6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi
6.1. Il credito di banca per le imprese agricole
6.1.3. Il credito di banca in base alla durata dell’operazione
Le fonti di finanziamento, endogene ed esogene, a sostegno degli impieghi dell’impresa agricola sono differenziabili a seconda del grado di permanenza all’interno dell’impresa, come è il caso del capitale fondiario investito a lungo termine, delle macchine e delle rimanenze di varia natura impiegate per un pe-riodo medio-breve. Ne consegue che, proprio in funzione di differenti esigenze finanziarie a supporto delle diverse tipologie di impieghi, il credito di banca, pur destinato a supportare la gestione dell’impresa nella sua globalità, è classi-ficabile in tre tipologie di operazioni, differenziabili in base alla loro durata.
Il fabbisogno finanziario a supporto della liquidità dell’impresa può trovare un importante appoggio attraverso il credito agrario di breve periodo; la sua consistenza, a fine settembre 2016, è pari a 1.354 milioni di euro; esso pertanto rappresenta una componente importante all’interno del credito agrario regiona-le di cui ne rappresenta il 24,4%. A livello nazionaregiona-le, la corrispondente per-centuale si ferma al 21,1%. Inoltre, esso assorbe il 14,7% di questa tipologia di credito a livello nazionale, ossia una quota percentuale più elevata rispetto alla corrispondente percentuale riferita al credito agrario totale, pari a 12,8% (ta-bella 6.2).
In tutte le province dell’Emilia-Romagna il ricorso al credito agrario di breve periodo rappresenta uno strumento insostituibile per garantire la liquidi-tà. Così, la consistenza di tale credito per le otto province (escludendo il valore molto basso della provincia di Rimini) si colloca fra un valore minimo pari a 139 milioni euro per la provincia di Parma ad un valore massimo pari a 200 milioni di euro per la provincia di Bologna. La consistenza regionale di tale credito è pertanto distribuita in misura piuttosto omogenea fra le otto province della regione; infatti, il contributo provinciale alla consistenza del credito agra-rio regionale presenta il valore più basso, pari a 10,3%, per la provincia di Parma; quello più elevato, pari al 14,8%, per la provincia di Bologna.
In buona parte delle province dell’Emilia-Romagna - Bologna, Piacenza,
Tabella 6.2 - Tipologie di credito agrario in Emilia-Romagna e nelle sue province, a fine settembre 2016
Bologna Piacenza Parma Reggio E. Modena Ferrara Ravenna Forlì Rimini Emilia R. Italia Consistenza in milioni di €
Credito agrario 785 598 611 609 688 576 806 744 144 5.560 43.592
- durata inferiore a 1 anno 200 168 139 165 193 146 166 145 31 1.354 9.207 - durata compresa fra 1 e 5 anni 102 71 91 103 109 80 166 89 22 833 5.894 - durata superiore a 5 anni 483 359 381 340 385 349 475 510 91 3.374 28.491
Confronti, in %
