• Non ci sono risultati.

Praticamente assimilandone i costrutti ad un vero e proprio Ordine, Vasari contemplava anche il ‘lavoro Tedesco’, cioè la serie delle declinazioni morfologiche legate al gusto Gotico. Ovviamente il giudizio vasariano restava negativo, ma più che per il ‘Lavoro tedesco’ in sé, per le ‘continuità’ e le sgrammaticature che da esso derivavano nelle opere dei Moderni. Non a caso nella stessa titolazione del parafrafo III dell’Introduzione l’Aretino faceva riferimento a “De’

cinque ordini d’architettura: Rustico, Dorico, Ionico, Corinto, Composto, e del lavoro Tedesco”.

attestazioni: Introduzione all’opera, III, De’ cinque

ordini d’architettura. riferimentilessicaligenerali:

maniera Tedesca, opera Tedesca, ordine Tedesco. LEGARE

Per indicare la “commettitura” e dunque l’incastro solidale tra elementi, Vasari impiega il verbo ‘legare’ che mantiene anche una forte carica ‘figurativa’ (e artistica). Così, «molto più è dotata la città di Firenze di fabriche stupendissime fatte di bozze ... et è necessario ... che avvenga che sono i pezzi delle pietre maggiori, e molto migliori le commettiture dove si va collegando tutta la fabrica con una pietra che lega l’altra pietra».

attestazioni: Introduzione all’opera, III, le bozze

dell’ordine Rustico ovvero Toscano. riferimenti lessicali generali: bozza, commettitura, incastro.

anche in: Alb./ Bart., p.221; Ser.IV,7,p.163v;

Pall.,I,14,p.16; Scam.II,VI,25,p.110. LEGGIADRIA

Ricordava il “Vocabolario degli Accademici della

Crusca” nel 1612 come «dice il [monsignor Giovanni

della] Casa nel “Galateo” [1551-1558] che non è altro leggiadria, che una, cotal quasi luce, che risplende dalla convenevolezza delle cose, che sono ben composte, e ben divisate l’una con l’altra, e tutte insieme, senza la qual misura, eziandio il Bene non è Bello, e la Bellezza non è piacevole. Latino “venustas,

elegantia”». Trasferita in campo architettonico,

era dunque la buona Composizione generale dei componenti, singolarmente ben composti e poi ben assemblati, a creare la “Venustas”, quasi si trattasse del risultato della «Dispositio» vitruviana (De Arch. I,II). Per Vasari, dunque, «si ha a conoscere uno edificio proportionato bene ... Né si debbe a una colonna sottile metter capitel grosso né base simile, ma secondo il corpo le membra, le quali abbino

leggiadria e bella maniera e disegno». Sembrava,

risultato del buon proporzionamento; per “disegno” il buon tracciamento geometrico; e per “maniera” l’esatta corrispondenza morfologica.

attestazioni: Introduzione all’opera, VII, come ben

proporzionare. riferimenti lessicali generali:

disegno, maniera. anche in: Vign., Tav.XXIII;

Scam.II,VI,3,p.9. *LESENA

Cfr. COLONNA MEZZA LETTERA

Tra i vari ornamenti, i Romani avevano impiegato anche le scritte epigrafiche e, dunque, le lettere applicate sui fregi. Infatti «i fregi di quest’opera si possono fare intagliati tutti con fogliami, et ancora farne de puliti o vero con lettere dentro, come erano quelle del portico della Ritonda [del Pantheon a Roma], di bronzo commesse nel marmo».

attestazioni: Introduzione all’opera, III, l’‘ordine

Corinzio’. riferimenti lessicali generali:

ornamento. anche in: Alb./ Lauro, p.150; Alb./

Bart., p.217. LEVARE

Il giusto adattamento di un componente rispetto alla generale redazione del costrutto fa sì che esso non possa essere ‘levato’, pena la perdita di valore dell’intero complesso. Ciò vale, per Vasari, anche in relazione ad una ‘semplice’ “cornice”, poiché «[nella Basilica di San Pietro] vedesi in quella parte, ch’è finita di suo, la cornice che rigira attorno di dentro correre in modo, con grazia, che il disegno di quella non può nessuna mano meglio in essa levare e sminuire»

attestazioni: Vita di Bramante, l’ordine di San

Pietro a Roma. riferimenti lessicali generali:

guastare. anchein: Vitr./ Barb., p.163; Alb./ Lauro,

p.147 (in Bartoli è «sollevare»: Bart., p.213); Ser. IV,7,p.158v; Pall.,I,13,pp.15-16; Scam.II,VI,19,p.78. LICENZA (o LICENZIA)

