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COMPORRE

Nel “Vocabolario degli Accademici della Crusca” del 1612 per ‘comporre’ veniva specificato «por- re e mescolare insieme varie cose per farne una. Latino: “componere”» ovvero «assettare, accon- ciare, disporre, accomodare. Latino “componere”, “aptare”, “disponere”». Nel II Capitolo del I Libro già Vitruvio, fornendo una serie di principi ordina- tori («Firmitas», «Utilitas» e «Venustas») e di ca- tegorie («Ordinatio», «Dispositio», «Distributio» e «Symmetria», «Eurytmia», «Decor») aveva posto le

basi teoriche per una corretta Progettazione; man- cava la «Compositio», ma, sostanzialmente, tutta la procedura prevista portava all’operazione del ‘com- porre’. Vasari dunque impiegava il verbo per ambiti svariati, ma che tutti riconducevano alla giusta capa- cità di assemblare elementi vari. Nel 1568, per le tes- siture murarie: «{in Fiorenza nella facciata dinanzi e principale della cittadella maggiore, che Alessandro, primo Duca di Fiorenza fece fare, quale per rispetto dell’impresa de’ Medici è fatta a punte di diamante e di palle schiacciate, e l’una e l’altra di poco rilievo. Il qual composto tutto di palle e di diamanti, uno allato all’altro, è molto ricco e vario, e fa bellissimo vedere}» (Introduzione all’opera, III). E, analogamente, il verbo veniva impiegato in riferimento all’Ordine architetto- nico, laddove era l’ordine Composto (Composito) quello che più di ogni altro vedeva l’assemblaggio di componenti diversi tratti da contesti diversi. Il fatto di averli saputi connettere sulla base di Regola certe e giuste (come aveva saputo fare con somma maestria Michelangelo, tra i Moderni), rendeva dunque onore alla capacità di ‘comporre’, rispetto a chi aveva ot- tenuto risultati «mostruosi»: «l’ordine Composto, seben Vitruvio non ne ha fatto menzione non facen- do egli conto d’altro che dell’opera Dorica, Ionica, Corintia e Toscana, tenendo troppo licenziosi coloro che pigliando di tutt’e quattro quegli Ordini, ne faces- sero corpi che gli rappresentassero piuttosto mostri che uomini, per averlo costumato molto i Romani et a loro imitazione i Moderni, non mancherò di questo ancora, acciò se n’abbia notizia, dichiarare e formare il corpo di questa proporzione di fabrica. Credendo questo, che se i Greci e i Romani formarono que’ pri- mi quattro Ordini e gli ridussero a misura e regola generale, che ci possino essere stati di quegli che hab- bino fin qui fatto nell’ordine Composto, e componen-

do da sé, delle cose che apportino molta più grazia che

non fanno le antiche [parità d’invenzione tra Antichi e Moderni]»

attestazioni: Introduzione all’opera, III, le

bozze dell’ordine Rustico come tessitura muraria;

Introduzione all’opera, III, l’‘ordine Composito’.

riferimenti lessicali generali: bozza, ordine

Composito. anche in: Vitr./ Ces., p.LIIII; Alb./

Bart., p.225 e p.166; Ser.IV,9,p.183; Vign., Tav.XXX; Cat.,V,Intr,p.110.

COMPUTARE

La capacità di proporzionare, oltre che connessa alla misura precisa, era anche relazionata alla giusta capacità di saper conteggiare, cioè ‘computare’, la distribuzione dimensionale dei vari componenti. E ciò sapendo anche quali fossero i punti e gli elementi salienti ai quali fare riferimento. Così, «la base e capitello Dorici tanto d’altezza una quanto l’altra,

computando del capitello dal collarino in su».

attestazioni: Introduzione all’opera, III, l’‘ordine

Dorico’. riferimentilessicaligenerali: misurare,

proporzionare. anchein: Pall.,I,16,p.33.

CONCIO

Nel linguaggio tecnico di Bottega, il ‘concio’ rispetto alla “bozza” doveva rappresentare il pezzo intagliato e ridotto a forma geometrica precisa. Infatti nel 1568

Vasari ricordava come «Giulio Romano mise mano all’opera palazzo del Te a Mantova ... e perché il luogo non ha pietre vive, {né commodi di cave da poter far conci e pietre intagliate, come si usa nelle muraglie da chi può farlo} si servì di mattorni e di pietre cotte lavorandole poi di stucco».

attestazioni: Vita di Giulio Romano, l’’opera

Rustica’ allusa. riferimenti lessicali generali:

bozza, opera Rustica. CONDURRE

La capacità di saper ben ottemperare alle varie necessità della Progettazione anche di componenti di ridotta dimensione come le modanature, sottolineava Vasari come portasse poi ad un risultato ottimale di «bellezza» e «grazia». Con un invito ad una attenzione ‘totale’ che prevedeva comunque la scalarità e la gerarchia dei costrutti, nel 1550 l’Aretino indicava l’esempio di Cronaca poiché a palazzo Strozzi «/le modanature delle cornici e d’ogni cosa, di somma bellezza e grazia furono dallo spirito del Cronaca consideratamente condotte/». attestazioni: Vita di Simone Pollaiolo detto il

Cronaca, l’ornamentazione architettonica di

Palazzo Strozzi a Firenze. riferimenti lessicali generali: bellezza, grazia, lavorare. anchein: Scam.