Credito agrario (Pr/ER; ER/IT) 14,1 10,7 11,0 10,9 12,4 10,4 14,5 13,4 2,6 100,0 12,8 - durata < 1 anno 14,8 12,4 10,3 12,2 14,3 10,8 12,2 10,7 2,3 100,0 14,7 - durata fra 1 e 5 anni 12,3 8,5 10,9 12,4 13,1 9,6 19,9 10,6 2,6 100,0 14,1 - durata > 5 anni 14,3 10,6 11,3 10,1 11,4 10,4 14,1 15,1 2,7 100,0 11,8
Scomposizione sul totale, in %
Credito agrario (tipologia/totale) 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 - durata < 1 anno 25,5 28,1 22,8 27,2 28,1 25,4 20,6 19,5 21,8 24,4 21,1 - durata fra 1 e 5 anni 13,0 11,8 14,8 17,0 15,9 14,0 20,5 11,9 15,2 15,0 13,5 - durata > 5 anni 61,5 60,1 62,3 55,8 56,0 60,7 58,9 68,6 63,0 60,7 65,4
Variazione 2016/15, in %
Credito agrario 2,1 0,8 -2,7 -3,3 -7,3 2,9 -1,1 -7,5 -7,2 -2,4 -2,3
- durata < 1 anno 14,1 10,9 -7,9 -5,1 -9,2 5,5 4,8 -12,1 -7,2 -0,5 -4,4 dic.2015/sett.2015 -3,5 -2,5 -1,4 -3,8 -0,8 -3,3 0,8 -3,1 -7,2 -2,3 -1,1
mar.2016/dic.2015 4,1 0,6 -3,2 -2,6 -2,8 2,4 2,6 -0,3 0,5 0,0 -0,3
giu.2016/mar.2016 1,0 8,2 -3,6 -1,7 -4,0 -6,4 9,8 4,1 -1,4 0,8 -1,8
sett.2016/giu.2016 12,5 4,6 0,1 3,0 -2,0 13,9 -7,8 -12,6 0,8 1,0 -1,2
- durata fra 1 e 5 anni -13,0 0,4 -0,5 2,0 9,4 0,6 -5,6 -25,9 -14,3 -5,4 2,0 dic.2015/sett.2015 -4,4 10,6 -2,2 -0,1 -0,6 5,9 -5,8 -26,1 10,7 -3,9 -0,2
mar.2016/dic.2015 0,6 -8,0 -1,5 0,3 4,6 -0,5 1,5 1,1 -11,6 -0,3 0,2
giu.2016/mar.2016 -0,3 -0,2 1,4 -2,1 2,8 -10,2 -0,3 -6,1 -4,1 -1,6 1,3
sett.2016/giu.2016 -9,2 -1,2 1,8 4,0 2,3 6,4 -1,0 5,6 -8,7 0,3 0,7
- durata > 5 anni 1,4 -3,3 -1,2 -4,0 -10,3 2,4 -1,4 -1,8 -5,3 -2,4 -2,4
dic.2015/sett.2015 -1,4 -0,6 1,2 -4,2 -0,8 -1,3 -6,6 1,1 -7,4 -1,7 -0,5
mar.2016/dic.2015 0,3 -1,2 0,6 -0,4 -2,4 -0,7 -0,1 -0,2 1,2 -0,4 -1,1
giu.2016/mar.2016 -1,1 0,9 -2,1 -0,8 -4,3 4,2 3,0 -4,2 1,7 -0,7 -0,6
sett.2016/giu.2016 3,7 -2,4 -0,9 1,3 -3,1 0,3 2,5 1,5 -0,6 0,5 -0,3
Fonte: Banca d'Italia - Rilevazioni interne.
117 6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI
IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2016
118
Reggio Emilia, Modena e Ferrara - esso rappresenta o supera un quarto del va-lore della consistenza del credito agrario totale, arrivando al 28,1% per le pro-vince di Piacenza e Modena. Nelle restanti propro-vince, tale credito non scende al di sotto di un quinto del credito agrario totale; il valore più basso, pari al 19,5%, è riferito alla provincia di Forlì.
Il fabbisogno finanziario derivante dagli investimenti di medio periodo tro-va una tipica copertura mediante il ricorso al credito agrario con durata com-presa fra 1 anno e 5 anni. La consistenza di tale credito, a fine settembre 2016, è pari a 833 milioni di euro. Ossia, ciò che è destinato al finanziamento di me-dio termine rappresenta il 15% della consistenza del credito agrario della re-gione e pertanto, rispetto alle altre due tipologie di credito agrario, questa è la meno rilevante. Medesima situazione si rileva a livello nazionale dove la sua consistenza si ferma al 13,5% del credito agrario totale. Inoltre, rappresenta il 14,1% della corrispondente tipologia di credito agrario nazionale.
