L’alcol è riconosciuta come una tra le sostanze considerate nocive per la salute umana poiché danneggia chi lo consuma in forti quantità e ha anche effetti sul panorama di relazioni sociali di chi ne abusa. L’uso di alcolici è la principale causa di alcune malattie (disturbi psichici, epatopatia alcolica, avvelenamento da alcol), contribuisce all’insorgenza di alcune patologie (alcune neoplasie, disturbi depressivi, epilessia, malattie cardiache, ictus emorragico e ischemico, cirrosi epatica) e può avere conseguenze su terzi, ad esempio alcune sindromi trasmesse al feto durante la gravidanza (sindrome feto alcolica) o incidenti stradali (causando 17mila vittime ogni anno in Italia). Per questi motivi i governi locali e nazionali insieme alle organizzazioni internazionali, come le Nazioni unite e l’Unione europea, si impegnano nell’individuazione di strategie efficaci per ridurne l’impatto negativo. Questo comporta l’introduzione di restrizioni e di politiche statali specificatamente rivolte a ridurre il fenomeno, attraverso tentativi di controllo rispetto all’accesso alle sostanze, attraverso ad esempio limiti di età per l’acquisto. La discussione dell’efficacia di politiche restrittive sul consumo di alcol è un dibattito ancora molto aperto, e sono molti gli esempi in Europa dove sono i fattori socio culturali e di trasformazione della società che hanno avuto ed hanno tutt’oggi un impatto diretto sull’aumento o sulla riduzione del consumo (come ad esempio in Italia).
L’OMS evidenzia come tra gli studenti e le studentesse una delle due sostanze più comuni di uso o abuso continua a essere l’alcol (l’altra è il tabacco) ed è stato studiato che consumare alcol in giovane età ha conseguenze sullo sviluppo di alcune funzioni cognitive, quali la memoria e l’apprendimento, sul benessere psicologico, poiché causa un aumento dei casi di ansia o depressione, e crea una predisposizione all’abuso di alcol in età adulta. Dall’indagine ESPAD europea del 2019, rivolta esclusivamente alla popolazione studentesca di 16 anni, emerge che il 79% della popolazione adolescente europea ha bevuto alcol almeno una volta nella vita e il 47% nei 30 giorni precedenti all’indagine. L’Italia supera la media di consumo europea con l’84% di rispondenti che dichiara di aver assunto bevande alcoliche almeno una volta nella vita e il 59% nel mese precedente alla rilevazione.
I dati ESPAD Italia del 2019 (popolazione studentesca tra i 15 e i 19 anni) mostrano che l’87% ha bevuto almeno una volta nella vita, con poca differenza tra maschi (88%) e femmine (86%). Inoltre, l’81% ha assunto alcol nei 12 mesi precedenti alla somministrazione del questionario e il 64% nei 30 giorni prima, entrambe le percentuali sono maggiori tra i ragazzi (rispettivamente 82% e 67%) che tra alle ragazze (rispettivamente 79% e 61%).
La popolazione studentesca toscana registra una percentuale di consumatori sostanzialmente nella media rispetto alle percentuali italiane, infatti la rilevazione ESPAD 2019 ha rilevato che
Determinanti di salute
Stili di vital’87% ha assunto bevande alcoliche almeno una volta nella vita, l’81% nei 12 mesi precedenti alla rilevazione e il 65% nei 30 giorni prima. Generalmente sono state stimate prevalenze maggiori fra gli studenti maschi maggiorenni, tranne che per il consumo dell’ultimo mese, per il quale i consumi sono equilibrati tra i generi. Tra coloro che hanno assunto alcol nei 30 giorni precedenti allo studio, si nota un consumo più frequente di birra (58%), seguita dal vino (51%). Rispetto alle ubriacature emerge che il 43% delle studentesse e degli studenti in Toscana ha bevuto alcol fino a camminare barcollando, a non riuscire a parlare correttamente, a vomitare e/o di aver dimenticato l’accaduto (contro il 41% italiano); al 33% è successo negli ultimi 12 mesi e al 13% negli ultimi 30 giorni. Inoltre, il 36% dei rispondenti toscani ha dichiarato di aver bevuto 5 o più alcolici di seguito, ovvero di aver sperimentato il binge drinking, almeno una volta negli ultimi 30 giorni, con percentuali maggiori tra i ragazzi maggiorenni.
