4. Le produzioni vegetali
4.2. La situazione fitosanitaria in regione
Il perdurare dei cambiamenti climatici e l’aumento degli scambi continua-no a influenzare il quadro fitosanitario dell’Emilia-Romagna. L'innalzamento delle temperature e i lunghi periodi di siccità alternati a piovosità irregolari stanno incidendo sui cicli di sviluppo dei parassiti autoctoni. Inoltre contribui-scono a creare le condizioni ottimali per la sopravvivenza di parassiti esotici nocivi “di importazione”, che in passato non si sarebbero acclimatati nei nostri ambienti e che, a causa della mancanza di predatori naturali, possono essere di difficile controllo ed eradicazione. Questo determina un quadro fitosanitario in continua evoluzione, rendendo ogni anno necessaria la messa a punto di siste-mi sempre più efficienti, sia per prevedere gli stadi di sviluppo delle malattie, e attuare i conseguenti piani di difesa, che per attivare sistemi di controllo del-le merci in entrata e di monitoraggio del territorio; di seguito un’analisi sinteti-ca degli elementi più signifisinteti-cativi occorsi nella sinteti-campagna 2016.
Per quanto riguarda gli insetti, anche nel 2016 si è confermata la positiva tendenza in corso da diversi anni nelle colture frutticole, dove i danni dovuti ai fitofagi storicamente pericolosi, quali Cydia pomonella, Cydia molesta, Lobe-sia botrana, sono stati efficacemente ridotti. Questo grazie all’applicazione delle linee tecniche inserite nei disciplinari di produzione integrata regionali, che prevedono una difesa a basso impatto ambientale, come ad esempio la confusione e il disorientamento sessuale.
Al contrario, i danni da Halyomorpha halys, conosciuta anche come cimi-cie asiatica, sono stati più estesi e molto gravi rispetto al 2015, interessando principalmente la coltura del pero a partire dalla varietà estive. Le infestazioni sono state particolarmente aggressive nel territorio modenese e in alcune aree del bolognese, del reggiano e del ferrarese. La specie si è diffusa su tutto il ter-ritorio regionale anche se con popolazioni di diversa consistenza. La lotta chimica per quanto sia di fondamentale importanza, non è stata risolutiva per la scarsità di formulati registrati per questo insetto. Le esperienze maturate nel 2016 hanno evidenziato l’ottimale efficacia della copertura dei frutteti con reti anti-insetto, i cui costi di investimento saranno sostenuti grazie a specifici con-tributi previsti dal nuovo PSR 2014-2020. Oltre a questo, interessanti prospet-tive sembrano venire dalla lotta biologica classica con utilizzo di parassitoidi indigeni oofagi, che nel 2017 sarà oggetto di ulteriori sperimentazioni in pieno campo. Positivo anche il monitoraggio attuato su tutto il territorio regionale per verificare l’effettiva presenza dell’insetto e il suo incremento nel corso del-la stagione vegetativa. I risultati ottenuti nel 2016 confermano l’importanza di tenere sotto controllo l’andamento delle popolazioni, fornendo ai tecnici emi-liano-romagnoli informazioni fondamentali per la gestione della difesa e
con-4. LE PRODUZIONI VEGETALI
59 tenere al meglio le infestazioni e la proliferazione dell’insetto.
L’andamento climatico fresco e piovoso della primavera ha favorito gli at-tacchi del moscerino della frutta Drosophila suzukii su ciliegio. Le linee tecni-che di difesa messe a punto negli anni scorsi hanno garantito un buon controllo dell’avversità, anche se in alcune aree collinari della regione, soprattutto sulle varietà tardive, i danni sono stati particolarmente elevati nonostante gli inter-venti di difesa.
Sulla vite sono ricomparse inaspettate infestazioni di Fillossera della vite (Daktulosphaira vitifoliae). Questo insetto può causare anche danni all’apparato aereo delle piante in forma di galle delle dimensioni di pochi mil-limetri, in cui una femmina può deporre fino a 500 uova per volta. Normal-mente solo le viti americane sono interessate da questo tipo di infestazione, ma negli ultimi anni si sono verificate maggiori attacchi a livello fogliare anche su Vitis vinifera. Il problema, seppur in espansione, è ancora limitato ad alcuni vitigni e ad alcune località che presentano condizioni ambientali favorevoli al-lo sviluppo del fitofago.
Passando ai funghi, nel 2016 la ticchiolatura del melo causata da Venturia inequalis, ha fatto registrare il volo più precoce che si sia mai visto: la matura-zione delle ascospore, gli elementi infettanti, è avvenuta nell’ultima settimana di febbraio. Da numerosi anni l’entità delle infezioni (bassa, media, grave) vengono previste mediante un modello e questo ha permesso di inviare ai tec-nici e agli agricoltori informazioni tempestive utili per valutare l’opportunità di eseguire i trattamenti fitosanitari. È stato quindi possibile attuare una valida difesa, anche se sono stati spesso osservati cali di efficacia relativi all’azione retroattiva del difenconazolo. Anche su pero la ticchiolatura negli ultimi anni si è presentata con forti attacchi, specialmente sulle varietà Kaiser e Abate Fètèl, quest’ultima notoriamente meno soggetta alle infezioni di V. pyrina.
