L’attivazione di programmi di screening per i tumori della mammella, della cervice uterina e del colon-retto, definiti sulla base di criteri di efficacia e qualità del percorso offerto, è sostenuta sia a livello nazionale che internazionale, perchè questi programmi si sono dimostrati efficaci nel ridurre la mortalità per specifico tumore. Le linee guide nazionali ed internazionali raccomandano alle donne fra i 50 e i 69 anni di sottoporsi a mammografia ogni due anni per la diagnosi precoce del tumore al seno, alle donne tra i 25 e i 64 anni di sottoporsi allo screening cervicale (Pap-test o HPV (Pap-test) ogni tre anni per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina e alle persone nella fascia di età 50-69 anni di eseguire uno degli esami per la diagnosi precoce dei tumori colon-rettali (ricerca del sangue occulto fecale - SOF, negli ultimi due anni, oppure una colonscopia/rettosigmoidoscopia negli ultimi cinque anni). Lo screening ha gli obiettivi di evitare l’insorgenza del tumore o comunque di favorire una diagnosi precoce che consente di ricorrere a interventi chirurgici e terapie meno aggressive, a notevole beneficio della qualità di vita dei pazienti.
I dati della sorveglianza PASSI 2017-2020 evidenziano che in Toscana l’85,6% delle donne fra i 50 e i 69 anni si sottopone a scopo preventivo allo screening mammografico (tabella 1): il 76,1% effettua la mammografia nell’ambito di programmi organizzati dalle AUSL e il 9,4% per iniziativa personale. L’adesione totale risulta leggermente in aumento rispetto all’83,4% del periodo 2016-2019 e maggiore della media italiana (74,6%).
L’88,2% delle donne fra i 25 e i 64 anni d’età si sottopone in Toscana allo screening cervicale (Pap-test o HPV test), per lo più nell’ambito di programmi organizzati dalle AUSL (71,8%), mentre una quota inferiore di donne (16,2%) fa prevenzione per iniziativa personale, fuori dai programmi organizzati dalle AUSL, sostenendo del tutto o in parte il costo dell’esame. L’adesione totale risulta maggiore sia del valore del periodo 2016-2019 (87,5%) che della media italiana (79,4%).
La copertura allo screening colorettale in Toscana è più bassa rispetto agli altri due screening (69%), sebbene sia in leggero aumento nel tempo e nettamente superiore del valore medio nazionale (47%). La gran parte delle persone che ha effettuato lo screening del colon-retto lo ha fatto nell’ambito di programmi organizzati dalle AUSL, mentre quello spontaneo, è poco frequente (5%).
Secondo i dati dell’Istituto toscano per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (ISPRO), in Toscana nel 2019 la partecipazione (aggiustata per inviti inesitati ed esclusioni dopo invito) allo screening mammografico è stata pari al 70,2% (figura 1), lievemente in calo rispetto al 2018 (72,2%) e valore più basso degli ultimi 10 anni. Tutti i programmi aziendali superano abbondantemente lo standard giudicato accettabile (50%) del Gruppo italiano per lo screening mammografico (GISMa), ma vi sono alcune situazioni che registrano un valore decisamente inferiore alla media regionale: le ex AUSL 5 Pisa, ex AUSL 7 Siena, ex AUSL 10 Firenze e ex AUSL 12 Viareggio (53,7%, 65,1%, 68,5% e 63,2% rispettivamente). Di queste ex AUSL, Pisa e Siena in particolare mostrano da anni lo stesso andamento con una scarsa fidelizzazione
Screening oncologici
della popolazione. Nella realtà pisana, che nel 2018 era riuscita a raggiungere eccezionalmente il 67,4% di partecipazione, questo è probabilmente imputabile a motivazioni organizzative, mentre nella realtà senese è probabilmente l’alta offerta degli stessi servizi da parte di privati a favorire la partecipazione.
