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Come elemento ornamentale privo di motivi compositi, come nel Gotico: Vita di Baccio d’Agnolo,

PUNTA DI DIAMANTE

2. Come elemento ornamentale privo di motivi compositi, come nel Gotico: Vita di Baccio d’Agnolo,

la ‘maniera Tedesca’ nella casa di Giovanni Conti a Firenze; Vita di Michelagnolo, la ‘maniera Tedesca’ come gran copia di decorazioni. riferimenti lessicaligenerali: aguglie, tritare, tritumi. anche in: Cat.,V,I,p.111; Scam.II,VI,12,p.40.

mezzo RISALTO

Fondandosi sul valore morfologico e figurativo del verbo ‘risaltare’ e sul fatto che un Ordine intero, o alcune sue porzioni o componenti, si stagliassero, dal punto di vista della percezione o della realtà fisica, rispetto ad un ‘piano’ (superficie) ‘di fondo’, Vasari notava, ovviamente nella sola edizione del 1568, come fosse stato Michele Sanmichelli nella porta Palio a Verona (1550-1561) non solo a ottenere l’effetto di risalto di due «colonne smisurate che risaltano, striate tutte secondo l’uso di quell’Ordine», ma anche, con variatio, nella Loggia associata, avesse realizzato «colonne di fuori tonde e dentro quadre e con ‘mezzo risalto’ [lesene], lavorate di pezzi alla Rustica e con capitelli Dorici, senza base, e nella cima un cornicione» {Vita di Michele Sanmicheli}. Doveva trattarsi di lesene sporgenti cioè all’incirca per metà della loro larghezza (Modulo).

attestazioni: {Vita di Michele Sanmicheli}, l’’opera

Rustica’ associata con l’ordine Dorico. riferimenti lessicaligenerali: risaltare.

RISPONDERE

Nelle associazioni sintattiche, più componenti del montaggio vengono posti in relazione tra loro e devono dunque sottostare a Leggi ben precise (tra le più semplici quelle che fin da Vitruvio

regolano gli “intercolumni”). Ecco dunque che tra quei componenti stessi deve instaurarsi una specie di ‘armonia’ per la quale ogni componente deve appunto ‘rispondere’ ad un altro e così via, in senso tecnico (morfologico e proporzionale). Così enucleava Vasari, «{[nel modello della tribuna della cupola realizzato da Michelangelo vi sono di dentro, nel registro sopra all’imbasamento] i pilastri piani [paraste], che rispondono di altezza alle colonne di fuori, tal che vengono a essere 36 colonne di fuori e 36 pilastri di dentro}».

attestazioni: Vita di Michelagnolo, le lesene che

ornano i pilastroni nella cupola di San Pietro a Roma: il ‘pilastro addossato’. riferimentilessicali generali: risaltare. anche in: Vitr./ Ces., p.LXV;

Vitr./ Barb., p.173; Pall.,I,14,p.19. *RITRARRE

Il rapporto che gli Architetti moderni intrattenevano con le rovine – attraverso le categorie del calco, della copia, dell’ispirazione – si traduceva concretamente nella necessità di poter di fatto disporre di quei modelli. E dunque, nella pratica, si procedeva a ‘ritrarre’ (disegnare), “misurare” e quindi “togliere” (probabilmente calcare) quelle forme. Così, nell’edizione del 1568, l’Aretino sottolineava come «{questa cornice [di palazzo Strozzi a Firenze] fu

ritratta dal Cronaca e tolta e misurata appunto in

Roma da una antica ... bene è vero ch’ella fu dal Cronaca ringrandita a proporzione del palazzo}» (Vita di Simone Pollaiolo detto il Cronaca). Un rilievo eseguito anche da Giuliano da Sangallo che «cominciò il primo chiostro di Cestello [Santa Maria Maddalena dei Pazzi a Firenze] {e ne fece quella parte che si vede di} componimento Ionico ... {il quale capitello fu ritratto da uno di marmo antichissimo [che era] stato trovato a Fiesole}. attestazioni: Vita di Simone Pollaiolo detto il

Cronaca, la ‘cornice Corinzia’ di Palazzo Strozzi

a Firenze; Vita di Giuliano e Antonio da Sangallo, l’‘ordine Ionico’ di Santa Maria Maddalena dei Pazzi a Firenze. riferimenti lessicali generali:

cavare, imitare, imitazione, misura, misurare, ritrarre, togliere.