Con il cambiamento climatico in atto vi è una generale tendenza all’anticipo dell’attività vegetativa del potenziale oosporico infettante di Pla-smopora viticola. La tendenza in Emilia-Romagna è di un aumento delle tem-perature e delle piogge soprattutto nel periodo primaverile e questo, accoppia-to a un generale anticipo della ripresa vegetativa della vite, potrebbe determi-nare infezioni più precoci di quanto mediamente ci si possa aspettare. Nel 2016, diversamente da quanto fatto registrare nel 2015, lo stadio fenologico di
“3-4 foglie distese” è stato raggiunto intorno al 5 di aprile, mentre le prime in-fezioni sono state osservate il 9 maggio in seguito alla pioggia infettante del 30 aprile/1 maggio. La malattia si è manifestata in forma grave soprattutto nel reggiano nei mesi di maggio e giugno, mentre l’alta temperatura, da luglio in poi, ne hanno rallentato la progressione epidemica.
L’andamento climatico primaverile, caratterizzato da abbondanti
precipita-IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMprecipita-ILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2016
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zioni, ha contribuito allo sviluppo di infezioni latenti di Monilia fructicola. Nel nostro territorio, come in tutti gli areali europei dove le drupacee sono coltiva-te, si sta assistendo alla progressiva sostituzione di M. fructigena con M. fruc-ticola, caratterizzata da un’aggressività superiore dovuta alle alte temperature.
La presenza di piogge da maggio a metà giugno ha portato le varietà più pre-coci a essere maggiormente soggette ad infezioni di monilia rispetto alle varie-tà più tardive. Tutto questo ha determinato la ridefinizione delle strategie di di-fesa.
Sono inoltre continuati i problemi di deperimento delle drupacee in partico-lare nei giovani impianti di pesco e albicocco. Le cause sono in parte dovute alla presenza di agenti patogeni quali Chondrostereum purpureum e Eutypa la-ta ma anche a scompensi fisiologici che si manifesla-tano con un’abbondante emissione di gomma, sulla quale si insedia il fusicocco. Gli esiti di queste ma-nifestazioni si traducono in un progressivo deperimento della pianta a cui fa seguito il completo disseccamento.
Per quanto riguarda le batteriosi, la più temuta è quella del kiwi causata da Pseudomonas syringae pv actinidiae (Psa), che nel 2016 fortunatamente non ha causato attacchi di particolare gravità. Alla ripresa vegetativa c’è stata una ridotta presenza di essudati su tronco, cordone e rami e durante la stagione le maculature fogliari e gli avizzimenti dei getti sono stati sporadici. La batteriosi è presente in tutto l’areale di coltivazione emiliano-romagnolo e rimane l’avversità più grave del kiwi. Le strategie di difesa definite a livello regionale stanno comunque permettendo una convivenza con il patogeno senza ripercus-sioni negative sulla produzione. I cali di temperatura di fine aprile/prima set-timana di maggio hanno inoltre favorito le infezioni batteriche (talvolta anche gravi) di Pseudomonas spp. sia su albicocco che su pomodoro.
Nei confronti di queste importanti fitopatie, l’utilizzo dei modelli previsio-nali e dei sistemi di previsione e avvertimento hanno fornito un valido contri-buto per allertare tempestivamente tecnici e agricoltori al fine di razionalizzare le strategie di difesa e contenere i danni entro limiti più che accettabili.
Per Xylella fastidiosa, la gravissima batteriosi dell’olivo, è stato mantenuto un alto livello di attenzione grazie a un piano di monitoraggio che anche nel 2016 ha previsto ispezioni capillari nei vivai e nelle aree con specie vegetali a rischio. Questo ha permesso di escludere la presenza del batterio in Emilia-Romagna e il Ministero per le politiche agricole (con D. M. 18 febbraio 2016, n. 735) ha riconosciuto lo status di regione indenne, senza quindi ripercussioni commerciali sui prodotti dell’olivicoltura. Il livello di attenzione rimane co-munque alto.
Il 2016 i è stato il secondo anno di applicazione del Piano d’Azione
Nazio-4. LE PRODUZIONI VEGETALI
61 nale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, reso obbligatorio dalle nuove regole europee (Direttiva 2009/128). In particolare, il Servizio fitosanitario ha approvato (con determina n.16.828 del 27 ottobre 2016) il “Protocollo tecni-co” che regolamenta gli interventi fitosanitari nelle aree frequentate dalla po-polazioni o da gruppi vulnerabili. Il documento costituisce un concreto suppor-to operativo destinasuppor-to agli operasuppor-tori della manutenzione del verde pubblico, raccogliendo una serie di utili indicazioni che limitano, nel rispetto dell’attuale normativa, l'uso degli interventi chimici per la lotta ai principali parassiti del verde ornamentale, puntando a strategie sostenibili grazie al controllo naturale e biologico. Sono state inoltre approvate con DGR n- 1632 del 7 ottobre 2016 le nuove procedure per il rilascio ed il rinnovo dei patentini.