o r d a d e t t o d n i i s o c i s P e h g o r d a d a z n e d n e p i D
Gioco d’azzardo
La dimensione economica può essere considerata un indicatore dell’andamento del fenomeno gioco d’azzardo. Secondo i più recenti dati pubblicati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato (AAMS) nel Libro Blu del 2020, in Italia l’ammontare della raccolta (la spesa prima di erogare la vincita), dopo la battuta d’arresto verificatasi nel 2012 e la successiva ripresa dal 2014, durata fino al 2019 con 110,54 miliardi di euro (il 3,5% in più del 2018), ha registrato un nuovo calo, raggiungendo nel 2020 un totale di quasi 88,4 miliardi di euro. La raccolta si divide tra il gioco fisico (39,1 miliardi di euro) e il gioco a distanza (49,2 miliardi di euro), che per la prima volta ha registrato valori superiori al primo (rispetto al 2019 la raccolta dal gioco fisico è diminuita del 47% e quella del gioco a distanza è aumentata del 35%). Le modalità di gioco appaiono cambiate, favorite dal periodo di lockdown e dalle restrizioni per contenere la pandemia di Covid-19. La vincita ha seguito lo stesso andamento, aumentando fino al 2019 (91,06 miliardi di euro) e decrescendo nel 2020 con 75,36 miliardi (-17%). La spesa dei giocatori ha raggiunto i 19,45 miliardi nel 2019, per scendere a 13 nel 2020. Tra i giochi più diffusi nella modalità a distanza ci sono quelli a base sportiva (27%) e quelli di carte non in torneo né di sorte a quota fissa (21%).
I volumi di gioco stimati per la Toscana, sempre nel 2020, ammontano a una raccolta di denaro pari a circa 2,4 miliardi di euro per il gioco fisico (rispetto ai 4,9 del 2019), una vincita di circa 1,8 miliardi di euro (rispetto ai 3,8 del 2019) e una spesa di 0,6 miliardi (dimezzato
rispetto all’1,2 del 2019). Invece, relativamente al gioco online, in Toscana vi sono 572.400 conti online attivi e 188.706 aperti.
La maggiore facilità di accesso ai giochi a pagamento e la bassa consapevolezza del rischio che questo comportamento, più spesso confuso con un passatempo, fa sì che tale attività possa svilupparsi in un disturbo compulsivo. La forte espansione del gioco d’azzardo negli ultimi 20 anni si è recentemente ridimensionata dalle restrizioni a causa della pandemia di Covid-19. A questo va aggiunto il ruolo dei nuovi social media e dei moderni supporti tecnologici, che hanno favorito la capillare diffusione delle diverse forme di gioco d’azzardo (Macey, 2018), consentendo un’alternativa al gioco fisico.
Secondo la letteratura scientifica, esistono segmenti di popolazione più vulnerabili, come le persone a forte svantaggio socio-economico o gli adolescenti. In particolare, tra i 15 e i 25 anni d’età, i comportamenti problematici legati al gioco sono più frequenti rispetto alla popolazione generale, 5-6% rispetto alla stima di 1-2% in tutta la popolazione (Slutske, 2009). Dall’indagine ESPAD europea del 2019, rivolta esclusivamente a studentesse e studenti di 16 anni, emerge che il 22% degli studenti e delle studentesse dei paesi europei coinvolti nella rilevazione ha giocato d’azzardo nei 12 mesi precedenti alla rilevazione, l’Italia raggiunge il 32%, stima molto superiore. Le prevalenze europee e italiane sono maggiori tra i maschi (rispettivamente al 29% e al 41%) rispetto alle femmine (rispettivamente al 15% e al 22%). Dall’indagine ESPAD Italia 2019 rivolta agli studenti e alle studentesse (15-19 anni) emerge che in Toscana il 45% ha dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso della propria vita e il 43% lo ha fatto nei 12 mesi antecedenti alla rilevazione, stime poco inferiori a quelle nazionali (rispettivamente 48% e 45%). Le differenze di genere sono significative, la proporzione di studenti maschi toscani che ha giocato almeno una volta nella vita è nettamente superiore a quella delle coetanee, rispettivamente 54% e 36%, dati che rispettano le differenze italiane (57% dei ragazzi contro il 38% delle ragazze). Inoltre si tratta di un comportamento diffuso in particolare tra i maggiorenni, sia in Toscana (52% contro il 41% dei soggetti minorenni) che in Italia (53% contro il 44%). In una giornata tipo, il 73% dei soggetti studenti-giocatori durante l’anno ha giocato mediamente meno di 30 minuti, soprattutto le ragazze e le persone minorenni, il 14% da 30 a 60 minuti, il 7% da 1 a 2 ore e il 6% 2 ore o più, quest’ultima è stata una risposta più frequente tra i maschi. Per quanto riguarda i giochi praticati in Toscana, come nelle precedenti edizioni ESPAD, il Gratta e Vinci resta al primo posto (78%), in particolar modo tra le ragazze (89%), seguito dalle scommesse sportive (61%), in questo caso preferite dai ragazzi (88%).
Il 28% ha praticato altri giochi con le carte, il 22% ha giocato alle New slot machine/ Videolottery, il 18% ha giocato al Bingo. Il 16% e il 15% hanno giocato rispettivamente a Lotto e Superenalotto e il 14% a Poker texano, con percentuali che risultano superiori tra le ragazze, nel primo caso e tra i ragazzi nel secondo.