RIUSCIRE

L’effetto percettivo, prodotto da un’opera d’Arte e da un’Architettura, viene indicato da Vasari con il verbo ‘riuscire’. Infatti «le modanature delle cornici, i fusi delle colonne, la grazia de’ capitegli, le base, le mensole et i cantoni, le volte, le scale, i risalti et gli ordini d’architettura tirati per consiglio o modello di questo artefice riuscirono sempre maravigliosi a chiunque li vide».

attestazioni: Vita di Bramante, l’ordine.

riferimenti lessicali generali: tirare, vedere.

anche in: Vign., Tav.XXIV; Pall.,I,13,pp.15-16;

Scam.II,VI,5,p.16. ROBUSTO

Nel “Vocabolario degli Accademici della Crusca“ del 1612, con ‘robusto’ si indicava ciò che era «forte gagliardo. Latino: “robustus, validus”». Un aspetto che Vasari aveva in precedenza reso più ‘tecnico’

alla luce di quella caratterizzazione fisica degli Uomini che serviva da paragone per gli Ordini architettonici, secondo una relazione Architettura/ Corpo umano che rimontava al mondo greco ed era stata istituzionalizzata da Vitruvio. Il riferimento era a precisi rapporti proporzionali tra le parti, appunto, del corpo, tanto che «l’ordine Dorico fu il più massiccio ch’avesser i Greci e più robusto di fortezza e di corpo, e molto più degl’altri loro ordini collegato insieme» (Introduzione all’opera, III). E così «l’ordine Ionico, per essere più svelto del Dorico, fu fatto dagli Antichi a imitatione delle persone che sono tra il tenero e il robusto» (Introduzione all’opera, III). attestazioni: Introduzione all’opera, III, l’‘ordine

Dorico’; Introduzione all’opera, III, l’‘ordine Ionico’. riferimentilessicaligenerali: massiccio,

svelto, tenero. anche in: Ser., IV,5,p.129; Scam.

II,VI,10,p.31. ROSONE

Nell’intradosso di una copertura (piana o a volta) o, specificatamente, in quello del gocciolatoio della trabeazione, già gli Antichi inserivano cassettonati decorativi, qualificati al centro di ogni cassettone, da una grande rosa. Nella sola edizione del 1568,

Vasari ricordava come i Da Maiano, esimi legnaioli fiorentini del XV secolo, avesse lavorato a suo tempo ad Arezzo: «{Benedetto alla Madonna delle Grazie che è poco fuor Arezzo, facendo un portico e una salita ... nel portico mise gl’archi sopra le colonne et a canto al tetto girò intorno intorno un architrave, fregio e cornicione; et in quello fece per gocciolatoio una ghirlanda di rosoni intagliati di macigno che sportano in fuori un braccio et un terzo ... E volendo che questo tetto sportasse tanto in fuori senza modiglioni o mensole che lo reggessino, fece que’ lastroni, dove sono i rosoni intagliati, tanto grandi che la metà sola sportassi infuori ... E perché non voleva che questo cielo apparisse di pezzi come era, riquadrò pezzo per pezzo d’un corniciamento intorno, che veniva a fare lo sfondato del rosone, che incastrato e commesso bene a cassetta, univa l’opera di maniera che chi la vede la giudica d’un pezzo tutta}».

attestazioni: 1. Come soffitto piano: Vita di

Benedetto da Maiano, ‘sopra il capitello’: la

trabeazione. riferimenti lessicali generali: a

casetta, sfondato. ROTTO (e ROTTURA)

Tra gli elementi che possono decorare, dal punto di vista ornamentale una cornice o modanatura, vi sono, a detta di Vasari nel 1568, anche i ‘rotti’ intendendo, il senso generale, non parti istituzionalizzate, ma, come avrebbe recitato nel 1612 il “Vocabolario degli

