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COMUNE DI LIVORNO Cisternino

Data prima compilazione scheda: 24 maggio 2010

ELEMENTI DESCRITTIVI

• Proponente Comune di Livorno. • Oggetto del processo

Idee per il riuso del “Cisternino” dopo il restauro previsto per il 2009/2010. • Tempi

Gennaio - Settembre 2008. I nove mesi si sono resi necessari anche per l’interruzione legata alle elezioni politiche. • Fattori di contesto significativi

Problematiche tipiche dell’ambiente urbano, con in più un impatto significativo della crisi economica 2008, che ha determinato disoccupazione e ricorso alla cassa integrazione in crescita, soprattutto nelle fasce di età giovanili. Da questo consegue un forte rischio di marginalità per alcune fasce di popolazione, soprattutto appunto di età giovanile. Il progetto si colloca in una tradizione di ascolto del comune, ma con la mancanza di veri processi decisionali partecipati fino al suo inizio.

• I luoghi

In tutti i quartieri durante le varie fasi. Centralizzati i momenti di open space technology e la presentazione dei risultati. • Finalità del processo partecipativo

contenitore di idee”). I risultati hanno sopravanzato l’obbiettivo, individuando anche modalità di gestione e prefigurando una struttura gestionale.

• Costi e risorse

Sostegno Autorità Risorse proprie TOTALE

Personale (unità) 0

Attrezzature 0

Locali 0

Consulenze esterne 37.400

Esperti 0

Costo dei partecipanti 12.053

Foto, registrazione audio e video 0

Comunicazione ed informazione 2.300

Altro (risorse organizzative) 50.000

TOTALE 47.013 54.740 101.753

IL PROCESSO

• Partecipanti

Ampio numero di partecipanti totali, nei vari momenti di sensibilizzazione, raccolta informazioni e proposte, elaborazione e discussione. In particolare 70 facilitatori formati, 30 persone per l’OST, oltre 300 partecipanti ad eventi vari.

La partecipazione era a titolo personale, anche se è stata sollecitata attraverso contatti con gruppi, associazioni, portatori di interesse.

I numeri hanno rispecchiato le aspettative, tranne che per la fase 2 (visite ed esplorazione dei quartieri periferici) non troppo frequentata.

Nel definire il gruppo dei partecipanti si è avuta prevalentemente auto-selezione, anche se si è fatta una campagna di sensibilizzazione. Non c’è stato un meccanismo di campionamento o simili.

La prevalenza è stata femminile (il 52% degli abitanti di Livorno sono donne). Non documentata la partecipazione di diversamente abili, buona la rappresentanza di immigrati.

Le Autorità locali non hanno rivestito un ruolo rilevante nel corso del progetto. La gran parte del percorso è stato gestito dai facilitatori e dai consulenti.

• Meccanismi di neutralità e imparzialità

Garantita dai consulenti, non ci sono stati organi di supervisione. • Regole/procedure

I facilitatori sono stati formati per l’occasione e scelti fra persone auto-candidatesi a valle di una campagna informativa. A loro spettava il compito di informare e di garantire regole chiare. Si è comunque realizzata con vari mezzi una campagna promozionale ed informativa.

• Informazioni ai partecipanti sul p.p.

Attraverso stampa locale, sito web del comune ed una trasmissione televisiva su emittente locale. • Coinvolgimento

La rappresentatività della comunità è giudicata buona, anche se si ha una sovra-rappresentazione di persone già comunque impegnate e fattive (da ricordare che il progetto aveva un target giovanile).

Al termine del processo si è costituita anche un’associazione che si candida alla gestione del costernino. • Metodo

Nelle 4 fasi si sono alternati momenti di lancio, di visita nei quartieri e raccolta informazioni e proposte, di discussione attraverso tavoli strutturati e OST e di restituzione dei risultati attraverso un documento progettuale.

La metodologia ha cercato di tener conto della complessità di un progetto svolto in un contesto urbano. • Qualità dialogico-deliberative

I consulenti hanno avuto un ruolo generale di supervisione, soprattutto per quanto riguarda le due università (M. Sclavi politecnico di Milano, S. George università di Pisa) ed un ruolo diretto nell’organizzazione di eventi (società Genius Loci). I consulenti erano anche i garanti dell’imparzialità e correttezza del processo.

I facilitatori sono stati formati per l’occasione fra persone del luogo auto-candidatesi.

Il processo aveva lo scopo di raccogliere proposte sugli usi del Cisternino, ma ha formulato anche un vero e proprio progetto di gestione.

• Sistema politico-amministrativo

La parte politica ha tenuto un atteggiamento defilato per scelta.

La componente amministrativa e tecnica è stata coinvolta sviluppando un attitudine intra-settoriale.

OUTCOME

• Esito

Documento di proposte. • Consenso

Anche nei casi di proposte e idee di partenza contrastate si è raggiunto una posizione comune. Il documento finale non è dunque composto di alternative, ma è un lavoro di sintesi.

• Legittimità delle scelte

Non rilevabile dai documenti un eventuale problema di legittimità rispetto alla comunità livornese, eventualità che comunque l’analisi degli organizzatori esclude.

• Partecipanti

Migliorato il clima di relazioni interpersonali. Impatti inferiori alle attese nella fase di lavoro nei quartieri. • Influenza

Non particolarmente rilevanti gli scarti fra premesse e risultati se non per il minore impatto rispetto a quanto sperato su comunità e soggetti marginali.

Da valutare l’effettivo impatto sulle decisioni relative alle politiche. Al momento il consiglio comunale ha assunto le proposte del documento propositivo ed ha promesso un bando per la gestione del Cisternino conforme alle proposte. Da verificare gli esiti a posteriori sia del restauro che soprattutto della gestione.

Per la fase attuativa è stato concluso il primo lotto dei lavori ed il secondo è in fase di ultimazione (in previsione per la primavera 2011).

ELEMENTI (DOMANDE) DI VALUTAZIONE GENERALI

• Il progetto è partito per iniziativa istituzionale, ma grazie alla sua articolazione sembra aver raccolto elementi propositivi

autonomi dalle realtà locali.

• Il comune di Livorno ha un regolamento per la partecipazione che, insieme al progetto, può costituire un avvio di forme

ordinarie di amministrazione partecipate.

• Di difficile valutazione se vi sia stato un rafforzamento delle capacità e dell’efficacia delle politiche locali, il recupero del Cisternino è comunque arrivato ad una conclusione positiva.

• Il progetto era in un certo senso dedicato a soggetti deboli, in parte è riuscito nell’intento, in parte si sono registrati problemi nel loro coinvolgimento

• Le proposte vengono da realtà locali, quindi si può definire questo come un processo di valorizzazione dei saperi locali. • Le pratiche hanno caratteristiche di replicabilità.

• Non si può identificare un canale prioritario di finanziamento per le proposte, dato che i lavori di restauro fisico erano già in fase iniziale al momento del percorso partecipativo.

• Il progetto non era in reale continuità a pratiche già esistenti, piuttosto un lavoro innovativo per il comune.

• Durante il progetto si è sviluppata una collaborazione intersettoriale fra i vari servizi comunali, per altro non parte degli obbiettivi iniziali.