II,VI,5,p.16. CONFONDERE

Il verbo, in senso tecnico, si connette strettamente alla riflessione, e alla percezione, riferite all’Ornamento inteso come apposizione di elementi o esecuzione di intagli (per «via di mettere e per via di levare») rispetto alla struttura dell’Architettura e dell’Ordine stesso. Proprio in riferimento agli intagli (e agli Ornamenti in genere), il pericolo – che può generare ‘abuso’ – è quello che l’opera non si arricchisca, ma che si perda leggibilità delle figure, come temeva anche Michelangelo: «essendo l’anno 1550 creato papa Giulio Terzo ... aveva detto Michelagnolo a Sua Santità che non s’impacciasse con intagli perché, sebbene arichiscono l’opere, confondono le figure». E ciò in contrapposizione al ‘lavoro di quadro’, che, ovviamente, manteneva sempre il proprio nitore. attestazioni: {Vita di Simone Mosca}:

l’ornamentazione per la tomba di papa Giulio III. riferimenti lessicali generali: accompagnare,

arichire, confondere, impacciare, intaglio, figure, lavoro di quadro. anchein: Scam.II,VI,5,p.16.

CONFUSIONE

La mancata leggibilità dei costrutti, a causa di una cattiva progettazione in senso morfologico o ornamentale, costituisce per Vasari uno dei principali difetti dell’Architettura e delle sue parti costitutive; analogamente al «disordine», che si poteva ben vedere in particolare, nelle opere Gotiche. Infatti, «ecci un’altra specie di lavori che si chiamano Tedeschi, i quali sono di ornamenti e di proporzione molto differenti dagli antichi e da moderni; né oggi s’usano per gli eccellenti, ma son fuggiti da loro come mostruosi e barbari, mancando /dimenticando/ ogni lor cosa di ordine, che piuttosto confusione o disordine si può chiamare».

attestazioni: Introduzione all’opera,III, l’‘maniera

Tedesca’. riferimenti lessicali generali:

confondere, confuso, disordine. anche in:

Cat.,V,I,p.111; Pall.,I,20,p.51; Scam.II,VI,31,p.148. CONFUSO

Soprattutto dal punto di vista ornamentale, la mancanza di una corretta applicazione dei dettami dell’Ordine architettonico (il gioco di parole impiegato da Vasari è qui evidente) origina la mancata leggibilità dei costrutti, a causa di una cattiva progettazione in senso morfologico o ornamentale. E ciò si verificava soprattutto nelle opere Gotiche, poiché «vegghinsi le fabbriche di que’ tempi [gotici], i pilastri, le colonne, le base, i capitegli e tutte le cornici con i membri difformi ... e gli ornamenti loro furono confusi e molto imperfetti, e per dirla così, non con grande ornamento». attestazioni: Proemio alla Parte Seconda, le

invenzioni Tedesche, il lavoro ovvero ‘ordine Gotico’. riferimenti lessicali generali: confondere,

confusione, disordine, imperfetto. CONSIGLIO

Nell’ambito della Progettazione architettonica, la trasposizione dell’idea passava, nell’attività dell’Ar- chitetto prima della realizzazione, attraverso la re- dazione di “disegni” e di ‘modelli’, cioè plastici o

maquettes che mostravano, tridimensionalmente,

l’effetto finale dei costrutti. “Disegno” e “modelli” permettevano, dunque, di ‘controllare’ efficacemente gli effetti dell’Architettura, ma poteva intervenire, sia in corso di progettazione sia di ralizzazione, anche il ‘consiglio’, un aspetto certamente scientificamente meno controllabile, ma fondamentale per emendare errori o contemperare alcune scelte. Tanto fonda- mentale che anche Vasari ricordava come «le mo- danature delle cornici, i fusi delle colonne, la grazia de’ capitegli, le base, le mensole et i cantoni, le volte, le scale, i risalti et gli ordini d’architettura tirati per

consiglio o modello di Bramante riuscirono sempre

maravigliosi a chiunque li vide (Vita di Bramante). attestazioni: Vita di Bramante, l’ordine di San

Pietro a Roma. riferimenti lessicali generali:

disegno, modello. vedianche: Ser.IV,9,p.183.