Tabella 1. Screening mammografico, colorettale e cervicale – Persone che hanno eseguito l’esame ogni 100 residenti target* – Regioni e Italia, periodo 2017-2020 – Fonte: Studio PASSI, Istituto superiore di sanità
Regioni Mammografico Colorettale Cervicale
Abruzzo 64,3 43 75,7 Basilicata 79,5 58,4 73,6 Calabria 58,4 12,1 61,7 Campania 54,1 28 64,9 Emilia-Romagna 85,8 67,4 89,3 Friuli-V.G. 89,6 72,9 89,5 Lazio 80,7 47,7 85,9 Liguria 85,1 53 86,4 Lombardia (2016-2019) 84,8 74,7 83,4 Marche 80,1 58,5 84,6 Molise 69,6 34,9 64,9 PA Bolzano 77 68,9 89,6 PA Trento 86,4 70,1 85,1 Piemonte 76,8 n.d. 84,5 Puglia 68,2 10,6 75,4 Sardegna 66 45,5 73,3 Sicilia 65,5 33 69,5 Toscana 85,6 69 88,2 Umbria 85,6 62,3 87,3 Valle d’Aosta 84,4 68 84,1 Veneto 86,7 69,3 88,4 Italia 74,6 47 79,4
*mammografico: donne 50-69 anni; colon rettale: popolazione 50-69 anni, cervicale: donne 25-64 anni
Per quanto riguarda lo screening del colon-retto, in Toscana l’adesione media all’invito nel 2019 è stata pari al 46,9%, in calo rispetto a quella dell’anno precedente (49,4%). Lo standard di accettabilità proposto dal Gruppo italiano per lo screening colon-rettale (GISCoR) per questo indicatore è pari al 45%. La Toscana si conferma quindi, seppur di poco, sopra alla soglia. Valori di adesione inferiori al 45% si osservano nelle ex AUSL di Massa-Carrara (43,3%), Lucca (30%), Pistoia (42,9%) e Prato (41,4%). In tutte queste 4 realtà il valore di estensione è aumentato in maniera consistente rispetto all’anno precedente. Viareggio ha avuto delle difficoltà ad attuare il programma; nel 2018 aveva avuto solo il 32,4% di adesioni mentre nel 2019 ha raggiunto il 51,3%, anche grazie al fatto che ha prevalentemente invitato soggetti che avevano già aderito in precedenza. A differenza degli altri due screening, quello cervicale nel 2019 presenta un leggero aumento di copertura, percentuale aggiustata per gli inviti inesitati, rispetto ai due anni precedenti (54,3% rispetto al 53,3% e al 53% degli anni 2017 e 2018).
La qualità delle cure
Screening oncologici
In Toscana lo screening per il tumore della cervice uterina sta completando la fase di transizione dal Pap test al test HPV primario ad intervallo quinquennale per le donne in fascia d’età 34-64 anni. Il Pap test a intervallo triennale rimane invece il test di screening per le donne tra i 25 e i 33 anni. Il Piano regionale della prevenzione 2014-2018 prevedeva il completamento di questo processo entro il 2019. Allo stato attuale il completamento è stato raggiunto ad eccezione delle province di Pistoia e Pisa, che hanno attuato un piccolo progetto di HPV a fine 2019 con 13 e 81 inviti rispettivamente.
Figura 1. Screening mammografico, colorettale e cervicale – Adesione ogni 100 inviti (esclu-si ine(esclu-sitati e esclu(esclu-sioni dopo invito) – Toscana, periodo 2000-2019 – Fonte: Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica della Toscana (ISPRO)
60,0 70,2 39,0 46,9 34,0 54,3 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
mammografico colorettale cervicale
Nel 2020, nonostante la pandemia da Covid-19, la Toscana non ha fermato le attività di screening, sebbene vi siano stati rallentamenti. L’ONS (Osservatorio nazionale screening) ha monitorato la situazione dei ritardi dei programmi di screening durante la pandemia ed il recupero della tempistica da parte di ogni regione. In maniera non omogena sul territorio nazionale le attività di screening sono state sospese ad aprile 2020, per poi riprendere a maggio.
La Toscana ha mantenuto ritardi e diminuzione del volume di donne che si sono sottoposte allo screening mammografico molto inferiori a quelli della media nazionale. In Italia la differenza tra il numero di donne che si sono sottoposte a questo tipo di screening tra gennaio e settembre 2020 e lo stesso periodo nel 2019 è pari a -43,5%, mentre in Toscana a -29,4%, con un possibile recupero stimato in 2,6 mesi contro la media italiana di 3,9 mesi.
Per quanto riguarda lo screening cervicale, complessivamente in Italia da gennaio a settembre 2020 si è sottoposto a screening il 48,8% in meno di donne rispetto allo stesso periodo nel 2019. Anche in Toscana la differenza è sostanziale, ma minore della media nazionale (-37,4%). Va anche considerato il fatto che il 7% del volume di donne da invitare allo screening in Toscana è attribuibile al passaggio dalla modalità Pap test (con cadenza triennale) alla modalità HPV test (quinquennale). Si stima che in Italia in media per recuperare questa perdita di screening servirebbero 4,4 mesi mentre in Toscana 3,4.
Anche lo screening colorettale ha subito forti ritardi e diminuzioni. In Toscana si è registrato il -48,4% complessivamente, rispetto al -52,7% della media italiana. I mesi necessari per recuperare questo ritardo sono stimati essere 4,4 per la Toscana e 4,7 per l’Italia complessivamente.