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Determinanti di saluteFattori di inclusione ed esclusione sociale

Nel documento 2021 Welfare e salutein Toscana (pagine 36-39)

in Toscana circa 34mila anziani (3,6% del totale, media nazionale 5,8%) con una pensione o assegno sociale (prestazione riservata a chi non percepisce reddito o ha redditi molto bassi) e circa 165mila con una pensione integrata al trattamento minimo (17 ogni 100 anziani, contro i 19 del dato italiano).

Questo quadro conoscitivo dovrà ovviamente essere rivalutato alla luce degli effetti della pandemia da Covid-19, una volta che sarà possibile valutarne la portata complessiva, poiché è certo che avrà impatti socioeconomici importanti. Già oggi alcune analisi di livello regionale lasciano intravedere la ricaduta dell’emergenza. IRPET, ad esempio, ha recentemente stimato l’azione di tamponamento esercitata dalle misure contenitive del Governo (bonus e indennità categoriali, Cassa integrazione guadagni (CIG), fondo integrativo salariale, reddito di emergenza e dagli strumenti già vigenti (Nuova assicurazione sociale per l’impiego NASPI

e reddito di cittadinanza), evidenziando che in Toscana i redditi familiari hanno subito nel 2020 una contrazione di 1.650 Euro a famiglia (sarebbero stati 3.400 Euro senza le misure di sostegno al reddito), che circa 16mila individui in più, rispetto al 2019, sono transitati nella povertà assoluta (123mila in assenza di misure) e che circa il 17% delle famiglie ed il 21% degli individui ha avuto un arretramento nella scala reddituale. L’accelerazione impressa dalla pandemia alla crescita di nuove povertà sembra confermata anche dai dati Caritas: delle circa 19.300 persone che si sono rivolte ai centri di ascolto regionali nei primi nove mesi del 2020, circa 1/3 non si era mai rivolta al servizio prima del lockdown.

Figura 1. Famiglie in condizione di povertà assoluta, di povertà relativa e persone che vivono in famiglie in condizioni di grave deprivazione – Valori percentuali – Toscana, Italia e media Paesi EU28 – Fonte: ISTAT e IRPET

5,0 7,0 5,9 10,1 3,4 7,4 5,4

Povertà assoluta 2018 Povertà relativa 2020 Grave deprivazione 2019 Toscana Italia Toscana Italia Toscana Italia UE 28

Sul versante del mercato del lavoro, pur avendo subito una flessione nei livelli occupazionali, la Toscana ha risentito mediamente meno di altre regioni della contrazione dei livelli occupazionali degli ultimi anni.

Le forze di lavoro toscane al 2020 ammontano a 1 milione e 694mila persone, delle quali 1 milione e 582mila occupati (il 45% sono donne) - il 70% nel settore servizi, il 27% nell’industria e il 3% in agricoltura - e 112mila in cerca di occupazione (di cui il 53% donne).

Fattori di inclusione ed esclusione sociale

Il tasso di occupazione regionale 20-64 anni è in leggera crescita (71% al 2020), quasi ai livelli Europei (72,5%) e ben sopra a quelli nazionali (62,6%). Il tasso di disoccupazione è in calo pressoché costante dal 2015 ed è arrivato al 2020 al 6,6%, leggermente inferiore a quello europeo (7,1%) e ben al di sotto di quello italiano (9,2%). Migliora anche la disoccupazione di lunga durata (oltre i 12 mesi), che al 2020 si attesta al 2,6%, anch’essa in linea con la media UE (2,4%) e inferiore a quella nazionale (4,7%), e che rappresenta circa il 40% della disoccupazione totale. La disoccupazione giovanile, dopo il picco del triennio 2014-2016, ha avuto un calo nel biennio 2017-2018, ma è tornata a crescere dal 2019, raggiungendo nel 2020 il 26,2%, migliore di quello italiano (29,4%) ma ben lontano dai valori medi Europei (17,1%). Del resto anche la quota di giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), che coinvolge circa 83mila ragazzi toscani di 15-29 anni, ha avuto una risalita nel 2020 dopo cinque anni ininterrotti in calo, attestandosi al 17%, anche in questo caso più virtuoso del 23% italiano, ma distante dal 12,5% della media UE (figura 2).

I dati del Sistema informativo regionale sul lavoro, ci dicono che dal 2008 i toscani iscritti come disponibili al lavoro presso i Centri per l’impiego regionali (CPI) sono passati da quasi 286mila a oltre 546mila, dei quali il 63% sono over39enni, i 2/3 sono donne e circa 1 su 4 è straniero. Il rapporto tra iscritti ai CPI e popolazione in età attiva (15-64 anni), proxy del tasso grezzo di disoccupazione, è del 22,8%, quasi il doppio rispetto al 12% del 2008.