In un discreto numero di province la consistenza di tale tipologia di credito si colloca su valori prossimi a 100 mila euro. Spicca, discostandosi dagli altri, il valore più elevato, pari a 166 milioni di euro, relativo alla provincia di Ra-venna; a sua volta, l’importo più basso, escludendo la provincia di Rimini, lo si riscontra con riferimento alla provincia di Piacenza e si ferma a 71 milioni di euro. In altri termini, il contributo di tale credito rispetto al credito agrario della provincia, misurato attraverso il valore percentuale, non si discosta in misura sostanziale, nella maggior parte dei casi, dalla media regionale; la per-centuale più elevata del 20,5% è registrata in provincia di Ravenna, quella più bassa relativa alla provincia di Piacenza è pari all’11,8%.
Gli investimenti di lungo periodo necessitano di finanziamenti di importo elevato. In effetti, la terza tipologia di credito agrario, quella di lungo periodo, ha la consistenza più alta rispetto alle altre due tipologie di credito; essa, a fine settembre 2016, raggiunge i 3.374 milioni di euro. In altri termini, la consi-stenza di tale credito assorbe ben il 60,7% del credito agrario regionale; a li-vello nazionale la corrispondente percentuale arriva al 65,4%. Inoltre, rappre-senta l’11,8% della corrispondente tipologia di credito agrario nazionale.
La sua consistenza presenta valori elevati in quasi tutte le realtà provinciali.
Più precisamente, in tutti i casi, con esclusione della provincia di Rimini, essa supera i 340 milioni di euro, arrivando al valore massimo per la provincia di Forlì, pari a 510 milioni di euro. Nella maggior parte dei casi assorbe più del 60% della consistenza del credito agrario totale provinciale; il valore percen-tuale più elevato raggiunge il 68,6% per la provincia di Forlì, mentre quello più basso, pari al 55,8%, è per la provincia di Reggio Emilia.
Nell’arco degli ultimi dodici mesi oggetto di analisi, la consistenza del cre-dito agrario di breve periodo si caratterizza per una sostanziale staticità; infatti
6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI
119 la sua variazione, in termini percentuali corrisponde ad una riduzione presso-ché irrilevante, pari al -0,5%, evidenziando una elemento a favore di un possi-bile allontanamento dalla prolungata stretta creditizia da parte delle banche.
Da mettere in rilievo, pertanto, è che l’intensità della riduzione di tale tipologia di credito si è notevolmente contratta rispetto a quanto si è verificato nei pre-cedenti 12 mesi, quando la consistenza del credito agrario a fine settembre 2015 si riduce di quasi il -8% rispetto alla consistenza di fine settembre 2014.
Contrariamente alla realtà regionale, a livello nazionale si consolida la ri-duzione della consistenza di tale credito negli ultimi dodici mesi, che raggiun-ge il -4,4%; ossia mezzo punto percentuale in più rispetto alla riduzione della consistenza del credito agrario a breve termine a fine settembre 2015 rispetto a quella di fine settembre 2014.
In particolare, nei successivi trimestri in cui è divisibile il periodo in esame, si constata che la variazione della consistenza di tale tipologia di credito pre-senta un segno negativo solo con riferimento all’ultimo trimestre del 2015, pa-ri a -2,3%; diversamente, nei tre successivi tpa-rimestpa-ri del 2016, cessano le va-riazioni con segno negativo (rispettivamente: 0%; 0,8%; 1%).
I corrispondenti cambiamenti trimestrali a livello nazionali propongono, in ogni caso, valori con segno negativo (rispettivamente: -1,1%; -0,3%; -1,8%;
-1,2%).
Nelle nove province della regione si rileva una rilevante variabilità di situa-zioni; di rilievo è la forte riduzione che si verifica con riferimento alle provin-ce di Forlì, che raggiunge il -12,1%; altrettanto elevata è quella riferita alla provincia di Modena, che raggiunge il -9,2%. Non mancano province con una variazione positiva; in particolare, è la provincia di Bologna a presentare un aumento in termini relativi più elevato rispetto alle altre province, pari al 14,1%.