Accademici della Crusca” «rottame vale quantità

di rimasugli, e pezzuoli di cose, rotte» e quindi, ‘elementi sminuzzati’, particole (ovviamente in senso dispregiativo, proprio in quanto non teorizzate vista la loro natura diversa, di lavori di quadro, di intaglio o di sporgenza). Queste invenzioni, fondate sulla ‘rottura’, erano tipiche dell’ordine Tedesco. Infatti, ««ecci un’altra specie di lavori che si chiamano “Tedeschi”, i quali sono di ornamenti

e di proporzione molto differenti dagli antichi e da moderni ... In queste opere facevano tanti risalti,

rotture, mensoline e viticci che sproporzionavano

quelle opere che facevano» (Introduzione all’opera, III). E quindi, «{[a Firenze] nella casa di Ser Giovanni Conti, uno de segretarii del signor duca Cosimo, nel fare le due finestre inginocchiate ... Giuliano di Baccio d’Agnolo le tritò tanto con risalti, mensoline e rotti, ch’elle tengono più della maniera Tedesca che dell’antica e moderna, vera e buona}» (Vita di

Baccio d’Agnolo). Va comunque notata l’importanza

che Vasari attribuisce all’ornamentazione che non è certo ‘accessoria’, ma, che anzi può giungere a «sproporzionare» la composizione generale. attestazioni: Introduzione all’opera, III, la ‘maniera

Tedesca’; Vita di Baccio d’Agnolo, la’ ‘maniera Tedesca’ nella casa di Giovanni Conti a Firenze. riferimenti lessicali generali: ordine Tedesco,

tritare. anchein: Vign., Tav.V.

a ROVESCIO

Dal punto di vista della lavorazione ornamentale, Vasari, in stretto contatto con le Botteghe artigiane fiorentine, conosceva perfettamente il lessico tecnico che alludeva alle modalità di trattamento delle superfici e alla definizione dei profili. Così era per la “sgusciatura”, cioè quel lavoro di intaglio ad incavo a ‘S’ allungata e molto stesa (concava/convessa), che poteva essere poi montata sia ‘a diritto’ (cioè con la ‘punta in alto), sia ‘a rovescio’ (e dunque con la punta verso il basso). Un montaggio ber calibrato dagli Artisti, specie da quelli Scultori: «per la sepoltura del signor Giovanni de Medici in San Lorenzo a Firenze, Baccio murò tutto l’imbasamento, il quale è un dado isolato di braccia quattro incirca per ogni verso, et ha ... sopra una gola alta tre quarti, che va in dentro sgusciata a rovescio a uso di fregio, nella quale sono intagliate alcune ossature di teste di cavalli legate con panni l’una all’altra». Quindi andava ben considerata non solo la ‘definizione’ del profilo delle modanature, ma anche il loro montaggio (come ‘verso’): cambiavano le modalità di ‘vibrazione’ della luce sulle superfici e la diversità tra le zone d’ombra (incavate) e quelle lumeggiate (in rilievo).

attestazioni: {Vita di Baccio Bandinelli}, sepoltura

di Giovanni dalle Bande Nere in San Lorenzo a Firenze. riferimentilessicaligenerali: lavoro di

intaglio. ROVINARE

L’’Estetica delle rovine’ antiche, oltre che l’intento di una loro ‘riabilitazione’ anche in chiave moderna, hanno cosituito per tutto il Cinquecento (e anche oltre) degli assunti fondamentali nell’ambito degli interessi della Cultura e dell’Architettura classicistica. Tanto da far assurgere la ‘distruzione’ a vero e proprio elemento di qualificazione morfologica. Era il caso di Giulio Romano: come ricordava l’Aretino, nel palazzo Te di Mantova, aveva finto una modalità ‘naturale’ nella decorazione (in verità artificiamente costruita), tanto che «fece tirare sopra la cantonata [del palazzo] una gran stanza tonda ... e vi fece murare le porte, le finestre et il camino di pietre rustiche /lavorate/ ‘a caso’ scantonate e

quasi in modo sconnesse e torte /sì dall’una all’altra sconnesse/, che parea proprio pendessero in sur un lato /banda/ e rovinassero veramente». In questo caso non si trattava di “disordine” né di “errore”, ma di un preciso effetto ricercato.

attestazioni: Vita di Giulio Romano, l’’opera

Rustica’ scantonata. riferimentilessicaligenerali:

ordine, perfezione, pendere, rovinare, scantonato, sconnesso.