Dalle analisi complessive emergono negli anni almeno tre costanti criticità, riscontrabili in tutti gli indicatori sin qui analizzati. La prima è il differenziale di genere che, seppur in miglioramento, evidenzia una forbice ancora significativa. La seconda fa riferimento agli stranieri, che non sembrano riuscire a colmare nel tempo le svantaggiose condizioni di partenza rispetto agli autoctoni. La terza riguarda l’universo giovanile, il quale si scontra costantemente con la bassa e precaria offerta di lavoro.

Figura 2. Tasso di occupazione (adulti 20-64 anni occupati su adulti 20-64 anni), di disoccupazione (adulti 15+ anni in cerca di occupazione su forze di lavoro), di disoccupazione di lunga durata (adulti 15+ anni in cerca di occupazione da 12+ mesi su forze di lavoro), di disoccupazione giovanile (giovani 15-24 anni in cerca di occupazione su forze di lavoro 15- 24 anni) e giovani NEET (giovani 15-29 anni che non studiano né lavorano su giovani 15-29 anni) – Valori percentuali – Toscana, Italia e media Paesi UE28, anno 2020 – Fonte: ISTAT e EUROSTAT 71,0 62,6 72,5 6,6 9,2 7,1 2,6 4,7 2,4 26,2 29,4 17,1 17,0 23,3 12,5 occup. 20−64aa disocc. 15+aa disocc. lunga durata (12+ mesi) disocc. giovanile (15−24aa) NEET 15−29aa Toscana Italia UE 27 Toscana Italia UE 27 Toscana Italia UE 27 Toscana Italia UE 27 Toscana Italia UE 27

Determinanti di salute

Fattori di inclusione ed esclusione sociale

Come per la povertà, anche per il fattore lavoro occorre però dire che il quadro delineato avrà bisogno di una lettura compiuta una volta che saranno valutabili a pieno gli effetti della pandemia sul tessuto economico e lavorativo, poiché è presumibile pensare che l’impatto reale delle ricadute sarà visibile solo più avanti nel tempo. Già ad oggi, infatti, le stime regionali di IRPET a un anno dall’emergenza e dal primo lockdown parlano di 117mila dipendenti in meno, di cui 23mila persi e 94mila sospesi, ma non persi grazie alla CIG e alle altre misure emergenziali, corrispondenti a 192 milioni di ore lavoro.

Il disagio abitativo, fortemente correlato alla crisi economica, è un fattore che incide fortemente sulle capacità di tenuta delle famiglie. L’indice di grave deprivazione abitativa elaborato da ISTAT, che stima la percentuale di famiglie in situazioni di sovraffollamento abitativo o in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali (soffitti, infissi, ecc.), colloca la Toscana tra le regioni con i valori più contenuti, al 3,9% nel 2019 a fronte di una media nazionale del 5%. Il trend dell’indicatore mostra un miglioramento nel medio periodo (era l’8,8% nel 2013), ma una risalita negli ultimi due anni (2,6% nel 2017). I numeri degli sfratti e delle domande per l’integrazione economica per gli affitti, proxy della fragilità economica delle famiglie e della vulnerabilità sul versante abitativo, ci dicono invece che i primi interessano circa 15 famiglie ogni 1.000 che vivono in affitto (al netto di quelle in alloggi ERP [edilizia residenziale pubblica]) e che le seconde ne coinvolgono circa 88 ogni 1.000. Si tratta nel complesso di circa 20mila nuclei familiari in potenziale bisogno abitativo, ai quali vanno aggiunti, presumibilmente con qualche sovrapposizione, le 15mila famiglie in graduatoria ERP, ma non ancora assegnatarie di alloggio (figura 3).

Figura 3. Sfratti emessi e domande delle famiglie ai Comuni per contributi per il pagamento dell’affitto – Valori per 1.000 famiglie in affitto al netto delle famiglie residenti in ERP Toscana, anni 2001 e 2020 – Fonte: Ministero dell’Interno e Regione Toscana

73,0

88,4

15,5 15,4

2001 2020

domande contributo affitto sfratti emessi

* il valore dell’indicatore 2020 relativo agli sfratti emessi è calcolato inserendo al denominatore la media triennale 2018-2020 in ragione del blocco delle procedute avvenuto a inizio pandemia per motivi emergenziali

Nel documento 2021 Welfare e salutein Toscana (pagine 36-39)