Come per “maniera” o “ordine”, anche il significato di ‘licenza’ si presenta, forse, come uno dei più articolati nell’ambito dell’Estetica cinquecentesca; nella trattazione vasariana, invece, in riferimento ai costrutti dell’Ordine architettonico, gli usi riducono notevolmente i campi semantici e gli utilizzi. Per Vasari, quelle di Michelangelo erano state «licenze» nell’ambito della progettazione di nuovi Ordini, ma senza mai tradire le migliori Leggi istitutive, per cui si trattava di ‘variazioni’ positive, al contrario della pura “invenzione”. Ritorna alla mente il primo significato del termine come indicato nel “Vocabolario degli Accademici della Crusca” del 1612: «concession fatta da superiore. Latino “venia

licentia”, “libertas”». Rimanendo però all’interno di

quella «licenza fatta da superiore», «[nella Sagrestia Nuova in Firenze, Michelangelo] la volle fare ad imitazione della Sagrestia Vecchia, che Filippo Brunelleschi aveva fatto, ma con altro ordine di ornamenti, vi fece dentro uno ornamento Composito, nel più vario e ‘nuovo modo’ ... La quale licenza ha dato grande animo a quelli che hanno veduto il far

suo di mettersi a imitarlo, e nuove fantasie si sono vedute poi alla grottesca più tosto che a ragione o regola, a’ loro ornamenti» (Vita di Michelagnolo). Del resto, in senso retrospettivo, notava Vasari come «queste cose [esatte] non l’aveva fatte Giotto, né que’ primi Artefici, se bene eglino avevano scoperto i principii di tutte queste difficoltà, e toccatele in superficie, come nel disegno ... Mancandoci ancora nella regola, una licenzia, che non essendo di regola, fosse ordinata nella regola e potesse stare senza fare confusione o guastare l’ordine» (Proemio alla

Terza Parte). Nella serie numerosa delle ‘licenze’

michelangiolesche Vasari ricordava, nella sola edizione del 1568, come, probabilmente facendo riferimento ad un “modiglione”, ma considerando soprattutto la funzionale strutturale di esso (in quanto “mensola”), Michelangelo avesse impiegato come piedistallo una ‘mensola rovescia’ nell’ambito di un “ordine di Termini”. Infatti «[per la sepoltura di Giulio II ... in San Pietro in Vincoli a Roma] ... {Michelagnolo messe su il primo imbasamento intagliato con quattro piedistalli che risaltavano in fuori tanto quanto prima vi doveva stare un Prigione per ciascuno, che in quel cambio vi restava una figura di un Termine; e perché da basso veniva povero aveva per ciascun Termine messo a piedi una mensola che posava a rovescio in su}». (Vita di Michelagnolo) attestazioni: Vita di Michelagnolo, l’ornamento

Composito; Proemio alla Terza Parte, le scoperte dei primi Artefici; Vita di Michelagnolo, l’ordine di Termini. riferimenti lessicali generali: in

animo, fantasia, inventione, ragione. anchein: ser.,

IV,5,p.126v; Vign., Tav.XXX. LICENZIOSO

Se “licenza” ha valore ancipite (come vox media) e, anzi, in senso tecnico nell’ambito dell’Estetica cinquecentesca assume in genere carattere positivo, l’aggettivo ‘licenzioso’ anche per Vasari – con derivazione di ambito sessuale – fa riferimento invece a pratiche assolutamente non condivisibili. Infatti «[del]l’ordine Composto, Vitruvio non ne ha fatto menzione non facendo egli conto d’altro che dell’opera Dorica, Ionica, Corintia e Toscana, tenendo troppo licenziosi coloro che pigliando di tutt’e quattro quegli ordini, ne facessero corpi che gli rappresentassero piuttosto mostri che uomini». E del resto, nel “Vocabolario degli Accademici della