CONTINUARE

Il senso della costituzione di una serie o suite sintattica di costrutti, portava l’Architetto a ‘continuare’ le morfologie già adottate. E infatti «{fu poi Antonio da Sangallo a Loreto dove ... rigrossando le mura e i pilastri fuori e dentro, gli diede bella forma del tutto e nella proporzione de’ membri ... continuando un medesimo ordine nelle crociere e nelle navate della chiesa, con superbe modanature d’architravi sopra gl’archi, fregi e cornicioni}». Rispetto alla Varietas la ‘continuità’ poteva apportare monotonia, ma quelle «superbe modanature d’architravi sopra gl’archi, fregi e cornicioni» avevano comunque garantito qualità eccelsa.

attestazioni: Vita di Antonio da Sangallo il Giovane,

l’ordine della basiica della Santa Casa di Loreto. riferimentilessicaligenerali: ordine.

CONVENIENTE

Il senso della percezione e dell’armonica visione restavano fondamentali in tutta l’Estetica vasariana, per cui, nella sola edizione del 1568, l’Aretino sottolineava come «Danese Cataneo ha fatto in Verona a Santa Anastasia una cappella di marmi ricca, e con figure grandi, al signor Ercole Fregoso ... d’ordine Corinto ... divisata da quattro gran ‘colonne tonde’ striate, con capitegli a foglie d’ulivo, che posano sopra un basamento di conveniente altezza». L’aggettivo ha dunque una forte connotazione ‘di contesto’ connessa al proporzionamento delle Parti Principali (Piedistallo come Basamento) dell’Ordine. attestazioni: {Vita di Iacopo Sansovino}, la

‘colonna tonda’ in Santa Anastasia a Verona. riferimentilessicaligenerali: convenienza.

CONVENIENZA

Nella concezione estetica vasariana, per ottenere un buon risultato architettonico, per quanto riguarda la progettazione delle opere moderne pur esemplandosi sui modeli antichi, bisogna saperli adattare sulla base di specifiche qualità. Sottolineva Vasari nell’edizione del 1568: «{Il fatto sta non in aver solamente ritratti e disegni di cose belle [desunte dall’Antico], ma di saperle accomodare secondo che è quello a che hanno a servire, con grazia, misura, proporzione e convenienza}». In questo caso, «convenienza» assume uno specifico valore di ‘opportunità d’uso’ (l’Utilitas vitruviana), mentre «grazia» si riferisce all’aspetto morfologico, «misura» a quello dimensionale, «proporzione» a quello proporzionale. attestazioni: Vita di Simone Pollaiolo detto il

Cronaca, la ‘cornice Corinzia’ di palazzo Strozzi

a Firenze. riferimenti lessicali generali:

conveniente. CORNICE

Il termine ‘cornice’ assume nelle “Vite” significati diversi ad indicare, genericamente, una serie di modanature, che possono essere sia alla base sia alla sommità di un costrutto; sia la parte sommitale di un costrutto stesso; sia tutta la trabeazione; sia parte di essa. [1.] Come una serie di modanature: «[nella Basilica di San Pietro] vedesi in quella parte, ch’è finita di suo, la cornice che rigira attorno di dentro correre in modo, con grazia, che il disegno di quella non può nessuna mano meglio in essa levare e sminuire» (Vita di Bramante). E infatti, «il ‘lavoro di quadro’ ... deriva dalle facce e dagli spigoli che son quadri, perché ogni ordine di cornici, o cosa che sia diritta o vero risaltata et habbia cantonate, è opera che ha il nome di “quadro” ... Ma s’ella non resta così pulita, ma si intagli in tai cornici e fregi, fogliami, uovoli, fusaroli, dentelli, guscie et altre sorte d’intagli» (Introduzione all’opera, II). [2.] Come modanature poste a chiusura sommitale del basamento del piedistallo Corinzio: «fassi il zoccolo, che regge la colonna, di questa maniera: largo un quadro e due terzi, e la cornice ... di sotto a proporzione, secondo Vitruvio» (Introduzione all’opera, III). [3.] Come modanature poste a chiusura sommitale della cimasa del piedistallo Corinzio: «fassi il zoccolo, che regge la colonna, di questa maniera: largo un quadro e due

