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Dal concetto di anormalità al concetto di pericolosità sociale

Ad un certo momento, l’esercizio del potere di punire i crimini, ha avuto biso- gno di fare riferimento alla natura del criminale creando altresì un parallelismo tra la suddivisione degli atti in leciti e illeciti, e la distribuzione degli individui in normali e anormali.

Al riguardo, il XVIII sec. ha elaborato ciò che potremmo chiamare una nuova economia dei meccanismi di potere: un insieme di procedimenti, e al tempo stesso di analisi, che permettono di ampliare gli effetti di potere, di diminuire il costo dell’esercizio del potere, di integrare l’esercizio del potere nei meccanismi della produzione. Il 1700 ha posto le basi affinché il potere fosse reso continuo e fosse penetrabile attraverso meccanismi permanenti di sorveglianza e di controllo54.

Prima del 1700, e quindi, prima dell’apparire degli apparati statali, delle istitu- zioni e di alcune forme politiche di governo, quello che si trattava di ottenere non era tanto il castigo del colpevole, l’espiazione del crimine, quanto la manifestazione rituale del potere infinito di punire in onore del sovrano.

In realtà, in quest’epoca storica, non vi è altro che un combattimento, una rab- bia, un accanimento, a partire dal crimine e attorno al crimine. Non vi è una mecca- nica del crimine che possa dipendere da un qualche possibile sapere ma vi è sola- mente una strategia del potere che dispiega la sua forza attorno e a proposito del crimine. È questa la ragione per la quale, sino alla fine del 1600, non ci si è mai interrogati veramente sulla natura del criminale55.

Dal 1700 in poi, la trasformazione dei meccanismi di potere si ripercuote anche sull’atteggiamento tenuto dal giudice che inizia ad effettuare un vero e proprio studio sul soggetto sottoposto ad accusa. Il nuovo approccio impone di studiarne la mente, le abitudini, il vigore delle qualità corporali, l’età, il sesso. Il giudice deve così por- tarsi, per quanto possibile “all’interno” del criminale, al fine di penetrare, se possibi-

54 M. FOUCAULT, Gli anormali, Corso al Collège de France (1974-1975), cit., Lezione 29 gennaio

1975, trad. it. di V. Marchetti e A. Salomoni, p. 84.

le, nella sua anima. Questo soprattutto per capire se ha commesso il crimine, non certo per comprendere il crimine stesso. Il criminale viene investito del sapere del giudice in quanto soggetto detentore della verità e non in quanto autore di un crimi- ne.

I meccanismi di potere possono ora penetrare dentro il corpo sociale nella sua totalità. Si diminuiscono i costi del potere attraverso l’abbassamento delle possibilità di resistenza, di malcontento, di rivolta, che il potere monarchico poteva suscitare. Il potere si è fatto ora silenzioso, capillare, penetrante ma soprattutto è diventato pro- duttivo.

Infatti, nel 1700, i meccanismi di potere si intrecciano direttamente coi processi di produzione, che possono accompagnarli lungo tutto il loro sviluppo, che possono costituirsi come una forma di controllo e aumento permanente della produzione56.

Insomma, la rivoluzione borghese del 1700 e inizio 1800 è stata l’invenzione di una nuova tecnologia del potere, di cui le discipline costituiscono le parti essenziali. Alla fine del 1700 abbiamo un potere di punire che si fonderà su una rete di sorve- glianza così stretta che, in linea di principio, il crimine non potrà più sfuggire. Com- pare la pubblicità dei dibattimenti e la regola dell’intimo convincimento: una pena che sarà applicata in maniera pubblica e in funzione di una dimostrazione accessibile a tutti. La punizione, inoltre, dovrà esercitarsi al solo scopo di evitare la ri- commissione del crimine. Occorrerà trovare un’unità di misura tra il crimine e il castigo che permetta di adattare la punizione in modo tale che essa sia appena suffi- ciente a punire il crimine e impedire che esso non ricominci. L’unità di misura è data dall’interesse o ragione del crimine57.