Crusca” del 1612 si sottolineava come «licenzioso è

colui che usa questa licenzia, quasi dissoluto ... per troppa libertà di costumi. Sfrenatezza».

attestazioni: Introduzione all’opera, III, l’‘ordine

Composito’. riferimenti lessicali generali:

guastare, licenza. LISTA

Nell’ordine Dorico, ogni triglifo del fregio viene ‘serrato’, in basso, da un «pianetto» (o tenia), sorta di listello liscio inchiavardato, tramite «campanelle» o «gocce» alla parte superiore; se però tale «pianetto» è posto nell’intradosso dei risalti, la «lista» dovrebbe costituire la fascia, più ‘alta’ del listello stesso, che, sul prospetto, chiude inferiormente i canali del triglifo, in corrispondenza dell’architrave Infatti

Vasari nota come: «serra l’architrave, risaltando con una lista, i risalti e da piè fa un pianetto sottile, tanto quanto tiene il risalto».

attestazioni: Introduzione all’opera, III, l’‘ordine

Dorico’. riferimenti lessicali generali:

campanella, goccia, pianetto. anchein: Vitr./ Barb.,

p.173; Ser. IV,6,p.140v; Scam.II,VI,17,p.67. LONTANO

Lo spazio che intercorre tra due componenti di una costruzione sintattica dell’Ordine viene valutato, relativamente ai due costrutti stessi, sulla base dei parametri di ‘vicinanza’ o ‘lontananza’; cosa che fin da Vitruvio si era cercato di evitare, almeno nella strutturazione degli intercolumni, ponendo delle scansione ritmico/spaziali precise (De Arch., III,III). Nella realtà, la scansione dei montaggi poteva essere ben più complessa e, dunque, a Giovan Battista del Tasso, nella Loggia del Mercato Nuovo, era occorso proprio l’errore del cattivo dimensionamento di quel rapporto dimensionale. «Volendo poi il Duca fare, per commodo de’ suoi cittadini e mercanti, la loggia di Mercato Nuovo [a Firenze] ... diende infine il carico di quest’opera al Tasso ... il che fu invero contra la volontà del Tribolo ... E che ciò sia vero, conobbe il Tribolo nel modello del Tasso molti errori, de’ quali, come si crede, nol volle altrimenti avvertire, come fu quello de’ capitelli delle colonne che sono a canto ai pilastri, i quali non essendo tanto

lontana la colonna che bastasse, quando tirato su

ogni cosa si ebbero a mettere a’ luoghi loro, non vi entrava la corona di sopra della cima di essi capitelli; onde bisognò tagliarne tanto che si guastò l’Ordine». attestazioni: {Vita del Tribolo}, l’errore nel

montaggio sintattico degli Ordini nella Loggia del Mercato Nuovo di Firenze. riferimenti lessicali generali: errore. anche in: Alb./ Lauro, pp.149-

149v; Pall.,I,20,p.50. LUME

Vasari, in riferimento alla cappella dell’Annunziata nella chiesa omonima di Firenze, oltre a lodarne i costrutti, ne ricorda anche gli effetti visivi e luministici, molti cari alla sua sensibilità di Pittore. Infatti, vi sono cornici ‘lumeggiate’, specie nella parte sommitale, ma vi figura anche una serie («ordine») di lumi, cioè di ampolle che contengono fiaccole, che rendono ancora più suggestivo e ‘luministico’ l’effetto complessivo. Così, «Piero de’ Medici volle far la cappella della Nunziata ... nella chiesa de’ Servi [a Firenze] ... Sopra le colonne posano architrave, fregio e cornicione ... e fra queste et altre cornici fatte per un altro ordine di lumi, è un epitaffio grande intagliato in marmo, bellissimo».

attestazioni: Vita di Michelozzo, la cappella della

Annunziata a Firenze e gli effetti visivi della luce. riferimentilessicaligenerali: occhio. anchein:

Ser., IV,6,p.145v; Pall.,I,19,p.51. LUNGO

Sinonimico di “alto” (voce ‘neutra’, ‘quantitativa’ connessa al proporzionamento), ma con connotazione negativa in relazione al rapporto con i componenti vicini e dunque con gli effetti

della visione (quale aggettivo ‘qualitativo’), ‘lungo’ viene appunto impiegato nelle “Vite” per ricordare i pericoli connessi alle cattive proporzioni. Infatti «si ha a conoscere uno edificio proportionato bene ... [poiché] debbono i componimenti dove s’ornano le facce o fuori o dentro, aver corrispondenza nel seguitar gli ordini lor nelle colonne, e che i fusi di quelle non siano lunghi o sottili, o grossi o corti, servando sempre il decoro degli ordini suoi». attestazioni: Introduzione all’opera, VII, come ben

proporzionare. riferimentilessicaligenerali: alto.

anchein: Vitr./ Ces., p.XLVII [ma LVII]; Vitr./ Barb.,

p.155; Alb./ Lauro, p.146v; Alb./ Bart., pp.213-214; Cat.,V,IV,p.116; Pall.,I,13,p.15; Scam.II,VI,24,p.105. MANIERA

Il significato di «Maniera» è forse uno dei più articolati della trattazione vasariana, anche se, in riferimento ai costrutti dell’Ordine architettonico, gli usi restringono notevolmente i campi semantici a quelli delle morfologie. Rispetto a ‘Ordine’ e a tutte le sue declinazioni morfologiche (Dorico, Ionico, etc.), ‘Maniera’ mantiene volutamente un forte carattere di genericità, tanto che può addirittura comprendere quelle forme che non hanno neppure ricevuto, il più delle volte, una sistemazione teorica, ma sono state unicamente oggetto di un’applicazione pratica (come nel caso di ‘maniera Tedesca’ per indicare il Gotico). [1.] Un uso vasariano è relativo al ‘proporzionamento’ di un costrutto, rispetto al suo «disegno» (che è la forma), per conseguire la «leggiadria» (Armonia e Bellezza). Infatti «si ha a conoscere uno edificio proportionato bene ... [poiché] debbono i componimenti dove s’ornano le facce o fuori o dentro, aver corrispondenza nel seguitar gli ordini lor nelle colonne, e che i fusi di quelle non siano lunghi o sottili, o grossi o corti, servando sempre il decoro degli ordini suoi. Né si debbe a una colonna sottile metter capitel grosso né base simile, ma secondo il corpo le membra, le quali abbino leggiadria e bella maniera e disegno» (Introduzione

all’opera, VII). [2.] Un valore più generale,

assimilabile a «opera» e anche a «ordine» (come costrutto caratterizzato da Leggi e modi, che danno origine ad un insieme coordinato di componenti), lo si ha quando Vasari fa riferimento alle varie tipologie delle bozze dell’opera rustica: di «colonne di ordine Rustico ... se ne vede in Toscana molte logge pulite con bozze ... (L’ordine è poi utilizzato in edifici forti) dove si fa cantonate a ‘punte di diamanti’ et a più faccie, bellissime. {E queste si fanno spartite in vari modi, cioè a bozze piane per non far con esse scala alle muraglie ... o in altre maniere, come si vede in molti luoghi e massimamente in Fiorenza nella facciata dinanzi e principale della cittadella maggiore ... di Fiorenza nella quale per rispetto dell’impresa de’ Medici è fatta a punte di diamante e di palle schiacciate, e l’una e l’altra di poco rilievo} (Introduzione all’opera, III).

attestazioni: 1. Nel senso tecnico di

‘proporzionamento’, rispetto al ‘disegno’:

Introduzione all’opera, VII, come ben proporzionare.

2. Nel senso generale di ‘costrutto’, con caratteristiche specifiche (come «opera»): Introduzione all’opera,

III, le bozze dell’ordine Rustico ovvero Toscano. riferimenti lessicali generali: componimento,

foggia moderna, lavoro, ‘maniera antica’, ‘maniera moderna’, ordine.