ROZZO

Nella definizione del trattamento murario a “bugna”, il fatto di lasciare il pezzo lapideo come cavato, o al naturale addirittura, senza alcun tipo di lavorazione superficiale (come sgrozzatura delle parti, fino a giungere ad una vera e propria politura e levigatura), dava origine ad un ricercato ‘effetto rozzo’, che manteneva alta, dunque, la percezione di ‘Naturalità’. Invece, Sanmicheli «a Verona fondò e tirò in alto la porta detta volgarmente del Palio ... La porta è di facciata larghissima e tutta di bozze, o vero bugne, non rozze ma pulite e con bellissimi ornamenti».

attestazioni: {Vita di Michele Sanmicheli}, l’’opera

Rustica’ in porta Palio a Verona. riferimenti lessicali generali: bozza, pulito. anche in:

Ser., IV,5,p.126v; Pall.,I,13-14,pp.15,16; Scam. II,VI,17,p.67.

alla RUSTICA

Cfr. ORDINE RUSTICO RUSTICO

L’aggettivo in sè viene impiegato da Vasari con il significato di rozzo, contadino (e tecnicamente non lavorato, non polito). Un ‘effetto’ ricercato che manteneva il proprio valore di naturalità e il cui ‘grado’ risultava anche qualificante per le caratteristiche dei paramenti murari, come puntualizzava l’Aretino: «per Filippo Strozzi, Benedetto da Maiano gli fece un modello [per il suo Palazzo di Firenze] ... e condusse il guscio di fuori ... il quale è d’’ordin Rustico’ e graduato, percioché la parte de’ bozzi dal primo finestrato in giù, insieme con le porte, è rustica grandemente, e la parte che è dal primo fenestrato al secondo è meno rustica assai».

attestazioni: Vita di Simone Pollaiolo detto il

Cronaca, l’’opera Rustica’ di Palazzo Strozzi a

Firenze. riferimenti lessicali generali: bozza,

concio. anche in: Ser., IV,5,pp.126-126v; Scam.

II,VI,1.4,15,pp.3,13,54-55. *RUSTICO (come FINTO)

Le bozze e i conci Rustici potevano avere forme e caratteristiche diverse, ma in genere erano sempre caratterizzati dalla loro natura lapidea. Ricordava però Vasari nel 1568 come «Giulio Romano mise mano all’opera palazzo del Te a Mantova ... e perché il luogo non ha pietre vive, {né commodi di cave da poter far conci e pietre intagliate, come si usa nelle muraglie da chi può farlo} si servì di mattorni e di pietre cotte lavorandole poi di stucco». Lo stucco, apposto su un’anima di mattoni, permetteva

insomma di figurare la Rustica, senza che essa fosse tale dal punto di vista materico (pseudo-Rustica), secondo una prassi peraltro già ampiamente adottata nell’Antichità.

attestazioni: Vita di Giulio Romano, l’’opera

Rustica’ allusa. riferimenti lessicali generali:

bozza, concio. SCAMBIO

Secondo le Leggi e le Regole istituite da Vitruvio e dalla Trattatistica, figuravano passaggi compositivi, nella strutturazione dell’Ordine, ormai perfettamente condivisi e consolidati; anche se restavano, in verità, delle eccezioni normative e applicative che la riflessione rinascimentale avrebbe affrontato in vario modo. Tra queste eccezioni, all’’uso greco’, la mancanza della base nell’ordine Dorico, anche se i Romani avevano in parte sopperito a quell’assenza, appunto con uno ‘scambio’, ‘utilitaristicamente’ legittimo (per identità d’uso, anche se non di morfologia): «di questa ragione [dell’] opera Dorica n’è in Roma al Foro Boario ch’è ricchissima; e di un’altra sorte le cornici e gli altri membri al teatro di Marcello ... nella quale opera non si vede base, e quelle che si vedono son Corinte. Et è openione che gli Antichi non le facessero, et in quello scambio vi mettessero un dado tanto grande, quanto teneva la base».

attestazioni: Introduzione all’opera, III,l’‘ordine

Dorico’. riferimentilessicaligenerali: base.