Nella maggior parte delle realtà provinciali si rileva una notevole variabili-tà all’interno dei singoli trimestri compresi nel periodo in esame; con una combinazione delle variazioni trimestrali con segno negativo e con segno posi-tivo molto differenziata.
Con riferimento al credito agrario regionale a medio termine, il valore della sua consistenza a fine settembre 2016 si riduce del -5,4% rispetto al valore ri-levato 12 mesi prima. Questa riduzione torna ad essere in sintonia con quanto si verifica negli anni precedenti, uscendo da quel fenomeno anomalo espresso dalla forte crescita della sua consistenza a fine settembre 2015 rispetto a quella di fine settembre 2014, pari a ben il 25,5%; variazione che poteva essere inter-pretato associando alla funzione del credito agrario di medio periodo, tipica-mente destinato al finanziamento del capitale di scorta, anche una funzione di supporto alla liquidità, resa possibile attraverso alcuni meccanismi di tecnica
IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2016
120
bancaria, quale ad esempio il rinnovo della cambiale agraria.
A livello nazionale, negli ultimi dodici mesi, si ha una variazione di segno positivo, pari al 2%. Essa, pur positiva, attenua la forte impennata registrata dal confronto fra il valore della consistenza a fine settembre 2015 rispetto a 12 mesi, pari al 17%.
Per quanto concerne le variazioni trimestrali, è soprattutto con riferimento all’ultimo trimestre del 2015 che la consistenza di tale tipologia di credito pre-senta una riduzione significativa, pari al -3,9%.
Nelle nove province dell’Emilia-Romagna, la variazione percentuale della consistenza del credito agrario a medio termine negli ultimi dodici mesi pre-senta un’eterogeneità di situazioni. Così, in alcune province si verifica una ri-duzione nella sua consistenza che raggiunge valori decisamente elevati, come è per la provincia di Forlì (-25,9%) e per la provincia di Bologna (-13%); al contrario una variazione con segno positivo e di valore non trascurabile si ha con riferimento alla provincia di Modena (9,4%)
Anche relativamente alle variazioni trimestrali, le specifiche realtà provin-ciali presentano notevole diversità tra di loro e, all’interno di ciascuna di esse, anche con riferimento ai singoli trimestri.
Infine, la variazione della consistenza della terza tipologia di credito agra-rio regionale, quella di lungo peagra-riodo, si connota per una variazione di segno negativo, pari a -2,4%; pertanto si esce da quella situazione di staticità degli ultimi anni. Tale credito, infatti, ha una consistenza stabile, con una variazione positiva dello 0,1%, come emerge dal confronto fra la sua consistenza rilevata a fine settembre 2015 rispetto a quella di 12 mesi prima, riconfermando la sta-ticità rilevata nei dodici mesi antecedenti. Anche a livello nazionale si ripro-pone quanto constatato per la realtà regionale; la corrispondente variazione di tale credito è esattamente uguale a quella regionale (-2,4%).
Inoltre, si può anche constatare che la dinamica evolutiva della consistenza di tale credito nei quattro trimestri del periodo in esame (settembre 2015 - set-tembre 2016) evidenzia una riduzione più accentuata con riferimento all’ultimo trimestre del 2015.
Nella quasi totalità delle province, dal confronto della consistenza del cre-dito agrario di lungo termine, a fine settembre 2016 rispetto a 12 mesi prima, emergono variazioni con segno negativo, il cui valore è comunque di diversa entità; in particolare, emerge la forte riduzione che si verifica con riferimento alla provincia di Modena, che raggiunge il -10,3%. La variazione con segno positivo è relativa solo a due province, Bologna e Ferrara.
In conclusione, nell’arco di tempo compreso fra fine settembre 2015 e fine settembre 2016, si constata che la variazione di segno negativo della consi-stenza del credito agrario dell’Emilia-Romagna è presente in ognuna delle tre
6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI
121 tipologie di credito ed è determinata soprattutto dalla maggiore riduzione che si verifica nell’ultimo trimestre del 2015.