Questo tema solleva grande interesse, anche alla luce della confermata presenza di una duplice modalità di consumo di alcol, che converge nell’integrazione di due modelli: nordico e mediterraneo. Lo stile nordico riflette le abitudini anglosassoni e consiste nell’assunzione di grandi quantità di alcol fuori dai pasti e in occasioni di socialità, è prevalentemente diffuso tra la popolazione giovane e la peculiarità di questo modello è la combinazione, nella stessa circostanza, di tipi di bevande alcoliche diverse, ad esempio birra e superalcolici. Lo stile mediterraneo invece descrive la pratica di consumo tipica delle abitudini italiane, e in particolar modo toscane, secondo cui l’alcol, principalmente il vino, si accompagna ai pasti ed è assunto prevalentemente in contesti familiari. I due modelli differiscono per il profilo del consumatore e il pattern, per la modalità di consumo e le combinazioni di alcolici e per le circostanze in cui l’alcol è assunto.
Anche alla luce delle dinamiche appena descritte risultano importanti i risultati dell’indagine ESPAD #iorestoacasa 2020, svolta durante il periodo pandemico, e dedicata a studiare le abitudini della fascia di età di 15-19 anni acquisite durante i primi mesi del 2020, con un focus sul periodo di quarantena dovuto alla pandemia di Covid-19. L’indagine mostra che l’82% ha assunto alcol almeno una volta nella vita, il 76% nei 12 mesi precedenti all’indagine e il 43% nei 30 giorni prima e il consumo di bevande alcoliche è più diffuso tra i soggetti maschi e maggiorenni. Si tratta di percentuali inferiori rispetto a quelle registrate nel 2019. Inoltre la rilevazione stima che in Italia quasi la metà degli studenti e delle studentesse ha consumato bevande alcoliche durante il lockdown e il 16% ne ha abusato. Rispetto alle ubriacature, il 35% del campione ha dichiarato di aver bevuto fino a raggiungere stati psicofisici a capacità ridotta (camminare barcollando, non parlare correttamente, vomitare, avere amnesie) e al 27% è capitato nel corso dei 12 mesi precedenti alla rilevazione (stima inferiore rispetto ai risultati del 2019). Inoltre è stato rilevato che in questa particolare condizione di distanziamento fisico e chiusura domestica alcuni fattori hanno inciso sull’assunzione di alcolici, infatti laddove vi era soddisfazione rispetto al rapporto con il proprio padre e rispetto alla situazione finanziaria della famiglia, i valori sono stati minori. Un ulteriore elemento di protezione è stato avere regole stabilite dai genitori, valide sia dentro casa che fuori.
Stili di vita
Gli ultimi dati aggiornati sulla prevalenza di bevitori di alcol in Italia derivano dalla sorveglianza PASSI (2017-2020) e mostrano che l’andamento dei consumi è rimasto costante, con il consumo di bevande alcoliche nei 30 giorni precedenti alla rilevazione che coinvolge più della metà della popolazione (55%), un’assunzione fuori dai pasti stabile (8%) e il fenomeno del binge drinking fermo al 9% (figura 3). Rispetto a queste abitudini risulta che tra le persone adulte bevitrici di alcol il 17% lo assume in quantità o modalità considerate di “maggior rischio” per la salute. Tra queste si ritrovano prevalentemente giovani maschi, istruiti e senza difficoltà economiche. Gli stessi dati per la Toscana mostrano una situazione in linea con le percentuali italiane, registrando che tra la popolazione regionale il 56% consuma alcol, il 7% beve fuori dal pasto e l’8% pratica binge drinking.
Figura 3. Consumo di alcol, per tipologia – Prevalenza per 100 abitanti d’età 18-69 anni Toscana e Italia, triennio 2017-2020 - Fonte: sorveglianza PASSI
55,6
7,2 8,0 55,4
8,1 9,0 Bevitori Bevitori fuori pasto Binge drinking
Toscana Italia
Rispetto ai consumi della popolazione toscana anziana emerge una situazione migliore rispetto alle stime italiane, infatti il 32% del campione ha dichiarato di aver ingerito alcol nei 30 giorni precedenti alla rilevazione (rispetto al 39% italiano). Inoltre il consumo moderato raggiunge il 14% e il consumo a rischio il 18% (a fronte rispettivamente del 20% e del 19% italiani) (figura 4).
