglio con tre brevi ondate di caldo interrotte da fasi più fresche e con tem-porali locali. Le precipitazioni di circa il 75% inferiori alle attese climatiche hanno portato condizioni di stress idrico non elevato, che è stato superato con i normali interventi irrigui. Dal punto di vista fitosanitario si sono ve-rificati at-tacchi di elateridi ove presenti, che in seguito alle temperature elevate dei mesi primaverili sono stati particolarmente pesanti. Per quanto riguarda la diabroti-ca si è assistito ad un aumento della presen-za nella fascia lungo il Po. Per quanto riguarda la piralide l’annata è stata meno problematica della norma poiché la prima generazione dell’insetto è stata disturbata dalle condizioni climatiche sfavorevoli.

Il vero punto dolente della campagna 2016 riguarda invece il livello dei prezzi che è stato drammaticamente basso già all’inizio della commercializza-zione: la riduzione rispetto all’anno scorso delle quotazioni della prima seduta di Borsa merci di Bologna ammontava per il frumento duro al 38,9%, per quello tenero (speciale di forza) al 20,6% e per l'orzo al 12,9%. La media dei prezzi dei periodi successivi alla raccolta (luglio-dicembre per i cereali autun-no vernini) rispetto a quelli del 2015, risultaautun-no in flussione per tutte le colture:

per il frumento tenero e orzo la riduzione si attesta attorno al 11%, mentre per il frumento duro arriva al 30% (tabella 4.5).

Relativamente ai cereali primaverili il confronto della media dei prezzi dei periodi successivi alla raccolta (ottobre-dicembre) con quelli del 2015, mostra una flessione nel sorgo del 7,6%, mentre il mais rimane stabile. Non possiamo per ragioni di spazio addentrarci nelle cause di questa fortissima volatilità dei prezzi che talvolta arrivano a non coprire neppure i costi di produzione.

Per fronteggiare la situazione che ha colpito il frumento, il Ministro ha an-nunciato l’attivazione di un articolato pacchetto di azioni tra le quali figurano:

l’avvio di un piano di settore della filiera cerealicola volto a sostenere la com-petitività delle imprese - anche mediante misure di potenziamento e ammoder-namento delle dotazioni infrastrutturali e logistiche; promuovere il migliora-mento della qualità del prodotto; la creazione di reti di imprese; la realizzazio-ne e diffusiorealizzazio-ne di accordi stabili di filiera. Per quest’ultima aziorealizzazio-ne sono stati stanziati 10 milioni di euro all'anno per i prossimi due anni. Il Ministero ha inoltre previsto incentivi per i contratti di filiera. Per la campagna 2017 è pre-vista inoltre l’attivazione di un nuovo strumento di garanzia dei rischi sui rica-vi dei produttori, per proteggerli dalle eccessive fluttuazioni di mercato. La Regione Emilia-Romagna ha da tempo attivato gli strumenti a propria dispo-sizione che possono essere di supporto anche al settore cerealicolo. Nel PSR regionale sono diverse le misure già avviate, tra queste ricordiamo: la misura per gli investimenti nel settore agroindustriale, che potrà favorire il graduale ammodernamento delle strutture di stoccaggio dei cereali e consentire una

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75 gliore valorizzazione e differenziazione del prodotto; la misura per gli inve-stimenti nelle aziende agricole utile per diffondere le attrezzature più moderne ed efficienti atte a favorire la migliore agrotecnica; la misura relativa alla pro-duzione integrata. A queste misure se ne aggiungono altre a carattere più oriz-zontale volte a favorire la conoscenza e l’innovazione e parallelamente a tutte queste azioni sarà fondamentale sviluppare sempre maggiori sinergie nell’ambito della filiera.

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