L’elemento dell’”interesse”, della “ragione” del crimine è il nuovo principio di economia del potere di punire, che sostituisce il principio dell’atrocità. La questione che si pone adesso è la meccanica del gioco degli interessi che hanno potuto rendere criminale colui che si trova accusato di aver commesso un crimine. Ora il crimine

56 Ivi, pp. 83-85. 57 Ivi, p. 85.

acquista un suo contenuto, una sua intelligibilità naturale. Acquista una natura che fino a quel momento non aveva mai avuto. Questa economia del potere richiede un sapere del tutto nuovo, un sapere in qualche modo naturalista della criminalità58.

Bisogna allora sapere qual è la natura di un interesse che viola l’interesse di tutti gli altri e che, al limite, si espone ai peggiori pericoli, poiché rischia la punizio- ne. Sembra si tratti di un interesse che si contraddice affermandosi. Al riguardo, il criminale ignora la direzione necessaria dell’interesse ossia che il punto supremo del proprio interesse è di accettare il gioco degli interessi collettivi.

Si ripropone la medesima modalità medioevale quando la frequenza dei crimini rappresentava la malattia del corpo sociale. Ma in questo caso la malattia non è attribuita al crimine in sé ma al criminale considerato appunto un malato. Si riscontra una vera e propria medicalizzazione del criminale, aspetto che verrà assunto a princi- pio cardine, successivamente dalla Scuola Positiva, costituendo il fattore predomi- nante della teoria deterministica dell’uomo59.

Ecco che nasce il cosiddetto mostro morale come viene chiamato nella nuova economia del potere. Il primo mostro morale è il criminale politico. Il criminale è colui che fa valere il proprio interesse personale a scapito dell’interesse collettivo che ignora possa rappresentare l’interesse dominante60.

58 I due principi che quasi nessuno ha mai notato, a parere di Schrödinger, ma su cui si basa la scienza,

sono: intelligibilità; oggettivazione. Il primo (intelligibilità) sottintende che i fenomeni naturali posso- no essere compresi, misurati, classificati, previsti, ecc. Per esempio, nella mitologia, l’intelligibilità non esiste ancora, poiché la realtà viene vista come un fenomeno incomprensibile e senza leggi prefissate. Invece, nella scienza, si dà per scontato che la realtà possa essere capita in termini della nostra intelligenza (intelligibilità). L’altro principio, e siamo al dunque, è l’oggettivazione. Questo è ancora più nascosto, a tal punto che molti scienziati non lo vedono nemmeno dopo che gli viene spiegato accuratamente. “Oggettivazione” significa che la realtà viene considerata un “oggetto” esterno alla mente, cioè al “soggetto” che lo studia. Si crea quindi una “dualità” soggetto-oggetto. L’oggettivazione è un’ipotesi di lavoro indispensabile nella scienza, altrimenti la realtà che noi chia- miamo oggettiva non potrebbe essere studiata. Al riguardo: M. FOUCAULT, Gli anormali, Corso al

Collège de France (1974-1975), cit., Lezione 29 gennaio 1975, p. 86.

59 Stimmate criminali. Cesare Lombroso e l’atlante della degenerazione, in www.treccani.it › Enci-

clopedia › Percorsi.

60 M. FOUCAULT, Gli anormali, Corso al Collège de France (1974-1975), cit., Lezione 29 gennaio

Un esempio per tutti è l’incesto e l’omosessualità della regina di Francia Maria Antonietta definita pertanto mostro politico o mostro principesco. Altro esempio è l’antropofago ossia, il mostro popolare. Queste due figure dell’antropofago e dell’incestuoso hanno in seguito servito da griglia di intelligibilità o da via d’accesso ad altre discipline quali l’etnologia e l’antropologia.

La grande alterità definita dalla nostra interiorità giuridico-politica è comun- que, a partire dal 1700, il cannibalismo e l’incesto61.

La storia della psicanalisi ha come oggetto principale il tema dell’incesto posto da Freud come griglia di intelligibilità della nevrosi. Con Melanie Klein e l’introduzione/divorazione di oggetti “buoni e cattivi” ha fatto seguito la griglia di intelligibilità della psicosi. I due grandi mostri che vegliano sul territorio dell’anomalia e che non sono ancora addormentati (l’etnologia e la psicoanalisi ne fanno fede) sono i due grandi soggetti della consumazione interdetta: il re incestuoso e il popolo cannibale62.