Inoltre il 9% ha giocato d’azzardo on-line, dinamica più frequente tra i maschi (14% rispetto al 4% delle femmine) e tra i soggetti maggiorenni (12% contro il 7% delle persone minorenni). All’interno del questionario ESPAD®Italia è inserito un test di screening sul gioco d’azzardo specificatamente rivolto alla popolazione adolescente, il test Sogs-Ra - South Oaks Gambling
La salute dei toscani
Screen, Revised for Adolescents (Winters et al., 1993; Poulin, 2002; validazione italiana: Colasante
et al., 2014), che permette di definire il grado potenziale di problematicità del comportamento di gioco.
Il test ha evidenziato che tra la popolazione studentesca toscana che ha giocato durante l’anno precedente l’81% ha un comportamento non problematico, il 13% è definibile “a rischio” e il 6% risulta “problematico”. Le percentuali con più alto grado di problematicità o di rischio si trovano prevalentemente tra i soggetti maschi maggiorenni.
L’indagine ESPAD 2020 #iorestoacasa ha rilevato le abitudini della popolazione studentesca italiana compresa tra i 15 e i 19 anni durante il periodo di lockdown. Circa la metà ha dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e il 44% lo ha fatto nei 12 mesi antecedenti alla somministrazione del questionario. In generale il comportamento è più frequente tra i ragazzi e i maggiorenni. Tuttavia, la diffusione anche tra adolescenti minorenni è elevata (il 44% ha giocato almeno una volta nella vita e il 43% nei 12 mesi precedenti). Il 17% gioca abitualmente 2-4 volte al mese e il 2% più di 6 volte alla settimana. L’8% di coloro che giocano usano piattaforme online. Durante il lockdown il 33% ha speso più di 10 euro giocando onsite e il 46% giocando online. I giocatori considerati “a rischio” o “problematici” hanno speso somme generalmente più elevate. Il gioco d’azzardo, nonostante sia vietato ai minori di 18 anni, è una pratica piuttosto diffusa nella popolazione adolescente italiana.
Il disturbo del gioco d’azzardo (DGA) rappresenta una vera e propria dipendenza, oramai ampiamente riconosciuta come un importante problema di salute pubblica, associata a un’alta comorbidità psichiatrica, una scarsa salute fisica, alti tassi di suicidio e sostanziali costi individuali e sociali. Secondo la relazione annuale al Parlamento del Dipartimento Politiche Antidroga, nel 2016 (ultimo anno in cui il dato era disponibile), erano più di 13mila i pazienti in carico ai Servizi per GAP sul territorio nazionale.
I dati forniti da Regione Toscana in merito all’utenza in trattamento per disturbo da gioco d’azzardo (DGA), presso i Servizi per le dipendenze (SerD) mostrano un aumento dal 2013 al 2019, registrando un cambiamento del numero degli utenti che sono passati da 1.165 a 1713. Invece nel 2020, nonostante la continua diffusione del gioco d’azzardo on line, favorito anche dal periodo di lockdown vissuto nei mesi di marzo-maggio, l’utenza in trattamento per disturbo da gioco d’azzardo (DGA) presso i SerD mostra una diminuzione e raggiunge 1.497 pazienti. Nel 2020 il rapporto tra uomini e donne è di circa 4:1 (1.212 maschi e 285 femmine), senza importanti variazioni rispetto agli anni precedenti. L’età più rappresentata si conferma quella degli over50 che sono il 50% del totale, l’11% ha un’età uguale o inferiore ai 29 anni e il 39% è tra i 30 e i 49 anni. Fra gli utenti in carico per DGA gli stranieri rappresentano l’8,5%.
Suicidi
Secondo quanto pubblicato dall’OMS, nel 2016 oltre 800mila persone si sono tolte la vita (10,5 per 100mila abitanti) con un rapporto maschio:femmina di 3:1 nei Paesi ad alto reddito. In Europa (28 paesi) il tasso di suicidio si attesta su 12,9 decessi per 100mila abitanti (OMS, 2016) con un’ampia variabilità fra i diversi paesi che vede ai suoi estremi la Grecia con 3,8 decessi per 100mila abitanti e la Lituania con 25,7 decessi per 100mila abitanti. L’Italia, con un tasso standardizzato per età pari a 5,7 per 100mila abitanti (ISTAT, 2018) si colloca fra i Paesi europei con i valori più bassi.
Nel corso degli ultimi anni, i dati nazionali mostrano un trend in diminuzione comune alla maggior parte delle regioni ad eccezione della Valle d’Aosta dove, rispetto al 2016, si è passati da 12,4 a 16,8 decessi per suicidio ogni 100mila abitanti. All’estremo opposto si conferma la Campania con 3,1 suicidi ogni 100mila abitanti (figura 1). La Toscana, con un tasso pari a 5,9 per 100mila, si posiziona poco sopra la media nazionale.
Figura 1. Mortalità per suicidio – Tasso standardizzato per età per 100.000 abitanti – Regioni e Italia, anno 2018 – Fonte: ISTAT
3,1 4,0 4,3 4,4 4,5 4,7 4,8 5,5 5,7 5,9 6,5 6,6 6,8 7,0 7,0 7,2 7,6 8,0 8,4 9,2 16,8 Campania Calabria Sicilia Liguria Lazio Abruzzo Puglia Lombardia Italia Toscana Marche Molise Basilicata Emilia−Romagna Veneto Umbria Trentino Alto Adige Piemonte Sardegna Friuli−Venezia Giulia Valle d’Aosta
Complessivamente, la Toscana (Registro di Mortalità regionale, anno 2017) mostra un trend tendenzialmente stabile con lievi modifiche annuali (figura 2). Considerata la bassa numerosità della casistica, in termini assoluti, ogni anno si verificano in media 270 decessi per suicidio, con forti oscillazioni da un anno all’altro, che non rappresentano, però, differenze statisticamente significative.