Possiamo notare che relativamente agli stili di vita e ai determinanti della salute descritti finora la Toscana presenta valori migliori rispetto alla media italiana, mentre i comportamenti relativi al consumo di alcol toscani si allineano alla media nazionale, registrando un’abitudine diffusa all’assunzione di alcolici. Tuttavia si stanno modificando le situazioni, i contesti e gli stili di consumo di alcol e in merito a questo punto sarà interessante osservare i risultati dei futuri studi sulla popolazione giovane toscana.
L’accesso ai Pronto Soccorso (PS) per cause alcol correlate rappresenta una delle conseguenze sanitarie dell’uso e abuso di alcolici. Nel 2020 in Toscana, su un totale di circa 1 milione di
Determinanti di salute
Stili di vitaaccessi ai PS toscani (diminuiti del 32,7% rispetto al 2019, per effetto della pandemia da Covid-19), si sono verificati circa 3.600 accessi alcol-correlati, -29,5% rispetto al 2019, pari a 98 ogni 100mila abitanti.
Figura 4. Consumo di alcol, per tipologia – Prevalenza per 100 abitanti d’età 65+ anni Toscana e Italia, triennio 2017-2020 - Fonte: sorveglianza PASSI d’argento
32,1 14,1 17,9 39,2 20,4 18,7
Consumo alcol Consumo moderato Consumo a rischio Toscana Italia
Nel 70% dei casi gli accessi sono stati effettuati da uomini, il tasso di incidenza maschile è pari a 141,7 per 100mila, rispetto al 58 per 100mila osservato tra le donne.
Il 41% aveva cittadinanza straniera (prevalentemente rumena e marocchina, le due nazionalità più frequenti tra gli stranieri residenti). Il dato è in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente, nel 2019 gli stranieri rappresentavano infatti il 45,1% degli accessi. La diminuzione è plausibilmente dovuta alla minore presenza straniera sul territorio toscano, a causa delle limitazioni imposte agli spostamenti tra regioni e paesi durante il 2020.
La causa prevalente di accesso sono gli effetti tossici dell’alcol etilico (95,2%), seguiti dall’alcolemia elevata (1,8%) e dall’abuso di alcool episodico (1,3%).
La classe d’età con il più alto tasso di accessi ai PS è quella compresa tra i 16 e i 17 anni, con 301,8 accessi ogni 100mila abitanti, seguita da quella dei 18-24enni con 362 accessi per 216,5 per 100mila abitanti. Tra i ragazzi di 16-17 anni si rileva una diminuzione del 26% rispetto al 2019, mentre tra i 18-24 la diminuzione è più importante, -44% rispetto al 2019.
In Italia le patologie che causano il maggior numero di eventi sono le epatopatie alcoliche, nel 2016 responsabili del 75% dei decessi direttamente attribuibili all’alcol. Per quanto riguarda la mortalità totalmente attribuibile all’alcol, in Toscana, nell’ultimo anno disponibile (2016) sono stati contati 62 casi (di cui 46 maschi), pari a un tasso standardizzato di 2,7 decessi per 100mila abitanti, inferiore alla media nazionale (4,1 decessi per 100mila abitanti). L’andamento del fenomeno è in aumento, come nel resto del paese. Per quanto riguarda l’utenza in carico presso i Servizi alcologici della Toscana, nel 2020 erano 5.314 le persone assistite (oltre 5.563 nel 2019), di cui il 71,5% di sesso maschile, con un rapporto maschi/femmine pari a 2,5, sia tra gli utenti incidenti che prevalenti. La fascia d’età più rappresentata è quella degli over
50 (48,1%) seguita da quella dei 30-49enni (44,4%) e infine dai più giovani under30 con il 7,5%, così come la distribuzione della bevanda d’abuso prevalente. Come per il resto dei soggetti con dipendenza in cura presso i Servizi toscani, l’andamento temporale mantiene un tasso d’incidenza stabile e una prevalenza in costante aumento poiché associata ai lunghi tempi di mantenimento del trattamento.
Osservando il fenomeno del consumo di alcolici nel suo insieme, in Toscana a oggi si mantengono stabili i consumi e le preferenze. Tra i giovani continua, anche se con minor forza, l’avanzata dei comportamenti eccedentari. In particolare a emergere continuano ad essere le ragazze, soprattutto le adolescenti, che negli ultimi anni, e non solo in Toscana, sempre più spesso sono coinvolte in episodi di ubriacature, abbuffate alcoliche e accessi ai PS per intossicazioni da alcol.