SCANTONATO

Dal punto di vista della qualificazione formale e dell’allusione a forme ritenute esteticamente di valore, l’interesse cinquecentesco per le Rovine si esplica anche nella allusione alle loro forme, quasi si trattasse di una istituzione, fatta per labores, che prevedeva sconnessioni (“sconnesso”), elementi bilicanti (“torto”) e anche scantonature (‘scantonato’), cioè angoli non chiusi o comunque ruderizzati. Giulio Romano a Palazzo Te aveva figurato tutto ciò in una specie di ‘catalogo dell’Ordine diruto’: «Giulio mise mano all’opera palazzo del Te ... Fatto dunque fondare quel cantone [del palazzo] che era in luogo paludoso ... fece tirare sopra la cantonata una gran stanza tonda ... e vi fece murare le porte, le finestre et il camino di pietre rustiche /lavorate/ ‘a caso’

scantonate e quasi in modo sconnesse e torte».

attestazioni: Vita di Giulio Romano, l’’opera

Rustica’ allusa. riferimenti lessicaligenerali: a

caso, sconnesso, torto. SCONNESSO

Tra le opere murarie, reali o alluse, nell’Estetica del Cinquecento dopo l’esempio aulico di quanto realizzato da Giulio Romano a Mantova, figuravano anche quei montaggi artificiali, anche se apparentemente destinati a rappresentare una realtà ‘storicizzata, che facevano della Rovina il fulcro del proprio interesse. In quella’’Estetica delle rovine’ antiche ricordava l’Aretino, come Giulio «fece tirare sopra la cantonata [del palazzo] una gran stanza tonda ...e vi fece murare le porte, le finestre et il camino di pietre rustiche /lavorate/ ‘a caso’ scantonate

e e quasi in modo sconnesse e torte /sì dall’una all’altra sconnesse/, che parea proprio pendessero in sur un lato /banda/ e rovinassero veramente». Con un effetto ricercato di grande suggestione, laddove la ‘sconessione’ faceva riferimento ad un montaggio in bilico che non vedeva i singoli pezzami (“bozze”) venir montati in maniera solidale tra loro. Dunque una aggettivazione di natura tecnica.

attestazioni: Vita di Giulio Romano, l’’opera

Rustica’ scantonata. riferimentilessicaligenerali:

ordine, perfezione, pendere, rovinare, scantonato. SCORRERE

Una continuità d’uso viene a costituire, nella visione classicistica di Vasari, una Tradizione che, a meno non mostri caratteri assolutamente irricevibili (come la “falsità” statica, sonori “errori” compositivi ...), può entrare nel novere della prassi. Così l’ordine Composito, poiché «di questo ‘modo di lavorare’ [Composito] è scorso l’uso, che già è nominato questo Ordine da alcuni “composto”, da altri “Latino” e per alcuni altri “Italico”».

attestazioni: Introduzione all’opera, III, l’‘ordine

Composito’. riferimenti lessicali generali:

ordine. Anchein: Scam.II,VI,16,p.59.

SEGUITARE

‘Seguire’ le Regole imposte dall’uso antico e dalla Trattatistica era un imperativo ineludibile per Vasari, che notava come già Filippo Brunelleschi avesse individuato alcuni cardini concettuali imprescindibili per l’Estetica classicistica: «con lo studio e la diligenza del gran Filippo Brunelleschi l’Architettura ritrovò le misure e le proporzioni degli antichi ... Ordinossi che le cose andassino per regola, seguitassino con più ordine, e fussino spartite con misure» (Proemio alla

Parte Seconda). E così lo stesso Vasari aveva fatto,

dal punto di vista sintattico, nella fabbrica degli Uffizi, dove «per ritornare in uso il ‘vero modo’ di fabricare, il quale vuole che gl’architravi spianino sopra le colonne, levando via la falsità de girare gli archi delle logge sopra i capitelli, nella facciata dinanzi ho seguitato il vero modo che usarono gli Antichi» (Introduzione all’opera, III).

attestazioni: Proemio alla Parte Seconda, l’ordine;

Introduzione all’opera, III, gli intercolumni trabeati.

riferimentilessicaligenerali: ordine, regola.

*SEMICOLONNA