terzi, e la cornice di sopra ... a proporzione, secondo Vitruvio» (Introduzione all’opera, III). [4.] Come modanature inferiori e sommitali del piedistallo Composito: «il zoccolo, dove posa su la colonna, ha da essere alto due quadri. E così le sue cornici a sua fantasia o come gli verrà in animo di farle» (Introduzione all’opera,III). [5.] Come coronamento sommitale di un edificio, Vasari usa il termine in relazione alla terminazione di palazzo Strozzi a Firenze, intesa come ‘cornicione’: «essendo messo il Cronaca [buono imitatore delle cose antiche e osservatore delle regole di Vetruvio] per le mani a Filippo Strozzi, gli piacque tanto per il modello che gli fece del cortile e del cornicione che va di fuori intono al palazzo [Strozzi a Firenze], volle che poi il tutto passasse per le sue mani, servendosi sempre poi di lui. Fecevi dunque il Cronaca ... in cima una cornice Corinzia molto magnifica, che è per fine del tetto ... che non vi si può apporre /menda/, né si può più bella desiderare. {Questa cornice fu ritratta dal Cronaca e tolta e misurata appunto in Roma da una antica ... bene è vero ch’ella fu dal Cronaca ringrandita a proporzione del palazzo, acciò facesse proporzionato fin et anche col suo aggetto tetto a quel palazzo, e così l’ingegno del Cronaca seppe servirsi delle cose d’altri e farle quasi diventar sue. Il che non riesce a molti, perché il fatto sta non in aver solamente ritratti e disegni di cose belle, ma di saperle accomodare secondo che è quello a che hanno a servire, con grazia, misura, proporzione e convenienza. Fu e sarà sempre lodata questa cornice del Cronaca ... Cronaca dunque condusse la detta cornice con grande arte, insino al mezzo intorno intorno a quel palazzo, col dentello et uovolo}» (Vita di Simone Pollaiolo detto il

Cronaca). E anche in riferimento a palazzo Bartolini

Salimbeni, pur nella sola edizione del 1568: «{ma quanto fu e sarà sempre lodata questa cornice del Cronaca, tanto fu biasimata quella che fece nella medesima città al palazzo de’ Bartolini [Bartolini- Salimbeni] Baccio d’Agnolo, il quale pose sopra una facciata piccola e gentile di membra, per imitare il Cronaca, una gran cornice antica misurata appunto dal frontespizio di Monte Cavallo, ma tornò tanto male, per non aver saputo con giudizio accomodarla, che non potrebbe star peggio e pare sopra un capo piccino una gran berretta.}» (Vita di Simone

Pollaiolo detto il Cronaca). [6.] Come cornicione,

membro sommitale della trabeazione, in un ordine di pilastri, Vasari impiega il termine nella sola edizione dl 1568: «{[nel modello della tribuna della cupola realizzato da Michelangelo vi sono di dentro, nel registro sopra all’imbasamento] i pilastri piani ... sopra a quali pilastri di drento è l’architrave, ch’è di altezza palmi 4 e 5 quarti, et il fregio 4 e mezzo, e la

cornice 4 e dua terzi [proporzionamento attraverso

frazioni di una misura]}» (Vita di Michelagnolo). [7.] Come sima, cioè la parte sommitale del cornicione della trabeazione: «facendoli sopra [la colonna] le sue cornici [sima] e di sotto la sua fascia [corona] col bastone [astragalo nella sottocornice] e due piani [due listelli: rispettivamente il cimatio posto nella sottocorona al di sopra dei capitelli dei triglifi; e sotto i triglifi stessi la tenia], secondo che tratta Vitruvio [Lib.IV,Cap.III]» (Introduzione all’opera, III, ‘sopra

il capitello Dorico’, la trabeazione Dorica)

attestazioni: 1. Come serie di modanature: Vita

di Bramante, l’Ordine di San Pietro a Roma; Introduzione all’opera, II, l’ornamentazione «dop-

pia». 2. Come modanature poste a chiusura som- mitale del basamento del piedistallo Corinzio:

Introduzione all’opera, III, l’ordine Corinzio. 3.

Come modanature poste a chiusura sommitale della cimasa del piedistallo Corinzio: Introduzione all’opera, III, l’ordine Corinzio. 4. Come modana- ture inferiori e sommitali del piedistallo Composito:

Introduzione all’opera,III, l’ordine Composito. 5.

Come coronamento sommitale di un edificio, in qua- lità di cornicione: palazzo Strozzi e palazzo Bartolini Salimbeni a Firenze. Vita di Simone Pollaiolo detto il

Cronaca, la ‘cornice Corinzia’. 6. Come Cornicione,

membro sommitale della trabeazione, in un ordine di pilastri, (Vita di Michelagnolo). 7. Come sima, cioè la parte sommitale del Cornicione della trabeazione (con sineddoche: il tutto per la parte): Introduzione all’opera, III, ‘sopra il capitello Dorico’, la trabea- zione Dorica. riferimentilessicaligenerali: cor-

nicione, ‘sopra il Capitello’. anchein: Vitr./ Barb.,

p.136; Ces., p.LVIv-XLVII [ma LVII]; Alb./ Lauro, p.152v; Alb./ Bart., pp.225-226; Ser.IV,7,p.161; Vign., Tav.XV; Cat.,V,Intr,p.110; Pall.,I,13-14,pp.15,16; Scam.II,VI,3,12,pp.10/40.